Alcuni articoli
de "Il
Rubino" di Gennaio 2002
|
|
|
|
|
|
|
NON
BUSSA ALLA PORTA MA ARRIVA SEMPRE:
E' l'anno nuovo
di Bruno Barbini
Uscire in edicola con il numero di gennaio significa porre in cantiere
un progetto editoriale che deve svilupparsi per almeno dodici mesi.
Raccogliere le idee, confrontarsi con i collaboratori di redazione,
essere attenti e disponibili ai suggerimenti ed alle istanze dei
lettori, far si, insomma, che IL RUBINO continui a crescere verso
nuovi ambiziosi traguardi.
Un anno che comincia è sempre pieno di belle speranze; i
fatti poi che seguiranno formeranno il bilancio degli eventi positivi
e negativi: ognuno auspica che sia positivo e comunque migliore
del precedente. Ed è giusto così, anche perché
sognare ed essere ottimisti in fondo non è peccato.
Intanto un primo dovere ci chiama. Ricordare a tutti i lettori che
il 2 gennaio è stato commemorato il primo anniversario della
scomparsa del "Papà" de IL RUBINO: Domenico Mecatti.
La famiglia tutta del giornale rende omaggio alla sua memoria. La
visita ufficiale in Assisi del 24 gennaio di S.S. Giovanni Paolo
II (i servizi speciali e la fotocronaca in altre pagine) lasciano
sperare che lanno appena cominciato sia pieno di eventi positivi
basati soprattutto sul dialogo e sulla buona volontà degli
uomini.
Quello storico è senza dubbio larrivo ufficiale della
moneta unica europea: lEURO. La scambiano per ora dodici paesi,
altri seguiranno nei prossimi anni; un primo passo tangibile verso
una grande Europa. E poi laugurio che tra Israeliani e Palestinesi
si raggiunga finalmente un armistizio: non è pensabile il
traguardo della pace attraverso la guerra.
Ed i fatti delleconomia e della politica: le borse mondiali,
che non intendono risollevarsi penalizzando anche e soprattutto
i piccoli risparmiatori; la politica che mostra fatica nel trovare
obiettivi comuni tra maggioranza e opposizione almeno sui grandi
temi; la situazione di sofferenza e incertezza del nord e sud America.
Il conflitto somalo che ormai ci accompagna nella vita quotidiana.
Insomma, un anno che sarà pieno di apprensione ma anche di
speranza e che potrà regalarci tranquillità e successo
se ognuno di noi, nessuno escluso, sarà disponibile a fare
la propria parte.
È anche lanno del campionato del mondo di calcio e
chissà, se dopo ventanni non debba toccare proprio
al tricolore italiano svettare sul pennone più alto.
Mi piace chiudere riportando un passo del discorso del S.S. Giovanni
Paolo II pronunciato allUdienza Generale del 2 gennaio scorso:
"Lungo tutto lanno la nostra preghiera si faccia più
forte e insistente per ottenere da Dio il dono della pace e della
fraternità".
Torna
su
Per
il futuro un documento...
SEPARATI NELLA PREGHIERA
MA UNITI PER LA PACE
di Mario Cicogna
Parlare di manifestazioni gigantesche quando si pensa ad Assisi
significa imbattersi in luoghi comuni e in frasi logore. Tutto ad
Assisi diviene gigantesco a cominciare dallannuale festa del
4 ottobre.
Dalla prima visita del Papa Giovanni XXIII (1960) si sono scatenate
le venute del Papa polacco, che hanno già fatto impallidire
i grandi matrimoni celebrati ad Assisi, sempre segnalati come "matrimoni
del secolo", ma hanno fatto già impallidire anche le
rumorose marce della pace, rendendo minuscoli avvenimenti che a
Marsciano, ma anche a Firenze, apparirebbero mastodontici.
Il popolo assisano è chiamato spessissimo a vivere, sì,
ore di gloria, ma anche attese di preoccupazione e di punti interrogativi
che fanno dire a molti: speriamo che il tornado passi presto e senza
lasciare troppi danni.
E poi anche per le ore di gloria si finisce per farci labitudine,
con la conseguenza di perderci un po su altri valori. Ma come
il voto di povertà finisce per far arricchire chi veramente
lo pratica, anche unumiltà grande come quella del cittadino
Francesco, doveva finire in unesaltazione quasi spropositata
per gli altri cittadini di tutti i tempi.
Con la nuova venuta, il Santo Padre ha espresso sempre lo stesso
spirito: perseguire la pace. Questo tema è precisato anche
dagli ultimi gravi avvenimenti. Possiamo sintetizzarlo così:
nessuno giustifichi la violenza in nome della religione. Nessuno
può servirsi di Dio per giustificare la guerra. La religione
, e quindi ogni religione, non ha senso se non conduce alla pace.
La novità di questo incontro odierno consiste nel suo inserimento
nei giorni consacrati da un secolo a una preghiera che si fa presso
tutte le Confessioni Cristiane, anzi fu proprio un protestante a
idearla e a divulgarla nelle chiese protestanti, nelle comunità
cattoliche e ortodosse. La chiamano "Ottavario di preghiere
per lunità delle Chiese".
Questa la volontà del Santo Padre: invitare a questo intento
unitario anche le religioni che ignorano o anche rifiutano il Cristo.
E niente irenismo!
Questo il Papa lo ha precisato molte volte: "Non siamo alla
ricerca di un consenso religioso o di una negoziazione delle nostre
convinzioni religiose; il nostro impegno vuole essere mirato alla
pace.
Del resto lo stesso programma, lo stesso orario e ancor meglio le
"collocazioni" dicono il senso della unità, nella
distinzione.
Non si è pregato insieme. Si è discusso insieme, si
è salutato, si è prospettato insieme, ma si è
andati a pregare in luoghi distinti, già individuati e preparati
per il rispetto delle singolarità, delle identità
svariate.
E stata la piazza inferiore di San Francesco ad accogliere
tutto ciò che ha avuto sapore di assoluta unità.
Qui sono avvenute le "testimonianze" dei rappresentanti
per la pace.
Il discorso di apertura, definito "Monizione" lo ha pronunziato
il Cardinale Fransois Xavier Nguyèn Van Thua, presidente
del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Lo hanno
seguito le testimonianze degli Ortodossi, della Comunione Anglicana,
delle Chiese originate dalla Riforma, dellInduismo, delle
Religioni Tradizionali Africane, del Buddismo, dellEbraismo
e del mondo Musulmano.
