Alcuni articoli

de "Il Rubino" di Gennaio 2002

NON BUSSA ALLA PORTA MA ARRIVA SEMPRE:
E' l'anno nuovo
di Bruno Barbini

Per il futuro un documento...
SEPARATI NELLA PREGHIERA
MA UNITI PER LA PACE
di Mario Cicogna

L'Associazione CON NOI in collaborazione con la CRI
MUSICA, DANZA
E SOLIDARIETA'

PREMIO ALL'EDUCATORE "BARBARA MICARELLI"

LA POLITICA IN ASSISI:
Maggioranza e Opposizione a confronto

 

NON BUSSA ALLA PORTA MA ARRIVA SEMPRE:
E' l'anno nuovo
di Bruno Barbini

Uscire in edicola con il numero di gennaio significa porre in cantiere un progetto editoriale che deve svilupparsi per almeno dodici mesi. Raccogliere le idee, confrontarsi con i collaboratori di redazione, essere attenti e disponibili ai suggerimenti ed alle istanze dei lettori, far si, insomma, che IL RUBINO continui a crescere verso nuovi ambiziosi traguardi.
Un anno che comincia è sempre pieno di belle speranze; i fatti poi che seguiranno formeranno il bilancio degli eventi positivi e negativi: ognuno auspica che sia positivo e comunque migliore del precedente. Ed è giusto così, anche perché sognare ed essere ottimisti in fondo non è peccato.
Intanto un primo dovere ci chiama. Ricordare a tutti i lettori che il 2 gennaio è stato commemorato il primo anniversario della scomparsa del "Papà" de IL RUBINO: Domenico Mecatti. La famiglia tutta del giornale rende omaggio alla sua memoria. La visita ufficiale in Assisi del 24 gennaio di S.S. Giovanni Paolo II (i servizi speciali e la fotocronaca in altre pagine) lasciano sperare che l’anno appena cominciato sia pieno di eventi positivi basati soprattutto sul dialogo e sulla buona volontà degli uomini.
Quello storico è senza dubbio l’arrivo ufficiale della moneta unica europea: l’EURO. La scambiano per ora dodici paesi, altri seguiranno nei prossimi anni; un primo passo tangibile verso una grande Europa. E poi l’augurio che tra Israeliani e Palestinesi si raggiunga finalmente un armistizio: non è pensabile il traguardo della pace attraverso la guerra.
Ed i fatti dell’economia e della politica: le borse mondiali, che non intendono risollevarsi penalizzando anche e soprattutto i piccoli risparmiatori; la politica che mostra fatica nel trovare obiettivi comuni tra maggioranza e opposizione almeno sui grandi temi; la situazione di sofferenza e incertezza del nord e sud America.
Il conflitto somalo che ormai ci accompagna nella vita quotidiana. Insomma, un anno che sarà pieno di apprensione ma anche di speranza e che potrà regalarci tranquillità e successo se ognuno di noi, nessuno escluso, sarà disponibile a fare la propria parte.
È anche l’anno del campionato del mondo di calcio e chissà, se dopo vent’anni non debba toccare proprio al tricolore italiano svettare sul pennone più alto.
Mi piace chiudere riportando un passo del discorso del S.S. Giovanni Paolo II pronunciato all’Udienza Generale del 2 gennaio scorso: "Lungo tutto l’anno la nostra preghiera si faccia più forte e insistente per ottenere da Dio il dono della pace e della fraternità".

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Per il futuro un documento...
SEPARATI NELLA PREGHIERA
MA UNITI PER LA PACE

di Mario Cicogna

Parlare di manifestazioni gigantesche quando si pensa ad Assisi significa imbattersi in luoghi comuni e in frasi logore. Tutto ad Assisi diviene gigantesco a cominciare dall’annuale festa del 4 ottobre.
Dalla prima visita del Papa Giovanni XXIII (1960) si sono scatenate le venute del Papa polacco, che hanno già fatto impallidire i grandi matrimoni celebrati ad Assisi, sempre segnalati come "matrimoni del secolo", ma hanno fatto già impallidire anche le rumorose marce della pace, rendendo minuscoli avvenimenti che a Marsciano, ma anche a Firenze, apparirebbero mastodontici.
Il popolo assisano è chiamato spessissimo a vivere, sì, ore di gloria, ma anche attese di preoccupazione e di punti interrogativi che fanno dire a molti: speriamo che il tornado passi presto e senza lasciare troppi danni.
E poi anche per le ore di gloria si finisce per farci l’abitudine, con la conseguenza di perderci un po’ su altri valori. Ma come il voto di povertà finisce per far arricchire chi veramente lo pratica, anche un’umiltà grande come quella del cittadino Francesco, doveva finire in un’esaltazione quasi spropositata per gli altri cittadini di tutti i tempi.
Con la nuova venuta, il Santo Padre ha espresso sempre lo stesso spirito: perseguire la pace. Questo tema è precisato anche dagli ultimi gravi avvenimenti. Possiamo sintetizzarlo così: nessuno giustifichi la violenza in nome della religione. Nessuno può servirsi di Dio per giustificare la guerra. La religione , e quindi ogni religione, non ha senso se non conduce alla pace.
La novità di questo incontro odierno consiste nel suo inserimento nei giorni consacrati da un secolo a una preghiera che si fa presso tutte le Confessioni Cristiane, anzi fu proprio un protestante a idearla e a divulgarla nelle chiese protestanti, nelle comunità cattoliche e ortodosse. La chiamano "Ottavario di preghiere per l’unità delle Chiese".
Questa la volontà del Santo Padre: invitare a questo intento unitario anche le religioni che ignorano o anche rifiutano il Cristo.
E niente irenismo!
Questo il Papa lo ha precisato molte volte: "Non siamo alla ricerca di un consenso religioso o di una negoziazione delle nostre convinzioni religiose; il nostro impegno vuole essere mirato alla pace.
Del resto lo stesso programma, lo stesso orario e ancor meglio le "collocazioni" dicono il senso della unità, nella distinzione.
Non si è pregato insieme. Si è discusso insieme, si è salutato, si è prospettato insieme, ma si è andati a pregare in luoghi distinti, già individuati e preparati per il rispetto delle singolarità, delle identità svariate.
E’ stata la piazza inferiore di San Francesco ad accogliere tutto ciò che ha avuto sapore di assoluta unità.
Qui sono avvenute le "testimonianze" dei rappresentanti per la pace.
Il discorso di apertura, definito "Monizione" lo ha pronunziato il Cardinale Fransois Xavier Nguyèn Van Thua, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Lo hanno seguito le testimonianze degli Ortodossi, della Comunione Anglicana, delle Chiese originate dalla Riforma, dell’Induismo, delle Religioni Tradizionali Africane, del Buddismo, dell’Ebraismo e del mondo Musulmano.
Per la preghiera ogni gruppo ha avuto il suo luogo ispirato alle sue prerogative e caratteristiche. A cominciare dal Santo Padre e dai cattolici che hanno fatto la loro preghiera nella Basilica Inferiore di San Francesco.
Il pranzo, l’Agape fraterna nel refettorio del Sacro Convento.
Per il futuro resta un documento, redatto e letto in italiano, arabo e inglese, che ricorderà l’impegno assunto da tutti per un continuo lavoro per la pace.

