ZAZEN

Praticare  lo  zen  significa  fare   zazen  (meditazione  in  posizione  seduta).  Per  lo   zazen  hai  bisogno  di  una  stanza  tranquilla.   Arresta  il  flusso  della  mente  e  smetti  di   concettualizzare,  di  pensare,  di  osservare.  Non   sedere  con  l'intento  di  diventare  un  Buddha,   perchè  diventare  un  Buddha  non  ha  niente   a  che  fare  con  cose  come  sedere  o   giacere  distesi.  Non  pensare.

DOGEN

 

 

 

Alla  base  dello  zen  non  c'è   alcun  testo  dottrinale  e  nessuna  spiegazione   razionale,  lo  zen  fa  andare  in  corto   circuito  il  ragionamento  e  gli  atti  banali della nostra  vita,  rimanda all'esperienza  immediata  dell'essere:   ZAZEN (meditazione seduta).  Lo  zen  non  è  una   filosofia  nè  una  religione,  ma  un'esperienza   diretta  e  totale,  un  modo di  essere,  un'arte   di vivere.

Nello  zen  non  c'è  nulla  di   misterioso  di  complicato.  La  sua  pratica  è   molto  semplice,  zazen:  soltanto  sedersi,  imparare   a  conoscere  se  stessi  ed  abbandonare  il   proprio  piccolo  ego,  trovare  un  modo  d'essere   in  armonia  con  la  nostra  natura profonda.   Abbandonando  l'egoismo  individuale  ed  imparando  a   mettere  a  riposo  la  mente,  si  può   accedere  al  flusso  eterno  dell'attività  e   dell'energia  ed  alla  vera  coscienza  intuitiva.

E'  la  saggezza  che  accede  alla   saggezza  dalla  porta  del  silenzio  e  che   va  oltre  il  desiderio di  profitto.  Zazen  è   innanzitutto  contatto  con  l'assoluto  in  noi   stessi  (la  cosmicità  è  la  natura  intrinseca   della  mente),  comprensione  della nostra  natura   profonda.   ZAZEN,  seduti  con  le  gambe   incrociate,  la  schiena  dritta  la  respirazione   calma,  il  corpo  e  lo  spirito  unificati,   senza  spirito  avido.  Girando  il  proprio  sguardo   verso  l'interno,  ciascuno  depone  naturalmente  i   limiti  dell'egoismo  e  fa  direttamente  l'esperienza   del  risveglio  alla  sua  vera  natura.

La  base  della  filosofia  zen  è   il  silenzio,  è  il  Ku  (il  silenzio   totale)  che  è  la  condizione  originaria  della   natura  umana.  Praticare  al  di  là  di  ogni   oggetto  è  lo  zazen  più  elevato;  soltanto   sedersi  senza  scopo.  Durante  zazen  non  si   pensa  anche  se  il  subconscio  si  manifesta,   si  lascia  passare,  non  si  ferma  il   pensiero,  non  si  trattiene.  In  questo  modo   la  coscienza  diventa  illimitata  infinita.  

 

 

 

 

FUKANZAZENGI

Regole  universali per  la  pratica di   zazen

Maestro  Dogen 1200-1253

La  via  è  fondamentalmente   perfetta,  assoluta,  include  tutto,  permea  ogni   cosa.  Come  potrebbe  mai  dipendere  da  una   pratica  o  da  una  realizzazione?  Il  Dharma   è  libero,  privo  di  ostacoli.

Perchè  l'uomo  deve  compiere  lo   sforzo  della  concentrazione?  In  verità  il   grande  corpo  dell'uomo  è  al  di  là  della   polvere  di  questo  mondo.  Se  è  così   perchè  mai  pensare  che  ci  sia  bisogno  di   un  mezzo  per  toglierla?  Esso  non  è  mai   lontano,  non  è  mai  separato  da  nessuno  e   da  nessuna  cosa.  E'  sempre  là  dove   esattamente  siamo.  A  che  serve  girare  a   vuoto  di  qua  o  di  là  se  vogliamo   praticare?

Se  creiamo  una  separazione,  per   quanto  piccola,  sarà  sufficiente  a  separarci   dalla  Via  tanto  quanto  la  terra  dista  dal   cielo.  Se  discriminiamo  continuamente  tra  scelte   e  rifiuti,  per  piccoli  che  siano,  la   mente  si  perderà  nella  confusione.

Quando  qualcuno  pensa  si  aver   compreso  e  si  illude  d'aver  raggiunto  il   Risveglio  intravedendo  la  Grande  Saggezza  che   penetra  tutte  le  cose,  costui  si  è  solo   di  poco  avvicinato  alla  Via.  La  mente  di   questa  persona  diventa  più  chiara  e  nasce   in  lei  il  desiderio  di  dare  la  scalata   anche  al  cielo.  Ma  questa  persona  è  pur   sempre  solo  all'inizio  dell'esplorazione,  si  trova   ancora  solo  in  una  zona  di  confine.   Ancora  non  basta  per  penetrare  la  conoscenza   della  Grande  Via  dell'assoluta  emancipazione.

