Alcuni articoli

de "Il Rubino" di Febbraio 2002

GLOBALIZZAZIONE !
di Bruno Barbini

Sic et simpliciter...
SULLA PRIORANZA DEL PIATTO DI S.ANTONIO

Un interessante incontro-dibattito
"IL TRAUMA CRANICO"

L'ASSEMBLEA ANNUALE DELLA C.R.I. Sezione di Assisi

LA SALA BINGO GIOTTO A SANTA MARIA DEGLI ANGELI

UN GRUPPO DI SESSANTENNI ANGELANI HA FESTEGGIATO COSI’

 

GLOBALIZZAZIONE !
di Bruno Barbini

Termine molto usato in questi ultimi tempi.
Ha creato persino seri problemi quando una parte rappresentata da uomini del potere politico, proponendone l’applicazione, si è scontrata con un’altra che ne sosteneva la non applicazione.
In verità, per ora, la scelta della globalizzazione ha appena sfiorato le masse che si sono limitate ad assistere quasi passivamente agli eventi.
Eppure giungerà presto il momento in cui anche le masse dovranno farsi carico dell’immenso problema della globalizzazione se non vorranno poi essere sopraffatti dalla stessa.
Il mio pensiero in proposito.
Per ora mi pongo in una posizione di attesa e mi riprometto di seguire attentamente gli sviluppi.
Posso essere favorevole a che le multinazionali di banche e commerci si uniscano per gestire in forma più coordinata i mercati e trovare quindi economie nei costi e una migliore razionalizzazione delle risorse. Posso essere d’accordo che una valida forma di globalizzazione parta dalla base per tutelare al meglio i diritti dei più deboli e che faccia crescere la società. Nel rispetto dei diritti, nel rispetto delle religioni, nel rispetto dell’ambiente, nel rispetto di uno sviluppo sostenibile, nel miglioramento della qualità della vita, soprattutto per quella ampia parte del mondo che, magari per comodità, definiamo meno fortunata.
Non ho ancora capito però come faremo o come faranno a globalizzare la società, porre cioè un gruppo di fronte all’altro, una persona di fronte ad un’altra persona, perché insieme possano trovare unità d’intenti.
Può essere difficile, ma è possibile, che si capiscano due soggetti di lingua diversa, due soggetti di cultura diversa, due soggetti di età diversa. Non sarà mai possibile che si uniscano un buono e un cattivo, un ingenuo e un furbo, un violento e un pacifista, un onesto e un disonesto!
E allora, la conclusione che traggo, per ora, ed in attesa di eventi futuri, è che intanto i cattivi, i furbi, i violenti, i disonesti siano posti immediatamente fuori gioco.
La globalizzazione per una società migliore non può che cominciare da qui.
E' vero che c'è poi una legge di natura che dice: "tutto il male che si fa, poi nella vita ritorna"! Ma nel concetto concreto del globalizzare questa sarebbe pia illusione.

