Alcuni articoli

de "Il Rubino" di Aprile 2002

UN TRISTE PRIMATO
di Bruno Barbini

Per il rilancio dell’Ospedale
di Assisi...
PIU’ FURBI CHE SANTI

di Mario Cicogna

IL DECALOGO DI ASSISI:
Dieci propositi di pace

ANCORA SULLA PRIORANZA DEL PIATTO DI S.ANTONIO

L’OPINIONE DEL PRESIDENTE
DELL’ASSOCIAZIONE PRIORI DEL PIATTO DI S.ANTONIO

CONVEGNO INTERNZIONALE DELL’ACCADEMIA PROPERZIANA DEL SUBASIO

PIO DE GIULI ELETTO
CONSIGLIERE REGIONALE DELL’AVIS UMBRIA

Il Rotary per Assisi
ALVIERO MORETTI PARLA
DELL’AEROPORTO REGIONALE DI SANT’EGIDIO
Pio De Giuli

ANGELANA CALCIO: SERIE D
di Sandro Della Vedova

 

UN TRISTE PRIMATO
di Bruno Barbini

Il fatto che il nostro giornale abbia cadenza mensile consente al direttore di scegliere con la calma e la riflessione necessaria l’argomento da privilegiare per sviluppare il suo editoriale.
Un passaggio su internet, una scorsa alla rassegna stampa dei quotidiani e settimanali più rappresentativi accantonati sul divano dell’ufficio per essere poi vagliati al momento opportuno.
La scelta dell’editoriale per questo mese cade ancora una volta, purtroppo, su un fatto, che a me sembra abbia dell’incredibile.
Il quotidiano è "L’Avvenire" dell’11 aprile.
In prima pagina, di spalla, un articolo di Maurizio Blondet titola così: "Esecuzioni capitali-La Cina ha fatto boom".
Leggendolo la prima volta ho sentito un brivido freddo scorrere sulla pelle e ho fatto fatica a pensare che tutto potesse essere vero; soprattutto che la notizia passasse così, in sordina, solo come fatto statistico come notizia di fantasia.
Ma quando ho letto che a dichiarare "i numeri" era un organismo dal nome "Amnesty International" ho sbarrato gli occhi ed ho riletto tutto daccapo.
E’ detto che nel 2001 sono state eseguite nel mondo 3048 condanne a morte di cui 2468 portano il timbro di Pechino con un incremento, rispetto all’anno precedente, di oltre il 50%.
Si dice che la Cina attraversi un periodo di laboriosità feconda con risultati molto positivi sul PIL.
E su questa crescita è forse inserita anche l’attività dei boia!!??
A conferma che si tratti di un "business" con alto contenimento delle spese si precisa che il costo del proiettile per l’esecuzione viene addebitato ai parenti (si rilascia ricevuta).
E’ considerato un intrattenimento pubblico, alla esecuzione assistono su "invito" non rifiutabile migliaia di persone.
Ma chi sono i condannati a morte? I colpevoli di omicidio, gli evasori fiscali, chi froda le assicurazioni, ma anche chi vende cibi avariati.
Per non parlare di chi, oppositore del regime, tenta di sconfinare dal Tibet o che comunque aiuti qualcuno a fuggire dal Paese.
I soldati di Pechino non fanno sconti.
Non intendo dilungarmi in commenti tanto sono evidenti i fatti ed anche perché ci sarebbe troppo da scrivere.
Solo qualche telegrafica riflessione.
Non è poi vero che anche la Cina è così lontana; fino a ieri anche l’Afghanistan ci sembrava fuori dal mondo, invece abbiamo capito che anche i loro fatti ci coinvolgono e ci riguardano,
Come mai quasi sette esecuzioni al giorno, comprese le domeniche e le feste comandate passano, mi sembra, inosservate?
Qualche altro quotidiano, ed anche la TV, si sono "scomodati" nel dare "di striscio" la notizia!
Cosa fanno al riguardo quegli "attenti marciatori" e condottieri di masse che sembrano tanto attenti a difendere i diritti degli uomini e le regole della democrazia?
I "grandi maestri" laici, mezzi laici, tutt’altro che laici, dove sono e cosa fanno per difendere il diritto sacrosanto della vita? Forse hanno capito che per ora da quelle parti, è meglio girare alla larga!
Nessuno si senta giustificato; è un orrore che dovrebbe scuotere la coscienza di ognuno di noi.