C'è  forse  bisogno  di  parlare   della  realizzazione  del  Buddha,  che  possedeva   l'innata  Coscienza  Originaria?  Ancora  oggi  noi   riceviamo  il  benefico  influsso  dei  soui  sei   anni  passati  stando  seduto  con  le  gambe   incrociate  e  la  schiena  dritta  nella  postura   del  loto,  immerso  nella  più  profonda  e   totale  immobilità.  E  che  dire,  poi,  di   Bodhidharma!  La  trasmissione  del  Sigillo  fino  a   noi  conserva  ancora  il  ricordo  dei  nove   anni  passati  seduto  davanti  al muro.

Se  è  dunque  stato  così  per   i  Santi  del  passato,  possiamo  oggi  esimere   noi  stessi  dal  praticare  la  Via?  Dovreste   adesso  definitivamente  abbandonare  una  pratica  basata   sui  ragionamenti,  sulle  deduzioni,  sui  pensieri   discorsivi  e  sulla  comprensione  intellettuale  per   andare  al  di  là  del  mero  senso  letterale   delle  parole.

Imparare  piuttosto  a  compiere   quell'intima  inversione  (conversione)  nel  profondo   che  vi  porterà  a  rivolgere  la  vostra   luce  verso  il  vostro  autentico  sè,  illuminando   la  vostra  vera  natura.  Il  corpo  e  la   mente  si  estingueranno  da  soli  e  apparirà   il  vostro  volto  originario.

Se  volete  realizzare  il  Risveglio   dovete  praticarlo  qui  ed  ora  senza  il   minimo  indugio.  Per  zazen  trovate  un  luogo   che  sia  tranquillo  e  silenzioso.  Mangiate  e   bevete  sobriamente.  Lasciate  da  parte  tutte  le   ordinarie  occupazioni,  liberatevi  da  relazioni  e   legami.  Smettete  di  pensare:  "questo  va   bene"  o  "questo  va  male".  Non   prendete  posizione  "pro"  o  "contro".   Non  seguite  più  i  movimenti  del  pensiero   cosciente  liberandovi  dal  pensiero  deduttivo.

Non  considerate  più  le  cose   con  il  vostro  pensiero  individuale  e  lasciate   da  parte  prospettive  e  punti  di  vista.   Non  cercate  nemmeno  di  sforzarvi  per  diventare   un  Buddha.  Zazen  non  ha  niente  a  che   vedere  con  una  posizione  seduta  o  allungata.

Mettete  una  stuoia  dove  di   solito  vi  sedete  e  disponetevi  sopra  un   cuscino  rotondo.  Sedetevi  nella  posizione  del   loto  o  del  mezzo  loto.  Nella  posizione   del  loto,  portate  prima  il  piede  destro   sulla  coscia  sinistra  e  poi  il  piede   sinistro  sulla  coscia  destra.

Nella  posizione  del  mezzo  loto   accontentatevi  di  mettere  il  piede  sinistro   sulla  coscia  destra.  Sciogliete  nodi  e  cinture   e  indossate  un  abito  comodo,  sistemandovi   convenientemente.  Deponete  quindi  la  mano  destra,   palmo  in  alto,  sul  tallone  della  gamba   sinistra  e  le  dita  della  mano  sinistra   sulle  dita  della  mano  destra.  I  pollici   sono  orizzontali  e  con  le  punte  in   leggero  contatto.

Sedete  con  la  schiena  ben   dritta  nella  giusta  postura,  che  non  deve   pendere  nè  a  destra  nè  a  sinistra,  nè   avanti  nè  indietro.  Accertatevi  che  le   orecchie  siano  sullo  stesso  piano  delle  spalle   e  che  il  naso  si  trovi  sulla  verticale   dell'ombellico.  La  punta  della  lingua  tocca  il   palato  alla  radice  dei  denti  superiori,  la   bocca  è  chiusa,  senzatensioni,  i  denti  si   toccano  nella  posizione  normale,  naturale.  Gli   occhi  devono  rimanere  ben  aperti,  respirare   dolcemente  attraverso  le  narici.

Una  volta  nella  posizione  corretta,   respirate  profondamente  una  volta,  inspirando  ed   espirando.  Fate  oscillare  il  busto  alcune  volte   a  destra  e  a  sinistra,  ritornate  dolcemente   nella  posizione  verticale.  Non  muovetevi  più.   Pensate  dalla  profondità  del  "non   pensiero"  hishiryo  come?  Andando  al  di  là   del  pensiero  e  del  non - pensiero:  hishiryo   questa  è  l'arte  essenziale  dello  zazen.