Torna su


Sic et simpliciter...
SULLA PRIORANZA DEL PIATTO DI S.ANTONIO


Ill.mo Sig Direttore de "IL RUBINO"
S.MARIA DEGLI ANGELI

Egregio Direttore,
Ho letto con curiosità ed interesse, "sic et simpliciter", l’articolo del Sig.V. Cavanna, relativamente alle “considerazioni sulla Festa del Santo Patrono” ma in particolare sull’inserimento “dell’altra parte del cielo” nella Prioranza del Piatto di Sant’Antonio. Poiché la redazione de “Il Rubino” si è resa disponibile ad accogliere giudizi e pareri, esprimo, con molta umiltà, i miei punti di vista.
Il Sig.Cavanna constata che il muro maschilista è duro a cadere sia nell’opinione di alcuni nostri concittadini che fra qualche componente dell’associazione dei Priori e auspica che questa avversione all’entrata delle donne nella Prioranza venga presto superata, perché la componente femminile abbia la possibilità (?) di dare una svolta per coinvolgere di più la gente nell’attività della manifestazione.
Allora veniamo all’analisi dei fatti.
Il Piatto di S.Antonio è una "delle più simpatiche tradizioni” che ha le fondamenta nel festeggiare un ringraziamento per “grazia ricevuta” con l’offerta del “piatto” ai poveri (di ogni specie), gratuitamente.
La custodia di questa tradizione per un certo numero di anni fu tenuta in maniera amichevole da alcuni personaggi angelani (‘l Sor Neno Biagetti) in collaborazione con il Parroco (P.Raffaele Piegrossi) e tanti altri.
Poi il numero degli ex Priori aumentò nel tempo e per mantenere il ricordo della prioranza e poter continuare a far vivere le emozioni, nacque l’Associazione.
Ecco quindi i due fondamentali elementi del Piatto di S. Antonio: la tradizione sorretta dai Priori e il mantenimento del contenuto della Tradizione, custodito dall’Associazione composta da ex Priori.
Tutto questo allo stato degli atti esiste?
I Priori serventi fanno liberamente quello che ritengono più opportuno, tenendo conto di quel poco che è rimasto della tradizione del Piatto, ampliando e gareggiando con i precedenti nel fare manifestazioni costose che a volte non penetrano nel tessuto cittadino ma che, addirittura, sono di “importazione” (la corsa dei cani da slitta?!?…), quindi non sentite e partecipate dall’angelano se non come spettatore passivo.(L’ingente costo, inoltre, non stimola il desiderio di essere nominato (cacciato) Priore).
E la festa rimane solo godereccia per la mangiata "delle polpette, dei fischioni e quant’altro”.
L’Associazione che cosa può fare??? Ben poco; la “magnata dei fagioli colle cotiche”,……….una sbicchierata di vino…….
Non ha avuto mai, purtroppo, un’autorevolezza ed una potestà per custodire, guidare e proteggere, sviluppare la tradizione, la cultura della nostra comunità angelana.
Sarebbe interessante che questa Associazione legalmente costituita e governata da uno Statuto, con il Patrocinio della “Pro-Loco”, potesse reggere tutte le tradizioni angelane che non si fermano solo al Piatto di S.Antonio, ma che vanno alle Feste di Pasqua, alla processione del Venerdì Santo alla benedizione delle torte, dal dono dei mostaccioli al Transito di S.Francesco, al potenziamento dei mercatini settimanali e alla più grande fiera dei Santi, dagli alberi di Natale ai Presepi, alla festa del Perdono.
Ci siamo fatti “rubare” in questi giorni, dal Vescovo di Terni per S. Valentino, la “Festa dell’Amore” per la riconciliazione fra un Ebreo e un Palestinese. E noi?… Abbiamo abbandonato la “Festa del Perdono” dopo il tentativo, appena riuscito, data la precarietà e la poca competenza, fatto alla “Porziuncola” nella ricorrenza del 2 Agosto 1985, a quaranta anni dal lancio della prima bomba atomica. Facemmo “riconciliare” una giapponese, sopravvissuta al bombardamento di Hiroshima e un giovane figlio di un soldato americano….furono momenti commoventi ed esaltanti, ricchi di significato per il fatto ricordato,.
Quanti personaggi, nemici fra loro, potremmo far incontrare e tentare di farli riconciliare ad Assisi alla Porziuncola, per la “Festa del Perdono”?
Quante risposte avremmo? Quale immagine daremmo al Mondo intero, “sfruttando” gli accorati messaggi “assisani” del Santo Padre Giovanni Paolo II?? Quanti incontri, conferenze, convegni si potrebbero proporre, sul perdono, la riconciliazione fra gli uomini?!
Molti si riempiono la bocca della parola “pace” e la lanciano da Assisi, ma nel nostro territorio pochi fatti significativi, concreti vengono celebrati e gestiti per iniziative nostre proprie, di laici, in armonia con la vocazione del territorio, per farci vedere chi siamo e che cosa abbiamo da difendere e far conoscere, quale prezioso patrimonio abbiamo a custodia.
Non possiamo delegare ad altri, quello che ci compete e ci spetta come nativi e difensori delle tradizioni, della cultura e dei valori umani assisani e francescani della nostra terra.
Costituiamo veramente qualcosa di organico con regole chiare ma che diano nobiltà, carattere, immagine alla nostra cittadina senza uscire dalla caratteristica del nostro territorio prettamente religioso e francescano, magari inventando qualcosa di più e di diverso di quello che i nostri ottimi concittadini Frati Francescani hanno fatto e stanno facendo.
Dopo potranno anche esserci le “Prioresse”, ma oggi non sprechiamole (non possono essere solo oggetto di attrazione!!), non inseriamole in un contesto che “gli uomini” non hanno ancora assunto, ben individuato e definito.
Con viva cordialità. Marcello Piccioni

Torna su


IL CONVITTO NAZIONALE DI ASSISI "Principe di Napoli"
SALUTA IL SUO RETTORE


Riteniamo doveroso riportare integralmente il testo della lettera di commiato che il rettore prof. Nicola Suppa
ha inviato ai suoi ex allievi ed il ringraziamento, il saluto fraterno e riverente dell'ex convittore dott. Pio De Giuli
Nicola Suppa


