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NON AVETE ANCORA FEDE?

 

[36]E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui.

[37]Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena.

[38]Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: <<Maestro, non t'importa che moriamo?>>.

[39]Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: <<Taci, calmati!>>. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.

[40]Poi disse loro: <<Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?>>.

Mc. 4,36

 

Tutti conosciamo il famoso episodio della tempesta sedata che evidenzia il potere divino di Gesù sugli elementi naturali. Episodio che conferma quanto riportato nel prologo di San Giovanni “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste….” (Gv. 1,1 seg.).

Ma in questo passo evangelico Gesù pone una precisa domanda agli apostoli “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?” (Mc. 4,36). Prima di esaminare l’importanza del  quesito posto dal Signore conviene premettere che gli apostoli erano dei provetti pescatori, i quali conoscevano perfettamente le condizioni metereologiche ed i pericoli del mar di Galilea. La loro paura era quindi perfettamente giustificata. Nonostante ciò Gesù li rimprovera per la loro poca fede; o meglio, per la carente fiducia in Lui. L’espressione “Non avete ancora fede?” sottolinea la contraddizione tra le innumerevoli testimonianze del Signore a conferma del Suo potere divino, visibilmente osservate dagli apostoli, ed il loro timore nonostante i segni divini del Maestro. Noi potremmo tradurre semplicemente la frase di Gesù in questi termini “Ma come? Nonostante tutti i segni che vi ho mostrato (autorità sui demoni, guarigioni, resurrezione di morti, discernimento degli spiriti, profezie ecc.), mediante i quali ho il controllo dell’universo, voi avete ancora paura pur in mia presenza? Dov’è la vostra fiducia in me?”

Questo rimprovero vale ovviamente per tutti noi, nessuno escluso. Il Signore, infatti, ha sempre mostrato la sua presenza nel corso dei secoli mediante gli interventi di Maria Santissima, dei santi, dei carismatici ed in risposta alle preghiere personali, familiari e comunitarie. Tuttavia, nonostante la concretezza del divino nel nostro quotidiano molti cattolici sono pieni di paure dimostrando, come gli apostoli in occasione della tempesta sedata, di non aver “ancora fede”. Mentre Davide si affidava senza esitazione al Signore in occasione delle prove più svariate con la certezza dell’intervento risolutore di Dio, molti cristiani si disperano e confidano solo negli uomini con esiti deleteri. Per rimediare a questa carenza di fede non bastano  la ragione e l’impegno personale, ma è necessario invocare quotidianamente lo Spirito Santo (soprattutto mediante il Rosario e la conseguente intercessione della Sposa dello Spirito Santo). La Scrittura c’insegna, infatti, che nonostante gli innumerevoli prodigi del Signore, da loro constatati, gli apostoli ricevettero forza solo a Pentecoste dopo l’effusione dello Spirito Santo “Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: - Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio -.

Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: -Che significa questo? -. Altri invece li deridevano e dicevano: - Si sono ubriacati di mosto-. Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: - Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino. Accade invece quello che predisse il profeta Gioele: Negli ultimi giorni, dice il Signore, Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno dei sogni. E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno. Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla terra, sangue, fuoco e nuvole di fumo. Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue, prima che giunga il giorno del Signore, giorno grande e splendido. Allora chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato” (At. 2,1 seg.).

Come giustamente testimoniò un sacerdote in occasione del Festival internazionale dei giovani a Medjugorje, è necessario pregare ogni giorno lo Spirito Santo affinché ci conceda i suoi doni “Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc. 11,9 seg.)