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UN ANNO DOPO
di Giovanni Zavarella

Il 2 gennaio 2001, il direttore de "IL RUBINO" Rag. Domenico Mecatti veniva richiamato alla Casa del Padre. Lo abbiamo ricordato nel numero di dicembre.
Ma non ci basta. Perché forte fu lo sgomento. Tutte le persone che avevano avuto il privilegio di conoscerlo lo piansero sinceramente.
Non solo i suoi cari. La signora Pieranna, i figli Cristiana, Cesare e Celina e i suoi adorati nipotini, i parenti tutti. Ma anche i tanti, tantissimi amici. Domenico era amato da tutti. Non aveva nemici. Il suo modo di essere e di relazionarsi lo rendeva amabile, rispettato e stimato. Eppure il nostro caro amico nella sua meritoria esistenza aveva operato. E come aveva operato.
L’Angelana, la squadra di calcio tanto gli deve. E non è un caso che lo abbia voluto ricordare con un torneo a lui intitolato. Gli amici Lyonisti ne ricordano la sobrietà del tratto e la pronunciata modestia e signorilità.
Hanno avvertito subito la sua dipartita i suoi amici giornalisti che avevano trovato in lui una guida di serietà e di professionalità e la prudenza della notizia verificata.
Mai Domenico pubblicò per nuocere ma sempre per promuovere e aiutare.
I pittori, i poeti, gli scrittori si accorsero che avevano perso una persona disponibile ad accogliere, "sine judicio", i loro esiti.
I fans della Juventus (Domenico era amico di Valentino Angelillo) avvertono con malinconia la mancanza delle sue conversazioni, delle sue battute sul calcio.
Mai violente. Sempre gradevolmente scherzose.
E poi ne ricordano la perdita gli amici della Piroga. Non gioca più a carte mangiando i suoi pistacchi. E il suo gelato, insieme, al bar di Lillo prima e di Sandra, dopo.
Ora forse da buon sportivo e da amante dell’arte starà giocando con le nuvole, intrecciando magari qualche bel racconto in dialetto angelano della Sora Checca.
Noi non lo dimentichiamo.
E abbiamo rivolto preghiere durante la Santa Messa, celebrata e commentata con semplicità dal nostro Parroco P. Francesco De Lazzari.

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Per concessione dell'Associazione Priori e Comitato Priori Serventi pubblichiamo volentieri

Con lo scopo di far conoscere, anche se sommariamente, la vita di S.Antonio Abate e la più bella tradizione del nostro paese a Lui legata, che è la Festa del Piatto di S.Antonio con le relative curiosità e aneddoti, il Consiglio Direttivo del Triennio 1998-2001, ha ritenuto opportuno realizzare questo opuscolo che può tornare utile per vivere consapevolmente ed apprezzare i lati umani e religiosi insiti nella Festa.

