Nella
pratica medica è frequente l'osservazione di quadri
di dermatite da contatto che compaiono in seguito all'esposizione
a cause di natura chimica, chimico-fisica o biologica.
Si distinguono una dermatite da contatto allergica (DAC)
e una dermatite da contatto irritante (DCI), le quali
differiscono in base alla patogenesi ed in parte all'eziologia.
Infatti le sostanze irritanti provocano un danno diretto
e circoscritto alla regione cutanea con cui sono venute
a contatto, mentre le sostanze allergizzanti inducono
dapprima una sensibilizzazione, cioè un processo
immunologico che coinvolge tutto l'organismo, e successivamente
un danno che interessa soprattutto la regione cutanea
sede del contatto primitivo.
La DAC è il risultato di una risposta immunitaria
mediata da linfociti T nei confronti di sostanze chimiche
che agiscono come antigeni incompleti (apteri), i quali
coniugandosi con particolari peptici esposti sulle molecole
del complesso maggiore di istocompatibilità delle
cellule dendritiche cutanee diventano antigeni completi,
evocando una reazione allergica.
Le cellule dendritiche cutanee vanno incontro ad un processo
di maturazione che le rende capaci di attivare efficacemente
i linfociti T: è questo un punto chiave di controllo
della risposta immunitaria, ed è favorito sia dalla
diretta interazione dell'aptene con le cellule dendritiche,
sia dal rilascio di citochine pro infiammatorie da parte
delle cellule residenti nella cute.
In individui già sensibilizzati, e quindi con linfociti
T aptene-specifici di memoria circolanti, i contatti successivi
con l'aptene determinano il rapido reclutamento dei linfociti
T specifici, i quali iniziano il processo infiammatorio
sia rilasciando citochine pro flogistiche, sia esercitando
citotossicità diretta nei confronti delle cellule
residenti nella cute, quali per esempio i cheratinociti.
Studi condotti in modelli animali hanno dimostrato che
le principali hanno dimostrato che le principali cellule
effettrici della reazione allergica da contatto sono i
linfociti T CD4+ Th1, produttori di interferon gamma,
tumor necrosis factor-alfa e interleuchina-2. E' stato
inoltre provato che esiste un'altra sottopopolazione di
linfociti CD4+, Th2, produttori di interleuchina-4 e interleuchina-10,
capaci di regolare e controllare lo sviluppo dell'infiammazione,
limitandone i danni.
Oltre ai meccanismi immunitari specifici, nella espressione
della DAC sono anche importanti i fenomeni di flogosi
aspecifica, mediati soprattutto dalle citichine e chemochine
liberate dai cheratinociti.
E' stato documentato che gli apteri sono in grado di stimolare
direttamente i cheratinociti a produrre un vasto repertorio
di citochine proinfiammatorie e regolatrici.
In particolare il rilascio di TNF-alfa e interleuchina-1
innesca la flogosi cutanea, attiva le cellule dendritiche
residenti e favorisce l'accumulo di cellule infiammatorie.
Queste citochine possono inoltre indurre degranulazione
dei mastociti, i cui prodotti amplificano ulteriormente
la flogosi agendo sui vasi e sulle terminazioni nervose.
La migliore definizione dei meccanismi molecolari del
processo infiammatorio permetterà in futuro di
identificare sostanze in grado di agire selettivamente
su alcuni aspetti deleteri della flogosi e quindi fornire
nuove molecole antinfiammatorie utili per prevenire o
sopprimere l'espressione della allergia da contatto. |