Nel lasciare la direzione del collegio, dopo venticinque anni di ininterrotta attività, desidero rivolgere un caro ed affettuoso pensiero agli ex allievi, sia a coloro che ho direttamente contribuito a guidare e a formare durante il mio rettorato, sia a tanti altri che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare partecipando ogni anno ai convegni dell’Associazione Nazionale.
Profondamente legati alla benemerita istituzione che li ha visti crescere ed avviarsi alla vita, tutti, indistintamente, hanno sempre sostenuto il mio delicato compito attraverso il prezioso costruttivo apporto di consigli e di suggerimenti, nonché attraverso le frequenti attestazioni di considerazione e di fiducia che spesso tanto aiutano a proseguire nel cammino intrapreso.
Ad essi voglio manifestare il mio più vivo ringraziamento che non può dissociarsi dall’espressione di un sentimento di cordiale amicizia e vicinanza, rafforzato peraltro dalla lunghissima consuetudine di collaborazione.
Auguro al sodalizio degli ex alunni un avvenire luminoso che, a mio avviso, dovrà fondarsi soprattutto su una forte carica di unione, tale da consentire, anche negli inevitabili momenti di pessimismo e talvolta di stanchezza, il superamento di tutte le divergenze in vista del raggiungimento più completo delle finalità istituzionali.
Un commosso omaggio sento di dover porgere a tutti gli ex alunni scomparsi il cui ricordo rimane fortemente impresso nella memoria mia e di tutti i sodali della comunità collegiale.
Una intensa coinvolgente emozione mi pervade tutte le volte che rivolgo ad essi il mio pensiero.
Nell’impossibilità di citarli tutti, vorrei simbolicamente richiamare alla comune memoria perlomeno i presidenti dell’associazione Gaetano Calducci, Domenico Conti e Giuseppe Pantano, personaggi di notevole carisma umano e professionale che mi pregio e mi vanto di aver conosciuto personalmente.
L’arco temporale in cui ho esercitato le funzioni di rettore e di preside del Convitto nazionale è stato contrassegnato, quasi parallelamente , dalla lunga presidenza dell’Associazione di Aldo G. Rimassa, imprenditore serio ed illuminato, che non solo ha avuto il grande merito di rilanciare concretamente il sodalizio con numerose valide iniziative, spesso da lui stesso sovvenzionate con rara generosità, ma ha saputo anche rivitalizzare i legami tra la municipalità assisana e la grande famiglia degli “Ex”, ottenendo la cittadinanza onoraria della Città di S.Francesco.
In questo momento di congedo vorrei partecipargli tutta la mia gratitudine, la mia amicizia e la mia simpatia con un forte fraterno abbraccio.
Un fervido augurale saluto intendo rivolgere inoltre all’attuale presidente dell’Associazione, Ettore Anselmo, giovane e brillante avvocato, che già dai primi passi compiuti nell’esercizio della sua nuova carica ha dimostrato di possedere, oltre alle doti di concreto e abile organizzatore, una spiccata sensibilità nei confronti delle memorie più care a tutti gli allievi del collegio, curando tra l’altro la posa della lapide inaugurata l’estate scorsa in onore dei generali pluridecorati Manrico Gibelli ed Aldo Meoli eroi dell’ultima guerra mondiale.
Nel ricordare infine l’opera qualificatissima svolta da Enzo Rossi per lunghi anni valente direttore del Giornale degli “Ex”, mi sia consentito di salutare e ringraziare anche l’attuale direttore Pio De Giuli, pubblicista fine e preparato, la cui funzione appare oggi sempre più insostituibile.
Nel dichiararmi in ogni momento a disposizione degli allievi del Convitto, rinnovo a tutti, non senza un sottile fremito di commozione, il saluto più vivo e sincero augurando ogni bene.