LA STORIA DEL PIATTO

CHI E' S.ANTONIO ABATE


S.Antonio nasce verso il 250 a Coma (oggi Quemar), una città del medio Egitto sulla costa occidentale del Nilo. La sua famiglia era molto cristiana e molto ricca, ma a 18 anni Antonio rimane orfano insieme ad una sorella più piccola.
Un giorno, entrato in chiesa per partecipare alla Santa Messa, ascolta la lettura e forse la spiegazione del seguente passo del Vangelo: "Se vuoi essere perfetto va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli: poi vieni e seguimi" (Mt. 19,21). Antonio si sente personalmente interpellato da quella parola del Vangelo e decide di metterla in pratica.
Sistema la sorella presso un gruppo di pie donne, lasciando una buona somma di denaro che garantisse la sua sussistenza. Vende tutte le sue proprietà, distribuisce tutto ai poveri e si ritira in luogo solitario, presso la sua città, impegnando il tempo nella preghiera, nel lavoro e nello studio della Santa Scrittura, facendosi aiutare e illuminare da un anziano eremita.
Già in questo primo periodo il demonio cerca di dissuaderlo dalla vita ascetica con il ricordo delle cose che aveva lasciato e con le più subdole tentazioni.
Ma Antonio risponde agli assalti del maligno con una preghiera sempre più intensa, digiuni e con tante e grandi sofferenze. Si richiude in una tomba scavata su una montagna.
Il luogo era noto solo ad un suo antico. E al diavolo.
Di nuovo, verso i 35 anni cambia luogo e si trasferisce molto più lontano dal villaggio, dove nessuno poteva accedere, nella più totale solitudine. Si ritira dentro un vecchio castello diroccato sul monte Pispir, ad est del Nilo.
In questo luogo vive venti anni completamente isolato dal mondo, (l’amico gli gettava i viveri dal di sopra delle mura di cinta) respingendo con fermezza le tentazioni del demonio che lo assillava con insistenza.Alcuni anni dopo viene scoperto il suo rifugio. Immediatamente si diffonde la fama della sua santità e cominciano ad andare da lui vari uomini che vivevano in solitudine, chiedendo a S. Antonio di essere da lui diretti.
Con loro fonda due monasteri, uno a destra e uno a sinistra del Nilo. Qui viene visitato da S.Ilirione.
Nel 311, sotto la persecuzione di Massimino Daia, si reca ad Alessandria d'Egitto per incoraggiare quanti soffrivano la persecuzione e per difendere anche il suo amico S.Atanasio nella lotta contro gli ariani. Ma era sempre fortemente presente in lui il desiderio di vivere nella più completa solitudine.Per questo si allontana per circa tre miglia, addentrandosi nel deserto, in una località completamente disabitata, dove trascorre gli ultimi anni della sua vita.
Qui si mantiene intrecciando la ceste di vimini e coltivando un piccolo appezzamento di terreno i cui prodotti venivano divisi anche con coloro che si recavano a trovarlo per essere istruiti nella vita ascetica. Alcuni mesi prima della morte torna ad Alessandria per combattere di nuovo gli ariani.Nella sua solitudine è stato sempre ricercato e visto come maestro di spiritualità.
Quindici anni prima di morire, aveva circa 90 anni, consente a due suoi discepoli, Macario e Amathos, di condurre vita comune con lui. A loro predice la sua fine, ma ordina di non rivelare ad alcuno il luogo della sua sepoltura. Antonio muore il 17 gennaio del 356, a 106 anni. Pur nella solitudine e nell'isolamento, è stato molto presente nella vita del suo tempo.
Ha incontrato molti santi eremiti, ha scritto varie lettere all’imperatore Costantino, di cui era anche amico. S.Antonio ha dato inizio alla vita anacoretica (vita di singole persone eremitiche, senza regole monastiche) e anche alla vita monastica. Ha scritto una Regola per i monaci.
Dei suoi scritti è rimasto molto poco, una sola lettera e un discorso riportato da S. Atanasio, nella vita che ha scritto. Nel discorso viene descritta la dottrina ascetica di S. Antonio.
Nel 561, per rivelazione, viene scoperto il sepolcro del Santo. Le reliquie sono dapprima trasportate ad Alessandria, ma nel 635 in seguito all'invasione araba, vengono trasferite a Costantinopoli.
Nel secolo XI sono portate in Francia, da un crociato, a Motte Saint Didier e nel 1491 traslate nella chiesa di S. Julien ad Arles. Attualmente sono custodite nella chiesa di SAINT TROPHIME ad Arles.
"S. Antonio: abate, santo, detto anche S. Antonio il Grande, o S. Antonio del deserto, è il Patriarca del monachesimo, famoso uomo di preghiera, grandissimo lottatore contro i demoni, guaritore di infermi e direttore di anime". Scrive S. Atanasio: "Chi andò da lui afflitto e non tornò gioioso? Chi non andò adirato e non si convertì all'amicizia? Chi, scoraggiato dalla povertà, andò da lui e dopo averlo visto e sentito non disprezzò le ricchezze e non trasse consolazione dalla povertà? Quale monaco scoraggiato non andò da lui e non ne tornò poi più saldo? Quale giovane, recatosi sul monte e visto S.Antonio, non ne ritornò disprezzando i piaceri del corpo e abbracciando il pudore? Chi non andò da lui, tormentato dal demonio, e non ne fu liberato?" Se la fama di santità di S. Antonio era già molto diffusa in vita, dopo la sua morte si estese in tutto il mondo occidentale.
In un primo tempo la diffusione sembra attribuirsi al fatto che S. Antonio era un potente guaritore dall'herpes zoster (conosciuto più come fuoco di S. Antonio), malattia molto grave e fastidiosa, che colpisce le cellule nervose.
Di fronte alla mancanza o inefficienza di medicine adatte, la gente si recava presso le sue reliquie per ottenere la guarigione.
Constatata questa efficienza, i malati pellegrini aumentarono tanto che fu necessaria la costruzione di un ospedale a servizio del quale nacque la Confraternita degli Antoniani.
Questi per affrontare le spese ospedaliere, forse hanno dato avvio ad un allevamento di maiali, che, come gli altri animali, andavano liberi per la città, mantenuti dalla gente.
Quando una legge né proibì la libera circolazione, si fece una eccezione per quelli degli Antoniani; dovevano però portare un campanello legato al collo. Sembra che per questo motivo S. Antonio venga raffigurato insieme al maiale con il campanello al collo.
Non solo i maiali ma anche tutti gli animali domestici furono posti sotto la protezione di S. Antonio.
Secondo altre interpretazioni, S. Antonio è rappresentato insieme con gli animali perché è con loro che è vissuto nel deserto, lavorando la terra. S.Antonio oltre che per la malattia dell'herpes zoster è invocato contro la peste, lo scorbuto e malattie simili. S.Antonio è anche protettore di diverse attività: guantai, tessitori, confettieri, archibugieri, panierai. Molto ricca e diffusa l'iconografia di S. Antonio.
Spesso è raffigurato come abile ingannatore del diavolo, con lo scopo di sottrargli le anime. In suo onore fu fondato un ordine religioso a Vienne (Francia), che aveva il privilegio di andare elemosinando casa per casa il pane per gli ammalati e i poveri (così nasce la tradizione del pane di S. Antonio). Alla vigilia della sua festa vengono accesi in molte parti, grandi falò che bruciano tutta la notte e le cui ceneri vengono portate a casa dai contadini e custodite come reliquie.
Mentre il falò arde, vengono arrostite salsicce e carne, che si consumano conversando fraternamente. In altre parti è famosa la galoppata, corsa di muli, asini e cavalli. In molti luoghi è diffuso l'andare per le strade del paese cantando la storia del Santo. Altra nota folkloristica caratteristica: in alcune parti veniva allevato un maiale da tutti gli abitanti.
Era lasciato libero di circolare per il paese. Quando il maialino diventava adulto, veniva ucciso e le sue carni date ai poveri. Da qui il detto: "Andare di porta in porta come il porco di S. Antonio".
Un altro detto popolare è:
- Deve aver rubato il porco di S. Antonio (si dice di chi è colpito da una serie di disgrazie).
Conosciuti sono anche i proverbi:

- S. Antonio con la barba bianca, se non piove la neve non manca.
- S. Antonio di gennaio porta, grano nel granaio e mezza paglia nel pagliaio.
- S. Lorenzo della gran calura, S. Antonio della gran freddura, l'una e l'altra poco dura.
- La befana tutte le feste porta via. Rispose S.Antonio: piano... piano..., c'è anche la mia!


La festa del Patrono di Santa Maria degli Angeli
IL PIATTO DI SANT'ANTONIO ABATE EDIZIONE 2002

Tradizione e innovazione

Puntuale all’appuntamento nel mese di gennaio è ritornata la festa del Piatto di S.Antonio.
Come vuole la tradizione, la festa è stata organizzata e gestita dai Priori serventi Aisa Leandro, Bocchini Piero, Cacciamani Roberto, Cappucci Giuseppe. Gambelunghe Mario, Mazza Carmine, Migliosi Corrado, Pinchi Fabrizio, Rapicetta Arnaldo, Ronca Adriano, Tabai Sandro e Zurla Elio.
La filosofia della Prioranza si è basata tra tradizione e innovazione.
Hanno iniziato il loro "servizio" con un bello spettacolo teatrale al Lyrick (8 dicembre) ed hanno concluso con il succulento pranzo del lunedì.
Hanno preceduto la giornata di domenica con una serie di iniziative di tutto rispetto.
La prima è stata la conferenza stampa per l’illustrazione del programma (12 gennaio) nei locali della Pro Loco a cui hanno portato il saluto del Priore Corrado Migliosi, il sindaco della città, Dr. Giorgio Bartolini, il Presidente della Pro Loco, Dr. Massimo Paggi, il Parroco De Lazzari, il presidente dell’Associazione Priori, Geom. Gabriele Del Piccolo.
La giornata del sabato è stata caratterizzata dall’apertura della tavernetta.
Mentre il 15 gennaio si è aperta la taverna presso l’Hotel Los Angeles di S.Maria degli Angeli per godere dei buoni piatti e tanta musica.
Il giorno 19 è stata la volta della Conferenza sull’Agricoltura e la mostra e la degustazione dei prodotti tipici, in collaborazione con la Pro Loco.
Il momento topico si è avuto il giorno 20 gennaio con la processione solenne, la benedizione degli animali e del pane. Processione del tutto caratteristica a cui hanno partecipato oltre alle tre prioranze: uscenti, entranti, serventi , gli ex priori, la banda musicale dei carabinieri a cavallo, il gruppo cinofilo della Guardia di Finanza, la polizia a cavallo, le confraternite, le chiarine, il gonfalone della città. La stessa giornata ha visto realizzato l’annullo filatelico, la corsa dei somari e lo spettacolo realizzato dalla Scuola Elementare di S.Maria degli Angeli.
E poi c’è stato il Pranzo del Lunedì. Sarebbe tutto da raccontare. Ma lasciamo ai nostri lettori immaginarlo.
L’ultimo atto del Piatto si è consumato con la consegna delle pergamene di riconoscenza che la Pro Loco conferisce ai Priori serventi.