Torna su


Per il rilancio dell’Ospedale di Assisi...
PIU’ FURBI CHE SANTI

di Mario Cicogna

Un consiglio comunale aperto ha messo a nudo le attuali carenze dell’Ospedale di Assisi, ed ha sostanziato giustificate preoccupazioni sul futuro del nosocomio locale.
Facciamo parlare i numeri, che sono questi: Assisano (popolazione n. 54.761, stabilimenti ospedalieri n. 1, centri di salute n. 2, posti letto n. 60), Trasimeno (popolazione n. 52.014, stabilimenti ospedalieri n. 3, centri di salute n. 3, posti letto n. 103), Media Valle Tevere (popolazione n. 53.311, stabilimenti n. 2, centri di salute n. 3, posti letto n. 109).
Anche non considerando le iperbole delle presenze turistiche, si vede chiaro già da questi dati che Assisi e la popolazione dell’area assisana ricevono una diversa attenzione da parte della Azienda Sanitaria, rispetto alla offerta invece riservata al territorio ed ai cittadini delle altre due aree di competenza.
Due pesi e due misure, come si vede, anche nella possibilità di ricorrere al ricovero ospedaliero in caso di bisogno. E forse più elementi significativi di valutazione, sulla disparità di trattamento emanato, potrebbero venire dai dati riguardanti l’attività dei distretti, ma il sindaco Bartolini ha precisato che la Direzione della Usl2, al riguardo, non ha prodotto ancora alcuna informazione utile e verificabile.
Ad aggravare il quadro della situazione, "fatti strani", poi, starebbero succedendo ora all’ospedale di Assisi. Da un po’ di tempo esso sarebbe "bersaglio di scelte aziendali incomprensibili", che accentuerebbero i disservizi lamentati da sempre più numerosi cittadini e segnalati dagli stessi operatori della struttura, i quali denunciano anche stanchezza e stress, legati ad eccessivi carichi di lavoro, con la impossibilità ad essere ascoltati dal proprio Dirigente.
Negli ultimi due anni, più di 15 infermieri (i più professionali), "quelli che garantivano la qualità del servizio all’interno dell’ospedale", sarebbero stati trasferiti nel territorio e sostituiti con personale precario, "tutto da formare".
All’interno dell’ospedale ci sarebbero un paio di impiegati amministrativi con qualifiche non elevate, ma con compiti importantissimi e gravosi, mentre nei distretti ce ne sarebbero cinque volte tanti con qualifiche ben più elevate (14 tra Bastia e Santa Maria degli Angeli).
La lista dei problemi è molto lunga e coinvolge anche il cantiere di lavoro per la ristrutturazione post-terremoto (con un solo geometra a part-time), gli addetti al centralino ed alla portineria, il laboratorio di analisi, addirittura il servizio del 118, senza personale proprio ma affidato, pensate, a quello del pronto soccorso, a rischio cioè della copertura dell’urgenza ospedaliera. I degenti di Medicina "appoggiati" nel Reparto di Chirurgia, per la mancata assegnazione di posti letto già disponibili e "deliberati".
Ciliegina sulla torta, il ventilato indebolimento del ruolo della Direzione Sanitaria dell’Ospedale, e in generale di tutta la struttura ospedaliera.
Convinzione del sindaco Giorgio Bartolini è che, al fondo di certe scelte da parte della Azienda Sanitaria, ci sia una forte ed immotivata componente politica che si appalesa sempre di più, ormai, anche agli occhi dei cittadini, che sempre più numerosi, infatti, avanzano proteste in municipio.
Da qui il consiglio comunale aperto dei giorni scorsi, da qui l’appello del primo cittadino:"L’Ospedale di Assisi va subito rilanciato e reintegrato professionalmente, con il ripristino della sua autonomia organizzativa".
Da qui la nostra convinzione che, su questo problema, una volta tanto ad Assisi dovremmo essere più furbi che santi.

Torna su


IL SOGNO DELL’UMBRIA
PER UNA STRDA MODERNA VERSO L’ADRIATICO


Un gruppo di operatori commerciali e turistici del nostro territorio ci ha fatto pervenire un documento che in larga misura è condiviso dalla Redazione de "Il Rubino".
Pertanto, ritenendo le ragioni e le proposte di particolare importanza economica per la città di Assisi e di Perugia, pubblichiamo per intero il documento, confidando che gli sia riservata una cortese attenzione.
Di certo l’Umbria non può più vivere isolata soprattutto non collegata ad un’arteria che, sul versante marchigiano, è stata completata fino a Civitanova Marche.
E a margine, che poi margine non è, invitiamo il Comune di Assisi, gli albergatori e gli operatori turistici, l’Azienda di Soggiorno (?), l’Associazione Commercianti ad indire un convegno, una manifestazione per dibattere la intelligente sollecitazione dei sensibili operatori del nostro territorio.

Le conseguenze negative del terremoto del 1997 sul turismo in Umbria, sono state assorbite ed in qualche caso si sono avuti, oltre il recupero del perduto, anche aumenti delle presenze turistiche solo in alcune zone della regione.
Mentre ciò si è verificato ad esempio a Perugia ed altre città umbre, Assisi non ha ancora recuperato le grandi perdite di affluenza turistica dei tempi precedenti l’evento sismico ed anzi lo scorso anno c’è stata ancora una situazione piuttosto difficile.
Il turismo di Assisi è per gran parte un turismo di carattere religioso e la zona d’Italia che più è affezionata a tributaria nei suoi confronti è quella sud-orientale, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata, da dove provengono gran parte dei pellegrinaggi verso l’Umbria.
Come ci viene continuamente segnalato, tantissimi gruppi e tante famiglie di quelle zone, lamentano il difficile accesso alla nostra regione ed optano pertanto sempre più spesso per recarsi in altre regioni e si sa che l’Italia è piena di santuari da visitare.
Occorre quindi che la Regione dell’Umbria e gli altro soggetti preposti pensino non solo a Perugia il cui isolamento esiste solo nella fantasia del sindaco di quella città, ma anche ad Assisi ed al resto della regione.
Si pone quindi di porre come priorità assoluta per l’Umbria il completamento della strada statale 77 da Civitanova ad Assisi e Perugia tutta a quattro corsie a scorrimento veloce in quanto la progettazione della stessa esclude in maniera assoluta problemi di carattere ambientale e non ha pertanto senso alcuno avere dubbi in proposito e perché i contrari andrebbero contro lo sviluppo regionale e contro i lavoratori del settore turistico-alberghiero e si sa che non lo vogliono.
Il vantaggio per Assisi e Perugia sarebbe incalcolabile anche perché si potrebbe andare da Bari a Firenze, Genova, Milano transitando per Perugia e per l’Umbria.
Gli operatori turistici di Assisi e quelli delle attività commerciali ed industriali del comprensorio, ultimamente duramente provati dalla crisi occupazionale, chiedono un impegno forte ed immediato di tutte le forze politiche onde evitare che per tre decine di chilometri non si possa avere quel collegamento di cui sopra che è determinante ed improcrastinabile per lo sviluppo non solo turistico ma anche commerciale ed industriale della nostra regione.
Viene da pensare che se Perugia ed Assisi avessero fatto parte di una regione come quella delle Marche, non solo la S.S.77, ma anche la Perugia-Ancona e la stessa Flaminia sarebbero state completate già da molto tempo rompendo veramente l’isolamento della nostra regione.


