salciccia e friarielli
Friarielli. Basta la parola. E'
ovvio: bisogna friggerli. Noi napoletani, si sa siamo bravissimi. Siamo nati per
soffriggere! Un po d'aglio, peperoncino e olio d'oliva extravergine. E' meglio
di quello normale e di quello di semi. Non tanto e non solo per il sapore. E'
importante per la salute, che si sa, è la prima cosa. L'olio di oliva
extravergine, non serve solo a condire, ma anche a friggere (soffriggere) perchè
è più stabile di qualuque altro olio alle alte temperature. Non rilascia
pericolosi derivati.
Per fare un buon piatto di firarielli è necessario
cominciare a pensarci gìà dal fruttivendolo. La scelta dei fasci di friarielli è
un'importante preliminare. Non troppo fioriti nè con foglie troppo grandi o
mosce e ingiallite. le infiorescenze caratteristiche devono permettere di vedere
appena appena i fiorellini gialli. Le foglie devono essere tenere, anche questo
è importante. Dopo averli con cura liberati dei gambi stopposi e delle foglie
troppo grandi, vanno lavati con acqua abbondante. Basta sgocciolarli ben bene
(senza lessarli per non far perdere sapore) e buttarli nell'olio bollente dove
l'aglio si è già indorato e il peperoncino un pò annerito. Chiudere con un
coperchio e evitare la fiamma troppo alta. La cottura è giusta se consente di
sentire la consisitenza dei friarielli senza arrivare al totale spappolamento
che ridurrebbe il caratteristico retrogusto un pò amarognolo. Si accompagnano
bene con una scamorza alla brace o con una bella mozzarella di bufala ma sono
appetitosi anche con una bella provola napoletana (non affumicata e non di
bufala).La morte loro (dei friarielli) è con la salsiccia. Salsiccia e friarelli
si sposano un assai bene insieme. E' consigliabile fare le salsicce in un altro
tegame. Meglio se le unite ai friarielli (già pronti nel frattempo) prima che
siano rosolate completamente. Il resto della cottura, infatti lo possono
completare proprio nella padella di friarielli. Un'ultima raccomandazione.
chiamateli friarielli e non friggiarelli o friggiarielli. Per carità. Si
chiamano friarielli dal verbo friere: in napoletano friggere. La radice è di
derivazione greca. Il verbo però si è rafforzato quando a Napoli a comandare
erano i francesi. Per loro la frittura era ed è molto importante, tanto che in
francese buongustaio si dice frison.