LA LUNGA CARRIERA DEL RETTORE NICOLA SUPPA
Pio de Giuli

Dopo 47 anni dedicati alla Scuola, con il 1° settembre 2001, Nicola Suppa ha lasciato il servizio per improrogabili limiti di età.
L’evento, ancorché annunciato da tempo e confermato nel convegno dello scorso giugno, è destinato a suscitare, anche nella comunità degli ex convittori , una traccia profonda.
Infatti il Rettore Suppa, nei venticinque anni del suo incarico (1976-2001), il più lungo nella storia del “Principe di Napoli”, seguito da quelli di Sebastiano Veneziano (1956-1973), di Edoardo Sighele (1890-1903) e di Giovanni Barbieri (1941-1952) è stato sempre vicino all’Associazione degli Ex Allievi che ha sostenuto con entusiasmo ed impegno, ben al di là di quanto avrebbe richiesto la veste istituzionale di Vice residente di diritto.
Ne fu significativa dimostrazione la volontà di ricevere (cfr.Bollettino Ottobre 1995 II), in occasione del Convegno dell’anno 1995, la Medaglia d’Oro di “Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte”, prestigiosa onorificenza ministeriale, ampiamente meritata. Già allora, interpretando sentimenti diffusi, ebbi modo di manifestargli la nostra riconoscenza, ufficialmente nell’articolo di prima pagina. Oggi non posso che confermarla.
Ma il legame tra Nicola Suppa e gli Ex Convittori non si è limitato ai momenti solenni e protocollari, è stato vissuto senza interruzioni né ripensamenti fin da quando in qualità di “maestro comandato” iniziò il suo lungo rapporto con il “Principe di Napoli”: giovane tra i giovani ne condivise le ansie e le inquietudini, affinando quelle doti di educatore che gli hanno permesso di guidare la complessa comunità attraverso la non facile transizione degli anni recenti e di garantirne la sopravvivenza con una amministrazione oculata e, ad un tempo, lungimirante.
Ha conservato intatte nel tempo quelle attitudini al comando e quell’entusiasmo che aveva già manifestato, giovane ufficiale del Corpo dei Bersaglieri, in forza al 182° Battaglione Corazzato “Garibaldi” di stanza a Sacile, nel Friuli.
Il suo collocamento a riposo ha suscitato vasta eco nella stampa locale e numerose attestazioni di stima delle Autorità civili e religiose, dei tanti operatori ed utenti che a vario titolo sono stati in rapporto con lui: ne va giustamente fiero.
Dopo aver deciso di prolungare fino al massimo consentito la sua carriera, si è preparato psicologicamente al momento del distacco che, come tutti i momenti cruciali della vita degli individui, fonde elementi positivi (la gratificazione di un percorso impegnativo onorevolmente condotto a termine) con inevitabili momenti di malinconia (la separazione da una realtà sentita come propria, come parte di sé, sicuramente amata): Mi ha confidato, nel corso di un recente colloquio, di voler rifluire serenamente nella propria dimensione privata.
Sarebbe un vero peccato perché Nicola Suppa ha ancora molto da dare come uomo di cultura e come esponente di rilievo della articolata e composita socialità cittadina.
E in ogni caso gli Ex Convittori non glielo consentiranno pretendendo la sua presenza a tutti i Convegni del futuro prossimo venturo.
Questa ultima importante “Bandiera” non può né deve essere ammainata: “Ad multos annos, Rettore Suppa!”con fraterna amicizia.


Torna su


Un interessante incontro-dibattito
"IL TRAUMA CRANICO"

La Sala della Conciliazione di Assisi il giorno 23 febbraio 2002, alle ore 17, ha ospitato l’incontro dibattito “ Il Trauma cranico, prevenzione e aiuto al ritorno alla vita”.
Lo hanno organizzato i clubs dei Lions di Assisi,Foligno, Gualdo Tadino, Nocera Umbra e Spoleto e si sono avvalsi di qualificate personalità della medicina umbra.
L’incontro è stato introdotto, secondo la formula Lionistica con la lettura del codice d’onore di base del Club, da parte del cerimoniere Luca Chiocchetti e il saluto dell’Ing. Maria A.Natali, presidente del Club di Assisi.
L’argomento, dopo il saluto del Governatore, portato da parte di Sira Guerra, è stato intelligentemente introdotto dal dr. Antonio Frascarelli, officer distrettuale Lions Clubs, che ricorrendo a funzionali citazioni statistiche ha mostrato l’incidenza drammatica del fenomeno del trauma cranico.
Il dr. Massimo Paggi ha presentato i due oratori ufficiali, il dr.Pio Boncristiani, direttore struttura complessa neurochirurgia dell’Ospedale Silvestrini di Perugia e il dr.Gianfranco Perticoni, responsabile struttura complessa di neurofisiopatologia dell’ospedale Silvestrini di Perugia. Ha giustamente profuso parole di stima, di apprezzamento, di ammirazione e di amicizia per le due qualificate personalità della medicina umbra.
I due noti professionisti hanno esaminato, in modo complementare il tema, offrendo letture esaurienti, in termini medici e sociali. Ambedue hanno sottolineato l’importanza della prevenzione del fenomeno che è diventato una vera emergenza sociale. Non sottraendosi dall’offrire informazioni e consigli, rispetto a un fenomeno che non può essere sottostimato. Ambedue si sono avvalsi di illuminanti lucidi che hanno accompagnato le loro chiare parole.
Non è mancato un stringato dibattito. Ha ringraziato e salutato gli ospiti e gli oratori il Presidente del Lions Club di Assisi, Mario A.Natali.
A buon conto i Lions Clubs organizzatori del Convegno hanno distribuito gratuitamente un sintetico opuscolo, ad integrazione informativa degli intervenuti.
G.Z.

