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Eventi
 

  ANTOLOGIA DI POESIA

 

 

 

 

 

Crudelia?

Quaderni

DANIELE BOLLEA  

LAMBERTO GARZIA

  DANIELE  PIERONI

   GIACOMO F. RECH

GABRIELLA SICA

PIETRO TRIPODO

 

CLAUDIO DAMIANI

MARIO LUZI

MIMMA PISANI

FABIO SARGENTINI

ALBERTO TONI 

VALENTINO ZEICHEN

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DANIELE BOLLEA

 

LUNA LIBERA  

 

Per quale mai legale analogia

solo perché so in formule il tuo moto

dovrei pensarti schiava,

incatenata all'orbita,

e a questa, assimilare il mio cammino,

di attonito pastore rassegnato.

No, 

per me sei vagabonda smemorata,

che sempre in campo aperto s'avventura,

ma la terra da un fianco la richiama.

A questa luna voglio somigliare,

a questa libertà che c'è in natura,

che è quella di seguire principi primi,

mossi da profonde spinte.

 

 

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Daniele Bollea e' nato nel 1945 a Roma, dove vive e lavora. Laureatosi in fisica nel '69, ha lavorato come astrofisico fino al '78. La sua prima raccolta di versi, Fammi veder le stelle, esce nel '93, con l'editore Campanotto. E' di prossima uscita, per le Edizioni del Battello Ebbro, una nuova raccolta poetica: Prendere terra.

 

 

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CLAUDIO DAMIANI  

 

MENTRE I RAGAZZI FANNO IL TEMA

 

Mentre i ragazzi fanno il tema

e le loro teste sono chine sul foglio

la stanza della classe riposa quieta

e brilla come una luce intorno ai loro capi.

Io li guardo, e la loro forza mi punge

- una ragazza è venuta a chiedermi una cosa

e nei suoi occhi celesti sprofondo -,

alcune delle fanciulle sono meno belle

ma nei loro tratti rivedo la gloria

delle donne latine,

i modi augusti e i lineamenti noti,

- penso a giovani donne prenestine, antichissime,

ornate di monili, eleganti,

e a povere fanciulle, a contadine a pastore

dei secoli più bui -,

e anche i ragazzi, quanta gloria sui loro capi.

E in tutti, quanta attesa, quante speranze

- loro di tutti i miei allievi sono i più grandi, sono già grandi -

e penso: come non ho detto niente a loro!

come non ho fatto niente! - non avrei potuto? -

solo preoccupato di fare il professore,

nella fretta in cui sono sempre, e distratto, 

come se non mi fossi mai accorto di loro.

E mi stupisco di essere stato capace

pure di galleggiare in questo abisso di luce,

di essere rimasto illeso, salvo, tra tanta forza di flutti,

tra tanto mare calmo come un cielo celeste. 

 

 

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Claudio Damiani è nato a San Giovanni Rotondo nel 1957. Ha pubblicato le raccolte Fraturno (Abete, 1987), La mia casa (Pegaso, 1994, Premio Dario Bellezza) e La miniera (Fazi, 1997, Premio "Carnet"- Il miglior libro dell'anno). Suoi testi sono apparsi su varie antologie. Nel '95 ha curato, per Fazi Editore, Orazio, Arte poetica, con interventi di autori contemporanei. E' stato tra i fondatori della rivista Braci (1980-84). Vive a Roma dall'infanzia. 

 

 

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LAMBERTO GARZIA 

 

IL CAVALLO E LA FONTE  

 

E che salendo verso i piedi della Montagna

che in sé partorisce il capro e il lupo

che tu direzionando con lo sguardo il mio

indichi una fonte e tendini d'acqua…

e penso in fare di sillabe al cavallo 

che ha ali, e tu sorridendo e portando

la mia mano sul tuo ventre dire

che di Quello e dello zoccolo ne hai parlato

ieri ai tuoi alunni, e loro chiederti curiosi

del prodigio e di quelle sorgenti a filo

che dalle finestre di classe intravedono;

e simili a me in una bocca di parola sospesa

e sorpresa, amore…  

 

 

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Lamberto Garzia è nato a Sanremo nel 1965. Collabora a giornali e riviste. Nel 1997 è uscita presso l'editore bolognese I Quaderni del Battello Ebbro la sua raccolta d'esordio, intitolata La Chanson de Lambert.

 

 

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MARIO LUZI  

 

DA "VIAGGIO TERRESTRE E CELESTE DI SIMONE MARTINI"  

 

Calava a picco su di lui il verdetto

o incubava nel sangue, maturava

nel chiuso della mente?

aprire ali, vele, cuori, mettersi

in movimento. Verso dove? "Dove"

non ce n'era. Luogo non esisteva.

