La
civiltà egizia. I regni di Kush e di Axsum
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La
civiltà
egizia fu la prima grande civiltà mediterranea sorta su territorio
africano. Nel frattempo (verso il 6000 circa a.C.) il clima cominciò
a cambiare e a farsi progressivamente più arido, dando origine alla
zona desertica del Sahara (in origine un territorio fertile, ricco
di agricoltura e caccia), che costituisce ancora oggi una sorta di barriera
naturale tra l'Africa settentrionale e quella centro-meridionale. Da qui
può prendere avvio la distinzione tra Africa Mediterranea,
che i continui contatti con gli altri popoli del Mediterraneo e dell'Asia
portarono a svolgere un ruolo storico maggiore, e l'Africa Nera,
a Sud del 15° di latitudine Nord, isolata e chiusa in se stessa fino
a epoche molto recenti.
L'Africa Mediterranea fu quindi sede
dello sviluppo della civiltà egizia e dei regni di Kush (Etiopi,
primo millennio a.C.). e di Axsum (metà del primo secolo d.C., altopiani
etiopici settentrionali). Sono scarsissime le notizie che gli antichi scrittori
ebbero degli altri popoli africani.
Allo
stato attuale delle conoscenze, gli studiosi credono di poter affermare
che esistevano in Africa altri due centri di civiltà oltre all'Egitto:
uno nella Nubia e nell'Etiopia e uno nell'Africa centrale. Un importante
centro di civiltà agricola (civiltà di Nok) si sviluppò
nel primo millennio a.C. nella Nigeria settentrionale.
Obelisco di Aksum
I
Fenici. Cartagine e i Romani
Altra
civiltà che esercitò una grande influenza nel bacino del
Mediterraneo, ma anche un certo influsso sulle popolazioni dell'Africa
Nera, fu quella fenicia. Quando i Romani alla metà del II secolo
a.C. riuscirono a distruggere definitivamente Cartagine, furono indotti
a costituire un impero territoriale in Africa per la ricchezza delle pianure
tunisine (soprattutto produzione di grano); estesero poi il loro controllo
sul regno della Numidia e nel I secolo a.C. finirono con l'annettere anche
Egitto e Cirenaica. Il dominio romano accentuò il distacco
tra Nord Africa e l'Africa a sud del Sahara, con la quale i Romani non
ebbero alcun contatto.
La
conquista araba
Nei
Paesi del Nord vi fu poi la progressiva
conquista araba. L'influenza
della cultura e della religione musulmane si estese anche aldilà
del Sahara in tutta la regione del Sudan orientale e occidentale. Quando
nel 750 all'impero degli Ommiadi si sostituì quello degli Abassidi,
le province africane cominciarono a staccarsi e ad avere autonomia politica.
Si formarono regni musulmano-berberi
(regno Idrisside nel Marocco settentrionale, regno di Tahert nelle regioni
algerine, emirato Aghlabide in Tunisia, califfato autonomo dei Fatimidi
in Egitto e poi in Palestina e Siria). Nel 1170 l'ultimo fatimita moriva,
e Saladino poteva ricondurre l'Egitto alla formale sottomissione all'impero.
L'Egitto fu poi conquistato dai Turchi nel 1517.
Il
Maghreb. I berberi
Nel
Maghreb i regni indipendenti furono ben presto indeboliti e conquistati
dalle tribù beduine. La civiltà berbera riuscì
a sopravvivere, in forme tribali, soltanto sulle montagne della Cabilia
e dell'Aurès. Mel Marocco occidentale si sviluppò la nuova
iniziativa degli Almoravidi che creò un ricco impero fino
alla metà del XII secolo, cercando anche di estendere la propria
influenza verso il più antico degli stati sudanesi, l'impero di
Ghana. Il tentativo però fallì. I grandi giorni dell'impero
berbero erano ormai finiti e tutta la civiltà araba dell'Africa
settentrionale entrava in un periodo di crisi che favorì le invasioni
e le conquiste dei Portoghesi (Ceuta), degli Spagnoli (Orano, Beja)
e dei Turchi (Algeri).
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