Torna su


IL DECALOGO DI ASSISI: Dieci propositi di pace

 

L’evento storico di Assisi del 24 gennaio scorso ha sottolineato l’importanza fondamentale di scegliere per il futuro fra amore e odio.
Giovanni Paolo II si è adoperato non solo per convocare i capi delle altre religioni ma ha ritenuto utile suggellare l’evento invitando quanti sono direttamente responsabili del presente e del futuro del mondo ad impegnarsi per dare soluzione di pace concreta e duratura a quella terra che racconta la storia di Cristo.
Per percorrere la via della pace e della solidarietà il Papa ha riunito dieci proposte di impegno con l’auspicio di condurre tutti gli uomini di buona volontà a ricercare la giustizia, la libertà, l’amore e il rispetto per la vita.
Questi i dieci propositi di Assisi consegnati da Giovanni Paolo II ai Capi di Stato o di Governo:
1 Ci impegniamo a proclamare la nostra ferma convinzione che la violenza e il terrorismo si oppongono al vero spirito religioso e, condannando qualsiasi ricorso alla violenza e alla guerra in nome di Dio o della religione, ci impegniamo a fare tutto il possibile per sradicare le cause del terrorismo.
2 Ci impegniamo a educare le persone al rispetto e alla stima reciproci, affinché si possa giungere a una coesistenza pacifica e solidale fra i membri di etnie, di culture e di religioni diverse.
3 Ci impegniamo a promuovere la cultura del dialogo, affinché si sviluppino la comprensione e la fiducia reciproche fra gli individui e fra i popoli, poiché tali sono le condizioni di una pace autentica.
4 Ci impegniamo a difendere il diritto di ogni persona umana a condurre un’esistenza degna, conforme alla sua identità culturale, e a fondare liberamente una propria famiglia.
5 Ci impegniamo a dialogare con sincerità e pazienza, non considerando ciò che ci separa come un muro insormontabile, ma, al contrario, riconoscendo che il confronto con la diversità degli altri può diventare un’occasione di maggiore comprensione reciproca.
6 Ci impegniamo a perdonarci reciprocamente gli errori e i pregiudizi del passato e del presente, e a sostenerci nello sforzo comune per vincere l’egoismo e l’abuso, l’odio e la violenza, e per imparare dal passato che la pace senza la giustizia non è una pace vera.
7 Ci impegniamo a stare accanto a quanti soffrono per la miseria e l’abbandono, facendoci voce di quanti non hanno voce e operando concretamente per superare simili situazioni, convinti che nessuno possa essere felice da solo.
8 Ci impegniamo a fare nostro il grido di quanti non si rassegnano alla violenza e al male, e desideriamo contribuire con tutte le nostre forze a dare all’umanità del nostro tempo una reale speranza di giustizia e di pace.
9 Ci impegniamo a incoraggiare qualsiasi iniziativa che promuova l’amicizia fra i popoli, convinti che, se manca un’intesa solida fra i popoli, il progresso tecnologico espone il mondo a crescenti rischi di distruzione e di morte.
10 Ci impegniamo a chiedere ai responsabili delle nazioni di compiere tutti gli sforzi possibili affinché, a livello nazionale e a livello internazionale, sia edificato e consolidato un mondo di solidarietà e di pace fondato sulla giustizia.

Torna su


ANCORA SULLA PRIORANZA DEL PIATTO DI S.ANTONIO

 

A distanza di una settimana è pervenuta in redazione sia la lettera che segue di Vincenzo Cavanna sia la lettera di Gabriele Del Piccolo presidente dell’Associazione Priori.
Riteniamo di fare cosa gradita pubblicarle ambedue con lo scopo di coinvolgere "nella disputa" tutti gli associati e tutta la comunità angelana. Visto il calore degli interventi, fermo restando il tono garbato e corretto, chiunque si senta disponibile a contribuire alla soluzione delle scelte può approfittare della Redazione del Giornale o prendere contatti con gli interessati.
Non c’è bisogno di dimostrare quanta sia l’affezione degli angelani ai Priori; avere opinioni diverse non significa denigrarne il ruolo.
La critica quando è animata da propositi leali è sempre e comunque utile e costruttiva. L’eccesso di affetto qualche volta sconfina nelle incomprensioni.
Tutta la Redazione de Il Rubino, angelana e non, è certa che le diversità di opinione saranno quanto prima risolte nella maniera migliore e che da questo risultato sarà ancor più accresciuta la stima e la simpatia per i Priori e per le Prioranze.