Per la preghiera ogni gruppo ha avuto il suo luogo ispirato alle
sue prerogative e caratteristiche. A cominciare dal Santo Padre
e dai cattolici che hanno fatto la loro preghiera nella Basilica
Inferiore di San Francesco.
Il pranzo, lAgape fraterna nel refettorio del Sacro Convento.
Per il futuro resta un documento, redatto e letto in italiano, arabo
e inglese, che ricorderà limpegno assunto da tutti
per un continuo lavoro per la pace.
Torna
su
UN
ANNO DOPO
di Giovanni Zavarella
Il 2 gennaio 2001, il direttore de "IL RUBINO" Rag. Domenico
Mecatti veniva richiamato alla Casa del Padre. Lo abbiamo ricordato
nel numero di dicembre.
Ma non ci basta. Perché forte fu lo sgomento. Tutte le persone
che avevano avuto il privilegio di conoscerlo lo piansero sinceramente.
Non solo i suoi cari. La signora Pieranna, i figli Cristiana, Cesare
e Celina e i suoi adorati nipotini, i parenti tutti. Ma anche i
tanti, tantissimi amici. Domenico era amato da tutti. Non aveva
nemici. Il suo modo di essere e di relazionarsi lo rendeva amabile,
rispettato e stimato. Eppure il nostro caro amico nella sua meritoria
esistenza aveva operato. E come aveva operato.
LAngelana, la squadra di calcio tanto gli deve. E non è
un caso che lo abbia voluto ricordare con un torneo a lui intitolato.
Gli amici Lyonisti ne ricordano la sobrietà del tratto e
la pronunciata modestia e signorilità.
Hanno avvertito subito la sua dipartita i suoi amici giornalisti
che avevano trovato in lui una guida di serietà e di professionalità
e la prudenza della notizia verificata.
Mai Domenico pubblicò per nuocere ma sempre per promuovere
e aiutare.
I pittori, i poeti, gli scrittori si accorsero che avevano perso
una persona disponibile ad accogliere, "sine judicio",
i loro esiti.
I fans della Juventus (Domenico era amico di Valentino Angelillo)
avvertono con malinconia la mancanza delle sue conversazioni, delle
sue battute sul calcio.
Mai violente. Sempre gradevolmente scherzose.
E poi ne ricordano la perdita gli amici della Piroga. Non gioca
più a carte mangiando i suoi pistacchi. E il suo gelato,
insieme, al bar di Lillo prima e di Sandra, dopo.
Ora forse da buon sportivo e da amante dellarte starà
giocando con le nuvole, intrecciando magari qualche bel racconto
in dialetto angelano della Sora Checca.
Noi non lo dimentichiamo.
E abbiamo rivolto preghiere durante la Santa Messa, celebrata e
commentata con semplicità dal nostro Parroco P. Francesco
De Lazzari.
Torna
su
Per concessione dell'Associazione
Priori e Comitato Priori Serventi pubblichiamo volentieri
Con lo scopo di far conoscere,
anche se sommariamente, la vita di S.Antonio Abate e la più
bella tradizione del nostro paese a Lui legata, che è la
Festa del Piatto di S.Antonio con le relative curiosità e
aneddoti, il Consiglio Direttivo del Triennio 1998-2001, ha ritenuto
opportuno realizzare questo opuscolo che può tornare utile
per vivere consapevolmente ed apprezzare i lati umani e religiosi
insiti nella Festa.
LA STORIA DEL PIATTO
CHI E' S.ANTONIO ABATE
S.Antonio nasce verso il 250 a Coma (oggi Quemar), una città
del medio Egitto sulla costa occidentale del Nilo. La sua famiglia
era molto cristiana e molto ricca, ma a 18 anni Antonio rimane orfano
insieme ad una sorella più piccola.
Un giorno, entrato in chiesa per partecipare alla Santa Messa, ascolta
la lettura e forse la spiegazione del seguente passo del Vangelo:
"Se vuoi essere perfetto va, vendi quello che possiedi,
dallo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli: poi vieni e seguimi"
(Mt. 19,21). Antonio si sente personalmente interpellato da quella
parola del Vangelo e decide di metterla in pratica.
Sistema la sorella presso un gruppo di pie donne, lasciando una
buona somma di denaro che garantisse la sua sussistenza. Vende tutte
le sue proprietà, distribuisce tutto ai poveri e si ritira
in luogo solitario, presso la sua città, impegnando il tempo
nella preghiera, nel lavoro e nello studio della Santa Scrittura,
facendosi aiutare e illuminare da un anziano eremita.
Già in questo primo periodo il demonio cerca di dissuaderlo
dalla vita ascetica con il ricordo delle cose che aveva lasciato
e con le più subdole tentazioni.
Ma Antonio risponde agli assalti del maligno con una preghiera sempre
più intensa, digiuni e con tante e grandi sofferenze. Si
richiude in una tomba scavata su una montagna.
Il luogo era noto solo ad un suo antico. E al diavolo.
Di nuovo, verso i 35 anni cambia luogo e si trasferisce molto più
lontano dal villaggio, dove nessuno poteva accedere, nella più
totale solitudine. Si ritira dentro un vecchio castello diroccato
sul monte Pispir, ad est del Nilo.
In questo luogo vive venti anni completamente isolato dal mondo,
(lamico gli gettava i viveri dal di sopra delle mura di cinta)
respingendo con fermezza le tentazioni del demonio che lo assillava
con insistenza.Alcuni anni dopo viene scoperto il suo rifugio. Immediatamente
si diffonde la fama della sua santità e cominciano ad andare
da lui vari uomini che vivevano in solitudine, chiedendo a S. Antonio
di essere da lui diretti.
Con loro fonda due monasteri, uno a destra e uno a sinistra del
Nilo. Qui viene visitato da S.Ilirione.
Nel 311, sotto la persecuzione di Massimino Daia, si reca ad Alessandria
d'Egitto per incoraggiare quanti soffrivano la persecuzione e per
difendere anche il suo amico S.Atanasio nella lotta contro gli ariani.
Ma era sempre fortemente presente in lui il desiderio di vivere
nella più completa solitudine.Per questo si allontana per
circa tre miglia, addentrandosi nel deserto, in una località
completamente disabitata, dove trascorre gli ultimi anni della sua
vita.