In quel punto di luce e di fusione

veniva meno il tempo

e ogni frontiera

tra perdita ed acquisto,

tra calcolo e dispendio.

Nondimeno: in movimento!

questo era, da chi mai? il comando.    

 

 

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Mario Luzi è nato a Firenze nel 1914. Ha pubblicato di poesia: La barca, 1935; Avvento notturno, 1940; Un brindisi, 1946; Quaderno gotico, 1947; Primizie del deserto, 1952; Onore del vero, 1957; Nel magma, 1963; Su fondamenti invisibili, 1971; Al fuoco della controversia, 1978; Per il battesimo dei nostri frammenti, 1985; Frasi e incisi di un canto salutare, 1990; Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini, 1994. È anche autore di poemetti drammatici (Ipazia, 1972; Rosales, 1983) e di traduzioni di W. Shakespeare, S.T. Coleridge e poeti francesi.

 

 

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Mario Luzi è nato a Firenze nel 1914. Ha pubblicato di poesia: La barca, 1935; Avvento notturno, 1940; Un brindisi, 1946; Quaderno gotico, 1947; Primizie del deserto, 1952; Onore del vero, 1957; Nel magma, 1963; Su fondamenti invisibili, 1971; Al fuoco della controversia, 1978; Per il battesimo dei nostri frammenti, 1985; Frasi e incisi di un canto salutare, 1990; Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini, 1994. È anche autore di poemetti drammatici (Ipazia, 1972; Rosales, 1983) e di traduzioni di W. Shakespeare, S.T. Coleridge e poeti franc

 

 

DANIELE PIERONI  

 

VERSI E AVVERSI  

 

Benvenuta l’onda avversa

che nel solitario nuotatore 

tempra spinta e intrepidezza

mentre è mal vista l’avversione

da molti professata con parole

vezzo, vanto o alterigia

che rivela appieno la miseria

di chi altro non sa essere

se non la propria stessa rabbia

e avversa ciò che pure lo dispensa

da tale vizio capitale

e pernicioso macero dell’animo.

 

 

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Daniele Pieroni è nato a Pescara nel 1961, vive a Roma dall’età di dieci anni. È autore di poesia, prosa, saggi apparsi su riviste e in volume. Fra i tanti titoli: Scritti, Shakespeare & C., Milano 1984; Il libro di Ilaria, Ripostes, Salerno 1991; Colombario dell’idea, La Cometa, Roma 1995 e il recente Passi esornativi e una palinodia, Stamperia dell’Arancio, Grottammare 1999. È inoltre autore di un libretto d’opera, La festa dell’Universo e di soggetti per la danza. Traduce dall’inglese e dal francese e ha curato antologie di poesia del Québec, di Russia e Australia. Ha ottenuto il Premio Erato-Farnesina 1997 per la Poesia.

 

 

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MIMMA PISANI  

 

SONO STRANI I POETI  

 

Sono strani i poeti

leggono versi in piazza solenni diffidenti.

Nel bailamme tracciano le frontiere

del silenzio. Inventano scale per sistemi

lunari, mormorano preghiere tra apnee e soffi

per un destino immortale.

Sono strani i poeti,

curvi lenti impacciati anonimi

impiegati dell'assoluto, podisti

zoppicanti dietro alle visioni.

Per scelta minimale, sono corretti

latori di lineari strofe di misurata

espansione. Pochi versi rare ossessioni.

O, sono alchimisti che in bicamere

e alcove tramano strofe liturgiche

astrali teurgiche crismatiche occulte

contro la maligna morte da salmodiare

ingenui adolescenti davanti alle ruffiane

grottesche facce degli udenti.

Sono strani i poeti

ostinati custodi dell'essere

in bilico sul non essere

di un mondo che appena in là

schiamazza rutta sputa s'ingozza

s'incazza schiatta s'ammazza.

Sono strani i poeti

tengono a bada il nulla

svoltolando in rima o in dissonanti

sibillini detti. Polvere d'oro ringrugnita

in versi che vigilanza hanno

dall'insonne anima musicante.

tra tutti la più attenta

"al frusciar degli astri

dentro una parola" rivela

che in Roma è inscritto l'OM

radiante cavee sonore

e magmatici flutti.

E se una gara fosse

tu Musa chi sceglieresti

da gettare oltre il rogo

dell'infausto futuro?  