Lo  zazen  di  cui  parlo  non   è  una  delle  tante  tecniche  di  meditazione,   è  il  dharma  di  pace  e  gioia  profonde.   E'  la  pratica  realizzazione  del  perfetto  e   immediato  Risveglio.  Zazen  è  la  manifastazione   della  Realtà  Ultima.  Non  potrà  mai  essere   preda  di  trappole  e  insidie.  Cogliendone  il   cuore  segreto,  sarete  come  un  drago  che   entra  in  profondissime  acque,  o  come  una   tigre  che  si  addentra  nella  folta  foresta   di  una  montagna.

Dobbiamo  sapere  che  nel  momento   stesso  in  cui  si  sta  facendo  zazen,  il   vero  Dharma  si  sta  manifestando,  pertanto  siamo   liberi  dalla  distrazione  e  dall'indolenza  fisica   e  mentale  sin  dall'inizio.  Quando  vi  alzate   fatelo  con  movimenti  dolci,  senza  fretta   eccessiva,  ma  anche  senza  troppi  indugi.  Non   alzatevi  di  scatto,  bruscamente.

Se  guardiamo  nel  passato  vediamo   che  l'illuminazione  e  la  non-illuminazione,  il   morire  in  piedi  o  seduti,  sono  sempre   dipesi  solo  dal  vigore  della  pratica  dello   zazen.  Inoltre  l'illuminazione  improvvisa  scaturita  a   causa  di  un  dito,  del  movimento  di  una   banderuola,  di  un  ago,  di  un  martello  o   di  uno  scacciamosche,  a  causa  di  un   pugno,  di  un  colpo  di  bastone  o  di   un  grido,  tutto  ciò  non  si  potrà  mai   cogliere  profondamente  solo  facendo  uso  del   pensiero  dualista,  nè  potrà  essere  meglio   afferrato  con  dei  poteri  soprannaturali.

Queste  cose  sono  ben  al  di   là  di  ciò  che  gli  esseri  umani  vedono   o  sentono.  Non  è  forse  questo  principio   anteriore  alla  coscienza  e  alla  percezione?   Anche  essere  più  o  meno  intelligente  non   conta  molto.  Non  c'è  diversità  tra  uno   sciocco  ed  uno  avveduto.  Quando  concentriamo  il   nostro  spirito  su  una  sola  mente,  quest'azione   è  in  sè  praticare  la  Via. 

La  pratica  realizzazione  è  pura   per  natura,  per  cui  progredire  non  è   altrochè  una  questione  di  pratica  quotidiana.   Nell'insieme  di  questo  e  degli  altri  mondi,   in  India  come  in  Cina,  tutti  rispettano   il  Sigillo  del  Buddha  in  sommo  grado.   Questa  pratica  in  particolare  prevede  una   dedizione  completa  alla  postura  seduta  della   meditazione  senza  oggetto  e  priva  di  uno   scopo  o  una  finalità  qualsiasi,  continuando  a   sedersi  con  impegno  totale  nell'assoluta  immobilità.

Anche  se  si  dice  che  vi   siano  tanti  spiriti  quanti  uomini,  tutti  hanno   sempre  praticato  la  Via  nello stesso  modo:   facendo  zazen.  Perchè  lasciare  il  posto  che   vi  è  riservato  a  casa  vostra  per  girare   a  vuoto  in  terre  straniere  piene  di   polvere?  Basta  un  passo  falso  per  uscire   dalla  Via  tracciata  dritta  davanti  a  voi.

Avete  la  fortuna  di  vivere  in   forma  umana,  non  perdete  quindi  del  tempo   prezioso  e  date  il  vostro  contributo  all'opera   essenziale  della  Via  del  Buddha.  Chi  mai   può  trarre  piacere  dalla  fiamma  scaturita   dalla  selce?  Forma  e  sostanza  sono  come   rugiada  sull'erba.  Il  tempo  è  rapido  come   il  fulmine;  un  istante,  e  non  c'è  più.

Vi  prego,  cari  discepoli  dello   zen,  abituati  da  molto  tempo  a  palpare   l'elefante  nell'oscurità,  non  abbiate  paura  del   drago  vero.  Consacrate  tutta  la  vostra  energia   alla  Via  che  indica  l'assoluto.  Rispettate   l'uomo  che  ha  realizzato  la  Via  e  che   è  andato  al  di  là  delle  azioni   ordinarie  umane.  Entrate  in  armonia  con   l'illuminazione  del  Buddha.  Siate  i  successori   della  linea  di  trasmissione  leggittima  del   Satori  e  dei  patriarchi.  Comportatevi  così  e   diverrete  come  loro.  La  vostra  segreta  stanza   del  tesoro  si  aprirà  e  potrete  farne   l'uso  che  vorrete.