Carissimo direttore,
passata ormai la tregua pasquale e dato che fino ad ora non vi è stato nessun riscontro ai "pareri" espressi dal Sig.Marcello Piccioni con la sua nota apparsa sul "Il Rubino" ( N.°2/28.02.02), ti chiedo ancora ospitalità per precisare alcuni aspetti e non per polemica dato anche il fatto che condivido molti dei suoi "punti di vista". Non intendo farlo in nome e per conto di nessuno, ma solo a carattere personale in quanto la discussione su questo argomento ha avuto inizio in seguito alla pubblicazione (“Il Rubino” n°1/gennaio 2002) delle mie considerazioni sulla Festa del Santo Patrono.
A questo punto mi ritengo già soddisfatto perché ho raggiunto il mio scopo che è quello di aver sollevato il "problema" che, è inutile negarlo, esiste. Ne ho parlato in seno all’Associazione dei Priori e al di fuori di essa e finalmente se ne discute; spero pertanto che non finisca tutto qui e che si possa dibattere l’argomento in una pubblica assemblea appositamente indetta.
Il Sig.Piccioni analizza i fatti dicendo che il Piatto di S.Antonio è una "delle più simpatiche tradizioni" fondata sul ringraziamento per "grazia ricevuta", con l’offerta del piatto ai poveri (di ogni specie), gratuitamente. Io vorrei aggiungere che la "grazia" fu ricevuta non solo dagli uomini ed i piatti per i poveri erano destinati sia agli uomini che alle donne.Possiamo essere d’accordo che la tradizione è stata tenuta in piedi in modo "amichevole" per merito dei compianti: Sor Neno Biagetti e del Parroco di allora P.Piergrossi, insieme ad altri; infatti i "primi" Priori si adoperavano per acquistare direttamente tutto il necessario per preparare il piatto che poi cucinavano e distribuivano loro stessi.
Dobbiamo però ricordare che si trattava di alcune decine di piatti e non di migliaia (abbiamo superato quota 2000 – con l’edizione del 1991; nel 2002 – siamo arrivati intorno ai 3700). La tradizione dell’offerta del "Piatto" ai poveri ed il contenuto dello stesso, vengono sempre categoricamente rispettati.
Si critica poi il fatto che i Priori Serventi fanno liberamente quello che vogliono e che ritengono più opportuno; io dico che sia giusto così, lasciando loro la libertà di promuovere iniziative collaterali ( che siano magari sempre più attinenti con le tradizioni della festa) e la libertà di spendere quanto essi desiderano senza dover rendere conto a nessuno.
Che la festa poi sia solo "godereccia", non lo credo affatto visto che la gente partecipa numerosa alle manifestazioni preliminari e collaterali; molte centinaia di persone presenziano alle Funzioni religiose della Domenica, sfilano in Processione, assistono alla benedizione finale e prendono con devozione il pane benedetto.
Per quanto riguarda l’Associazione dei Priori credo che possa fare di più per migliorare la festa del Piatto, ma che debba "reggere tutte le tradizioni angelane" (dal Venerdì Santo alla Pasqua, dal Transito di S.Francesco al Perdono, dalla fiera dei Santi al Natale), questo non è assolutamente il suo compito. Forse il Sig.Piccioni ha mirato in una direzione, ma intendeva colpire da un’altra parte.
Sono d’accordo che bisognerebbe incentivare tutte queste lodevoli iniziative in modo che non ci vengano sottratte da altri, come egli afferma essere avvenuto per la festa dell’Amore da parte del Vescovo di Terni.
Esistono già a S.Maria degli Angeli numerose ed affermate Associazioni preposte a questi compiti le quali, per quanto mi risulta, non respingono affatto la collaborazione di nessuno e chi ha nuove idee o proposte da fare, si faccia pure avanti senza aspettare che siano sempre gli altri a fare le cose, per poi sistematicamente criticarle.
Tutte le manifestazioni che vengono effettuate nel nostro paese sono portate avanti quasi sempre dalle solite persone ed il compito più gravoso in questo senso spetta sicuramente alla Pro-Loco che deve coordinare le varie iniziative ed alcune gestirle direttamente e, diciamolo pure, lo fa abbastanza bene. E’ evidente pertanto che il Sig.Piccioni ha fatto un po’ di confusione nell’attribuzione dei ruoli spettanti a ciascuna Associazione.
Sono d’accordo sulla diagnosi delle varie malattie che affliggono la nostra comunità, ma ciascuno deve ( o dovrebbe) fare la propria parte per la cura di tali malanni ( senza aspettare sempre la manna dal cielo) se vogliamo vivere un po’ meglio tutti.
Piccioni afferma inoltre che è stata abbandonata la Festa del Perdono e che il 2 agosto 1985 a S.Maria degli Angeli avvenne la "riconciliazione" tra una giapponese sopravvissuta al bombardamento di Hiroshima ed il figlio di un soldato americano; che non vengono sfruttati a dovere i messaggi "assisani" del Santo Padre Giovanni Paolo II° sul tema della pace ed altro ancora e che “ non possiamo delegare ad altri quello che ci compete e ci spetta come nativi e difensori delle tradizioni, della cultura e dei valori umani, assisani e francescani della nostra terra”. Parole sacrosante, ma l’Associazione dei Priori in tutto questo c’entra ben poco, deve fare solo il suo “mestiere” e possibilmente farlo bene, che è quello di migliorare la festa del Patrono S.Antonio: Io per parte mia ho fatto una proposta che potrà essere oggetto di discussione, ma contribuirà certamente a migliorare la festa stessa, perché sono sicuro che la “donna” tra i Priori e dentro l’Associazione, conta e ci farà contare di più.
Non credo che le "Prioresse" saranno sprecate perché sarebbero solo oggetto di attrazione (quest’affermazione sottovaluta l’intelligenza femminile), dato che la donna nella società moderna si è saputa rendere sempre più protagonista essenziale, inserita con successo in tutti i campi ed in molti casi superando i "maschi"; solo per fare il "Priore" non sarebbe idonea? Ma vogliamo proprio scherzare? Si, ritengo che su questo argomento si voglia proprio scherzare.
Il mondo ha fatto molta più "strada" negli ultimi due o tre decenni di quanta ne abbia fatta nei due o tre secoli precedenti; è ora pertanto di uscire da quel mondo incantato delle favole e guardare in faccia la realtà che ci circonda.
Dato che il Sig.Piccioni ha citato il bombardamento atomico di Hiroshima, vorrei ricordare un fatto: qualche anno dopo la fine della seconda guerra mondiale, furono scoperti in alcune isole del Pacifico, soldati giapponesi armati di tutto punto; non sapevano che la guerra fosse finita da tempo e continuavano a combattere a modo loro un nemico inesistente. All’inizio del 3° millennio vi sono ancora uomini (anzi maschi) che considerano le donne come "esseri inferiori" ma, come gli ultimi soldati giapponesi, si devono convincere che questa loro guerra è ormai persa per sempre.
Ti saluto cordialmente.
Vincenzo Cavanna

Torna su


L’OPINIONE DEL PRESIDENTE
DELL’ASSOCIAZIONE PRIORI DEL PIATTO DI S.ANTONIO

 

