CIAO DIRETTORE
Per la Redazione Giovanni Zavarella
È trascorso un anno da quando il
nostro direttore, Rag. Domenico Mecatti è tornato nella
Casa del Padre. Era il 2 gennaio 2001, quando la dolorosa notizia
rimbalzò da Assisi nellUmbria. I mass media non
sottrassero linformazione ai propri lettori. La sua scomparsa
ci ha lasciati tutti sgomenti.
Il suo ricordo è intatto. Gli amici ne rimpiangono, ancora
oggi, la prematura dipartita. Gli amici sostenitori della testata
de Il Rubino ne rammentano labnegazione.
I direttori editoriali e i responsabili ne lamentano lilluminato
contributo. La Redazione tutta avverte la mancanza di una penna
che per molti anni aveva animato in dialetto personaggi
di rara efficacia.
La sua prosa era immediata, semplice ed essenziale.
Mirava a risultanze senza paludamenti e filtri. Aborriva lo
scandalismo fine a se stesso.
Perseguiva un giornalismo positivo. Reale, vero, senza retrologie.
Non gradiva il giornalismo ideologico, settario, partigiano,
aggressivo, violento. Portava sempre una nota di eleganza. Non
amava la rissa. La polemica non doveva mai tracimare il buon
senso e le relazioni umane.
I nostri lettori ne rammentano limpegno e la dedizione.
E soprattutto il tratto elegante e la sobrietà nei modi.
Era un vero signore. Onesto, generoso, paziente. Non sono pochi
coloro che lo ricordano amico disponibile.
Era un gentleman di altro tempo. Pervaso dal bisogno di servizio
alla Comunità non ha fatto mai mancare il suo slancio
operativo e la concretezza dei suoi gesti.
Ci piace ricordarlo coofondatore e direttore della Gazzetta
Angelana, del Notiziario Angelano, de Il Rubino (seconda maniera).
In tempi giovanili aveva recitato per il teatro "Silvio
Pellico" e più tardi animatore di "Teatro Uno".
Negli anni sessanta si era impegnato per la costruzione della
Pro Loco, divenendone il primo presidente. Vicino al suo amore
per la Juventus, permaneva il suo affetto e il suo tifo
per l' Angelana di cui era stato Consigliere e Presidente. Da
ex Priore si era adoperato per la costituzione dell Associazione.
Sospinto da amici ed estimatori, divenne consigliere Comunale
ed Assessore di Assisi, conferendo alla funzione dignità,
discrezione ed equilibrio. Eguale servizio svolse nel Lyon Club
di Assisi. LAccademia Properziana del Subasio lo ebbe
suo socio. Non ci fa velo lamicizia.
Senza enfasi Domenico Mecatti era ed è per noi che avemmo
il privilegio di averlo amico, direttore, collaboratore, ideatore,
moderatore, sostenitore, amministratore, un uomo, un cittadino,
di preclare virtù civili, culturali e sociali.
Fu figlio affettuoso, sposo innamorato e rispettoso, padre generoso,
e nonno incantato. In verità per una memoria così
fulgida e luminosa le parole risultano insufficienti. La sposa,
i figli e i nipoti possono andare fieri di Domenico.
La splendida memoria del suo viaggio in sulla terra non può
che lenire il loro dolore. Noi de "Il Rubino" lo abbiamo
voluto ricordare ai nostri lettori, sicuri di interpretare i
loro sentimenti di riconoscenza, di gratitudine e di stima per
Domenico Mecatti.
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UN ANNO CHE SE NE VA,
E UNO CHE ARRIVA
di Bruno Barbini
Certo che è tempo di bilanci. Quando lanno solare
volge al termine tutti hanno il dovere, il diritto e lobbligo
di tirare le somme per valutare e analizzare se i risultati hanno
raggiunto lobbiettivo delle previsioni.
Ognuno lo farà per proprio conto; sia esso rivolto alla
famiglia di cui è parte integrante, sia esso rivolto allazienda
che dirige o per la quale opera, sia esso rivolto ai rapporti
interpersonali e sociali e nel cui contesto quotidianamente vive
il suo tempo.
Non vedo tuttavia la necessità, in questo momento, di riempire
grandi pagine e ricercare giudizi severi e ampollosi.
Può essere sufficiente sintetizzare che se riteniamo di
aver operato bene, lauspicio dovrà essere quello
di continuare, se, invece, desideriamo attribuirci un risultato
modesto, non può che rafforzarci il proposito di migliorare
in futuro.
Il tempo non inganna, impercettibile ma inesorabile scorre.
Cè sempre più bisogno di buona volontà
ed ognuno di noi può prenotare la parte che non ha ancora
preso.
Un altro anno ed un altro bilancio ci aspettano, Per ciò
che sapremo fare di positivo a vantaggio di noi stessi, non dimenticando
gli altri (compresi gli ultimi), qualcuno sicuramente poi ci pagherà
il conto.
Nella mia veste di direttore il bilancio istintivo è rivolto,
ovviamente, a il RUBINO.
