Palermo, 16 aprile 2002

 

Ai giocatori dell'A.S. Calasciabica

14 Aprile 2002, ore 10,35: Ufficialmente è finito il campionato per
la "gloriosa" A.S. Calasciabica.

Finalmente,è finito il terzo e ultimo torneo di quest'anno (anno
sportivo intendo). Arrivederci a tutti a fine agosto, quando, spero,
comincerà una nuova avventura..
Mi permetto di dire "finalmente", perché l'ultimo torneo, quello che
doveva lanciare la squadra ai primi posti della classifica, è stato un
vero fallimento.
E' molto difficile cercare di capire quali possano essere state le
cause di tale "flop", anche se una certa idea me la sono fatta.
Sicuramente non mi va di colpevolizzare nessuno, anche perché mi rendo
conto di non esserne all'altezza, e soprattutto non mi va di giudicare
nessuno (l'unico mio giudizio si limita alle pagelle e capite bene
che sono soltanto un pretesto per divertirmi e per scherzare con il
resto del gruppo, non penso che possano essere così importanti da
offendere qualcuno), ma alcuni episodi, legati a situazioni dannose per
la squadra, hanno contribuito non poco, secondo me, al costante declino
di una squadra che era in crescita e che stava davvero maturando.
Tutti i miei sogni di vedere il Calasciabica in vetta alla classifica,
andavano svanendo pian piano, giornata dopo giornata. Ma non tanto
questo che mi preoccupava, quanto il fatto che vedevo la squadra
sgretolarsi: non c'era più quella voglia di giocare degli scorsi
tornei, non eravamo più una squadra.
Troppe polemiche, troppi rancori, troppe incomprensioni hanno reso
troppo caldo e quindi impossibile  il clima dello spogliatoio,
danneggiando di conseguenza il rendimento di ogni singolo giocatore e
della squadra.
Tutti, secondo me, non vedevano l'ora di terminare al più presto
quest'annata, priva ormai di qualsiasi stimolo. Ma, allo stesso tempo,
tutti, secondo me, devono trovare il coraggio e la forza di reagire, di
voltare pagina, di crederci, di sostenere la A.S. Calasciabica.
Non mi aspetto che il Calasciabica trionfi ai prossimi tornei, ma mi
interessa vedere che c'è una squadra che lotta: in questi casi vincere
o perdere non fa differenza, la cosa più importante è ricreare un
gruppo di gente che si diverta giocando a calcio, che sa fare gruppo.
Dobbiamo cominciare a pensare che il calcio è prima di tutto un gioco,
fatto di un pallone, un campo e  ventidue persone che corrono per
fare gol e non di isterismi e di ripicche, di tragedie per errori dei
nostri compagni di squadra, di tradimenti, di reazioni indegne, di eroi, di primedonne,di
quaquaraqua.
Dobbiamo cominciare a pensare,Calasciabica.
Tutto questo si può fare con l'umiltà che ci ha sempre contraddistinto,
almeno all'inizio della nostra avventura.
Se vogliamo continuare, se pensiamo che magari sia la volta buona, se
ci accorgiamo di essere in grado di avere i giusti attributi per
reagire ad una situazione del genere, il Sig. Cappello mi ha invitato
(pagando ovviamente) a partecipare al prossimo torneo che dovrebbe
cominciare fra due settimane.
Se invece non c'è più voglia di giocare e di lottare, se ci
rendiamo conto che la cosa più giusta sia rimandare tutto a settembre,
se abbiamo voglia di andare a mare il sabato pomeriggio, (e io
personalmente mi colloco in questa dimensione), credo sia meglio
lasciare perdere per non aggravare la già pesante situazione.
Spero di trovare per il prossimo campionato gente in grado di
affrontare le diverse avversità che un torneo presenta, senza cadere
nell'isteria e nella pazzia.
Sono convinto che giocando divertendoci, arriveranno anche risultati
positivi.
Sono convinto che se ci divertiamo facciamo soltanto del bene a noi
stessi e alla squadra.
In ogni caso voglio ringraziare tutti per la disponibilità concessa
(chi più chi meno!), e per aver contribuito alla creazione di una squadra,
frutto del sacrificio di tanta gente, me compreso.
Un giorno,questa squadra,diventerà davvero grande. FORZA CALASCIABICA!!!!!!
Cordialità.


                                                     Alessandro Sposito