 

 

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Mimma Pisani vive e lavora a Roma. Con Vettor Pisani ha partecipato alla fondazione di "R. C. Theatrum", per cui ha scritto i testi teatrali in versi Germania, Virginia e il signor G, Canti per la Resurrezione, Le Sfingi del Testaccio, Edipo clinico e doktor Freud, Otto ed Helene, L'enigma non esiste, Filastrocca del Frammento, I Safforismi. Di poesia ha pubblicato le raccolte PerVersi, Aureo Stagno e, recentemente, Verso Campo dei Fiori. Ha pubblicato testi critici sull'arte in varie riviste e cataloghi e è critico cinematografico della rivista "Risk". Nell'estate del '95 ha instituito insieme a Vettor Pisani nelle Cave di Serre (Siena) una casa filosofale denominata "Museo della catastrofe". 

 

 

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GIACOMO F. RECH  

 

LA NASCITA DELLA LUNA  

 

Quattro miliardi e mezzo di anni fa

quando il nostro pianeta era ancora

una sfera di fuoco incandescente

sfavillante nella notte celeste

all’improvviso sbuca dallo spazio

buio un corpo vagabondo, un meteorite

enorme, tre volte più grande di Marte:

la traiettoria lo porta diritto

verso un immane scontro con la Terra.

L’atmosfera e gli strati superiori

del pianeta ricevono l’impatto

dell’invasore.

Tengono il colpo dell’abbattimento.

Si disintegra l’impeto al contatto

con la morbida pelle della Terra.

Si è trattato, secondo gli studiosi

di una specie di fusione cosmica

dalla quale si sarebbe alzata

una nube di detriti, che un anello

nuziale va a mettere al pianeta

a ventimila chilometri di altezza.

Con il tempo, da questo stesso anello

si agglomera in un corpo

sferico la materia

nasce Selene

come una nuova creatura celeste.

Da allora

la Luna si allontana dalla Terra

tre centimetri all’anno

impercettibilmente.

E’ dalla Terra che è nata la Luna

come una pallida bambina, un frutto

un chicco silenzioso di uva spina.

 

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Giacomo F. Rech e` nato a Roma, dove vive, nel 1956. Studi classici. Laurea in Giurisprudenza. Pubblica le prime poesie nel 1978 sulla rivista "Lettera"della Universita` di Cardiff. Negli anni '80 collabora a "Prato pagano",giornale di nuova letteratura. Nel 1986 il Festival di Villa Medici a Roma rappresenta un suo testo di teatro, "Diana". Ha pubblicato la raccolta di poesie "Firmamento" (1988). Poesie, prose e traduzioni (dal latino, dal greco e dall'inglese) escono in volumi collettivi e su riviste, anche straniere. Ha tradotto e annotato l'"Arte poetica" di Orazio (Fazi Ed.,1995). Si occupa anche di storia e dei diritti delle donne: su questi temi ha pubblicato una decina di volumi.

 

 

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FABIO SARGENTINI  

 

DA "IL BALCONE DI TRILUSSA"  

 

Esser te vorrei rondine

che il nido fai sul tetto

io che in amore al massimo

castelli in aria ho eretto 

 

***  

 

In aereo un'occhiata

obliqua al cibo do

e con gli occhi la terra

mi divoro dall'oblò  

 

***  

 

Mi sento come euforico

in preda a un gas leggero

sul tram che corre io l'unico

notturno passeggero  

 

***  

 

Colosseo che ironia

dal ruggito dei leoni

sei passato al miagolio

dei gatti sornioni  

 

 

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Fabio Sargentini, gallerista d'avanguardia tra i più importanti del dopoguerra, è nato a Roma nel 1939. Ha pubblicato L'amico della luna (1984), Deserto di rose (1986), Foglie volate (1987), Diario per modo di dire (1995) e Il balcone di Trilussa (1999). Ha messo in scena otto pieces teatrali, tra cui spiccano Peter Pan e Ballerina (1979).

 

 

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GABRIELLA SICA  

 

PER PIETRO, CHE HA UN ANNO

 

Somigli a latte fresco di giornata

o a basilico nato a primavera  

una spiga di grano il tuo corpo

pare e due chicchi gli occhi belli 

hai denti che sono grani di riso

e guance come due splendenti soli  

il tuo albero ha rami di pesco

e foglie e gemme al mondo rare.  

 

 

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Gabriella Sica e' nata a Viterbo. Vive a Roma. Ha pubblicato le raccolte poetiche: La famosa vita (Premio Brutium-Tropea, 1986), Vicolo del Bologna, (Premio San Pellegrino Terme, 1992) e Poesie bambine (La Vita Felice, 1997). Di narrativa, Scuola di ballo (Premio Lerici-Golfo dei poeti 1988) e E' nato un bimbo, (Oscar Mondadori, 1990). Ha diretto la rivista Prato Pagano, si è occupata di metrica italiana (Scrivere in versi. Metrica e poesia, Pratiche, 1996) e ha curato il volume La parola ritrovata. Ultime tendenze della poesia italiana (Marsilio, 1995). Attualmente sta realizzando un programma sulla poesia italiana del '900 per la Rai televisione. Insegna Letteratura Italiana all'Università La Sapienza di Roma.
 