Raccolta la cospicua eredità lasciata, per causa di forza
maggiore e proprio un anno fa, dal direttore Domenico Mecatti,
non posso che ritenermi soddisfatto per lesperienza guadagnata
ed i buoni risultati complessivi ottenuti.
Ho avuto testimonianza che IL RUBINO è amico di tanta gente,
che ha potenzialità per crescere ancora e diventare più
importante. Ci sono in cantiere interessanti progetti che saranno
messi in campo con il nuovo anno grazie anche alla sensibilità
e passione di tutti i collaboratori.
Non è proprio il caso di scendere nei dettagli della cronaca
o della critica di qualsivoglia angolazione giornalistica.
Neanche sulla illuminazione natalizia delle vie angelane: bene
o male e, grazie alla buona volontà, lalbero e le
luci sono arrivate.
Non tante, un po in ritardo, ma sono arrivate!
Allora al direttore compete il dovere di ringraziare i colleghi,
tutti i collaboratori, per il lavoro svolto e per lo spirito di
sacrificio dimostrato in ogni occasione e chiedere, per il futuro,
ancora disponibilità.
Associandomi a loro, certo di condividerne lo spirito, ringrazio
gli abbonati del giornale, gli inserzionisti che hanno consentito,
con la loro partecipazione, di contenere i costi di stampa, ed
i lettori tutti verso i quali ho lobbligo e il piacere di
formulare gli auguri più sinceri per un Natale pieno di
doni ed un nuovo Anno ricco di felicità e gratificanti
aspettative.
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Un'iniziativa della
nostra Parrocchia
ADOTTARE UN BAMBINO LONTANO SIGNIFICA AMARLO DA VICINO
Con poco puoi:
-salvare la vita di un bambino;
-vestirlo e nutrirlo;
-contribuire alla sua formazione scolastica;
-prepararlo alla vita,
-fargli guardare con gioia e fiducia lavvenire;
-aiutarlo a sentirsi amato e ad amare.
Le adozioni sono destinate ai bambini assistiti dai nostri Confratelli
missionari in Africa e in Kazakistan.
Ladozione comporta il versamento di Euro 26 (Lire 50.343)
mensili per il periodo che si ritiene opportuno.
Le adozioni vengono consegnate direttamente ai missionari.
Le adozioni possono essere fatte da singoli, da famiglie e da
gruppi ecclesiali sportivi, scolastici, culturali e ricreativi,
Per i versamenti:
1. Rivolgersi in parrocchia: Via Capitolo delle Stuoie, 23 ore
9-12; 15.00-18.00 Tel.075-8019088
2. Versamento su C.C.Postale n° 11985066 intestato a:
Parrocchia S.Antonio Abate-S.Maria degli Angeli-Assisi
3. Versamento su C.C. Bancario n° 7890/37 intestato a:
Parrocchia S.Antonio Abate-S.Maria degli Angeli-Assisi
Specificare: Per adozioni Kazakistan o Africa
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Assisi e il Natale
I PRESEPI DI MICHELANGELO PULCIONI
"Ho seguito prima gli insegnamenti di un francescano che
viveva alla Porziuncola, padre Luigi Bucalossi, poi del pittore
e scultore Italo Costantini. Dal primo ho imparato a non gettare
via nulla, carta, stoffa e legno, dal secondo ho fatto tesoro
dei segreti della luce e della scenografia".
Parole di Michelangelo Pulcioni, angelano, da mezzo secolo costruttore
di presepi. Ne ha realizzati circa quattrocento, riuscendo ad
unire il senso della universalità coniugata al microcosmo
della più semplice scena rupestre.
I primi presepi di rilievo sono stati allestiti sul sagrato della
Basilica di Santa Maria degli Angeli, nella cappella di Sant'Antonio
e nei pressi del Roseto.
Quest'ultimo, esposto per quattro anni, era tutto movimentato,
con statue in terracotta di altezza variabile tra 8 e 60 cm.
Realizzazioni simili gli sono state commissionate dalla Jugoslavia,
ma altre opere hanno preso la via dell'Italia e persino d'oltre
oceano sino a sbarcare nelle Americhe.
Nel 1975 si è distinto per una Natività luminosa
in policarbonato, collocata sopra il portico della Basilica di
Santa Maria degli Angeli: aveva un'altezza di quattro metri e
una profondità di sei, in seguito diventerà il marchio
dell'Associazione.
Nel 1994 allestisce la prima mostra personale in collaborazione
con la Pro Loco di Santa Maria.
Due anni più tardi Michelangelo fonda l'Associazione Culturale
"Amici del Presepio di San Francesco d'Assisi" che conta,
oggi, un centinaio di soci.
"In occasione del Giubileo del 2000 - spiega Pulcioni - ho
unito l'elemento della universalità del pensiero francescano
con la fonte del pensiero stesso.
Un globo terracqueo con un lento movimento si apre in quattro
spicchi, emerge la Porziuncola e all'interno di essa il Serafico
celebra la comparsa di Gesù sulla terra".