Qui si mantiene intrecciando la ceste di vimini e coltivando un
piccolo appezzamento di terreno i cui prodotti venivano divisi anche
con coloro che si recavano a trovarlo per essere istruiti nella
vita ascetica. Alcuni mesi prima della morte torna ad Alessandria
per combattere di nuovo gli ariani.Nella sua solitudine è
stato sempre ricercato e visto come maestro di spiritualità.
Quindici anni prima di morire, aveva circa 90 anni, consente a due
suoi discepoli, Macario e Amathos, di condurre vita comune con lui.
A loro predice la sua fine, ma ordina di non rivelare ad alcuno
il luogo della sua sepoltura. Antonio muore il 17 gennaio del 356,
a 106 anni. Pur nella solitudine e nell'isolamento, è stato
molto presente nella vita del suo tempo.
Ha incontrato molti santi eremiti, ha scritto varie lettere allimperatore
Costantino, di cui era anche amico. S.Antonio ha dato inizio alla
vita anacoretica (vita di singole persone eremitiche, senza regole
monastiche) e anche alla vita monastica. Ha scritto una Regola per
i monaci.
Dei suoi scritti è rimasto molto poco, una sola lettera e
un discorso riportato da S. Atanasio, nella vita che ha scritto.
Nel discorso viene descritta la dottrina ascetica di S. Antonio.
Nel 561, per rivelazione, viene scoperto il sepolcro del Santo.
Le reliquie sono dapprima trasportate ad Alessandria, ma nel 635
in seguito all'invasione araba, vengono trasferite a Costantinopoli.
Nel secolo XI sono portate in Francia, da un crociato, a Motte Saint
Didier e nel 1491 traslate nella chiesa di S. Julien ad Arles. Attualmente
sono custodite nella chiesa di SAINT TROPHIME ad Arles.
"S. Antonio: abate, santo, detto anche S. Antonio il Grande,
o S. Antonio del deserto, è il Patriarca del monachesimo,
famoso uomo di preghiera, grandissimo lottatore contro i demoni,
guaritore di infermi e direttore di anime". Scrive S. Atanasio:
"Chi andò da lui afflitto e non tornò gioioso?
Chi non andò adirato e non si convertì all'amicizia?
Chi, scoraggiato dalla povertà, andò da lui e dopo
averlo visto e sentito non disprezzò le ricchezze e non trasse
consolazione dalla povertà? Quale monaco scoraggiato non
andò da lui e non ne tornò poi più saldo? Quale
giovane, recatosi sul monte e visto S.Antonio, non ne ritornò
disprezzando i piaceri del corpo e abbracciando il pudore? Chi non
andò da lui, tormentato dal demonio, e non ne fu liberato?"
Se la fama di santità di S. Antonio era già molto
diffusa in vita, dopo la sua morte si estese in tutto il mondo occidentale.
In un primo tempo la diffusione sembra attribuirsi al fatto che
S. Antonio era un potente guaritore dall'herpes zoster (conosciuto
più come fuoco di S. Antonio), malattia molto grave e fastidiosa,
che colpisce le cellule nervose.
Di fronte alla mancanza o inefficienza di medicine adatte, la gente
si recava presso le sue reliquie per ottenere la guarigione.
Constatata questa efficienza, i malati pellegrini aumentarono tanto
che fu necessaria la costruzione di un ospedale a servizio del quale
nacque la Confraternita degli Antoniani.
Questi per affrontare le spese ospedaliere, forse hanno dato avvio
ad un allevamento di maiali, che, come gli altri animali, andavano
liberi per la città, mantenuti dalla gente.
Quando una legge né proibì la libera circolazione,
si fece una eccezione per quelli degli Antoniani; dovevano però
portare un campanello legato al collo. Sembra che per questo motivo
S. Antonio venga raffigurato insieme al maiale con il campanello
al collo.
Non solo i maiali ma anche tutti gli animali domestici furono posti
sotto la protezione di S. Antonio.
Secondo altre interpretazioni, S. Antonio è rappresentato
insieme con gli animali perché è con loro che è
vissuto nel deserto, lavorando la terra. S.Antonio oltre che per
la malattia dell'herpes zoster è invocato contro la peste,
lo scorbuto e malattie simili. S.Antonio è anche protettore
di diverse attività: guantai, tessitori, confettieri, archibugieri,
panierai. Molto ricca e diffusa l'iconografia di S. Antonio.
Spesso è raffigurato come abile ingannatore del diavolo,
con lo scopo di sottrargli le anime. In suo onore fu fondato un
ordine religioso a Vienne (Francia), che aveva il privilegio di
andare elemosinando casa per casa il pane per gli ammalati e i poveri
(così nasce la tradizione del pane di S. Antonio). Alla vigilia
della sua festa vengono accesi in molte parti, grandi falò
che bruciano tutta la notte e le cui ceneri vengono portate a casa
dai contadini e custodite come reliquie.
Mentre il falò arde, vengono arrostite salsicce e carne,
che si consumano conversando fraternamente. In altre parti è
famosa la galoppata, corsa di muli, asini e cavalli. In molti luoghi
è diffuso l'andare per le strade del paese cantando la storia
del Santo. Altra nota folkloristica caratteristica: in alcune parti
veniva allevato un maiale da tutti gli abitanti.
Era lasciato libero di circolare per il paese. Quando il maialino
diventava adulto, veniva ucciso e le sue carni date ai poveri. Da
qui il detto: "Andare di porta in porta come il porco di S.
Antonio".
Un altro detto popolare è:
- Deve aver rubato il porco di S. Antonio (si dice di chi è
colpito da una serie di disgrazie).
Conosciuti sono anche i proverbi:
- S. Antonio con la barba bianca, se non piove la neve non manca.
- S. Antonio di gennaio porta, grano nel granaio e mezza paglia
nel pagliaio.
- S. Lorenzo della gran calura, S. Antonio della gran freddura,
l'una e l'altra poco dura.
- La befana tutte le feste porta via. Rispose S.Antonio: piano...
piano..., c'è anche la mia!
La festa del Patrono
di Santa Maria degli Angeli
IL PIATTO DI SANT'ANTONIO ABATE EDIZIONE 2002
Tradizione e innovazione
Puntuale allappuntamento nel mese di gennaio è ritornata
la festa del Piatto di S.Antonio.
Come vuole la tradizione, la festa è stata organizzata e
gestita dai Priori serventi Aisa Leandro, Bocchini Piero, Cacciamani
Roberto, Cappucci Giuseppe. Gambelunghe Mario, Mazza Carmine, Migliosi
Corrado, Pinchi Fabrizio, Rapicetta Arnaldo, Ronca Adriano, Tabai
Sandro e Zurla Elio.
