Storia e varianti nei diversi calibri della
carabina a leva ideata da John M. Browning,
che incontrò uno strano destino: nata
come arma da caccia grossa, finì con l’armare i soldati dell’esercito
zarista
che da solo ne assorbì quasi il 70
per cento della produzione complessiva
di Marco E. Nobili
È ormai storica la foto di Theodore
Roosevelt che posa insieme a un grosso rinoceronte africano abbattuto con
una carabina a leva Winchester Model 95 nel calibro .405 Winchester. Nei
suoi safari il Presidente aveva con sé anche carabine camerate nella
cartuccia .30-40 Krag (o, come veniva allora designata, .30 US) definendole
insieme alle .405 Win. “la giusta medicina per i leoni”.
Introdotta verso la fine del 1895 questa lever
action fu l’ultima progettata da John Moses Browning per la Winchester.
Il genio mormone aveva già in cantiere armi semiautomatiche ma poiché
la Winchester non era d’accordo nel riconoscere a Browning un contratto
a provvigione sui pezzi venduti, questi si rivolse ad altre Aziende, come
la Remington e la FN belga. Il limite più evidente delle carabine
a leva fino alla Model ‘94 era costituito dal serbatoio tubolare che non
consentiva di utilizzare palle appuntite; inoltre, data la struttura meccanica
complessiva, si potevano impiegare soltanto cariche dai valori di pressione
notoriamente contenuti. Per avere una lever action espressamente concepita
per cartucce caricate con polvere senza fumo e con prestazioni balistiche
superiori, Browning dovette riprogettare un’arma ex-novo, non più
solamente un rimaneggiamento dei modelli precedenti. Nacque così
la Model 1895, costruita fino al 1932 in ben nove calibri differenti. Caratterizzata
dall’assenza del serbatoio tubolare sotto la canna, la ‘95 ha una linea
slanciata e particolare. Taluni la considerano la più bella carabina
a leva mai costruita, mentre altri la vedono come arma di transizione “moderna”,
preferendo i modelli precedenti decisamente più storici. Fatto sta
che la Model 95 offre prestazioni superiori, almeno in certi calibri, di
armi nate nell’epoca della polvere nera e poi “convertite” alle smokeless.
Inoltre ha avuto una buona diffusione come arma militare ed il Governo
zarista Russo ordinò una commessa di ben 293.000 unità fra
il 1915 ed il 1916. Si trattava della versione “musket” camerata nella
cartuccia 7,62 Russian. Se si considera che di Model 95 ne sono state prodotte
425.825 si deduce che questa partita militare copre ben il 66% dell’intera
produzione. Gli altri calibri che si possono trovare camerati nella Model
95 sono il .30 US (.30-40 Krag Army), il .30-30, il .30-06, il .303 British,
il .35 Winchester, il .38-72, il .40-72 e il .405 Winchester. Da un punto
di vista collezionistico e di “bonus” da attribuire ad una quotazione base
i modelli più significativi sono quelli “flatside” (senza scanalature
nei fianchi del castello) che comprendono i primi 5.000 esemplari prodotti,
le versioni “De Luxe”, quelle con canna ottagonale e le “Take Down” cioè
con canna separabile manualmente dal castello. Anche il calibro .405 Winchester
merita un premio rispetto agli altri. Interessante e ben quotata la versione
“NRA Musket” con canna da 30” nei calibri .30-40, .30-30 e .30-06 ed approvate
per le competizioni ufficiali di tiro della NRA.
Più rare e quotate le Model 95 “Carabine”,
cioè con canna da 22” con o senza l’anello per la sella.
Alcune riportano i marchi governativi e sono
maggiormente valutate rispetto alle versioni civili. Dicevano in apertura
dell’uso intensivo che il Presidente degli USA Theodore Roosevelt soleva
effettuare con le carabine a leva Winchester. Ecco alcuni suoi commenti
in proposito.
“Queste carabine sono fra le armi migliori
che abbia mai utilizzato. Facili e maneggevoli da trasportare ed utilizzare,
sia a piedi sia a cavallo, vengono alla spalla come un fucile a pallini.
Non hanno un rinculo fastidioso e tale da compromettere la linea di mira
e sparano con precisione sufficiente per i comuni usi venatori. Le ritengo
fra le armi migliori con le quali sparare ad ogni tipo di selvaggina disponibile
negli Stati Uniti per le loro caratteristiche di solidità, rapidità
di fuoco e di ricaricamento”. Commenti che sono tuttora validi a circa
un secolo di distanza benché in questo frattempo altre armi, calibri
ed accessori più moderni siano stati introdotti sul mercato.
La cartuccia .405 Winchester fu sviluppata
per la caccia di grosse prede benché il rinculo nella lever
action Model 95 non fosse proprio da sottovalutare. Spingeva una palla
da 300 grani di peso ad una velocità iniziale di oltre 700 metri
al secondo sviluppando un’energia più che doppia rispetto alla classica
.30-30 e superiore di oltre il 20% alla .35 Winchester. Duplicava grosso
modo le prestazioni della .400/.350 Nitro Express e pertanto si poteva
avere in una maneggevole e veloce carabina a leva un’efficacia sul terreno
di caccia più che soddisfacente per il periodo.
