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LA
DERMATITE ATOPICA: CONSIGLI DI GESTIONE |
La
dermatite atopica, detta anche eczema costituzionale,
è sicuramente una delle patologie dermatologiche
di più frequente riscontro nell'età pediatrica.
L'età media di comparsa dei sintomi si aggira
intorno all'ottavo mese ma in più di un terzo
dei casi la malattia insorge in maniera caratteristica
già dal 3°-4° mese di vita.
Le manifestazioni cliniche, sempre estremamente pruriginose,
della dermatite atopica possono variare per natura e
distribuzione in funzione dell'età del paziente
per cui di solito viene distinta in tre fasi, tra le
quali, poi, può esserci continuità:
- da 0 a 2 anni: le lesioni cutanee hanno un aspetto
francamente eczematoso, di colore rosso vivo, sono spesso
edematose, talvolta essudative e si localizzano elettivamente
sulle superfici convesse di viso (fronte, guance, mento
con risparmio della regione periorale) e corpo (soprattutto
superfici estensorie degli arti)
- dopo i 2 anni: tale fase può rappresentare
l'evoluzione della precedente od insorgere ex novo.
Si localizza principalmente alle superfici convesse
(pieghe dei gomiti, cavi poplitei, collo, polsi, pieghe
retroauricolari etc.) e si presenta normalmente sotto
forma di lesioni eczematose- lichenificate.
- in età adulta: le lesioni si fanno ancora più
infiltrate e lichenificate, possono avere una distribuzione
ancora maggiore coinvolgendo spesso superfici flessorie
ed estensorie contemporaneamente e diventano sempre
più resistenti alle terapie.
Caratteri
spesso associati alle varie fasi evolutive della dermatite
atopica sono poi:
- l'evoluzione stagionale (peggioramento invernale e
miglioramento estivo)
- la pronunciata secchezza (xerosi) cutanea diffusa,
- l'eczema dei capezzoli,
- la cheilite o eczema delle labbra
- la pitiriasis alba (sfumate chiazze ipocromiche rotondeggianti
del viso)
- la cheratosi follicolare
- la iperlinearità palmare
- la pigmentazione periorbitaria
- le pieghe infraorbitarie di Dennie-Morgan
- la tendenza alle infezioni cutanee
- la facile irritabilità cutanea: stimoli tendenti
a causare sudorazione (sbalzi termici, emozioni, esercizio
fisico, calore, vestiario pesante) o irritazione cutanea
(detergenti aggressivi, profumi, polvere, lana, fibre
sintetiche etc.) possono indurre un improvviso e rapido
aggravamento della dermatite.
Non è
a tuttora noto il meccanismo eziologico/patogenetico
della dermatite atopica. Talora sono stati chiamati
in causa fattori immuno-allergologici, talaltra disfunzioni
del metabolismo dei nucleotidi ciclici, o degli acidi
grassi essenziali, o del sistema prostaglandine/interleuchine,
ma purtroppo nessuna delle teorie finora avanzate può
essere considerata certa e sempre valida.
Di conseguenza non essendo chiara la causa non è
possibile a tutt'oggi mettere in atto una terapia sicuramente
risolutiva ed ogni tipo di approccio terapeutico è
volto a mitigare sintomi e le manifestazioni cliniche
ed a prevenire le più comuni conseguenze della
dermatite atopica, ossia le superinfezipni batteriche
e virali spesso di seria entità. |
CONSIGLI
PRATICI: |
Bagni emollienti: il bagno una o due volte
al giorno, utilizzando delle sostanze/olii emollienti
da diluire nell'acqua, è indispensabile. È
importante che l'acqua non sia troppo calda (il calore
determina vasodilatazione ed aumenta il prurito) e che
non vengano utilizzati detergenti troppo "sgrassanti"
ed aggressivi. A tal proposito si trovano in commercio
dei sindet (saponi non saponi) che pur detergendo non
alterano il film idrolipidico di superficie, già
abbastanza compromesso nell'atopico.
Idratazione:
dopo ogni lavaggio, ma anche indipendentemente da questo,
una-due volte al dì la cute dell'atopico andrebbe
idratata per sopperire a quello stato di xerosi cutanea
che normalmente la caratterizza. In tal modo si potenzia
la funzione di barriera della cute stessa, si riduce
quindi la facile suscettibilità alle infezioni
ed alle irritazioni, si riduce la evaporazione di acqua
attraverso la sua superficie, e si lenisce il prurito.
Terapia
antinfiammatoria: in sede di lesione la semplice
idratazione può non avere una valenza terapeutica
perciò bisogna sempre associarla ad adeguata
terapia aniinfiammatoria locale. Bisognerebbe a questo
proposito cercare di evitare sempre l'uso di corticosteroidi
se non in casi eccezionali. Sicuramente i vari preaparati
antinfiammatori non cortisonici attualmente in commercio
non hanno la stessa rapidità d'azione del cortisone,
ma altrettanto sicuramente non potranno dare, anche
con un uso a lungo termine, quegli effetti collaterali
tipici degli steroidi (atrofia cutanea, teleangectasie,
leucoderma, etc.).
Terapia
antibiotica locale: benché l'utilità
di questo provvedimento non sia stata provata sperimentalmente,
nella pratica clinica l'antibioticoterapia locale costituisce
una componente fondamentale nella gestione della dermatite
atopica. I principi attivi vanno ciclicamente alternati
per evitare resistenze o selezionamenti batterici.
Antistaminici
anti-H1: il trattamento anti H1 fa parte
integrante di tutti gli schemi "standard"
per la dermatite atopica. Sedare il prurito significa
limitare lesioni da trattamento e quindi sovrinfezioni
batteriche ed ulteriori stimoli irritativi.
Dieta:
la dimostrazione della responsabilità di uno
o più allergeni alimentari nel determinismo della
dermatite atopica non è ancora stato univocamente
provato ed è a tutt'oggi oggetto di dispute.
Non escludendo a priori che un soggetto atopico possa
anche essere allergico ad un certo alimento e che in
tal caso l'allergia alimentare possa essere motivo di
aggravamento dello stato eczematoso, nel momento in
cui si dovesse sospettare un coinvolgimento alimentare
si suggerisce, prima di eseguire diete ferree ingiustificate,
di condurre i consueti tests di valutazione clinica
e laboratoristica, e qualora essi fossero dubbi od inattendibili
rimane assodato che la valutazione più attendibile
rimane il "challenge test" fatto seguire ad
un periodo di dieta di esclusione di almeno 2 settimane.
Accorgimenti
ambientali: evitare ambienti molto polverosi
od oggetti che fungano da ricettacolo di polvere (peluche,
tappeti, poltrone in stoffa, moquettes etc.), evitare
frequenti e forti sbalzi termici, fare attenzione a
non avvicinarsi troppo a fonti di calore, non esporsi
al sole troppo bruscamente (ricordarsi che i raggi ultravioletti
sono una delle migliori cure per la dermatite atopica
ma solo se li si lascia agire con gradualità!),
evitare il contatto diretto con fibre sintetiche e cercare
di indossare a pelle sempre lino o cotone, evitare profuse
sudorazioni.
Ma sicuramente il consiglio più valido, principalmente
per i genitori dei piccoli atopici, è quello
di non scoraggiarsi, di non perdersi d'animo, di non
avvilirsi, di non lasciarsi andare ad un uso indiscriminato
di cortisone solo perché "funziona più
degli altri", e soprattutto di armarsi di tanta
"santa pazienza" perché nella quasi
totalità dei casi la dermatite atopica infantile
nell'arco di pochi anni tende a scomparire per evoluzione
spontanea. |
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