Gent.mo Direttore,
ti confesso che non era intenzione dell’Associazione aprire un dibattito sulle personalissime esternazioni e considerazioni del Geom. Vincenzo Cavanna da te pubblicate sul Rubino n.1 del 1 gennaio 2002, ma dopo aver letto la lettera scritta dal Rag. Marcello Piccioni, pubblicata sul Rubino n.2 del 28 febbraio 2002, si impone da parte mia e dell’Associazione che rappresento, fornire qualche dato di fatto con lo scopo di fare un po’ di chiarezza.
In particolare al Geom. Vincenzo Cavanna rispondo dicendo che il nostro Statuto, attualmente, non prevede la nomina delle “Prioresse Serventi”, ma, in caso di mancanza di Priori, la rielezione dei Priori che abbiano prestato il loro servizio da almeno 10 anni. In ogni caso l’Associazione garantisce la continuità del Piatto se dovessero mancare dei Priori. Oggi è questa la situazione accettata dai più e sancita dallo Statuto stesso.
Un particolare ringraziamento lo devo al Rag. Marcello Piccioni per tutte le attività che, secondo lui, la nostra Associazione dovrebbe svolgere. Purtroppo non tutti la pensano allo stesso modo, anzi…
Comunque è ormai assodato che il compito principale della nostra Associazione sia quello di tramandare e divulgare la tradizione del Piatto di S. Antonio Abate, mentre altre manifestazioni civili e religiose, da lui elencate, riguardino più da vicino altri Enti e/o sodalizi. In ogni caso, l'Associazione è sempre disponibile ad ogni richiesta di partecipazione, rimanendo sempre nell'ambito dei suoi scopi sociali e non si limita ad organizzare solo Fagiolate con le cotiche e sbicchierate, ma partecipa attivamente e fattivamente, insieme ai Priori Serventi di ogni anno, all'organizzazione della magnifica Festa del Piatto di S. Antonio Abate.
Più volte invitati dall'Amministrazione Comunale di Assisi, abbiamo partecipato, dando un tocco di folclore, a varie cerimonie, quali: l'inaugurazione della targa dell'UNESCO presso la Basilica di S. Maria degli Angeli, la cerimonia per la riapertura al pubblico del Palazzetto del Capitano del Perdono, l'inaugurazione della "Mattonata" ed il riposizionamento della Statua della Madonna sulla facciata della Basilica.
Nel mese di maggio del 2000, una nostra delegazione ha presenziato a Perugia alla premiazione culturale di poeti e scrittori, organizzata dall'Associazione "Futuro Insieme", facendo da "cornice" all'avvenimento.
Nello stesso mese abbiamo organizzato e accompagnato a far visita alla "Perugina" di S. Sisto, studenti della Scuola Media di S. Maria degli Angeli che avevano partecipato al Concorso indetto dalla nostra Associazione.
Ritengo opportuno anche evidenziare alcuni particolari che fanno onore al nostro Sodalizio. Per esempio, mi piace ricordare che, per ampliare la partecipazione di vari animali ed in particolare di cavalli, negli anni '80, si sono attivati i Priori Consiglieri della nostra neonata Associazione, andando a destra e a manca in cerca di cavalieri disponibili a partecipare al corteo, offrendo loro, in cambio, la consumazione del Piatto di S. Antonio ed accollandosi gli oneri per il trasporto degli animali.
I nostri amici Priori hanno avuto la fortuna di incontrare il sig. Bricca di Mantignana, una magnifica persona, che, appassionatosi alla manifestazione, ha cominciato a partecipare volontariamente con alcuni amici cavalieri, "dando il via" a quella che oggi è diventata una partecipazione numerosissima e spontanea di cavalli e cavalieri.
È da allora che ogni anno, provenienti da varie parti dell'Umbria, vengono con devozione a far benedire i loro animali, partecipando al tradizionale corteo. Per l'occasione, l'Associazione offre loro gli ormai tradizionali "fazzolettoni", il pane benedetto e medaglie ricordo.
All'inizio degli anni '80, gli Alberghi fino ad allora disponibili ad ospitare il tradizionale Piatto di S. Antonio, per varie vicissitudini non hanno potuto dare la loro disponibilità, cosicché la Tradizionale Festa del Piatto di S. Antonio ha corso il serio rischio di interrompersi.
Ed è in quel particolare momento che l'intervento determinato della nostra Associazione, ha scongiurato tale evenienza trovando la disponibilità della ex "Casa del Pellegrino", del Refettorio dei Frati ed infine del capiente Albergo "Domus Pacis".
Successivamente, dal 1993, d'accordo con i Priori Serventi di ogni anno, per far conoscere la Tradizione del Piatto, abbiamo coinvolto gli alunni della Scuola Media di S. Maria degli Angeli, creando un concorso ad hoc riguardante “La Cultura e la Tradizione del Piatto di S. Antonio Abate”, in modo che i giovani, che saranno i Priori di domani, si possano rendere conto di quanto sia importante tramandare la più bella Tradizione della nostra cittadina approfondendo, nel contempo, la conoscenza di S. Antonio Abate e del miracolo che ha donato a S. Maria degli Angeli, nel lontano 1860. Per l'occasione, la premiazione degli studenti più meritevoli viene organizzata dalla nostra Associazione, ma autogestita dagli studenti e insegnanti di tutta la scuola. Uno spettacolo in cui gli stessi ragazzi conducono e si esibiscono.