Anche la .30-40 Krag pur appartenendo ormai
inesorabilmente alla storia non è una cartuccia da disprezzare e
dimostra di avere prestazioni talvolta superiori a cartucce sopravvissute
ai giorni nostri. In caricamento Remington la palla da 180 grani soft point
parte ad una velocità di 741 metri al secondo disponendo di un’energia
di 326 Kgm. Un valore di solo il 10-15% inferiore rispetto alla .308 Winchester,
superiore alla .300 Savage, alla .30 Remington, alla .32 Winchester Special
e di ben il 30% in più se paragonata alla .30-30 Winchester.
Rosate di tre colpi a 100 m con mire metalliche stanno in un cerchio di
4/5 cm e come si sa non è particolarmente agevole sparare a questa
distanza con la tacca di mira ed il mirino ricercando la massima precisione.
Per contro la canna lunga 70 cm aiuta nella stabilità di puntamento
che di rilevamento. Anche il peso complessivo dell’arma è un punto
a favore della stabilità e dell’assorbimento del rinculo, arrivando
a 3,750 kg. Chi voleva un’arma più maneggevole poteva scegliere
la versione “carbine” oppure altri modelli di lever action. L ’azione è
piuttosto robusta ed ha una larghezza di 32 mm. L’otturatore è largo
e a profilo rettangolare con un valore di 22 mm. Ciò significa che
rimangono 5 mm di acciaio per parte come spessore delle pareti del castello,
offrendo una generosa rigidità complessiva nella parte maggiormente
sollecitata. Anche la canna è decisamente irrobustita partendo con
un diametro di ben 28 mm in culatta per rastremarsi verso la volata. In
zona centrale misura 18 mm ed in volata 11 mm. Questi dimensionamenti,
uniti alla lunghezza della canna, comportano un peso complessivo piuttosto
elevato benché l’arma risulti ben bilanciata, con punto di equilibrio
proprio alla fine del caricatore, dove inizia l’asta. Il calciolo
è in metallo (crescent butt plate) e l’impugnatura all’inglese;
il calcio è lungo 32,5 cm dal grilletto. Interessante il sistema
di sicurezza che impedisce l’apertura involontaria della leva con possibile
sgancio dell’otturatore. La leva stessa non è in unico pezzo ma
ha una parte basculante sottostante che quando premuta con l’esterno delle
dita si abbassa leggermente e consente la rotazione di un piccolo gancio
superiore liberando la leva stessa.
Si può quindi procedere nell’abbassamento
totale con conseguente arretramento dell’otturatore che nella sua corsa
fa abbassare il cane, armandolo.
La molla del cane è a lamina ed il
primo scatto dello stesso funge da sicura. La tacca di mira è piuttosto
aperta (buck horn type), ottima per il tiro a bersagli in movimento, con
mirino a lamina color acciaio.
Sulla canna è riportato il calibro
.30 US (non appare la dicitura .30-40 Krag) e la scritta “Nickel Steel
Barrel” -”Especially for Smokeless Powder”.
In quegli anni la Winchester introdusse
l’acciaio ‘Nickel Steel’, per offrire maggiore resistenza rispetto al precedente
acciaio al carbonio, scelta obbligata nel passaggio dalla polvere nera
e quella infume. La chiusura dell’otturatore è affidata ad un tassello
con scorrimento verticale in unico pezzo che si biforca alle estremità
e che in posizione superiore contrasta la parte posteriore dell’otturatore
e lo libera con abbassamento della leva. In sostanza la Model 95 si presenta
come una lever action “high power”, espressamente concepita per le cartucce
“smokeless” e con una linea che si stacca in maniera decisa dalla produzione
antecedente. A titolo informativo segnaliamo che la Winchester ha reintrodotto
nel 1995 questo modello, sia in versione brunita sia con castello inciso,
per commemorarne il centenario dalla prima apparizione sul mercato. Il
calibro sopravvissuto è giustamente il .30-06, benché alcuni
altri camerati nella Model 95 rimangono validi e legati a precisi momenti
storici.
Costruttore: Winchester Repeating
Arms - New Haven (Connecticut) - USA
Modello: Model 1895
Tipo: fucile a ripetizione manuale
(a leva)
Calibro: .30 US (.30-40 Krag)
e altri
Canna: lunga 700 mm (28”)
Alimentazione: caricatore amovibile
capace di 5 colpi
Congegno di scatto: ad azione
singola
Congegno di sicurezza: prima
monta del cane, automatico nella leva di funzionamento contro l’apertura
accidentale
Calcio: in legno di noce, all’inglese
con calciolo metallico
Peso: 3.750 g
Materiali: acciaio
Finitura: brunitura