Arturo Ferrara presenta 14 Soli di Cristallo versione da originale adattata per il web

 

                                           

14 soli di cristallo
Arturo Ferrara

c.°1984 artfer s. Pescarmona- Torino
diritti riservati all'Autore scrivere
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  Indice:

I Se ti dovessi dire II Nacqui III La roccia lo stelo…. IV Incontro di un sogno nel vento V L'Araba Fenice VI A volte succede VII Un gione motociclista vorrebbe il sole VIII Grandi Magazzini IX Il viaggio nella pioggia X La bimba del Mare XI 7 Novembre: Oltre F. XII Sai il pensiero…. XIII Quando il camaleonte mutò pelle…. XIV Amare….

AniAnima mia, mio Spirito, universo intero, luce della luce, dalla mia forma vitale possa espanderti nelle infinite realtà e ritornare in te stesso.Uno in due e due in uno, il tre non è ombra ma la ricerca, Realtà nella realtà, nelle maglie dell'invisibilità.

L'Autore

I Se ti dovessi dire….

Se ti dovessi dire

Di cosa è fatta la mia vita

Direi VENTO

 

Se mi chiedessi

la mia storia direi ACQUA

Se ti dovessi dire

cosa ho dentro direi FUOCO

 

Se mi chiedessi

cosa sono e cerco

direi TERRA

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II Nacqui

Nacqui

come nascono le ghirlande

un raggio di sole

alla pioggia creò l'incanto

magico tre volte l'incantesimo

nel cuore del triangolo

alla base della piramide

l' Aria

Nacqui

al centro dei piatti

in un punto esterno spazio-temporale

all'intersezione delle ipotesi

nel confine dei contrari

magico tre volte l'incantesimo

SARA' UN FANCIULLO

 

Nacqui

come nascono le foglie

cercando una radice

nella parzialità del mondo

Terra

Al sabato un raggio di luce

illuminò la vetrata arcobaleno

per colui che doveva vedere

sentire

le dimensioni pulsanti della luce

e fu VENTI

fu DIECI l'anno bisestile

della Colomba Bianca

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III La roccia lo stelo….

La roccia lo stelo

la rugiada il gelo

la pioggia il vento

il sole ed ogni elemento

 

Vivrai come vivono le radici

di acqua terra e sole

avrai paura del vento

della tempesta

 

Nell' io come solchi

nella terra umida

hai seminato pensieri

nascerà germoglio con l'Umiltà

Le nubi il cielo

la nebbia un sottile velo

la montagna il sentiero

il Falso il Vero

Vivrai come vivono le radici

di ombra e luce

avrai paura del Tempo

dello Spazio che conduce

 

Nell' io come frutti

di una terra stanca

sono nati sogni

ed un' ombra bianca

AMORE

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IV Incontro di un sogno nel vento

Correva nel vento

la polvere di me

il polline

era la mia forma

l' Idea

Ero bufera

brezza

calore

freddo nei capelli d'una fanciulla

sconvolta d'amore

ero luce pura

ma nel fondo del cuore

ancora umano

si spandeva

una macchia scura

era il diluvio

la frana

correva nel vento

insieme

e non potevo fermare

il dolore

e la violenza

che cresceva

Quando meravigliosamente

il SOGNO

incontrai

il desiderio puro

di solo bene

correva nel vento

e fu un saluto

un sorriso

un insieme immenso

di mondi

che cancellò la macchia

arrestò la Caduta

Nel vento

ritornavo Nulla

e con infinita dolcezza

m'abbandonavo alla culla

delle Forze della Vita

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V L'Araba Fenice

L'Araba Fenice

dipinse fra le stelle

un tappeto di luce

la Fanciulla popolò un mondo

di suoni colori odori

percezioni

di universi vibranti

accordature

di sincronie spazio-temporali

 

dieci volte

il Cerchio

s'instaurò nella Regina

multicolore

e l'incenso

ed i cristalli svanirono

in un volo

una Piramide

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VI A volte succede….

A volte succede

si va

il Tempo s'annulla

s'infinita lo spazio

e si è in una nuova realtà

 

A volte succede

e non so perché

accade qualcosa

si sente qualcuno

 

crolla il tempio

della Vanità

e si E'

in una Nuova Realtà

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VII Un giovane motociclista vorrebbe il sole

Come potete immaginare

sentire

l'odore che c'era quella mattina

mattina di Luna

di teneri germogli

Aveste visto

la lucida pietra

del monte maestoso

e l'Abisso-ombra

fatto vivente

così luminoso

in ogni curva

C'era un sole di cristallo

di puro cristallo

sentivo la mia voce

intonarsi al motore

nascere dal di dentro

unirsi al coro

intorno a me

Profondo

il mio teschio di luce

amplificava i raggi

I due diamanti

bevevano la strada

filtrando gocce di rugiada

vedevo vedevo QUEL viso

lontano

lo raggiungevo

sulle ali della luce

e la velocità

era un sogno

divenuto realtà

velocità

frantumarsi di foglia

campo di papaveri calpestato

violato

dolore taciuto

ruscello prosciugato

Bevevo le mie lacrime

ed il sole di cristallo si spezzò

miele di mille rasoi

taglienti

bevvi

insieme

dal calice stupendo

della mia gioventù

 