USCENTI /SERVENTI /ENTRANTI

Aisa Lanfranco / Aisa Leandro / Marzolesi Massimiliano
Tardioli Paolo / Bocchini Piero / Polticchia Angelo
Pulcinelli Andrea / Cacciamani Roberto / Proietti Gagliardoni Roberto
Cappucci Paolo / Cappucci Giuseppe / Discepoli Giancarlo
Brufani Oliviero / Gambelunghe Mario / Fragola Franco
Cioccoloni Giulio / Mazza Carmine / Pandolfi Ennio
Migliosi Massimo / Migliosi Corrado / Chistolini Felice
Tarpanelli Lanfranco / Pinchi Fabrizio / Bonucci Marcello
Carloni Marco / Rapicetta Arnaldo / Biagetti Valerio
Filippucci Giovanni / Ronca Adriano / Luca' Giuseppe
Fagotti Antonello / Tabai Sandro / Scarponi Adriano
Trippetta Leonello / Zurla Elio / Genovesi Vincenzo

PERCHE', COME E QUANDO NASCE L'ASSOCIAZIONE

Dopo il 1860 a S. Maria degli Angeli i cavalli delle diligenze, che percorrevano con regolarità il percorso Firenze - Roma (con cambio di cavalli, proprio qui), cominciarono ad ammalarsi e morire.
Si ricorse a S. Antonio Abate, patrono degli animali, si fecero preghiere pubbliche e la moria dei cavalli cessò.
Le diligenze ripresero a marciare regolarmente fino all'arrivo dei treni a vapore. Per festeggiare la "grazia ricevuta" venne offerto un pranzo agli abitanti del paese e così ebbe inizio il "Piatto di S. Antonio", che da allora divenne una delle più simpatiche tradizioni di S. Maria degli Angeli, celebrata il 17 gennaio, se giorno festivo, o la domenica successiva.
Nel 1952 il numero dei priori da quattro fu portato a otto, si riprese l'usanza di offrire ai poveri gratuitamente una certa quantità di "piatti". Nel 1977, per agevolare le persone "anziane" che non hanno mai avuto l'opportunità di essere elette, i Priori sono stati portati a dodici, nominando appunto i due anziani, i quali poi, ogni anno, trasmettono l'investitura ad altri anziani.
Nel 1979 un piccolo gruppo di persone ebbe a constatare che, esaurite le tre cariche di prioranza "Entrante - Servente - Uscente", ai Priori restavano solo i bellissimi ricordi della festa, senza aver modo, successivamente, di potersi aggregare e continuare a viverne le emozioni, collaborando con i Priori in carica, alla buona riuscita di tutta la manifestazione.
Così è nata l'associazione che, inizialmente, si chiamava "Associazione Ex Priori" e, che, nel 1999 è stata definitivamente chiamata "ASSOCIAZIONE PRIORI DEL PIATTO DI S. ANTONIO ABATE" con lo scopo di tramandare la tradizione, di divulgare la storia ed il significato della Festa del Piatto di S. Antonio.
Dopo la solenne Santa Messa del giorno della Festa, celebrata in Basilica, momento esaltante di folklore e di storia, è la tradizionale processione con la partecipazione dei Priori di ogni anno che indossano i propri mantelli colorati, delle Autorità Comunali con il gonfalone e le caratteristiche "chiarine", unitamente ai rappresentanti delle Amministrazioni Provinciali e Regionali e delle carrozze d'epoca. Partecipano animali di ogni specie, in particolare numerosissimi cavalli.
Da alcuni anni Carabinieri e Polizia a cavallo con le loro fanfare prendono parte alla processione.
La benedizione del pane e degli animali, sul piazzale, antistante la Basilica, chiude la parte religiosa della manifestazione. Al pranzo ed alla cena viene servito il piatto unico tradizionale di S. Antonio.
Lo stesso giorno l'associazione offre il Piatto di S. Antonio ai Priori anziani impossibilitati a recarsi personalmente al pranzo, per motivi di salute, portandoglielo direttamente a casa.
Per meglio divulgare le tradizioni del Piatto, l'associazione, nel 1993, ha ritenuto opportuno coinvolgere i giovani che saranno i Priori di domani, ideando un concorso scritto-grafico sulla ricerca della storia del Piatto di S. Antonio a cui da allora partecipano con entusiasmo gli studenti della Scuola Media "G. Alessi" di S. Maria degli Angeli.

IL CODICE DEL PIATTO
Dal libro di Giovanni Zavarella '71:
Piatto all'ombra del Cupolone

LA RIMESSA

Art. 1 - 1 "Priori Serventi" sostengono la parte principale delle spese occorrenti.
Art. 2 - L'investitura dei nuovi Priori Entranti si fa con l'invio gratuito del "Piatto" il giorno della festa di S. Antonio Abate. Se il "Piatto" viene accettato vuol dire che si accetta l'incarico, se viene respinto vuol dire che si rifiuta.
Art. 3 - Il giorno successivo avviene lo scambio dei poteri durante il pranzo ufficiale a cui partecipano i Priori Uscenti che hanno servito l'anno precedente (offrono cioccolatini), i Priori serventi (pagano il pranzo), i Priori entranti (offrono sigarette).
Art. 4 - 1 Priori sono liberi di scegliersi un emblema (copricapo, fascia, divisa, ecc.) che caratterizzi il loro servizio.

I Priori hanno il dovere di "rimettere". E' una norma morale che facilmente mutuata dalle Confraternite è entrata pienamente nel Piatto di S. Antonio. Il servizio del Priore deve "caricarsi" di una “rimessa” personale, quasi come a rendere il servizio, frutto di una volontà d'amore e di una scelta intima, spirituale ed umana. E fino ad oggi i Priori hanno sempre rimesso.
Nessuna Prioranza si è sottratta a questo codice, non scritto se non nella tradizione orale della nostra gente. E' un segno distintivo di angelanità.
E' una patente di credito angelana; la prioranza è una delle rare credenziali per sentirsi ed essere considerato angelano.
Quasi mai, i Priori comunicano all'esterno la cifra esatta della "rimessa".
Resta un segreto della Prioranza. I Priori si scherniscono e non consentono di appurare i dati precisi. La rimessa non spaventa gli Angelani, perché il servizio di Priore è ambito.

