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Vigevano
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Cenni storici
Pur essendo una località antichissima, le sue origini
sono piuttosto incerte. Il primo documento che menziona il borgo
vigevanese risale al marzo 963, e cita più volte un "Castrum
Vicogebuin", nel quale era posta la basilica di Sant'Ambrogio.
Collocata in posizione ottimale su un guado del fiume Ticino (già nel
1010 si ha conoscenza di un porto sul fiume), diventa oggetto delle mire
espansionistiche di Milano e di Pavia, e per oltre 150 anni è costretta a
subire guerre, assedi e distruzioni. Il primo assedio risale al 1154, al
tempo del Barbarossa, da parte dei milanesi al presidio pavese
asserragliato in castello, e dura appena tre giorni.
Il 18 novembre 1227, per difendersi meglio dalle
incursioni dei pavesi e dell'imperatore tedesco, si unisce alla seconda
Lega dei Comuni della Lombardia. Attorno al 1250, si pensa abbia inizio
l'industria legata agli abiti di lana, importata a Vigevano da
commercianti milanesi.
Con l'avvento delle Signorie, nel sec. XIV, il borgo
migliora le sue condizioni, soprattutto per gli importanti mutamenti
urbanistici introdotti dai Visconti; in modo particolare, durante il
governo di Luchino Visconti, eletto nel 1319, vengono costruite la
"rocca vecchia", il Castello e la "Strada Coperta",
che collega i due fortilizi. Il 4 ottobre 1392, Gian Galeazzo Visconti
promulga la "Costituzione Civile e Penale di Vigevano".
Durante il governo di Filippo Maria Visconti, iniziano
i lavori di scavo di un grande canale per la derivazione delle acque dal
Ticino nei pressi di Trecate. Alla sua morte, avvenuta nel 1447, Milano
proclama l'Aurea Repubblica Ambrosiana presieduta da Pier Candido
Decembrio, personaggio di origine vigevanese. Contro la nuova repubblica
insorge Francesco Sforza, comandante dell'esercito visconteo, che
accampando ragioni dinastiche (aveva sposato Bianca Maria, figlia
dell'ultimo duca) tenta con ogni mezzo di impossessarsi del potere.
Nell'aprile del 1449 Vigevano si ribella al presidio
sforzesco, si proclama libero comune e si allea con Milano, ma non basta
l'impegno di tutto il popolo guidato dall'eroina Camilla Rodolfi per
resistere all'assedio delle truppe sforzesche condotte dal Colleoni: il 6
giugno il borgo deve inchinarsi a Francesco Sforza che conquista Milano
nel febbraio dell'anno successivo e si fa proclamare nuovo duca. Forse in
virtù dell'eroismo dimostrato dai Vigevanesi durante l'assedio, Francesco
Sforza è benevolo con loro e li favorisce, concedendo al borgo
vantaggiose norme commerciali. Sceglie inoltre il castello di Vigevano
come luogo preferito dalla Corte per i soggiorni estivi e per la caccia.
Alla sua morte, avvenuta nel 1470, gli succede Galeazzo Maria, figlio
iniquo e violento, che a Vigevano è ricordato per gli allevamenti dei
cani da caccia e per la costruzione di alcune scuderie nel Castello.
Trucidato nel dicembre del 1476 nella Chiesa di Santo Stefano in Milano,
gli succede il figlio Gian Galeazzo Maria, di soli 7 anni, tutelato dalla
madre Bona di Savoia.
Nel turbolento momento del trapasso dei poteri fa la
sua ricomparsa alla corte milanese Ludovico
Maria detto il Moro,
fratello del duca assassinato, rientrato da un forzato esilio in Toscana.