Sapeste il colore del cielo

Ed i fuochi di luce

Il profumo del fieno

E la limpidezza

Di quella vecchina

Trasparente era l'uomo

Nelle luci fioche

D'una chiesa solitaria

Luce nuova luce

Dai frammenti di cristallo

Abbagliava

Il teschio caverna

Dove acque sorgevano

E svaporavano al monte

 

Ma il sole di cristallo

Più non c'era

Come ebbi orrore della vita

Li cercai avidamente

Alla prima sbandata

Sfiorai l'erba

Asciugai

Dolorosamente la rugiada

Mentre ritornavo uomo

E non c'erano più lacrime

Negli occhi

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VIII Grandi Magazzini

Tra gli oggetti

La materia

Dal prezzo ritoccato

Tra mani vischiose

Occhi avidi o vuoti

Frugando

Passando

Forse cadendo nella memoria

Vivendo un nuovo inferno

Tra gli uomini uomo

 

Grandi Magazzini

Di una grande città

Il passo storto

Come un tempo

Tra pensieri

Cupi e sfuggenti

O leggeri

Evanescenti

 

E questa notte

Forse tornerò

Sui sogni antichi

Dove il bambino viveva

E l'Amore nasceva

Cercherò il risveglio

O un nuovo lungo sonno

 

Grandi Magazzini

Dove c'è di tutto

Tranne ciò che cerchi

Tra la folla anonima

Delle 18 e 30

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IX Il viaggio nella pioggia

La pioggia saliva

Dalla terra al cielo

Con infinita dolcezza

Nullificante dolore

Ritornava

Dall'alto del monte

Dove una nebbia astuta

Sorgeva

Grigio manto di Regina

Nuvole

Erano le ombre dei viaggiatori

Pioveva

Piccole gocce

Mare per un cuore

Che non le conteneva

L' incendio

Del Re di Carta

Non era spento

E non sarebbe bastato

Un oceano

La pioggia saliva

Dalla caverna alla luce

Le parole erano paglia

Macerie

Le foglie cadute

Nella piaga

Affondavano i coltelli

Figure di nebbia

Ma la pioggia scendeva

Dal cielo alla terra

E per un istante

Fui una goccia-specchio

Sul finestrino

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X La bimba del Mare

I Prologo

Gli scrivevi dolci versi

Ed erano esclamazioni

Di gioia e di stupore

Una voce di bimba

Che in due parole

Cantava il suo splendore

Mare! Invocavi

Della Sua vita vivevi

Le mutazioni

Le profondità

In Lui i cicli le stagioni

Nella sua acquea Eternità

 

II Tu e Lui

Tu e Lui soli

Le nubi la Luna il gabbiano

La delicata mano

A sfiorare il vento e il Sole

Cavalieri e Fate incontaminate

Magiche armonie sussurrate

Tu VEDEVI nell'ignoto

L'alga il pesce il corallo

Eri l'Alba la Tempesta

La sabbia l'isola il sale

Per Te l'acqua era un Cielo

 

III Tu e il mondo

Come potevi parlare

Dire ciò che dentro

S'espandeva

Tutta la storia antica

Che riviveva

V'era un cosmo in Te

Nel tuo candore

Chi avrebbe potuto

Condividere

Tanto doloroso amore

 

IV La Tua anima il Tuo Spirito

La Tua Anima fuggiva

Nella Tua Contemplazione

Il Tuo Spirito la seguiva

Nell'Adorazione

In mute solenni preghiere

Al fatale incontro

Eri trasparente

Fuoco era il Tuo cuore

Puro bianco fuoco

Rigeneratore

 

V La Fusione

Sei del mare

La gente dice : ANNEGATA

E non ha lacrime

Per chiamarti a sé

Sei del mare

Dell'Albero della Vita

Il Tuo guscio verde

È scivolato

Ghirlanda delle ghirlande

Fiore immacolato

Rosa delle rose

Principessa delle Spose

Sei del mare

Al di là del Tutto

Dove non arriva il male

Nube incandescente

Candida neve

Mormorio lieve

Ogni fiume ti rinnova la vita

Perla di cristallo

Farfalla dell'Eterno

SEI e SAI il Mare

Le fontane cantano di Te

La pioggia ed una lacrima

Son la Tua voce

Il segno dell'immensità

Nella palude dell'umano

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XI 7 Novembre: oltre F.

