La critica in Iperspazio Racconti. Ora Arturo Ferrara commenta "l' Incontro" e "Briciole di follia" di Dora Vergombello, se vuoi aggiungere la tua opinione scrivi al sito.

Queste sintetiche osservazioni sono scritte per il sito, concedo ai vari autori la facoltà di usarle liberamente purché citino che sono di Arturo, la url del sito e la mia e-mail. In caso di pubblicazione dei loro testi, chi vorrà, potrà usufruire di una mia introduzione più approfondita e ragionata che potrà essere concordata con Editori ed Autori stessi.

aRTURO Commenta Dora Vergombello

 

I due racconti di Dora Vergombello " L'Incontro" e "Briciole di follia", pur diversi tra loro, sia come stile che come argomento, hanno un comune punto di partenza: la fine, la scomparsa (di un amore, anzi dell'Amore. Amore che è anche dimensione fantastica e onirica, "ponte" fra pensiero realtà e possibilità.... Rimane fantasmatica, quasi spettrale la figura di uomo che sembra l'elemento scatenante dei racconti. Dico sembra perché in verità, esistente o no è in fondo un simbolo del difficile passaggio dall'adolescenza all'età adulta, simbolo dei sogni delusi e delle speranze non realizzate, del tempo che scorre, dell'impossibilità e della scoperta del "realismo sociale" e di tutte le connesse (imposte o presunte) responsabilità che esso comporta come l'assunzione di una identità, di un sesso, di un ruolo.... Nel "L' incontro"uno stile volutamente carico, "barocco" contribuisce a creare un' atmosfera (non sempre sincera) orrorifica....L'impossibilità, la negazione, l'irraggiungibilità dell'"altro", i sensi di colpa....penetrano, a volte un po' forzatamente nel paesaggio, nell'atmosfera....La brevità del racconto lo rende tuttavia meno retorico e la ricerca di "effetti" dell'autrice crea veramente dei momenti letterari molto interessanti dove coscienza, percezione e ambiente riescono simbioticamente a sostenersi e a turbare l'animo del lettore. Forse più sentito, intenso e "potente" nello stesso tempo (autobiografico?) il racconto "Briciole di follia" dove Dora riesce a percorrere con sincerità (posso confermarlo perché sono amico di un ex anoressica) i contorti, terribili, inquietanti percorsi dell'anoressia. Sincero e intenso nell'analisi dei pensieri e delle sensazioni della protagonista....razionale, logica eppure vittima dell'angoscia, dell'inspiegabile "tentazione". Il mistero della "malattia" (?) che attraverso la negazione del cibo tenta quasi di trovare un "ponte" fra materia e spirito, rivelando solo, la precarietà e l'infelicità della condizione umana, il complesso mondo dell'affettività femminile, la difficile accettazione (e integrazione sociale) del proprio corpo (anche in questo caso l'amore mancato è un simbolo) sono espressi senza volgarità o eccessivi abbellimenti letterari o soluzioni facili retoriche e comode. Una giovane scrittrice che ha già notevoli doti di sintesi che se saprà resistere alle tentazioni narcisistiche (e reagire ai dolori della vita con i suoi notevoli mezzi espressivi e di pensiero) potrà lasciare un importante letteraria testimonianza .La esorto più che a cercare premi e facili consensi (pericoli che tutti corriamo) ad andare avanti nello studio e nella ricerca e sviluppo della propria scrittura che potrà anche a lei rivelare nuove dimensioni e mondi, non solo interiori ,che sono anche nuove possibilità di esistenza e pensiero in una inquietante e difficile realtà storica-sociale.... E' il "premio" più grande non solo per uno scrittore ma per un "essere umano" cioè l'UMANITA' stessa la sua logica e sensibile nello stesso tempo, sentimentale e razionale, solitaria e condivisa percezione.

Arturo Ferrara marzo 2003 per Arte e Letteratura

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