La filosofia della Prioranza si è basata tra tradizione e
innovazione.
Hanno iniziato il loro "servizio" con un bello spettacolo
teatrale al Lyrick (8 dicembre) ed hanno concluso con il succulento
pranzo del lunedì.
Hanno preceduto la giornata di domenica con una serie di iniziative
di tutto rispetto.
La prima è stata la conferenza stampa per lillustrazione
del programma (12 gennaio) nei locali della Pro Loco a cui hanno
portato il saluto del Priore Corrado Migliosi, il sindaco della
città, Dr. Giorgio Bartolini, il Presidente della Pro Loco,
Dr. Massimo Paggi, il Parroco De Lazzari, il presidente dellAssociazione
Priori, Geom. Gabriele Del Piccolo.
La giornata del sabato è stata caratterizzata dallapertura
della tavernetta.
Mentre il 15 gennaio si è aperta la taverna presso lHotel
Los Angeles di S.Maria degli Angeli per godere dei buoni piatti
e tanta musica.
Il giorno 19 è stata la volta della Conferenza sullAgricoltura
e la mostra e la degustazione dei prodotti tipici, in collaborazione
con la Pro Loco.
Il momento topico si è avuto il giorno 20 gennaio con la
processione solenne, la benedizione degli animali e del pane. Processione
del tutto caratteristica a cui hanno partecipato oltre alle tre
prioranze: uscenti, entranti, serventi , gli ex priori, la banda
musicale dei carabinieri a cavallo, il gruppo cinofilo della Guardia
di Finanza, la polizia a cavallo, le confraternite, le chiarine,
il gonfalone della città. La stessa giornata ha visto realizzato
lannullo filatelico, la corsa dei somari e lo spettacolo realizzato
dalla Scuola Elementare di S.Maria degli Angeli.
E poi cè stato il Pranzo del Lunedì. Sarebbe
tutto da raccontare. Ma lasciamo ai nostri lettori immaginarlo.
Lultimo atto del Piatto si è consumato con la consegna
delle pergamene di riconoscenza che la Pro Loco conferisce ai Priori
serventi.
USCENTI /SERVENTI
/ENTRANTI
Aisa Lanfranco / Aisa Leandro
/ Marzolesi Massimiliano
Tardioli Paolo / Bocchini Piero / Polticchia
Angelo
Pulcinelli Andrea / Cacciamani Roberto
/ Proietti Gagliardoni Roberto
Cappucci Paolo / Cappucci Giuseppe
/ Discepoli Giancarlo
Brufani Oliviero / Gambelunghe Mario
/ Fragola Franco
Cioccoloni Giulio / Mazza Carmine /
Pandolfi Ennio
Migliosi Massimo / Migliosi Corrado
/ Chistolini Felice
Tarpanelli Lanfranco / Pinchi Fabrizio
/ Bonucci Marcello
Carloni Marco / Rapicetta Arnaldo /
Biagetti Valerio
Filippucci Giovanni / Ronca Adriano
/ Luca' Giuseppe
Fagotti Antonello / Tabai Sandro /
Scarponi Adriano
Trippetta Leonello / Zurla Elio / Genovesi
Vincenzo
|
PERCHE', COME E QUANDO NASCE L'ASSOCIAZIONE
Dopo il 1860 a S. Maria degli Angeli i cavalli delle diligenze,
che percorrevano con regolarità il percorso Firenze - Roma
(con cambio di cavalli, proprio qui), cominciarono ad ammalarsi
e morire.
Si ricorse a S. Antonio Abate, patrono degli animali, si fecero
preghiere pubbliche e la moria dei cavalli cessò.
Le diligenze ripresero a marciare regolarmente fino all'arrivo dei
treni a vapore. Per festeggiare la "grazia ricevuta" venne
offerto un pranzo agli abitanti del paese e così ebbe inizio
il "Piatto di S. Antonio", che da allora divenne una delle
più simpatiche tradizioni di S. Maria degli Angeli, celebrata
il 17 gennaio, se giorno festivo, o la domenica successiva.
Nel 1952 il numero dei priori da quattro fu portato a otto, si riprese
l'usanza di offrire ai poveri gratuitamente una certa quantità
di "piatti". Nel 1977, per agevolare le persone "anziane"
che non hanno mai avuto l'opportunità di essere elette, i
Priori sono stati portati a dodici, nominando appunto i due anziani,
i quali poi, ogni anno, trasmettono l'investitura ad altri anziani.
Nel 1979 un piccolo gruppo di persone ebbe a constatare che, esaurite
le tre cariche di prioranza "Entrante - Servente - Uscente",
ai Priori restavano solo i bellissimi ricordi della festa, senza
aver modo, successivamente, di potersi aggregare e continuare a
viverne le emozioni, collaborando con i Priori in carica, alla buona
riuscita di tutta la manifestazione.
Così è nata l'associazione che, inizialmente, si chiamava
"Associazione Ex Priori" e, che, nel 1999 è stata
definitivamente chiamata "ASSOCIAZIONE PRIORI DEL PIATTO DI
S. ANTONIO ABATE" con lo scopo di tramandare la tradizione,
di divulgare la storia ed il significato della Festa del Piatto
di S. Antonio.
Dopo la solenne Santa Messa del giorno della Festa, celebrata in
Basilica, momento esaltante di folklore e di storia, è la
tradizionale processione con la partecipazione dei Priori di ogni
anno che indossano i propri mantelli colorati, delle Autorità
Comunali con il gonfalone e le caratteristiche "chiarine",
unitamente ai rappresentanti delle Amministrazioni Provinciali e
Regionali e delle carrozze d'epoca. Partecipano animali di ogni
specie, in particolare numerosissimi cavalli.
Da alcuni anni Carabinieri e Polizia a cavallo con le loro fanfare
prendono parte alla processione.
La benedizione del pane e degli animali, sul piazzale, antistante
la Basilica, chiude la parte religiosa della manifestazione. Al
pranzo ed alla cena viene servito il piatto unico tradizionale di
S. Antonio.
Lo stesso giorno l'associazione offre il Piatto di S. Antonio ai
Priori anziani impossibilitati a recarsi personalmente al pranzo,
per motivi di salute, portandoglielo direttamente a casa.