Torna su


L'ASSEMBLEA ANNUALE DELLA C.R.I. Sezione di Assisi

La sala della “Domus Pacis” di Santa Maria degli Angeli ha ospitato il giorno 16 febbraio 2002, alle ore 17, l’annuale assemblea della C.R.I., sezione di Assisi.
Erano presenti la maggior parte degli addetti delle quattro sezioni.
Hanno presenziato le autorità comunali. In particolare: il Presidente del Consiglio Comunale Prof.Gianfranco Costa, gli Assessori Municipali, Ins. Elena Centomini, il Prof. Eraldo Martelli, il Prof. Emiliano Zibetti, Pirro Pirenei, Rossano Valorosi e il consigliere Comunale Martellini. Ha portato il saluto, l’apprezzamento e il ringraziamento dell’Amministrazione locale il vice sindaco Ing.Claudio Ricci.
La prima relazione dell’annuale assemblea è stata tenuta dal Responsabile del Comitato Ins.Maurizio Biagioni che ha specificato i servizi resi alla Comunità locale. In poche parole Biagioni ha offerto anche le linee di programma e si è auspicato l’acquisto di una sede stabile.
Le altre relazioni sono state fatte da Vincenzo Cerrito, Ispettore di Gruppo Volontari di soccorso, da Maria Paola Pucci, Presidente sezione femminile, da Maddalena Cruciali, Ispettrice Pionieri e da Sorella Luciana Panfili, Ispettrice Infermiere Volontarie.
L’intervento del Col.Medico Militare Regionale Pagliacci ha espresso voti augurali per una sezione militare, in memoria e in riconoscenza del grande personaggio assisano della Croce Rossa internazionale, Pennacchi.
L’ultimo contributo è stato dell’Assessore Eraldo Martelli che ha evidenziato l’impegno e gli sforzi appassionati profusi da Maurizio Biagioni in tanti anni di meritoria attività.
I riconoscimenti annuali sono andati a Graziella Gallorini, Alessio Cappelletti, Camillo Baldoni, Simone Brunetti, Cristina Bastianini, Francesco Tozzi, Rita Bastianini, Giovanna Raspa, Liliana Bianchini, Rosanna Torretti, Franca Manganelli, Cordiano Andrea, Anna Fron, Robert Fron, Roland Fron, Elisa Pilli, Luana Ridolfi, Claudia Bisogno, Aurora Cimarelli, Lucia Pettirossi e all’Istruttore Pagliacci.
A conclusione Biagioni ha consegnato alle responsabili delle quattro sezioni assisane della Croce Rossa i tricolori da esporre negli edifici di rappresentanza.
Giovanni Zavarella

Torna su


LA SALA BINGO GIOTTO A SANTA MARIA DEGLI ANGELI

Alla presenza del Sindaco Dr. Giorgio Bartolini, del vice sindaco Ing. Claudio Ricci, degli assessori Eraldo Martelli, Elena Centomini, Emiliano Zibetti, del Vicepresidente Regione Umbria Vannio Brozzi, del Sen.Maurizio Ronconi e del Sindaco di Bastia Lazzaro Bogliari è stata fatta l’inaugurazione ufficiale.
Ha benedetto la bella sala il Parroco di Santa Maria degli Angeli P.Francesco De Lazzari.
Alle parole d’occasione del Sindaco ha risposto il Dott. Antonio Porsia, Amministratore della Bingogest SpA, società di gestione Sale Bingo in Italia.
La sala Bingo, chiamata sala Giotto, ha una superficie di circa 700 metri quadrati. Ci sono postazioni per circa 350 posti. Non manca la ristorazione.
Sono state raccolte alcune impressioni: il parroco ha auspicato che i cittadini giochino con prudenza e moderazione. E’ un gioco e non deve diventare una dipendenza. Il Sindaco della città ha messo in evidenza la qualità dell’immobile e il valore aggiunto per il territorio turistico. L’Assessore Eraldo Martelli ha rilevato il momento occupazionale. La realizzazione aumenta i luoghi di incontro.
Può essere un modo nuovo per stare insieme.
Comunque non è mancata una contestazione da parte dei residenti contigui alla struttura del Bingo a proposito dei parcheggi. La contestazione si è materializzata con la circolazione di un volantino.
In definitiva possiamo affermare che la curiosità del gioco è veramente tanta. Si fa la fila per entrare. Non mancano alcune riflessioni in ordine al fenomeno del gioco Bingo.