Contenuto del "PIATTO"

Il contenuto tradizionale del "Piatto" è veramente ricco: maccheroni, due fette di carne, quattro salsicce, due polpette, pane, mezzo litro di vino, frutta.
Il Piatto di S. Antonio non conosce discriminazioni e pregiudizi di classe e di politica.
Pochissimi sono quelli che sfuggono al fascino di essere almeno una volta Priore. E’ nel sangue di chi vive veramente a S.Maria degli Angeli e all’ombra del Cupolone.


LA CONSEGNA DELLE PERGAMENE

L’ Auditorium della Scuola Media Statale di Santa Maria degli Angeli ha ospitato il giorno 27 gennaio 2002, alle ore 17, uno splendido concerto lirico.
L’appuntamento canoro-musicale è stato organizzato dalla Pro Loco di Santa Maria degli Angeli, diretta dal Dr. Massimo Paggi, per rispettare la tradizione della consegna della pergamena di riconoscenza ai Priori serventi 2002 per il loro encomiabile servizio reso al Santo Antonio Abate, protettore degli animali.
Il pomeriggio è stato salutato dal presidente Paggi che ha presentato il soprano cinese Chiung-Wen Chang e la maestra Cristina Capano.
Il concerto, che ha visto la presenza del Sindaco, del Parroco P. Francesco De Lazzari, degli assessori Elena Centomini, Pirro Pirinei, Eraldo Martelli e Emiliano Zibetti, del Presidente del Consiglio Comunale Gianfranco Costa e del Consigliere Comunale Franco Brunozzi, nonché del Prof. Giuseppe Catanzaro e del Dr. Valerio Servili, rispettivamente Presidente e segretario dell’ Accademia Properziana del Subasio e del Geom. Gabriele Del Piccolo, presidente dei Priori si è sviluppato in due parti con musiche di Paisiello, Giordani, Haendel, Bellini, Rossigni, Verdi, Puccini e Lehar.
Le due artiste hanno riscosso un lusinghiero successo sottolineato dagli applausi degli spettatori e degli intenditori di musica e di bel canto.
Nell’ intervallo della bella performance artistica sono state consegnate dal Presidente della Pro Loco, dal Sindaco, dal Parroco, e dal Presidente dell’ Associazione le pergamene di riconoscenza, in ricordo del servizio prestato al Santo Antonio nell’anno del Signore 2002.
Ha ringraziato, in nome e per conto di tutti i Priori Elio Zurla.
La bella occasione si è gentilmente conclusa con le parole del Presidente della Pro Loco e il gesto cortese dei Priori che hanno offerto alle due artiste un bel mazzo di fiori.


Sic et simpliciter
CONSIDERAZIONI SULLA FESTA DEL SANTO PATRONO

Si è conclusa, credo felicemente, anche l’edizione 2002 della Festa dedicata a Sant’ Antonio ed approfitto dell’ospitalità concessami da "IL RUBINO" che mi consente di fare alcune considerazioni sulla festa stessa ed in particolare sulla Prioranza.
Lo faccio prima di tutto a carattere personale ed anche, perché no, quale vice Presidente dell’ Associazione Priori. Non intendo parlare dei compiti e degli scopi della nostra Associazione, ma voglio riproporre un argomento che mi sta a cuore e per il quale mi batto da tempo e cioè: l’entrata delle donne nella Prioranza. Fino a qualche tempo fa le Forze Armate (Esercito - Aviazione - Marina - Carabinieri - Guardia di Finanza ) e la Polizia di Stato, forse di meno invece per quanto riguarda i Vigili Urbani, erano considerate l’ultimo baluardo del "maschilismo" nella società italiana.
Da quando però si sono dovuti confrontare con altri eserciti per gli impegni internazionali del nostro Paese, hanno visto che la presenza delle donne era stabile e paritetica.
È stata quindi una tappa obbligata aprire la carriera alle donne ed ore nessuno si meraviglia più di tanto, anche perché hanno dato prova di saperci fare.
Ho letto giorni or sono che cinque ragazze italiane con il grado di Tenente partecipano alla Scuola di Guerra Aerea e, dopo la specializzazione pilotare elicotteri da combattimento ed aerei supersonici.
Detto questo, devo constatare però che il muro maschilista è duro a cadere, purtroppo, nell’opinione di alcuni nostri concittadini ed anche tra qualche componente dell’ Associazione dei Priori.
Questa ingiustificata avversione all’entrata delle donne nella Prioranza, deve essere presto superata, perché credo che la componente femminile abbia la possibilità di dare una nuova svolta per coinvolgere di più la gente nell’attività della manifestazione; non è detto che ci riescano in pieno, ma è doveroso provarci.
La presenza femminile in tutte le espressioni della nostra società è ormai scontata e normalizzata e se un tale fenomeno sociale si è affermato in modo così netto ed evidente, è altrettanto evidente che non si può continuare ad ignorarlo. Si potrà pure discutere, ma non più di tanto, se l’intenzione è quella di valorizzare la festa che è nata per onorare il Santo Patrono e non per punire le donne.
Ben vengano quindi anche le critiche ma che siano costruttive e finalizzate alla validità ed alla buona riuscita della Prioranza, nell’interesse di tutta la gente che, sempre più numerosa partecipa ai festeggiamenti; sarebbe forse il caso che gli oppositori facessero qualche proposta concreta anziché solo proteste strumentali ed ingiustificate.
I Priori Serventi dell’ anno 2000, dopo una scelta fatta all’unanimità, avevano deciso di nominare due donne tra i dodici Priori Entranti; se non ché durante la serata precedente la festa all’interno della taverna allestita nell’ ex cinema, alcuni facinorosi sbraitarono talmente tanto e forte (senza addurre per altro valide giustificazioni e senza averne precisi diritti) nei confronti dei priori che questi, sia pure a malincuore, ritennero opportuno recedere dalla decisione presa, mortificando così la loro libera scelta.
Il mio non vuole essere un attacco alla Prioranza così com’è, né tanto meno alla indipendenza dei Priori Serventi, ma il tentativo di apportare una necessaria modernizzazione nella festa del Santo Patrono, considerando anche e soprattutto il fatto che non è sempre facile trovare gente disponibile per fare il Priore.
Spero di aver aperto uno spiraglio per iniziare un dibattito fra gli "addetti ai lavori" e tra coloro cui sta a cuore la festa. Voglio concludere ringraziando i Priori Serventi complimentandomi con loro per la riuscita della festa, grazie agli "Uscenti" per quello che hanno fatto fino ad ora (auspicando altresì che partecipino alle iniziative dell’ Associazione) ed auguri tanti agli "Entranti" ai quali dico anche: non abbiate paura di avere coraggio.