Dai presepi tradizionali a quelli polacchi, russi, ucraini: Michelangelo
effettua studi a "tutto campo": "La mia aspirazione
è quella di poter realizzare una mostra permanente, proprio
qui, nella patria di Colui che ha introdotto per primo, nelle
nostre case, la suggestiva tradizione del presepio.
Ogni anno dico di abbandonare, poi, quando arriva il Natale, la
grande passione mi riassale".
Una grande passione, materializzata proprio a Santa Maria degli
Angeli, nella esposizione di Via Micarelli 8, a due passi dalla
Porziuncola.
Quest'anno Michelangelo ha voluto realizzare una ventina di nuovi
modelli che portano la collezione esposta ad oltre cento pezzi.
Campanili e guglie, a coronamento di edifici religiosi dell'oriente
cristiano, con ambientazioni russe, cecene, polacche.
Una novità assoluta per l'Umbria e forse per l'Italia,
a testimoniare ancora una volta la grandezza di una fede e di
un misticismo che non conoscono confini.
Adriano Cioci
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NATALE O INTIMITA'
Indagate nellintimo del vostro animo o, se volete (e il
chiasso di questi giorni - chiasso materiale e chiasso morale
- non ve lo impedisce di certo), improvvisatevi cronisti e interrogate
i vostri amici o chiunque altro non vi accolga con sospetto...
Scoprirete che il contenuto fondamentale della festa che celebriamo,
spiegazione di quella gioia che quasi tutti proviamo, è
data dal sogno lontano e dal desiderio mai spento dellintimità.
Il momento più atteso è quel ritrovarsi, tra intimi,
nel tepore di una casa pulita e ornata, naturalmente con tavola
imbandita, al centro (dipende dalle latitudini, la zuppiera fumante
dei tortellini o il tacchino arrostito e trionfante, poco conta),
la casa chiusa, terminate anche le ultime telefonate; chiusa,
per il momento, anche alle amicizie che non siano appunto quelle
più intime: tutto basato naturalmente sulla presenza dei
familiari più "intimi", meglio se presenti degli
anziani, meglio ancora se presenti dei bimbi.
Almeno uno.
E qui la rivelazione di come funziona lincanto, è
presto detta: quello che soprattutto linfanzia ha inciso
con impronta indelebile sul nostro inconscio. Ah, benedetta e
colpevole infanzia, quali ferite ci hai lasciato!
E vero che lintimità abita anche fuori di questi
giorni, e anche al di fuori di quel momento magico familiare.
Ma ogni altro ricordo dellintimità ha quasi sempre
il sapore del Natale...
Non è effluvio dellintimità natalizia lo sbucciare,
già a novembre, del primo mandarino? Non è forse
San Martino col suo vino frizzante, amarognolo come ladolescenza,
a darci il primo annunzio del Natale vicino? E le castagne? Quelle
arrostite non risvegliano subito il pensiero di ceppi ardenti
e di caminetti scoppiettanti?
In chi scrive si fa vivo il ricordo di quel ritorno alla propria
casa, che più o meno tutti abbiamo fatto, nellimminenza
del Natale. Dal lavoro in trasferta, lontano? Dal collegio? Dalla
caserma? Dalla pensione per gli anni delluniversità?
Per quel corso indispensabile allo sviluppo eventuale di una carriera?
In uno di quei ritorni, lauto di chi scrive, si fermò
sulla via di un colle, permettendo lingresso in una di quelle
bottegucce di paese che non ci sono più...Ecco lacre
e gradevole profumo di un sigaro toscano sulle labbra del vecchio
avventore, ecco lodore delle aringhe nel bariletto semiaperto,
ecco gli effluvi inconfondibili di certi caci genuini, di certi
prosciutti...veramente prosciutti! Inconfondibile intimità
di osterie scomparse.
Non preludevano già a quel richiamo prodigioso di incontri
affettuosi, di un festeggiare intimo, invano ricercato nelle pur
gradevoli luminarie dei nostri tempi?
Intimità natalizia delle tombolate con i nostri cari, con
i nostri amici...Tombolate a volte anche noiose, quindi alla scoperta
del sette e mezzo, del mercante in fiera, della terribile bestia..."Quan
se gioca a bestia" mi disse una volta un contadino del Piano
del Tevere "tocca de sté zitte, fumae e...bastignae...".
Il quale ultimo verbo non giova allintimità e tanto
meno a quella natalizia!
Ma i lugnhi silenzi prima che il tombolino fatidico assegni il
gruzzolo al fortunato, la lunga pausa prima di gettare la fatale
carta, i bicchierini che corrono per innaffiare torrone, amaretti,
pinoccate...Si, questo fa parte dellintimità di cui
parliamo e pensiamo, se vogliamo unautentica associazione
di idee tra Natale e intimità.
Se, poi, sul tetto della nostra illuminata felicità si
posasse anche un largo mantello di neve?
Allora lintimità sarebbe completa.
Di Mario Cicogna
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