Torna su


UN GRUPPO DI SESSANTENNI ANGELANI HA FESTEGGIATO COSI’

Simpatica idea quella dell’improvvisato comitato che ha organizzato la festa dei “giovani sessantenni”. Ha aderito un bel gruppo di angelani che il 16 dicembre 2001 si è ritrovato davanti alla Basilica Patriarcale per partecipare alla Santa Messa delle 11.30.
Ha officiato il Padre Custode che non ha mancato di rivolgere al gruppo parole di compiacimento e di augurio. Il programma prevedeva poi l’immancabile appuntamento al ristorante.
Menù tradizionale, nel rispetto dell’età dei “buongustai”; il tutto servito con particolare maestria dai fratelli Marchetti del ristorante
“Il Moro”.
In allegria, con sorprese e pergamene ricordo, uniti da un patto di ferro gli ospiti si sono dati appuntamento al prossimo anniversario.

Torna su


L’ULTIMO SALUTO
DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI
A PADRE GIACINTO CINTI

Non si può essere nella tristezza dando l’ultimo saluto terreno a Padre Cinti.
Abbiamo avuto la grazia e la gioia, come comunità parrocchiale, di incontrarlo nella nostra vita, di conoscerlo, averlo avuto come parroco per vent’anni e poi... continuare ancora, con la sua costante presenza, un quotidiano ed amorevole servizio nel nostro paese ed anche nelle comunità limitrofe.
Uomo di cultura, di pensiero, informato su tutti gli aspetti della vita sociale, con una mente aperta alle vicende dei tempi; critico, riflessivo e profondo conoscitore delle Scritture.
Era facile alla commozione, e sapeva entrare nell’animo di tutti, osservando, ascoltando e leggendo nel profondo di ognuno.
Autore di libri, biografie che rimarranno memoria e testimonianza della sua vita al servizio della chiesa, della comunità parrocchiale, dei fratelli.
Insegnante di religione ha avuto la possibilità di conoscere tanti ragazzi educandoli a quei valori che sono radice profonda per la vita.
Quando li incontrava già grandi i suoi occhi si illuminavano e per ognuno aveva qualcosa di personale da ricordare.
Le celebrazioni domenicali, la preparazione alla Messa Parrocchiale con i banchi gremiti di ragazzi, di famiglie, resteranno nel ricordo di ognuno di noi.
La sua malattia è stata un esempio per tutti noi avendola vissuta nella completa adesione alla volontà di Dio offrendo la sua sofferenza per la nostra parrocchia.
Ci mancherà la sua piccola figura di anziano fraticello.