Per meglio divulgare le tradizioni del Piatto, l'associazione, nel
1993, ha ritenuto opportuno coinvolgere i giovani che saranno i
Priori di domani, ideando un concorso scritto-grafico sulla ricerca
della storia del Piatto di S. Antonio a cui da allora partecipano
con entusiasmo gli studenti della Scuola Media "G. Alessi"
di S. Maria degli Angeli.
|
IL CODICE DEL PIATTO
Dal libro di Giovanni Zavarella '71:
Piatto all'ombra del Cupolone
LA RIMESSA
Art. 1 - 1 "Priori Serventi" sostengono la parte principale
delle spese occorrenti.
Art. 2 - L'investitura dei nuovi Priori Entranti si fa con l'invio
gratuito del "Piatto" il giorno della festa di S. Antonio
Abate. Se il "Piatto" viene accettato vuol dire che si
accetta l'incarico, se viene respinto vuol dire che si rifiuta.
Art. 3 - Il giorno successivo avviene lo scambio dei poteri durante
il pranzo ufficiale a cui partecipano i Priori Uscenti che hanno
servito l'anno precedente (offrono cioccolatini), i Priori serventi
(pagano il pranzo), i Priori entranti (offrono sigarette).
Art. 4 - 1 Priori sono liberi di scegliersi un emblema (copricapo,
fascia, divisa, ecc.) che caratterizzi il loro servizio.
I Priori hanno il dovere di "rimettere". E' una norma
morale che facilmente mutuata dalle Confraternite è entrata
pienamente nel Piatto di S. Antonio. Il servizio del Priore deve
"caricarsi" di una rimessa personale, quasi
come a rendere il servizio, frutto di una volontà d'amore
e di una scelta intima, spirituale ed umana. E fino ad oggi i Priori
hanno sempre rimesso.
Nessuna Prioranza si è sottratta a questo codice, non scritto
se non nella tradizione orale della nostra gente. E' un segno distintivo
di angelanità.
E' una patente di credito angelana; la prioranza è una delle
rare credenziali per sentirsi ed essere considerato angelano.
Quasi mai, i Priori comunicano all'esterno la cifra esatta della
"rimessa".
Resta un segreto della Prioranza. I Priori si scherniscono e non
consentono di appurare i dati precisi. La rimessa non spaventa gli
Angelani, perché il servizio di Priore è ambito.
Contenuto del "PIATTO"
Il contenuto tradizionale del "Piatto" è veramente
ricco: maccheroni, due fette di carne, quattro salsicce, due polpette,
pane, mezzo litro di vino, frutta.
Il Piatto di S. Antonio non conosce discriminazioni e pregiudizi
di classe e di politica.
Pochissimi sono quelli che sfuggono al fascino di essere almeno
una volta Priore. E nel sangue di chi vive veramente a S.Maria
degli Angeli e allombra del Cupolone.
LA CONSEGNA DELLE PERGAMENE
L Auditorium della Scuola Media Statale di Santa Maria degli
Angeli ha ospitato il giorno 27 gennaio 2002, alle ore 17, uno splendido
concerto lirico.
Lappuntamento canoro-musicale è stato organizzato dalla
Pro Loco di Santa Maria degli Angeli, diretta dal Dr. Massimo Paggi,
per rispettare la tradizione della consegna della pergamena di riconoscenza
ai Priori serventi 2002 per il loro encomiabile servizio reso al
Santo Antonio Abate, protettore degli animali.
Il pomeriggio è stato salutato dal presidente Paggi che ha
presentato il soprano cinese Chiung-Wen Chang e la maestra Cristina
Capano.
Il concerto, che ha visto la presenza del Sindaco, del Parroco P.
Francesco De Lazzari, degli assessori Elena Centomini, Pirro Pirinei,
Eraldo Martelli e Emiliano Zibetti, del Presidente del Consiglio
Comunale Gianfranco Costa e del Consigliere Comunale Franco Brunozzi,
nonché del Prof. Giuseppe Catanzaro e del Dr. Valerio Servili,
rispettivamente Presidente e segretario dell Accademia Properziana
del Subasio e del Geom. Gabriele Del Piccolo, presidente dei Priori
si è sviluppato in due parti con musiche di Paisiello, Giordani,
Haendel, Bellini, Rossigni, Verdi, Puccini e Lehar.
Le due artiste hanno riscosso un lusinghiero successo sottolineato
dagli applausi degli spettatori e degli intenditori di musica e
di bel canto.
Nell intervallo della bella performance artistica sono state
consegnate dal Presidente della Pro Loco, dal Sindaco, dal Parroco,
e dal Presidente dell Associazione le pergamene di riconoscenza,
in ricordo del servizio prestato al Santo Antonio nellanno
del Signore 2002.
Ha ringraziato, in nome e per conto di tutti i Priori Elio Zurla.
La bella occasione si è gentilmente conclusa con le parole
del Presidente della Pro Loco e il gesto cortese dei Priori che
hanno offerto alle due artiste un bel mazzo di fiori.
Sic et simpliciter
CONSIDERAZIONI SULLA FESTA DEL SANTO PATRONO
Si è conclusa, credo felicemente, anche ledizione
2002 della Festa dedicata a Sant Antonio ed approfitto dellospitalità
concessami da "IL RUBINO" che mi consente di fare alcune
considerazioni sulla festa stessa ed in particolare sulla Prioranza.
Lo faccio prima di tutto a carattere personale ed anche, perché
no, quale vice Presidente dell Associazione Priori. Non intendo
parlare dei compiti e degli scopi della nostra Associazione, ma
voglio riproporre un argomento che mi sta a cuore e per il quale
mi batto da tempo e cioè: lentrata delle donne nella
Prioranza. Fino a qualche tempo fa le Forze Armate (Esercito - Aviazione
- Marina - Carabinieri - Guardia di Finanza ) e la Polizia di Stato,
forse di meno invece per quanto riguarda i Vigili Urbani, erano
considerate lultimo baluardo del "maschilismo" nella
società italiana.
Da quando però si sono dovuti confrontare con altri eserciti
per gli impegni internazionali del nostro Paese, hanno visto che
la presenza delle donne era stabile e paritetica.
È stata quindi una tappa obbligata aprire la carriera alle
donne ed ore nessuno si meraviglia più di tanto, anche perché
hanno dato prova di saperci fare.
Ho letto giorni or sono che cinque ragazze italiane con il grado
di Tenente partecipano alla Scuola di Guerra Aerea e, dopo la specializzazione
pilotare elicotteri da combattimento ed aerei supersonici.
Detto questo, devo constatare però che il muro maschilista
è duro a cadere, purtroppo, nellopinione di alcuni
nostri concittadini ed anche tra qualche componente dell Associazione
dei Priori.
