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Per quanto sappiamo dell'Africa Nera,
i nuclei più importanti di civiltà si svilupparono nella
regione di steppe e savane lungo il basso corso del Niger. Il più
antico di cui si ha notizia fu l'Impero di Ghana, sorto probabilmente
verso il IV secolo d.C. tra le valli ricche d'oro del Senegal e del Niger.
La popolazione (Soninké o Sarakollé) fu governata per qualche
secolo da sovrani berberi. La ricchezza di questo Impero dipendeva soprattutto
dal controllo sul commercio dell'oro con il Nord e del sale con
il Sud; l'Impero raggiunse il massimo del suo splendore verso l'XI secolo.
Nei secoli XII e XIII il Ghana fu sconvolto dall'anarchia, che terminò
solo quando Sundiata riuscì a ricostruire un nuovo impero che prese
il nome di Mali, con capitale Niani. Il più grande degli
imperatori del Mali fu Mansa Mussa (1307-1332): completò la conquista
della regione del Niger e fece del suo regno un centro di cultura musulmana.
Dalla fine del XIV secolo l'impero del Mali inizia una fase di decadenza
e nel XV secolo è completamente eclissato dall'impero di Songhai,
con capitale Gao.
Gli Imperi medievali in Africa (Ghana, secoli X-XI; Kanem-Bornu, secolo XI; Mali, secolo XIV;Songhai, secoli XIV-XV)
Le coste orientali erano note ai mercanti arabi: oggetto del commercio arabo-africano erano oro, avorio, schiavi. Su queste coste si formarono piccole città-stato (Mogadiscio, Brava, Kismayu, Manda, Malindi, Mombasa, Zanzibar, Mozambico ecc.). Un cenno anche sulle popolazioni bantu dell'Africa centro-meridionale: il centro originario dei bantu fu probabilmente la zona del lago Ciad, verso l'inizio del primo millennio dell'era cristiana. I bantu praticavano essenzialmente attività agricole e pastorizia: quando si esaurivano le risorse del terreno, essi si spostavano in un altro territorio. Fu da questo carattere nomade della civiltà bantu che dipesero le grandi correnti migratorie verso le regioni del Katanga e della Rhodesia. La regione attorno al lago Ciad vide nascere e svilupparsi importanti centri di civiltà africane; la regione del Ciad fu infatti uno dei grandi centri d'incontro della storia africana, le strade che dalle foreste centrali conducevano al Sahara si incrociavano qui con quelle che congiungevano il Niger e il Nilo. Uno degli stati più antichi
di questa regione fu quello di Kanem. Un grande centro di civiltà
dell'Africa medievale fu sulle coste del Golfo di Guinea nella regione
nigeriana. Lo stato più importante e prospero che si sviluppò
nel XII secolo fu quello di Benin degli Yoruba.
A partire dal XIV secolo vi fu un
rapido cambiamento, sia per la decadenza generale del mondo islamico africano
sia per la comparsa degli europei e delle loro esplorazioni geografiche.
Tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo inizia un'intensa attività
marinara da parte dei portoghesi, alla ricerca di una nuova via
marittima per le Indie. Nel
1415 i portoghesi si impadronirono di Ceuta; nel 1420 scoprirono l'isola
di Madera dove fondarono la città di Funchal; nel 1434 raggiunsero
il Capo Boiador, a Sud delle Canarie; nel 1450 il veneziano Cadamosto,
entrato al loro servizio, raggiunse le foci del Senegal e del Gambia e
i portoghesi entrarono in contatto con il regno di Cayor; tra il 1460 e
il 1472 scoprirono e si impadronirono delle isole di Capo Verde, di Sao
Tomé e di Fernando Poo: crearono grandi piantagioni di canna da
zucchero e reclutarono schiavi per sopperire ai bisogni di manodopera sulle
coste del Senegal e del Gambia. Nel 1484 Diego Cao scoprì un immenso
fiume (denominato Congo dal nome del reame in cui era organizzato il territorio
circostante). Nel 1488 Bartolomeo Diaz giunse all'estrema punta dell'Africa
e la denominò Capo Tempestoso (il re del Portogallo ne cambiò
poi il nome in Capo di Buona Speranza). Nel 1500 infine Diego Diaz scoprì
l'isola di Madagascar. Tutta la costa africana era così nota, ma
l'interno restava misterioso e
chiuso agli europei.
La penetrazione islamica e le scoperte dei Portoghesi (secoli XIV-XV)
Tra XV e XVI secolo i rapporti tra portoghesi e popolazioni africane furono caratterizzati dal tentativo di stabilire rapporti commerciali pacifici. Nel XVII secolo la situazione iniziò rapidamente a mutare: le piantagioni europee dell’America tropicale esigevano abbondante manodopera che non era possibile reperire localmente; si sopperì progressivamente a questa esigenza con schiavi deportati dall’Africa (vedi Un crimine senza punizione). La schiavitù era già un fenomeno noto: in Africa aveva la forma di schiavitù domestica o di vassallaggio feudale. Un numero limitato di schiavi era già stato tratto dal continente africano e inviato in Europa, in genere si trattava di persone addette ai servizi domestici. La vera e propria tratta ebbe inizio nel XVII secolo e in breve tempo si allargò tanto da dominare interamente tutti i rapporti euro-africani per oltre tre secoli.
1. Il
lavoro degli schiavi in una piantagione di canna da zucchero, XVIII secolo
(incisione, Bibliothèque
Le conseguenze
demografiche, economiche e sociali della tratta pesarono terribilmente
sull’Africa, privata delle sue forze migliori. Fu l’immiserimento
che ne derivò ad arrestare lo sviluppo della civiltà africana
mentre l’Europa costruiva grazie a questo commercio la sua ricchezza. I
problemi che risulteranno da questa situazione saranno la causa prima delle
conquiste
coloniali della seconda metà dell’Ottocento [vediLeopoldo
II del Belgio, ovvero l'orrore in Congo]. Una conseguenza
gravissima e ancora oggi perdurante fu il razzismo, che si sviluppò
assieme alla tratta come sua giustificazione ideologica.
"Un crimine senza punizione" [clicca sull'immagine] Sul caso "Leopoldo II", per molti versi emblematico di un certo colonialismo, vedi anche "Leopoldo II del Belgio, ovvero l'orrore in Congo" [clicca sull'immagine]
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