Torna su


KALENDIMAGGIO
di Aldo Calzolari

Abbiamo sott’occhio le riformanze attente e puntuali dell’ente Calendimaggio e siamo così stati informati degli incontri istituzionali, delle problematiche finanziarie, delle necessità logistiche, delle cariche e degli incarichi cioè, in soldoni, della fredda burocratizzazione della festa laica, popolare e pagana più bella di Assisi.
Perché ho usato l’espressione “fredda burocratizzazione”? Ci sono stato tirato per i capelli quando arrivato alle ultime righe delle riformanze ho letto testualmente: “Nel corso della discussione (incontro del 18.12.2001-n.d.c.) è emersa la proposta di un convegno che specifichi natura ed aspetti del Calendimaggio”! – Il punto esclamativo è d’obbligo.
Dopo cinquant’anni dalla sua “nascita” -o meglio- dalla sua rinascita, perché Arnaldo Fortini l’aveva creato, seppure con più dimessa coreografia nel 1928, le 32 persone, elette o nominate, responsabili della festa sono ancora alla ricerca di un corale bla bla (vulgo convegno) per sapere natura ed aspetti del Calendimaggio?
C’è una netta contraddizione di termini e cioè si accetta di dirigere, organizzare, potenziare una manifestazione della quale non si conoscono né natura né aspetti.
Secondo me (un secondo me confortato anche e soprattutto dai convincimenti di Biffis, Caldari e Sergiacomi che così la vollero cinquanta anni or sono) la Festa del Calendimaggio, come prima cennato, ha una natura laica e pagana ed un solo aspetto popolare.
Comunque il problema più importante è quello delle sfilate, da sempre caotiche e confuse con una commistione di epoche da far rabbrividire, con figuranti i cui costumi spaziano, nel migliore dei casi, dal ‘200 al ‘500 con effetti stridenti come se alla Quintana di Foligno, impeccabile nella sua ricostruzione storica, vedessimo sfilare, magari a cavallo, accanto al vincitore o alla più bella dama che so… il Generale Custer!
Comunque, in tutte le sfilate che ho visto o potuto vedere la parte più bella – sia sopra che sotto – è quella che rappresenta il popolo, quello vero, con un P sola!
Che freschezza, che gioia, che primavera, che gioventù, che allegria in quei popolani così veri, autentici, generosi, convinti, a contrasto con i rigidi figuranti manichini insaccati in costumi felliniani o vagamente ispirati a Brancaleone da Norcia.
Tra i membri nominati dal Presidente – come ci dicono le riformanze – non c’è un coreografo né un costumista né un professore di Storia dell’Arte.
Basterebbe un professore di Storia dell’Arte – mi permetto di avanzare il nome di Enrico Sciamanna – per impedire, mi si scusi l’iperbole, indispensabile per rendere comprensibile l’assunto, che Galileo Galilei sfili accanto ad Abrahm Lincoln.
Segue poi il problema delle scene di parte incongruenti ed inutili in un contesto che si chiama festa perché invisibili a tutti – tranne pochi amici degli amici ed alla Giuria – con spreco di creatività, intelligenze, prestazioni e denaro.
Perché non si ritorna alla recita in una piazza come già avvenne tanti anni fa con spettacoli che suscitarono ammirazione nei giurati e soddisfazione del pubblico?
Parliamo della “rappresentanza araldica”.
Compatisco il Dr.Maurizio Della Porta: come farà a scegliere le rappresentanti femminili… quale ragazza non si sentirà la più bella del reame? Chi giudicherà del loro incedere, della loro altezza, della loro venustà, della loro grazia, del loro comportamento? Non dimentichi il Dr. Della Porta che Orfeo riuscì ad ammansire le belve, ma fu sbranato da alcune fanciulle, magari un po’ su di giri, appunto le baccanti!
A parte la facile ironia sono contrario a queste esibizioni che snaturano lo spirito autentico del Calendimaggio, Assisi per essere conosciuto non ha bisogno di spot e chi vuole vedere le nostre fanciulle, tutte belle ad ogni primavera, venga in Assisi, per la nostra, ripeto nostra, festa!
Ed ora vorrei suggerire al Signor Francesco Lampone che si accinge a varare una ulteriore pubblicazione sul Calendimaggio di Assisi di consultare – prima di rivolgersi ai tanti capitani Sandracca presenti sul territorio – di voler consultare gli ATTI dell’Accademia Properziana del Subasio, Serie V, n°1 – Aprile 1954: vi troverà la “veritiera Historia” di come nacque, nella formula attuale, la Festa del Calendimaggio di Assisi.
Voglio concludere questa mia chiacchierata sul Calendimaggio di Assisi – di cui, tuttavia, altri aspettano di conoscere (dopo 50 anni!) “natura ed aspetti” – ricordando chi volle la svolta storica sulla manifestazione (creata da Arnaldo Fortini nel 1928) gli ideatori, i creatori.
Nella seduta del 16 settembre del 1952 la Brigata del Calendimaggio si riunisce per studiare una nuova formulazione della manifestazione.
Sono presenti: Marcello Barili, Paolo Biffis, Milon Ceccarani, Franco Meccoli, Piero Mirti, assenti giustificati e presenti per delega, Alberto Ciammarughi, Giuseppe Pizzardi e Francesco Saverio Sergiacomi. Presiede la Sig.ra Giovanna Renzi Ceccarani, Vice presidente anziana; assiste il Segretario Aldo Calzolari.
Successivamente si incaricano Paolo Biffis, Aldo Calzolari, Fioravante Caldari e Francesco S.Sergiacomi di studiare una nuova formulazione della Festa (l’attuale – n.d.c.)
Concordata la divisione della Città nelle due parti storiche di PARTE DE SOPRA e di PARTE DE SOTTO ecco la creazione delle due Prioranze:
PARTE DE SOPRA: Priore: Giovanni Meccoli; Priore al Canto: Giuseppe Pizzardi;Scenografi: Gabriele Ottaviani e Franco Meccoli.
PARTE DE SOTTO: Priore: Bruno Zucchi; Priore al Canto; Edmondo Fronzuti; Scenografi: Renato Angeletti ed Antonio Rossi.
Gustavo Francalancia e Gabriele Ottaviani disegnano il poster pubblicitario mentre Franco Meccoli è l’autore della cartolina pubblicitaria.
Avirno Amantini è l’autore del Palio che, con poche e trascurabili modifiche, è quello di oggi.


P.S. L’anno dopo, visto che “la cosa “ era andata bene, ci fu la ressa e, dopo tanti anni, gli eroi della sesta giornata si sprecarono!