Per evitare la confusione, molto diffusa, tra S. Antonio Abate e S. Antonio da Padova, il Consiglio dell'Associazione (1998 - 2001) ha redatto e diffuso un opuscolo (pubblicato anche dal Rubino n.1 del 1 gennaio 2002) in cui viene trattata brevemente la vita del Santo, le motivazioni per cui è nata l’Associazione, nonché alcuni elementi Tradizionali della Festa, da mantenere ed osservare.
L'Associazione, ritenendo doveroso individuare dove fossero custodite le Reliquie di S. Antonio Abate, dopo varie informazioni, ha definitivamente individuato la Chiesa di S. Trophime in Arles (Francia) dove nei giorni 5-6-7-8- ottobre 2000, ci siamo recati per rendere omaggio, per la prima volta nella storia di S. Maria degli Angeli, alle Reliquie del Santo. Emozioni, cordialità e serenità hanno pervaso tutti i partecipanti. Per l'occasione abbiamo sfilato per la via principale di Arles indossando i nostri policromi mantelli, siamo stati ricevuti da una rappresentante del Comune di Arles e, per sottolineare l'incontro, abbiamo donato un piatto di ceramica dipinto a mano, raffigurante S. Antonio Abate, sia alla Chiesa che all'Assessore alla Cultura del Comune di Arles.
Da almeno 10 anni l'Associazione, per esaltare anche altri valori spirituali della manifestazione, provvede a recapitare il Piatto di S. Antonio al domicilio dei Priori impossibilitati ad intervenire alla manifestazione per vari impedimenti di salute o di età. Personalmente è dall'inizio di questa tradizione che partecipo con entusiasmo alla consegna di questi particolari "Piatti di S. Antonio" e vi posso assicurare che si provano delle profonde emozioni perché questi nostri amici Priori, in quel giorno, sentono e vivono la vicinanza della nostra Associazione con commozione.
Siamo noi a ringraziare loro per questi particolari momenti che ci sanno donare.
Perseguendo sempre l'intento di diffondere e far conoscere la Festa del Piatto, nel 1996 su invito di RaiUno una delegazione dell'Associazione ha partecipato, a Roma, alla trasmissione televisiva "Il Paese delle Meraviglie" condotta da Pippo Franco e Melba Ruffo. In quell'occasione, anche se si è trattato di una presenza scenografica, ho avuto la possibilità di illustrare brevemente in TV il contenuto del nostro straordinario Piatto di S. Antonio. In seguito a questa partecipazione sono stato successivamente e personalmente raggiunto telefonicamente dal Presidente della Federazione Italiana Circoli Enogastronomici (F.I.C.E.), Dott. Francesco Mazzoli, che si è dimostrato particolarmente interessato a tutte le manifestazioni della Festa del Piatto.
Oggi facciamo parte, come Associazione, della F.I.C.E.
Quest'ultima, nel mese di ottobre del 2001, ci ha invitato a sfilare per le vie di Torgiano dove aveva programmato il raduno nazionale.
In primavera 2001, una nostra rappresentanza è stata ospite della trasmissione "Il Sabato del Villaggio" in Assisi, condotto da Mengacci su Rete 4 (Mediaset).
In ogni circostanza abbiamo sempre partecipato indossando i nostri policromi mantelli con in testa il Labaro della nostra Associazione.
Più volte abbiamo presenziato alla Festa del Perdono; collaboriamo da anni con la Pro Loco nell'ormai famoso "Corteo dei Fiori e dei Mostaccioli" che si svolge il 3 ottobre di ogni anno, volendo ricordare la visita di Frate Jacopa de Sette Soli in visita a S. Francesco morente.
Nel mese di giugno c'è l'annuale Pranzo Sociale a cui vengono invitati i Priori Serventi dell'anno successivo (Priori Entranti), Autorità Civili e Religiose ed alla loro presenza vengono premiati con targhe ricordo i Priori Decani.
A questo punto, mi sembra che si possa concludere il discorso facendo presente che l'annuale ricorrenza "magnereccia…" è limitata al giorno della "FAGIOLATA" in cui i Priori e non, Simpatizzanti e non, insomma tutti, possono gustare un Piatto di fagioli con le cotiche, una bella bruschetta ed un bicchiere di vino, il tutto offerto dall'Associazione che in quello stesso giorno propone il tesseramento per l'anno successivo.
È diventato anche questo un bel momento di socializzazione e di incontro che non merita certo di essere deriso o quasi.
Visto e considerato che non fa parte né dello Statuto né del nostro modo di essere, avere una bella dose di autorevolezza ed imporre le nostre decisioni (la PRIORANZA SERVENTE è autonoma), cerchiamo sempre l'incontro e il colloquio con le varie Prioranze Serventi, con l'intento di collaborare, indicando loro le linee principali entro cui deve svolgersi la Festa.
Ringraziando ancora per l'ospitalità concessa dal Rubino; saluto tutti molto cordialmente.
Pace e bene.
Gabriele Del Piccolo