Andata

Avanzai

Tra le invisibili stelle

Come un idolo di carta

Tra le bianche nevi

Della Solitudine

M'invadeva l' Aria

Il respiro universale

Fatto polmone

Vento

Salivo

Verso la luce

Il gelo era una carezza di vita

E la Montagna mi era amica

Mi chiamava a Lei

Grande Madre

Le vibrazioni dell'Universo

Il fiume

Il filo d'oro

Le trame che sostiene

Una dimensione

Sentiuvo

Al di là

Del rombo del motore

Più su

Volando fra il nevischio

Ogni volta sull'orlo d'un abisso

Ed il volto dolce

Della montagna

Tra le stelle

Magma nel vulcano

Acqua nella sorgente

Impeto vitale

Alito

Sulla Materia

Le mani

Il freddo

L'essere uomo

Riscaldarle

Fernarsi

Riprendere il cammino

Non turbando il paesaggio

Foglia nella foglia

Pietra nella pietra

Umido nell'umido

Fumo nel fumo

Ivadeva i polmoni

L'essere intero

Il profumo

Dell'Universo Puro

Bianco

Bianco come una Risurrezione

Vicino alla vetta

Ho incontrato Lui

La Forza il viso

Quasi brutale

Della natura selvaggia

L'ho salutato

M'ha salutato

Tutto a gesti

Senza la catena delle parole

In alto

Non occorre voce

Pensiero

In alto

Dove non hanno radici gli uomini

E gli uccelli non hanno nido

E il sole arde la serpe

In alto

Tra le pietre

Dove non brulica il verme

Se i ragni neri

Tessono le loro trame

Il Cielo in alto

È una forbice

Laser

Luce atomica

D'un cuore che ama

 

Ritorno

La Montagna ha detto - Non più

Ed io l'ho ascoltata

L'automobile parcheggiata

Stonava nella distesa bianca

Modificata dall'uomo

Con un impeto selvaggio

Una sola cosa

Son divenuto con la moto

E giù

In ogni sensazione

Nell'intersezione degli istanti

I brividi delle coincidenze

Concentrazione vitale

Sull'orlo degli abissi

Per non sfuggire alla dimensione

Di vita spazio -temporale

La Grande Mano

Mi proteggeva

E mi diceva

Vola vola in libertà

 

La strada era il letto d'un fiume

Ed i pensieri acqua purificatrice

Ero un vortice con il vento

Dipingevo fiori

Sulle mie ali

Avrei voluto gridare

Cantare urlare

Esprimere

Ma il Silenzio era un calice d'oro

Una Confessione

La Montagna mi diceva

Quando sbagliavo

O stavo per scivolare

In una sfida

Nel Potere

L'esaltazione di me

Io mi abbandonavo

Al Suo benevolo viso

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XII Sai il pensiero….

Sai il pensiero

Rotolante in una sala d'aspetto

Stazione

D'una vita immobile

Mi sono chiesto

E ancora

Se esisto

O se esistono loro

 

La vuota ombra scura

In un istante svanì

Fermata d'un mondo-pulman

Immobile

So il pensiero strisciante

Dalle fessure dell'io

 

Il Dubbio

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XIII Quando il camaleonte mutò pelle….

Quando il camaleonte mutò pelle

L'albero non trovo più radice

Foglie sparse

Incendiarono il mondo

Dove la luce era un giocattolo

Nelle mani d'un bimbo viziato

Poi non più bimbo ma paglia

E poi petrolio

Benzina sul fuoco

 

A centomila raffiche

Arsero i Caduti

E gli atomi esplorati

Nelle fredde ceneri

Dove ogni nome-lapide

Era un pozzo di vuoto

Una sabbia mobile di ipocrisia

 

Quando il camaleonte si specchiò

Nelle pupille di due occhi dolci

Pianse un fiume di lacrime

Un mare

E poi un oceano gelato

Si generò

 

Le montagne erano immobili

Ma la pietra lamentava

La sua immobilità

Rimbombavano nel vento

Senza perché

Ancora le voci

Imploranti - Mamma

Aiuto!

O urlanti

Incomprensibili litanie

Di disperazione e dolore

 

La luce si spense

Ed il grande velo scuro calò

Torbido inquieto

Come una moneta di scambio

Cieche vagarono le forme

Sorde insensibili

Ma non mute

 

Tutto scivolò così

In un tempio

Uno stadiop

Un bar

Una folla di centro città

Un nero fumo

Di uomini bruciati

 

Il suono del mitra

E l'urlo dei Caduti

Furon chiamati canzone

E gli ultimi brandelli di Coscienza

Si perforavano in un buco

Una siringa

E non vi fu fine

Perché non c'era stato inizio

Solo uno spegnersi

Neanche lento

Di un universo

 

Ceneri ardenti

Una pietra

Apiedi nudi

Camminava senza meta

Apparente

Silenzioso muto

Ma non sordo

Né cieco

Né insensibile

Insieme

Un poeta

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XIV Amare….

Amare è essere Nessuno

Perdere la propria identità

Amare è essere Tutto

Attraverso Te in ogni cosa

Pensiero

Particella vibrante di Materia

Ombrta oscura e luminosa di Spirito

 

 

PensandoTi

Nei momenti più strani

Accorgersi poi

Che è un solo

Grande Momento

SEMPRE

Vita

Eternità

 

….dimora(va) nel mezzo dell'Anima del Sole medesimo che le dava tanto splendore e bellezza, faceva che essa stesse per partecipare di Lui, diventando capace di godere di Dio, come il cristallo lo è di fare risplendere in sé il nostro sole.

(S.Teresa d'Avila)

 

Ego tamquam centrum circuli….Tu autem non sic. (Dante)

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