Torna su


BRUNO BARBINI ALL’ACCADEMIA PROPERZIANA DEL SUBASIO

Nell’ultima seduta del Consiglio Direttivo della plurisecolare Accademia Properziana del Subasio il nostro Direttore – e carissimo amico! – Bruno Barbini è stato chiamata con votazione unanime a far parte dello storico Sodalizio assisate per la sua attività culturale, sociale e giornalistica.
Mi si permetta come ad uno dei più vecchi soci dell’Accademia, dove ebbi a ricoprire la carica di Consigliere prima e di Segretario Generale poi, di dare il benvenuto al neo Accademico Rag. Bruno Barbini che tanto ha dato alla nostra municipalità assisana.
Della sua brillante presenza come funzionario del Comune mi piace ricordare con affettuosa riconoscenza la parte che ebbe come capo della Segreteria del Sindaco Dr. Pietro Profumi nel farci ottenere una prestigiosa sede per il Circolo della stampa che più tardi, cambiato Sindaco ed indirizzo politico, ci fu tolta in modo surrettizio. Come Presidente del Circolo (socio, culturale, ricreativo) “La Piroga” basterebbe ricordare, tra le tante manifestazioni culturali la presentazione, purtroppo postuma, del libro di Franco Nardone, uno dei pochi superstiti dei campi di sterminio nazionalsocialisti. Come non sottolineare poi le sue partecipazioni, a livello organizzativo, alle numerose edizioni della rinata e stupenda Mille Miglia?
E ancora: la sua attiva presenza a tutto quanto si riferisca a mostre, teatro, a serate di poesia (questo, speriamo che Dio gliele perdoni!) e di musica hanno spinto il Prof. Giuseppe Catanzaro Presidente dell’Accademia a nominare Socio del Sodalizio una cara persona che forse ha una sola grave colpa: fare del giornalismo vero, a “muso duro”, in un mondo di …veline!

Torna su


INCONTRO CON IL SINDACO DI ASSISI
Organizzato dal Circolo della Stampa in collaborazione con il Circolo Subasio

Il Circolo della Stampa di Assisi, in collaborazione con il Circolo Subasio , ha organizzato il 24 febbraio 2002, alle ore 17, il tradizionale incontro con il Sindaco della città dr. Giorgio Bartolini (assistito dalla nota giornalista Paola Gualfetti) e con i giornalisti, i cittadini e, i soci del benemerito sodalizio.
L'occasione è stata concretizzata presso l’Hotel Le Muse (g. c.) di Bastia Umbra e si è avvalsa delle parole di circostanza del decano dei giornalisti assisani Aldo Calzolari e delle parole introduttive dell'Avv. Gino Costanzi, presidente del Circolo del Subasio .
Ha moderato l'incontro il Dr. Gino Bulla, Direttore de “La Rocca” organo internazionale della Pro Civitate Christiana di Assisi.
I giornalisti non si sono fatti pregare più di tanto e le loro domande sono state pungenti e puntuali passando in rassegna tutti i problemi della città e del suo territorio. Come ficcanti sono stati gli interventi del pubblico che non si sono peritati dall'introdurre qualche nota di vis polemica . A cui ha risposto un Sindaco pimpante, dimostrando non solo di conoscere i problemi , ma anche di possedere una buona capacità per dominarli.
Non ha mancato di rivendicare alla sua Amministrazione una serie di opere significative che fanno preventivare per la città di Francesco e del suo territorio “un nuovo rinascimento”. In particolare le realizzazioni del Lyrick, della sede ONU e del riconoscimento dell’Unesco, della “salvezza” dell'Università, del progetto e del finanziamento di 12 miliardi per la bretella complanare, del restauro e ristrutturazione di tanti edifici pubblici di particolare importanza.
Le domande sono state poste da Baglioni, Brufani De Giuli da Frascarelli, da Angeletti, Costanzi, Pronti, Fiorelli, Bergamo, Guidi, Capezzali e dal nostro direttore che ha sollevato i problemi della sicurezza e soprattutto la creazione di una Casa dello studente per accompagnare la crescita della facoltà Universitaria in Assisi.
Si sono passati in rassegna la sede dell’Arci, i parcheggi, i servizi sociali, il Convitto Nazionale, la situazione delle scuole con qualche riferimento strumentale a Bastia, la struttura ospedaliera, la destinazione d’uso degli edifici ristrutturati, i locali per l’Università, la Piazza di San Francesco e la sua contestata proprietà, la compattezza di maggioranza, la situazione di Assisi centro, Ponte Rosso, il Prg, il Parco del Subasio e l’indisponibilità per Bastia e Torgiano (nel contesto della comunità montana del Subasio), le manifestazioni culturali.
E’ stata una trafila di domande a raffica a cui il sindaco ha dato risposte sufficienti.
Salvo interpretazione politica.
Laddove c’è chi dice che ha sempre torto, e chi ha sempre ragione.

Torna su


 

 

e-mail Scarica Logo sms gratuiti Webmaster Guestbook