Questa ingiustificata avversione allentrata delle donne nella
Prioranza, deve essere presto superata, perché credo che
la componente femminile abbia la possibilità di dare una
nuova svolta per coinvolgere di più la gente nellattività
della manifestazione; non è detto che ci riescano in pieno,
ma è doveroso provarci.
La presenza femminile in tutte le espressioni della nostra società
è ormai scontata e normalizzata e se un tale fenomeno sociale
si è affermato in modo così netto ed evidente, è
altrettanto evidente che non si può continuare ad ignorarlo.
Si potrà pure discutere, ma non più di tanto, se lintenzione
è quella di valorizzare la festa che è nata per onorare
il Santo Patrono e non per punire le donne.
Ben vengano quindi anche le critiche ma che siano costruttive e
finalizzate alla validità ed alla buona riuscita della Prioranza,
nellinteresse di tutta la gente che, sempre più numerosa
partecipa ai festeggiamenti; sarebbe forse il caso che gli oppositori
facessero qualche proposta concreta anziché solo proteste
strumentali ed ingiustificate.
I Priori Serventi dell anno 2000, dopo una scelta fatta allunanimità,
avevano deciso di nominare due donne tra i dodici Priori Entranti;
se non ché durante la serata precedente la festa allinterno
della taverna allestita nell ex cinema, alcuni facinorosi
sbraitarono talmente tanto e forte (senza addurre per altro valide
giustificazioni e senza averne precisi diritti) nei confronti dei
priori che questi, sia pure a malincuore, ritennero opportuno recedere
dalla decisione presa, mortificando così la loro libera scelta.
Il mio non vuole essere un attacco alla Prioranza così comè,
né tanto meno alla indipendenza dei Priori Serventi, ma il
tentativo di apportare una necessaria modernizzazione nella festa
del Santo Patrono, considerando anche e soprattutto il fatto che
non è sempre facile trovare gente disponibile per fare il
Priore.
Spero di aver aperto uno spiraglio per iniziare un dibattito fra
gli "addetti ai lavori" e tra coloro cui sta a cuore la
festa. Voglio concludere ringraziando i Priori Serventi complimentandomi
con loro per la riuscita della festa, grazie agli "Uscenti"
per quello che hanno fatto fino ad ora (auspicando altresì
che partecipino alle iniziative dell Associazione) ed auguri
tanti agli "Entranti" ai quali dico anche: non abbiate
paura di avere coraggio.
Torna
su
L'Associazione
CON NOI
in collaborazione con la CRI
MUSICA, DANZA
E SOLIDARIETA'
Ha riscosso grande successo lo spettacolo del 3 gennaio al Lyrick
Theatre.
Arte e beneficenza ancora insieme per un galà che è
divenuto ormai il simbolo della solidarietà e della promozione
dello spettacolo di qualità nel nostro territorio. Per la
seconda volta infatti il Lyrick Theatre di Assisi ha aperto le porte
allevento più atteso dellanno, un appuntamento
unico che vive della sensibilità di quanti vi operano e lo
rendono possibile, oltre che del plauso di un pubblico sempre più
coinvolto.
E per questo che lassociazione CON NOI e la sezione
femminile di Assisi della CROCE ROSSA nella persona dei due presidenti
rispettivamente Giampiero Bianconi e Maria Paola Pucci, hanno voluto
riproporre MUSICA, DANZA E SOLIDARIETA, Lormai celebre
spettacolo annuale che si connota di grande valore artistico, ma
soprattutto di grande valore morale. Una serata, quella del 3 gennaio,
deccezione soprattutto perché applaudita da un prestigioso
parterre che ha ospitato i maestri Tuccio Rigano e Vinicio Macinini
nonché politici e tutta lAmministrazione locale, il
sindaco di Bastia Lazzaro Fogliari, ma soprattutto il Sindaco di
Assisi, Dr. Giorgio Bartolini.
Ad inizio serata infatti il primo cittadino assisano non ha mancato
di augurare un buon anno ai presenti e di ringraziare lamericano
Leach di aver anzitempo donato lo stabile che ospita il teatro alla
città di Assisi prendendo loneroso impegno di rendere
efficiente e continuativamente operativa questa che è una
delle più moderne strutture teatrali.
Non va omesso il grande contributo della Sig. Carla Brizi che già
nella scorsa edizione ha magistralmente diretto levento e
che anche questanno ha fortemente promosso, fronteggiando
le numerose problematiche di ordine logistico e soprattutto tecnico
per la realizzazione della serata che si è svolta anche grazie
alla sapiente regia di Giacomo Molinari, presidente A.I.D. (Associazione
Italiana Danzatori).
Nessuna città al mondo come la nostra Assisi può recepire
e diffondere un messaggio di pace, ed è proprio alla pace
è stato dedicato lintero spettacolo.
Da un racconto di Massimiliano Petrignani nasce lidea del
primo quadro in programma che ha visto la partecipazione straordinaria
di Riccardo Caldari con il GRUPPO LA RONDINE, formato da giovani
danzatori non professionisti, ma che si sono dimostrati pienamente
allaltezza del livello artistico richiesto dallo spettacolo.
E seguita poi lesibizione di THE CHICAGO GOSPELGROUP,
che ha glissato sul classico perentorio, proponendo una scaletta
forse meno coinvolgente ma che ha reso giustizia alle ormai note
doti canore del gruppo.
La prima parte si è poi conclusa con i MOMINOS DANCE
THEATRE, gruppo di danzatori professionisti che in "Journey"
hanno omaggiato il grande coreografo scomparso Alvin Ailey; un repertorio
il loro di grande livello tecnico che ha entusiasmato soprattutto
i veri intenditori. Ma il tripudio di applausi si è scatenato
soprattutto nella seconda parte in cui si è esibita la vera
stella della serata.
In "Todo el amor" largentino, multiforme e sorprendente
RUBEN CELIBERTI ha strabiliato senza eccezioni la platea tutta.
Lartista di fama internazionale ha esordito con un monologo
che richiamava la grave crisi attuale nel suo paese con un appello
ai potenti di tutto il mondo, ma il suo spirito poliedrico, bizzarro
dalla comunicativa irresistibile ha subito riportato lattenzione
sulle sue doti di ballerino, cantante, compositore, comico pianista.
Nessuno tra i presenti aveva mai ammirato un artista tanto completo
e perfetto in ogni performance specie ne "il cigno" che
rimarrà forse lemblema di questa edizione della manifestazione.