Torna su


CONVEGNO INTERNZIONALE DELL’ACCADEMIA PROPERZIANA DEL SUBASIO

 

L’Accademia Properziana del Subasio da alcuni anni si avvale del Centro studi di poesia latina in distici elegiaci per onorare il suo massimo poeta Properzio.
E il 24 – 26 maggio 2002, fedele ad un appuntamento, viene organizzato il convegno Internazionale "Properzio tra Storia, Arte e Mito" grazie al Comitato Organizzatore del Convegno, formato da Nino Scivoletto, Ordinario di Letteratura latina all’Università Tor Vergata di Roma, Paolo Fedeli, Ordinario di letteratura latina all’Università di Bari, Carlo Santini, Ordinario di letteratura latina dell’Università di Perugia, Giuseppe Catanzaro, Presidente dell’Accademia Properziana del Subasio e Presidente del Comitato Organizzatore e Francesco Santucci, Vicepresidente dell’Accademia Properziana del Subasio.
Il Convegno di cui è segretaria la prof.ssa Maura Antognelli Ferrini, sarà inaugurato nel Palazzo dei Priori con il saluto del Sindaco della città dr. Giorgio Bartolini e delle altre autorità e con la prima relazione del Prof. Giorgio Bonamente dell’Università di Perugia “Properzio, un esponente dell’aristocrazia municipale di Asisium nella Roma di Augusto”. Seguirà il prof. Filippo Coarelli dell’Università di Perugia “Assisi, Roma, Tivoli : I luoghi di Properzio” e immediatamente dopo il prof. Ellen Green e dell’Università di Oklaoma – USA – “Propertius 2,7 and Augustan Ideology”.
Il pomeriggio si apre con il Prof.Augusto Fraschetti dell’Università - La Sapienza – di Roma "La tarpeia di Properzio" e il prof. Francis Cairns della Florida University Variations on Hylas in Propertius 1,20”.
Il pomeriggio si conclude con il prof. Roberto Guerrini dell’Università di Siena “Dal testo all’immagine. Temi e modalità dell’iconografia properziana” e il prof. Carlo Pellegrino dell’Università di Perugia "Immagini del rituale funebre nelle elegie di Properzio".
Il giorno 25 si apre con il prof. Cristiano Grottanelli dell’Università di Modena con "Aspetti del mito nelle Elegie di Properzio" e il prof. Carlo Santini dell’Università di Perugia con "Properzio e i Fasti di Ovidio: inserzioni mitologiche" e la dott.ssa Irma Ciccarelli dell’Università di Bari concluderà la mattinata con “ Motivo della tempesta in Properzio e Ovidio”. E’ prevista l’escursione a Gubbio. La Domenica, 26 maggio alle ore 9,30 parlerà il prof. Maurizio Bettini dell’Università di Siena con “ Tarpeae turpe sepulchrum fabor”. Discorso autorevole e discorso screditato”, seguito dal prof. Paolo Fedeli dell’Università di Bari con “La retorica dell’esempio mitico” e il prof. Emilio Pianezzola dell’Università di Padova che trarrà le conclusioni. L’occasione sarà propizia per presentare l’opera: “Properzio, Elegie”, traduzione in lingua portoghese per conto dell’Accademia Properziana del Subasio a cura di Aires Augusto.
Il convegno si avvale di 20 borsisti.

Torna su


PIO DE GIULI ELETTO
CONSIGLIERE REGIONALE DELL’AVIS UMBRIA

 

Pio De Giuli, veterano dei donatori di sangue di Assisi, decorato di medaglia d’argento, già Presidente della Sezione AVIS “Franco Aristei” nel triennio 1996-1999, è stato eletto Consigliere Regionale dell’AVIS dell’Umbria. L’ambito riconoscimento premia tutta la sezione che al termine dell’anno 2001, con i suoi 883 donatori, ha reso disponibili 1243 unità di sangue per il locale ospedale e per altre realtà del territorio regionale.
L’elezione è avvenuta nel corso della 31a Assemblea Regionale dell’AVIS (Terni 13-14 aprile ’02) dove 75 delegati, in rappresentanza dei 19.956 donatori dell’Umbria, hanno eletto il nuovo Consiglio che ha visto premiato con il maggior numero di voti individuali il Presidente Regionale uscente , Andrea Casale.
Per l’AVIS Comunale di Assisi si tratta di un secondo successo, dopo quello che in precedenza aveva portato a far parte dello stesso Consiglio Regionale, l’attuale Presidente ,Massimo Paggi. Per una realtà relativamente giovane ( la Sezione è stata fondata nel 1980), ma costantemente in crescita, il risultato appare particolarmente lusinghiero perché consente una elevata rappresentatività, garantita dalla voce autorevole del neo eletto, che ha già dimostrato in altri contesti di saper coniugare deontologia e professionalità, anche nel volontariato che- per le dimensioni assunte - non può prescindere da queste due doti fondamentali.
Di queste aveva parlato la Presidente della Giunta Regionale, Maria Rita Lorenzetti che ha espresso all’Assemblea ternana la fiducia e la stima delle Istituzioni, confermando la volontà di mantenere con l’AVIS il clima di collaborazione finora instaurato e, soprattutto, di dare risposte concrete nel Piano Sanitario Regionale al fine di garantire massima sicurezza ed affidabilità del servizio e, quindi, promuovere efficacemente nella popolazione, specialmente tra quella giovanile, il nobile gesto di solidarietà umana.
All’amico e prezioso collaboratore della nostra testata dott. Pio De Giuli formuliamo sinceri rallegramenti ed un augurio di buon lavoro.

Torna su


Il Rotary per Assisi
ALVIERO MORETTI PARLA
DELL’AEROPORTO REGIONALE DI SANT’EGIDIO
Pio De Giuli

 

Giovedì 11 aprile il rotariano Alviero Moretti, Presidente della CCIAA di Perugia e della SASE (Società di gestione dei servizi aeroportuali di Sant’Egidio) ha illustrato ai Soci del Rotary Club di Assisi i risultati e le prospettive dell’importante infrastruttura alla quale è legato, in maniera imprescindibile, il modello di sviluppo complessivo del territorio.
A margine degli appunti relativi all’interessante serata trovo annotato "CI CREDE: MERITA FIDUCIA". Infatti il dinamico Presidente, dopo aver premesso un quadro positivo dell’incremento dei volumi di traffico registrati nell’ultimo triennio, ha segnalato la disponibilità di finanziamenti per complessivi 8,5 milioni di Euro ( circa 17 miliardi delle vecchie lire),destinati al prolungamento delle piste di volo fino a poter impiegare velivoli di almeno 100 posti, alla razionale dislocazione dei servizi antincendio, all’ampliamento del piazzale di sosta, al potenziamento dell’aerostazione ancora priva di una zona VIP, indispensabile per la tipologia di utenti che nei mesi recenti ha annoverato il Capo dello Stato, diplomatici, manager di alto livello, capitani d’industria, persino Principi degli Emirati Arabi.
Una delle parole chiave usate dal relatore è stata "Privatizzazione" ,un modo efficace per rompere l’isolamento e recuperare competitività così come ha fatto, ad esempio, lo scalo di Bologna che oggi è in grado di decongestionare i grandi scali del nord Italia, grazie a quel 52% di capitale privato che ha velocizzato e reso incisivo il modo di procedere delle istituzioni.
In Umbria, malgrado il ruolo incisivo finora svolto dalla Presidente Rita Lorenzetti, c’è ancora molta strada da fare se si pensa che il Comune Capoluogo (Perugia) è presente in SASE con l’8,93% e quello di Assisi è "fanalino di coda" con appena lo 0,03%: eppure il binomio Perugia-Assisi è sicuramente vincente nel mondo, purchè lo si valorizzi inserendolo nei circuiti del traffico internazionale in maniera tale da offrire risposte adeguate alla domanda del mercato che oggi non è composto soltanto dai flussi turistici, di grande importanza per l’Umbria, ma anche da persone del mondo degli affari che hanno bisogno di spostamenti veloci in grado di comprimere e rendere competitiva la variabile temporale delle attività.
Per scommettere sul futuro occorre riappropriarsi del rispetto dovuto ad una grande Regione che merita di divenire, con l’aiuto e l’intervento delle Università, un centro pulsante della cultura, vigile alle opportunità offerte dallo sviluppo prevedibile della Convegnistica che potrebbe avvalersi della posizione baricentrica dell’aeroscalo umbro, alla quale pure guardano con interesse gli specialisti del traffico aereo delle merci.
Alviero Moretti è stato in grado di "contagiare entusiasmo" come si era prefisso e come da tempo va facendo in tutte le occasioni di contatto con le comunità interessate. La sua personale ed incisiva interpretazione del "servire" rotariano costituisce un esempio stimolante per tutti coloro che, ai vari livelli, sono in grado di dare consistenza alla comune identità e alle speranze concrete dell’Umbria che non debbono restare deluse.