Il Moro riesce a farsi nominare Luogotenente Generale del ducato e,
usurpando il potere ai tutori del giovane duca, si impadronisce di fatto
del potere. Nel 1486 avvia la bonifica del territorio vigevanese con la
costruzione della fattoria "Sforzesca", così chiamata in suo
onore, e con l'edificazione di altre cascine (Pegorara, Camina). Sono
inoltre ampliati e prolungati canali e rogge (Naviglio Sforzesco, Roggia
Mora) con grande beneficio per l'agricoltura. Successivamente dedica le
sue cure al borgo, completando la costruzione del Castello, edificando la
Torre del Bramante, la Loggia delle Dame, la Falconiera, le Scuderie, ed
avviando i lavori per l'apertura della nuova Piazza Maggiore (ora Piazza
Ducale), terminata nel 1494 in concomitanza con la nomina del Moro a Duca,
nomina ottenuta illegittimamente dopo la morte del giovane nipote Gian
Galeazzo, deceduto nel Castello di Pavia in circostanze sospette. In
questo periodo Vigevano raggiunge il massimo della sua espansione
economica ed artistica; in città, tra il 1492 ed il 1494 soggiornano e
lavorano artisti del calibro di Donato Bramante e Leonardo da Vinci: al
primo vengono attribuiti l'omonima Torre, la Loggia delle Dame e la
Falconiera, mentre il secondo ha lasciato molti appunti che fanno
riferimento a Vigevano ed alla Sforzesca.
Nel 1500 Ludovico il Moro viene sconfitto e catturato
dai francesi a Novara e viene imprigionato in Francia, dove muore nel
1508; con la sua scomparsa, si conclude il periodo del rinnovamento
urbanisico. Il successivo dominio francese cede a Vigevano il marchese
Gian Giacomo Trivulzio, che inizia la lavorazione degli arazzi, producendo
grandi capolavori che sono tuttora conservati in musei milanesi e nel
tesoro del Duomo di Vigevano. Intanto sul trono di Milano sale Francesco
II Sforza, figlio di Ludovico il Moro e nativo di Vigevano; su sua
sollecitazione, il 16 marzo 1530 il papa Clemente VII firma a Bologna una
bolla con cui si eleva Vigevano al rango di città e sede di Diocesi. Nel
1532 viene istituito il "Contado Vigevanasco". Ma il rifiorire
della vita commerciale ed artistica della neonata città viene interrotto
nel 1535 dalla prematura morte di Francesco II e dall'inizio della
dominazione spagnola, con Carlo V, che segna una forte regressione in
tutta l'area di Vigevano. Tra l'altro la città viene colpita da una
gravissima serie di calamità: una terribile carestia nel 1628/1629, una
spaventosa epidemia di peste nel 1630 (per far fronte alla quale viene
costruito il lazzaretto di San Sebastiano, che si trovava ove oggi si
trova la "Rotonda del Cimitero") e due disastrosi assedi alla
Rocca Nuova negli anni 1645/1646 da parte dapprima dei francesi, poi degli
spagnoli.
Nel 1680, il Vescovo di Vigevano, Juan Caramunel
Lobkovitz realizza alcune modifiche sostanziali al Duomo e alla Piazza
Ducale. Chiusa la pesante parentesi spagnola, le condizioni della città
migliorano sensibilmente, e, nel 1750, Vigevano conta 144 laboratori per
la produzione della seta, con 1600 addetti. Nel 1789, Vigevano diventa
capitale della omonima provincia. Qualche anno dopo, nel 1800, la Camera
di Commercio dell'Agogna, che comprende i territori della Lomellina, il
novarese, il Lago Maggiore e la Val d'Ossola, ha il proprio centro a
Vigevano. Nel 1817 la Diocesi di Vigevano si estende a tutte le parrocchie
della Lomellina e, l'anno successivo, la "Provincia Vigevanasca"
viene soppressa durante la "restaurazione" seguita alla
parentesi napoleonica.
Anche nel corso delle guerre d'indipendenza Vigevano ha
avuto un ruolo di primo piano: il 10 agosto 1848 nel Palazzo Vescovile
Carlo Alberto firma il famoso armistizio "di Salasco" e
successivamente, alla ripresa delle ostilità, presso la cascina
Sforzesca, avviene la battaglia tra le truppe piemontesi e gli austriaci
del generale Radetsky (21 marzo 1849).
Il 24 agosto del 1854 viene inaugurato il tratto di
ferrovia tra Vigevano e Mortara; dopo l'apertura al traffico del ponte sul
Ticino, avvenuta nel 1870, la ferrovia viene estesa tra Vigevano e la
stazione di Milano Centrale.
Vigevano ha avuto la fortuna di dare i natali alla
"divina" Eleonora
Duse.