 

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ALBERTO TONI 

 

E' QUESTA LA STAGIONE NUOVA

 

E' questa la stagione nuova -

la felice stagione s'è dichiarata.

Io e te l'attendevamo.

Nascosti serravamo le fila:

i passi sconosciuti,

le luci appena viste

della città di sempre.

E' questa la stagione nuova -

e non ci saranno più

lunghe notti d'attesa.

E la stessa voce che parla

dentro di noi - per tutto

il silenzio che c'è stato. Così

sempre chiedevo a me stesso che fosse.

 

 

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Alberto Toni è nato a Roma, dove vive, nel 1954. Ha pubblicato: La chiara immagine (Rossi & Spera 1987); Partenza (Empiria 1988); La fine del sogno in L'anno di Poesia 1990/1991 (Jaca Book 1991); L'apparizione (suppl. al n. 49/50 di Schema 1992); Poesie per Patrizia (Tipografia della Pace 1993); Dogali (Empiria 1997, Premio Sandro Penna); Liturgia delle ore (Jaca Book 1998, Premio Montale). Ha tradotto testi di J. Marie Laclavetine, E. Dickinson. T. S. Eliot, M. Leiris. E' anche autore di teatro e collabora come critico letterario con varie riviste letterarie.
 

 

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PIETRO TRIPODO

 

VAMPE DEL TEMPO

 

Non so se ti amo davvero o non ti amo; tu non sai se puoi amarmi o non puoi amarmi; io di sicuro non so se so amare; guastati da inerzia, duriamo lontani; e polvere piove da un'aria fredda, come quando in giorni grigi resiste l'anno alla primavera.

 

***

 

Mi sembra che posso vivere grazie al sogno di te, grazie al fatto che nel sogno di te posso cullarmi, la sera in cui ci raggiungiamo - la luce d'un lumetto accoglierà una fede il solstizio del freddo, e udremo scampanii dal borgo ai campi oltre il fango del sentiero sotto il nitore dell'inverno. E nel sogno posso cullarmi d'un cuore pacificato in questo, che nei miei sensi sarà compiuta lei che dal principio è in me, timida, bruna, a tratti come lieta.

 

 

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Pietro Tripodo è nato nel 1948 a Roma, dove ha sempre vissuto. Ha pubblicato Altre visioni (Rotundo, 1991), libro di poesie e di rifacimenti dalla lirica greca e latina, dai Sonetti di Shakespeare e dai Poematia et Epigrammata di Pascoli, e Vampe del tempo (Edizioni Il Bulino, 1998), con due incisioni di Paolo Cotani. Ha curato Liriche scelte di Georg Trakl (Salerno, 1991), La chioma di Berenice di Callimaco e Catullo (Salerno, 1995),Canti di scherno e d'amore di Arnaut Daniel (Fazi, 1997); insieme a Giampiero Moretti ha curato L'anima e la forma di Stefan George e Ludwig Klages (Fazi, 1995), in particolare I canti del sogno e della morte e tutte le altre poesie di George incluse nel libro. In volumi collettanei è intervenuto su Landolfi, Pizzuto e sull' Ars poetica di Orazio. Ha tradotto Poliziano, Pontano, Chénier, Keats, Valéry, Machado. E' presente o collabora in varie riviste, tra cui "Nuovi argomenti" e "Anticomoderno". E’ morto a Roma nel 1999.

 

 

 

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VALENTINO ZEICHEN

 

PER LUCIO BATTISTI

 

Anche i poeti che fanno lo stage

nelle torri d'avorio, sull'Atlantico

dove meditano sui millenni,

fischieranno un tuo motivo

come le sirene delle navi.

Non si conosce nostalgia

che non sia da lontananza, fin

dalle frecce preistoriche degli addii.

Perciò le canzoni accompagnano le vite

e la buona poesia i secoli.    

 

 

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Valentino Zeichen è’ nato a Fiume nel 1938. Vive a Roma. Ha pubblicato Area di Rigore (Coop. Scrittori, 1974); Ricreazione (Guanda, 1979); Pagine di Gloria (Guanda, 1983); Museo Interiore (Guanda, 1987); Gibilterra (Mondadori, 1991); Metafisica tascabile (Mondadori, 1997). Zeichen è anche tradotto in francese ed è presente nell'antologia di poesia internazionale, in lingua tedesca, curata da H. Magnus Enzensberger

 

 

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