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L'Associazione CON NOI
in collaborazione con la CRI
MUSICA, DANZA
E SOLIDARIETA'

Ha riscosso grande successo lo spettacolo del 3 gennaio al Lyrick Theatre.
Arte e beneficenza ancora insieme per un galà che è divenuto ormai il simbolo della solidarietà e della promozione dello spettacolo di qualità nel nostro territorio. Per la seconda volta infatti il Lyrick Theatre di Assisi ha aperto le porte all’evento più atteso dell’anno, un appuntamento unico che vive della sensibilità di quanti vi operano e lo rendono possibile, oltre che del plauso di un pubblico sempre più coinvolto.
E’ per questo che l’associazione CON NOI e la sezione femminile di Assisi della CROCE ROSSA nella persona dei due presidenti rispettivamente Giampiero Bianconi e Maria Paola Pucci, hanno voluto riproporre MUSICA, DANZA E SOLIDARIETA’, L’ormai celebre spettacolo annuale che si connota di grande valore artistico, ma soprattutto di grande valore morale. Una serata, quella del 3 gennaio, d’eccezione soprattutto perché applaudita da un prestigioso parterre che ha ospitato i maestri Tuccio Rigano e Vinicio Macinini nonché politici e tutta l’Amministrazione locale, il sindaco di Bastia Lazzaro Fogliari, ma soprattutto il Sindaco di Assisi, Dr. Giorgio Bartolini.
Ad inizio serata infatti il primo cittadino assisano non ha mancato di augurare un buon anno ai presenti e di ringraziare l’americano Leach di aver anzitempo donato lo stabile che ospita il teatro alla città di Assisi prendendo l’oneroso impegno di rendere efficiente e continuativamente operativa questa che è una delle più moderne strutture teatrali.
Non va omesso il grande contributo della Sig. Carla Brizi che già nella scorsa edizione ha magistralmente diretto l’evento e che anche quest’anno ha fortemente promosso, fronteggiando le numerose problematiche di ordine logistico e soprattutto tecnico per la realizzazione della serata che si è svolta anche grazie alla sapiente regia di Giacomo Molinari, presidente A.I.D. (Associazione Italiana Danzatori).
Nessuna città al mondo come la nostra Assisi può recepire e diffondere un messaggio di pace, ed è proprio alla pace è stato dedicato l’intero spettacolo.
Da un racconto di Massimiliano Petrignani nasce l’idea del primo quadro in programma che ha visto la partecipazione straordinaria di Riccardo Caldari con il GRUPPO LA RONDINE, formato da giovani danzatori non professionisti, ma che si sono dimostrati pienamente all’altezza del livello artistico richiesto dallo spettacolo. E’ seguita poi l’esibizione di THE CHICAGO GOSPELGROUP, che ha glissato sul classico perentorio, proponendo una scaletta forse meno coinvolgente ma che ha reso giustizia alle ormai note doti canore del gruppo.
La prima parte si è poi conclusa con i MOMINO’S DANCE THEATRE, gruppo di danzatori professionisti che in "Journey" hanno omaggiato il grande coreografo scomparso Alvin Ailey; un repertorio il loro di grande livello tecnico che ha entusiasmato soprattutto i veri intenditori. Ma il tripudio di applausi si è scatenato soprattutto nella seconda parte in cui si è esibita la vera stella della serata.
In "Todo el amor" l’argentino, multiforme e sorprendente RUBEN CELIBERTI ha strabiliato senza eccezioni la platea tutta. L’artista di fama internazionale ha esordito con un monologo che richiamava la grave crisi attuale nel suo paese con un appello ai potenti di tutto il mondo, ma il suo spirito poliedrico, bizzarro dalla comunicativa irresistibile ha subito riportato l’attenzione sulle sue doti di ballerino, cantante, compositore, comico pianista. Nessuno tra i presenti aveva mai ammirato un artista tanto completo e perfetto in ogni performance specie ne "il cigno" che rimarrà forse l’emblema di questa edizione della manifestazione.
Un doveroso grazie quindi al Mobilificio Angela Bizzarri, che già nella scorsa edizione per primo aderì all’iniziativa in qualità di sponsor, alla Banca dell’Umbria, Bazzurri finiture per ambienti di qualità, Binava arredamenti, Brilli Bistrot, Brunozzi ottica, CAB Service autotrasporti, Coinall infissi, Deneb agenzia, Edili impermeabilizzanti, Falcinelli costruzioni, Faza macchine agricole, Fragola ceramiche. Finanza e Futuro, Gran-plast, Hotel Dal Moro, Hotel Le Muse, Hotel Panda, camere Rosignoli, Isolution, Le Colombe agriturismo, Mantovani Francesco canali in rame e pvc-inox, Marcantonini calcestruzzi, Martellini auto, Monte dei Paschi , New Service di Bianconi Giunio &C, Pilli costruzioni, Polinori agricola, Polycart, Saci produzione detersivi, Scai, Tamagnini impianti, F.lli Volpi, Umbriacuscinetti.