Le attività economiche
Vigevano fu per secoli un centro tessile, importante
soprattutto per la produzione di seta e lana, ma nella seconda metà
dell'Ottocento abbandonò questa produzione a bantaggio di quella delle scarpe,
con la quale è ancora oggi conosciuta ovunque. Negli ultimi decenni
l'industria calzaturiera è stata affiancata dalle aziende meccaniche
specializzate nella costruzione di macchine e stampi per calzaturifici ad
alta tecnologia, esportati in tutto il mondo.
I monumenti e le opere d'arte
Ancora oggi la città accoglie il turista con il suo
centro storico dall'impianto e dalla struttura tipicamente rinascimentale.
Del suo passato splendore la città conserva innumerevoli testimonianze
d'arte.
La più importante è senza dubbio Piazza Ducale,
una delle più armoniose e belle piazze rinascimentali d'Italia, un
magnifico "salotto", da sempre al centro della vita sociale
urbana della città. Ideata da Donato Bramante, viene fatta costruire, a
partire dal 1492, da Ludovico il Moro come anticamera nobile del castello.
Si presenta come un allungato rettangolo di 134 metri di lunghezza per 48
di larghezza, circondata da portici ad arcate, sorretti da 84 colonne con
capitelli lavorati e tutti differenti fra loro. Originariamente i portici
si interrompevano ai piedi della torre, in corrispondenza dell'attuale
scalone di accesso al castello; una rampa, percorribile anche a cavallo,
saliva dal centro della piazza fino al portone del castello, ingresso
d'onore della reggia vigevanese. Inoltre, la facciata della Cattedrale era
diversa dall'attuale: quella cinquecentesca, attribuita ad Antonio da
Lonate, era di stile rinascimentale, ed aveva un asse di simmetria
liturgicamente direzionato a levante, e quindi non coincidente con l'asse
di simmetria della piazza. Nel 1680 avviene un completo rovesciamento di
rapporti tra piazza e chiesa: infatti, il vescovo Juan Caramunel Lobkovitz
riesce magnificamente a reinterpretare la piazza come anticamera della
cattedrale, separando, al tempo stesso, la dipendenza di quest'ultima dal
castello. La rampa viene abbattuta, il giro dei portici completato, ed il
quarto lato della piazza viene chiuso dalla facciata barocca del Duomo,
concava e perpendicolare all'asse della piazza, in modo da mascherare
l'eccentricità della chiesa e dare l'illusione ottica di una certa
coincidenza assiale tra chiesa e piazza, e, di conseguenza, di un loro
diretto rapporto. La cinquecentesca decorazione pittorica fu rifatta agli
inizi del Novecento con colori e motivi vivaci: un gioco illusionistico di
architetture, figure mitologiche, disegni floreali, stemmi ducali ed una
serie di medaglioni raffiguranti personaggi della famiglia ducale, i
grandi della storia classica e curiosi motti quattrocenteschi.
Il Duomo, di antichissime origini, viene citato
in un documento del 963; subì varie ricostruzioni, tra le quali quella
del 1364. Un secolo più tardi fu aggiunta la cupola, e nel 1531 si decise
di atterrarlo completamente ad esclusione dell'abside e del coro per
ricostruirlo, su progetto di Antonio da Lonate. Dopo la morte del duca
Francesco II Sforza, i lavori continuarono stentatamente; nel 1553 fu
posto il tetto, ma la chiesa fu terminata solo nel 1606. L'attuale
facciata è dovuta al vescovo Juan Caramunel Lobkovitz, per disegno e
attuazione dei lavori, e risale al 1680. L'interno è a croce latina, a
tre navate su pilastri coronati da capitelli compositi dorati.
Sull'incrocio della navata centrale con quella trasversale è voltata la
cupola, con copertura in rame, innalzata su un tamburo cilindrico nel
1716. Il Duomo, dedicato a Sant'Ambrogio, conserva tuttora notevoli opere
d'arte. Di grande interesse, degno di visita anche il Tesoro
del Duomo.