Un doveroso grazie quindi al Mobilificio Angela Bizzarri, che già
nella scorsa edizione per primo aderì alliniziativa
in qualità di sponsor, alla Banca dellUmbria, Bazzurri
finiture per ambienti di qualità, Binava arredamenti, Brilli
Bistrot, Brunozzi ottica, CAB Service autotrasporti, Coinall infissi,
Deneb agenzia, Edili impermeabilizzanti, Falcinelli costruzioni,
Faza macchine agricole, Fragola ceramiche. Finanza e Futuro, Gran-plast,
Hotel Dal Moro, Hotel Le Muse, Hotel Panda, camere Rosignoli, Isolution,
Le Colombe agriturismo, Mantovani Francesco canali in rame e pvc-inox,
Marcantonini calcestruzzi, Martellini auto, Monte dei Paschi , New
Service di Bianconi Giunio &C, Pilli costruzioni, Polinori agricola,
Polycart, Saci produzione detersivi, Scai, Tamagnini impianti, F.lli
Volpi, Umbriacuscinetti.
Torna
su
PREMIO
ALL'EDUCATORE "BARBARA MICARELLI"
Sabato 22/01/2002 presso laula magna delle Suore Francescane
Missionarie di Gesù Bambino, appuntamento per la manifestazione
Premio allEducatore "Barbara Micarelli", promossa
dallAssociazione Amici Barbara Micarelli, dal Circolo Ricreativo
Culturale "La Piroga", con il patrocinio del comune di
Assisi, il Rubino (il giornale del cittadino) e dalla Pro Loco di
S. Maria degli Angeli.
Dopo alcuni anni di sospensione, il premio alleducatore ritorna
alla ribalta e la manifestazione vede la sala gremita di persone
in un clima di festa, di giovialità ed il successo riportato
suscita nuove energie per riprendere il cammino.
Presenti alla serata autorità civili e religiose:
Il Sindaco della città dott. Giorgio Bartolini, S. Ecc.za
Mons. Sergio Goretti, il parroco di S. Maria degli Angeli P. Francesco
De Lazzari, la consigliera generale delle Suore Francescane Missionarie
di Gesù Bambino suor Pia Celeste Quiroga, gli assessori Martelli,
Centomini e Pirenei, Gianfranco Costa presidente del consiglio comunale,
i consiglieri Brunozzi e Martellini, i presidi Prof. Siena, Prof.
Catanzaro, Prof.ssa Brizi, Prof.ssa Tazzi il Rettore Prof. Nicola
Suppa; inoltre il presidente della Pro Loco dott, Massimo Paggi,
il presidente del C.T.F. Luigi Capezzali, presidente Circolo Ricreativo
Culturale "La Piroga" rag. Bruno Barbini, presidente della
Casa di Riposo Angelucci, presidente del Circolo Culturale "Il
Corimbo" di Perugia Prof. Angelo Veneziani; nella sala è
presente anche il nostro carissimo P. Ulisse Cascianelli, Presidente
onorario del C.T.F.
Il pomeriggio inizia sullonda dei ricordi, della memoria,
delle emozioni, quando il Prof. Giovanni Zavarella, coordinatore
di questa manifestazione, esalta la figura di Barbara Micarelli
fondatrice dellIstituto Suore Francescane di Gesù Bambino
alla quale è intitolato il premio ed annuncia il nome dei
Maestri scelti da una commissione proposta come da regolamento.
Il maestro Adriano Bartolini ealla memoria il maestro
Natale Severini.
Il Prof. Zavarella continua con note incisive sulla persona di Barbara
Micarelli e la presenta: come donna, come suora, come educatrice,
figlia della terra dAbruzzo che non smentisce caparbietà,
audacia, rischio, fino al martirio, nellannullamento di sé.
Barbara vive alla sequela di Cristo, al Vangelo e alla totale obbedienza
alla Chiesa. Dopo questa significativa introduzione, il giovane
Fabio Berellini si esibisce al pianoforte con musiche di Mozart
e Beethoven; ottiene da parte del pubblico per la sua spiccata classe,abilità
ed eleganza un caloroso e sentito applauso.
In maniera plateale, con stile brioso sfilando in sala, si presenta
il Coro dellUniversità dellEtà Libera
del comune di Bastia Umbra diretto dal M. Roberta Alessandretti
ed al pianoforte un promettente giovane.
Un coro polifonico a quattro voci, composto da trenta elementi,
che con la sua bravura e con la sua "performance", brillantemente
anima la serata dedicata al Premio allEducatore; si esibiscce
con pezzi musicali classici e con canti popolare umbri, ottenendo
un clamoroso successo.
Il saluto ai convenuti della presidente dellassociazione Amici
"Barbara Micarelli", apre il secondo momento della serata
e con una riflessione introduttiva, mette in luce il pensiero e
lazione di Barbara Micarelli, donna così audace, forte,
volitiva, tanto da investire tutta la sua vita per promuovere cultura,
educazione, spinta unicamente dalla carità di Cristo.
Segue lintervento di Sua Ecc.za Mons. Vescovo Sergio Goretti,
che ricorda in maniera affettuosa la sua maestra di scuola elementare:
severa, autorevole, ma gli insegnamenti ricevuti come lesempio
sono stati importanti per la propria vocazione sacerdotale; il giorno
della sua ordinazione la maestra è presente e a lui vicina.
Segue lintervento del nostro Sindaco dott. Giorgio Bartolini,
che ricorda la figura del suo maestro, dicendo come, parte della
propria educazione e formazione, la deve allinsegnante elementare,
incisiva e determinante, mentre "la sua passione per la politica"
conclude daverla ereditata dallo zio Adriano ( il maestro
che verrà premiato).
Altro intervento significativo , quello del dott. Massimo Paggi,
Presidente della Pro Loco e del nostro Parroco Padre Francesco De
Lazzari.
In questa panoramica dinterventi il Premio allEducatore
si delinea come uno spazio aperto alle varie esperienze culturali,
educative, sociali. Hanno fatto da cornice testimonianze di due
ex alunni Fauto Trubbianelli e Daniele Fiorelli.
Il maestro Adriano è quello del libro Cuore,
come il maestro Severini, dove i valori: RELIGIONE, PATRIA E FAMIGLIA
venivano esaltati, vissuti nella concretezza quotidiana e trasmessi
alle loro generazioni.