Torna su


IL SAMARITANO TORNA ALLA RIBALTA
di Riccardo Eugeni

 

Credo che in molti si saranno chiesti, in questi ultimi due anni, come mai non venisse più assegnato a Petrignano il premio “Il Samaritano”, creato per onorare la memoria dell’indimenticabile Giancarlo Tofi, deceduto in un incidente stradale dopo aver soccorso un automobilista in difficoltà.
Grazie alla pro-loco locale, nella persona del presidente Claudio Mancinelli, la scorsa estate questo importante avvenimento, che come pochi ha contribuito a far conoscere Petrignano in Italia e nel mondo, è tornato alla ribalta grazie ad una mostra fotografica allestita durante le celebrazioni del Santo Patrono S. Pietro, dedicata esclusivamente a tutti i vincitori del premio e che ha riscosso un successo sinceramente inaspettato.
L’allestimento fotografico è stato il primo passo per comunicare l’impegno dell’ente a coltivare questa iniziativa, con l’intenzione però di spostare leggermente l’obiettivo finale: alla consegna del premio, verranno affiancate iniziative collaterali che diano risalto ad una tematica importante come quella della sicurezza stradale e della collaborazione fraterna in nome della vita.
Se non ci saranno intoppi nella macchina organizzativa, la prossima premiazione dovrebbe avvenire nel periodo di ottobre/novembre, quando finalmente potremo di nuovo onorare un uomo qualunque che ha messo a repentaglio la sua vita per salvare, magari, quella di uno sconosciuto.


Torna su


ARRIVA LA MILLE MIGLIA

 

Un mix di sport, di cultura, di ingegno: questa è la Mille Miglia.
La vedremo sfrecciare sulle nostre strade venerdì 3 maggio pomeriggio. Il fascino dei ricordi di questa memorabile corsa d’altri tempi ( 1927-1957) non tramonta, anzi, cresce anno dopo anno tanto da essere annoverata, a pieno titolo, come evento internazionale. Oltre l’edizione annuale italiana, la più bella, la Mille Miglia viene esportata in Nord e Sud America, Giappone, altri paesi europei.
Per misurare la portata della manifestazione, ecco alcune cifre: 715 richieste di partecipazione, 372 gli equipaggi ammessi, 27 le nazioni partecipanti, 54 le marche automobilistiche rappresentate.
Nei giorni 2, 3 e 4 maggio 2002 sarà quindi festa grande sul mitico percorso Brescia-Roma-Brescia.
La manifestazione che vanta, tra l’altro, il sostegno dell’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, l’adesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, vedrà sfilare concorrenti famosi del mondo dello sport, del cinema, del giornalismo ma soprattutto gli appassionati di automobili.
Non mancheranno i piloti del gentil sesso i cui numeri di gara sono però top secret.
Appuntamento quindi per i fan delle vecchie quattro ruote sul consueto percorso: Bastia, S.Maria degli Angeli, Assisi, Viole, Capodacqua per venerdì 3 maggio dalle ore 16,30 alle ore 19,30.
Un pomeriggio da batticuore per rievocare 75 anni di storia (1927-2002) e di fascino della più bella corsa del mondo.

Torna su


ANGELANA CALCIO: SERIE D
di Sandro Della Vedova

Qualche volta i sogni diventano realtà. Il calcio angelano del presidente Renato Betti ha raggiunto questo ambizioso traguardo: due promozioni consecutive e l’insediamento nel Campionato Nazionale Dilettanti serie D. Quel lusinghiero risultato che la compagine giallorossa aveva raggiunto 23 anni fa (allora era 4° serie). Quando si raggiunge un obiettivo così prestigioso il merito va riconosciuto all’intero “equipaggio”. Presidenza, dirigenza, allenatore e soprattutto atleti. Ragazzi che oltre ad aver dimostrato carattere hanno racchiuso nei propri sentimenti un attaccamento profondo ed una riconoscenza alla bandiera del calcio angelano. Sembra che sia rinato da parte dei numerosi tifosi un nuovo interesse per il gioco del calcio. Di sicuro il futuro sarà pieno di soddisfazioni e di prestigio seppure non mancheranno le difficoltà. Ma per questo ci sarà tempo, per ora è giusto abbandonarsi ai festeggiamenti ed ai ringraziamenti di quanti hanno creduto nel successo.

 

 

e-mail Scarica Logo sms gratuiti Webmaster Guestbook