Il Castello Sforzesco, costruito per volere di
Luchino Visconti, podestà di Vigevano, che nel 1341 fece erigere la rocca
vecchia, una fortezza a guardia della strada per Milano, e nel 1345 il
vero e proprio castello, a forma quadrilatera con quattro torri angolari a
merlatura ghibellina. Due anni più tardi i due fortilizi furono collegati
dalla Strada coperta, un grande ponte fortificato che scavalca il borgo
permettendo rapidi passaggi dal castello alla campagna: un'opera veramente
sorprendente lunga 164 metri e larga 7. Successivamente gli Sforza, grazie
anche al contributo artistico di Donato Bramante, diedero al castello i
caratteri di grandiosa residenza principesca e lo splendore di una fra le
più ricche corti rinascimentali d'Europa. Dal 1492 al 1494, per volere di
Ludovico il Moro, fu completata la costruzione delle Scuderie (già
intrapresa da Galeazzo Maria), capaci di contenere quasi mille cavalli,
della torre a volumi sovrapposti e degli agili colonnati della Falconiera,
adibita all'allevamento ed all'addestramento dei falconi per la caccia.
Nella parte posteriore del castello fu aggiunta un'ala residenziale
riservata alla duchessa Beatrice d'Este e fu costruita l'elegante Loggia
delle Dame.
La Torre
del Bramante, eretta a
più riprese, nel punto più alto della città, su un basamento di epoca
comunale, viene ristrutturata nella forma attuale da Donato Bramante, nel
1492-1493; il cupolino della torre è barocco, e vi fu collocato al tempo
della costruzione della facciata del Duomo. Dalle sue merlature si gode
una panoramica completa sulla piazza, sul castello e sull'intera città.
All'ombra della torre è situata la statua di San Giovanni Nepomuceno
(1799), che ricorda il breve periodo di occupazione degli austriaci.
Lungo le eleganti vie del centro storico si susseguono
palazzi neoclassici ottocenteschi, case barocche, graziosi cortili e
chiese di ogni epoca e stile artistico. Meritano sicuramente una visita:
| San Giorgio, del X secolo, una piccola chiesetta con un antico
affresco raffigurante il Santo che sconfigge il drago;
| San Pietro Martire, disegnata da Bartolino da Novara nel XIV
sec. in stile gotico lombardo, più volte restaurata e rimaneggiata. Nel
quattrocento era collegata al castello, cui fungeva da cappella, ed era
attigua al Convento Domenicano dove visse il beato Matteo Carreri,
patrono della città, e dove, nel 1696, fu firmata fra francesi ed
austriaci la "Pace di Vigevano" che pose fine a sei anni di
guerre;
| San Francesco, che risale all'epoca sforzesca e si presenta in
forme gotico-lombarde. Antistante la facciata si trova la bella fontana
con la statua del santo, opera di Giovan Battista Ricci;
| Santa Maria del Popolo, chiesa barocca, il cui nome non si
riferisce agli abitanti della città ma ai pioppi (latino populus),
che probabilmente in origine la circondavano;
| il santuario della Madonna di Pompei;
| la piccola Chiesa del Cristo, situata a poca distanza dalla
via dei Mulini e dai Terraggi, le ultime vestigia delle mura
cittadine. |
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Vigevano è considerata ancora oggi la capitale
italiana delle scarpe, cui viene dedicato l'unico museo nazionale del
genere: il Museo
della Calzatura. Agli
umili ed operosi artefici del suo sviluppo economico, la città ha voluto
dedicare anche il monumento al Calzolaio d'Italia, che sorge di fronte al
Palazzo delle Esposizioni, nei pressi del moderno Parco Parri.
Nei dintorni
Nelle immediate vicinanze di Vigevano, su di un alto
terrazzo naturale che sovrasta la valle del Ticino, sorge la Sforzesca
(nella foto, particolare della Via dei Fiori), residenza di caccia ed
azienda agricola voluta da Ludovico il Moro nel 1486. Il complesso
richiama la disposizione tipica dei castelli con quattro corpi di fabbrica
intorno ad un cortile centrale quasi quadrato e quattro palazzotti agli
angoli, chiamati "colombaroni", ornati da finestra archiacute e
fregi "a dente di sega". Tutto intorno una distesa di campagne
coltivate, canali d'irrigazione e mulini ad acqua progettati niente meno
che da Leonardo da Vinci, ospite della tenuta alla fine del 1400.