Segue poi la premiazione dei maestri vincitori: il presidente Bruno
Barbini consegna al maestro Adriano Bartolini una medaglia doro
coniata con leffige di Barbara Micarelli e "alla memoria"
per il maestro Natale Severini; riceve la stessa medaglia la figlia
maggiore Ornella e le viene consegnata dal presidente dellassociazione
Giovanna Centomini.
Seguono momenti di forte commozione, durante le parole espresse
dalla nipote Teresa, che ricorda il nonno, "maestro tutto dun
pezzo" e che ringrazia per laffetto dimostrato dalle
autorità, amici e parenti presenti in sala che hanno testimoniato
un ricordo così vivo.
Ai
maestri premiati viene consegnato da parte del sindaco della città
di Assisi, un prezioso volume, come ricordo di questa significativa
manifestazione.
Interviene anche il rettore Nicola Suppa, che si congratula con
il maestro Bartolini per il riconoscimento ottenuto e per limpegno
svolto come educatore durante gli anni dinsegnamento presso
il convitto nazionale di Assisi.
Un saluto per tutti ed un ringraziamento di vero cuore viene espresso
dalla consigliera generale suor Pia Celeste Quiroga, che si congratula
per il lavoro svolto dall'Associazione e per quello che si prepara
a fare, per il progetto delle adozioni di tanti bambini bisognosi
di aiuto e di affetto.
La serata si conclude all insegna del successo che sta a significare
un momento di crescita umana e spirituale.
Torna
su
LA
POLITICA IN ASSISI:
Maggioranza e Opposizione a confronto
La conferenza stampa del Centrodestra
Il 4 gennaio scorso nella nuova Sala della Conciliazione del Comune
di Assisi il Sindaco della città Giorgio Bartolini, assistito
dagli assessori Ricci, Martelli, Zibetti, Centomini ed alcuni consiglieri
di maggioranza, ha tenuto la consueta conferenza stampa di fine
anno. Il primo cittadino, con il piglio di sempre, ha snocciolato
le tantissime opere realizzate soffermandosi, in particolare, sullavvenuta
ricostruzione leggera affermando che è intanto in atto quella
pesante. Ha comunicato di aver riportato la maggior parte degli
uffici nella sede storica e che sono stati riaperti alla fruizione
il Palazzo del Capitano del Popolo, Palazzo San Nicolò, Palazzo
Giampè e Palazzo Capitano del Perdono di Santa Maria degli
Angeli. Il Sindaco, con evidente soddisfazione, ha rivendicato la
crescita del territorio sul versante industriale e sulle infrastrutture
di cui il Comune ha da sempre lamentato la insufficienza.
Con orgoglio ha sottolineato il riconoscimento della città
da parte dell Unesco e la scelta da parte dell ONU di
aprire lufficio documentale.
Non si è sottratto dal trattare la complessa "storia"
della mattonata e ha comunicato agli operatori della stampa che
il teatro Lyrick è tornato nel pieno possesso dell
Amministrazione Comunale.
Sono in corso iniziative, ha aggiunto il primo cittadino, per concertare
insieme a soggetti privati una gestione capace di utilizzare al
meglio e al massimo un contenitore artistico che ci viene invidiato
dalle grandi città.
Altra qualificata realizzazione, fiore allocchiello del centro-destra,
è lapertura della nuova piscina coperta a Santa Maria
degli Angeli con risultati che soddisfano gli utenti e incrementano
loccupazione. Soddisfazione è stata espressa in ordine
ai parcheggi e ai prossimi lavori che verranno realizzati per ladeguamento
dei servizi fognari, pubblica illuminazione, acquedotto, metano
e viabilità nel centro storico e per i lavori che verranno
eseguiti dallAnas per lattraversamento della ferrovia
allaltezza della ditta Tacconi. Giorgio Bartolini ha rivendicato
allamministrazione da lui guidata non solo la salvezza della
Università ma ha anche registrato un notevole incremento
delle iscrizioni che hanno oggi raggiunto 1300 studenti.
Dulcis in fundo ha parlato di un nuovo rinascimento della città
al termine del suo mandato. Sono intervenuti i giornalisti Baglioni,
De Giuli, Aristei, Gubbiotti, Calzolari, Zavarella, Barbini.
___________________________________________
La conferenza stampa del Centrosinistra
Nel Palazzo Comunale il giorno 11 gennaio le forze di minoranza
del centro-sinistra di Assisi formate da DS-PP-RC hanno tenuto una
conferenza stampa per accusare duramente lAmministrazione
comunale a guida Giorgio Bartolini giudicata inadempiente e insufficiente.
I protagonisti della conferenza stampa hanno contestato su tutta
la linea la progettualità del centro-destra rilevando che
le opere realizzate sono il frutto di finanziamenti regionali.
Per altro, gli interlocutori di centro-sinistra hanno messo a nudo
il problema della mattonata e hanno anche ironizzato sul Lyrick
di recente tornato in proprietà al comune paventando che
trattasi di una "nuova mattonata".
Gli interventi di Borgognoni, di Rigetti, di Biagetti, di Marini,
di Balani e del vice-presidente Brozzo si sono distinti per durezza,
severità risultando persino un pochino velenosi.
Hanno contestato tutto e tutti, stigmatizzando la caduta di stile
delle sedute del consiglio comunale che non sono più una
palestra di democrazia in quanto i provvedimenti di giunta arrivano
sempre blindati e non consentono una dialettica propositiva.
La constatazione di una insufficiente democrazia nel consiglio comunale
non ha risparmiato il presidente del consiglio stesso professor
Gianfranco Costa che ad opinione delle minoranze non tutelerebbe
a sufficienza lespressione democratica dei consiglieri.
Per quanto attiene il ventilato rinascimento di Assisi, con una
punta di sarcasmo lo hanno definito, al contrario, un periodo di
decadenza. È stato anche detto che la polemica sullallargamento
della comunità montana a Bastia e Torgiano è normale
e quindi la polemica di Bartolini è ingiusta e ingenerosa.
La critica ha interessato i parcheggi che non funzionano, che il
servizio nettezza urbana è carente, che è carente
anche la manutenzione delle strade specie quelle di montagna e che
il contenzioso è allucinante.
La critica non ha risparmiato neanche il Bingo! In conclusione la
conferenza stampa ha evidenziato un giudizio da parte delle tre
forze di minoranza di totale fallimento dellAmministrazione
di Giorgio Bartolini. Sono intervenuti i giornalisti Baglioni e
Gubbiotti.
Torna
su
|
|