Gli eventi e le manifestazioni
Primaria importanza riveste la "Festa del Beato
Matteo", la seconda domenica di ottobre, cui viene abbinato il
"Palio delle Contrade"; nello splendido scenario della Piazza
Ducale e del maestoso Castello Sforzesco, più di 400 figuranti, in
costume del XV secolo, si sfidano in vari giochi per la conquista del
"Cencio", dipinto su stendardo da un artista vigevanese. Tra i
giochi, senza dubbio il più spettacolare è la costruzione della Torre
del Bramante: la sfida si ispira ad un'impresa araldica raffigurata
proprio su uno dei tondi della piazza, in cui sono dipinti due elementi
che costituiscono il gioco, una torre spezzata ed una campana a terra,
legati dal motto "Sona se tu puoi". Il gioco consiste nel
completare una riproduzione in legno della torre con le parti mancanti,
appendervi una campana e farla suonare. Informazioni sul Palio si possono
ottenere sul sito Internet www.vigevano.net/palio.
Altre manifestazioni che si tengono in città sono: la Festa
di Santa Rita, la Festa della Madonna della Neve e la Festa
della Madonna di Fatima, che si tengono nel mese di maggio; la Festa
del Sacro Cuore in giugno; la Festa della Sforzesca e la Festa
della Madonna del Carmine in luglio; la Festa della Beata Vergine
della Neve e la Festa di San Bernardo in agosto; la Festa
del Rione Cascame, la Festa dell'Addolorata e la Festa
dell'Immacolata nel mese di settembre; la Festa dei Piccolini
in ottobre.
Le strutture turistiche
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Alberghi e ristoranti
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Europa
Vigevano
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Via Trivulzio, 8
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0381/908.511
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Nuovo Hotel
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Corso Togliatti, 21
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0381/325.026
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Saratoga
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Corso Torino, 229
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0381/326.502
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Ristoranti
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Bellaria
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Via Bellaria, 18
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0381/347.606
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Boschetto
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Lungo Lido Ticino, 36
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0381/347.224
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China-town
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Corso Milano, 73
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0381/346.964
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Cinese Hong Kong
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Via Madonna 7 Dolori, 5
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0381/75.515
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Cinese La Grande Muraglia
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Corso Novara, 16
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0381/83.902
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Cinese Shanghai
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Via Santa Croce, 2
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0381/79.096
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Club La Corte del Duca
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Strada dell'Erbetta, 2
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0381/23.956
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Conca Azzurra
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Lungo Ticino Lido, 84
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0381/347.593
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Da Maiuccia
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Via Sacchetti, 10
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0381/83.469
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Da Maria
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Via Bellaria, 5
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0381/347.429
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Hostaria La Cantinetta
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Via Da Camino, 1 (fr. Sforzesca)
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0381/72.793
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I Castagni
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Via Ottobiano, 8/20
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0381/42.860
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La Biblioteca... del Vino
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Via del Popolo, 13
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0381/690.968
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La Bussola
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Viale Industria, 207
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0381/42.214
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La Darsena
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Lungo Ticino Lido, 60
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0381/347.409
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Lady Hawke
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Via XXVI Aprile, 12/a
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0381/79.788
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La Griglia
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Via San Giovanni, 21
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0381/347.600
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La Vecchia Vigevano
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Via Cesarea, 35
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0381/88.210
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Micro Office Quarta Dimensione
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Corso Genova, 12
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0381/691.950
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Torre
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Via Merula, 39
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0381/83.027
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Tutankhamen
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Via Mulini, 1
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0381/83.477
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Zar
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Corso Pavia, 75
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0381/347.597
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Pizzerie
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Ai due Pini
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Via Gravellona, 177
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0381/23.193
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Bella Napoli (con pensione)
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Corso Milano, 40
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0381/71.194
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Diva
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Via vecchia Cilavegna-Piccolini, 2
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0381/326.500
|
El Caravel
|
Via Pompei, 6
|
0381/84.371
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La Padellaccia
|
Corso Cavour, 10
|
0381/73.396
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Liberty
|
Viale dei Mille, 86
|
0381/20.915
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Per saperne di più...
... consigliamo la "visita" dei seguenti siti
Internet:
E' possibile contattare la Pro Loco, tel.
0381/299.202, fax 0381/71.101
Per ulteriori informazioni, visite guidate e servizi
turistici in Vigevano, Pavia e Lomellina, ci si può rivolgere a Vigevano
Promotions (tel.
0381/690.370, fax 0381/690.494), oppure a Dedalo (tel. 0381/76.874,
fax 0381/73.921).
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