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PREMIO ALL'EDUCATORE "BARBARA MICARELLI"

Sabato 22/01/2002 presso l’aula magna delle Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino, appuntamento per la manifestazione Premio all’Educatore "Barbara Micarelli", promossa dall’Associazione Amici Barbara Micarelli, dal Circolo Ricreativo Culturale "La Piroga", con il patrocinio del comune di Assisi, il Rubino (il giornale del cittadino) e dalla Pro Loco di S. Maria degli Angeli.
Dopo alcuni anni di sospensione, il premio all’educatore ritorna alla ribalta e la manifestazione vede la sala gremita di persone in un clima di festa, di giovialità ed il successo riportato suscita nuove energie per riprendere il cammino.
Presenti alla serata autorità civili e religiose:
Il Sindaco della città dott. Giorgio Bartolini, S. Ecc.za Mons. Sergio Goretti, il parroco di S. Maria degli Angeli P. Francesco De Lazzari, la consigliera generale delle Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino suor Pia Celeste Quiroga, gli assessori Martelli, Centomini e Pirenei, Gianfranco Costa presidente del consiglio comunale, i consiglieri Brunozzi e Martellini, i presidi Prof. Siena, Prof. Catanzaro, Prof.ssa Brizi, Prof.ssa Tazzi il Rettore Prof. Nicola Suppa; inoltre il presidente della Pro Loco dott, Massimo Paggi, il presidente del C.T.F. Luigi Capezzali, presidente Circolo Ricreativo Culturale "La Piroga" rag. Bruno Barbini, presidente della Casa di Riposo Angelucci, presidente del Circolo Culturale "Il Corimbo" di Perugia Prof. Angelo Veneziani; nella sala è presente anche il nostro carissimo P. Ulisse Cascianelli, Presidente onorario del C.T.F.
Il pomeriggio inizia sull’onda dei ricordi, della memoria, delle emozioni, quando il Prof. Giovanni Zavarella, coordinatore di questa manifestazione, esalta la figura di Barbara Micarelli fondatrice dell’Istituto Suore Francescane di Gesù Bambino alla quale è intitolato il premio ed annuncia il nome dei Maestri scelti da una commissione proposta come da regolamento.
Il maestro Adriano Bartolini e”alla memoria” il maestro Natale Severini.
Il Prof. Zavarella continua con note incisive sulla persona di Barbara Micarelli e la presenta: come donna, come suora, come educatrice, figlia della terra d’Abruzzo che non smentisce caparbietà, audacia, rischio, fino al martirio, nell’annullamento di sé.
Barbara vive alla sequela di Cristo, al Vangelo e alla totale obbedienza alla Chiesa. Dopo questa significativa introduzione, il giovane Fabio Berellini si esibisce al pianoforte con musiche di Mozart e Beethoven; ottiene da parte del pubblico per la sua spiccata classe,abilità ed eleganza un caloroso e sentito applauso.
In maniera plateale, con stile brioso sfilando in sala, si presenta il Coro dell’Università dell’Età Libera del comune di Bastia Umbra diretto dal M. Roberta Alessandretti ed al pianoforte un promettente giovane.
Un coro polifonico a quattro voci, composto da trenta elementi, che con la sua bravura e con la sua "performance", brillantemente anima la serata dedicata al Premio all’Educatore; si esibiscce con pezzi musicali classici e con canti popolare umbri, ottenendo un clamoroso successo.
Il saluto ai convenuti della presidente dell’associazione Amici "Barbara Micarelli", apre il secondo momento della serata e con una riflessione introduttiva, mette in luce il pensiero e l’azione di Barbara Micarelli, donna così audace, forte, volitiva, tanto da investire tutta la sua vita per promuovere cultura, educazione, spinta unicamente dalla carità di Cristo.
Segue l’intervento di Sua Ecc.za Mons. Vescovo Sergio Goretti, che ricorda in maniera affettuosa la sua maestra di scuola elementare: severa, autorevole, ma gli insegnamenti ricevuti come l’esempio sono stati importanti per la propria vocazione sacerdotale; il giorno della sua ordinazione la maestra è presente e a lui vicina.
Segue l’intervento del nostro Sindaco dott. Giorgio Bartolini, che ricorda la figura del suo maestro, dicendo come, parte della propria educazione e formazione, la deve all’insegnante elementare, incisiva e determinante, mentre "la sua passione per la politica" conclude d’averla ereditata dallo zio Adriano ( il maestro che verrà premiato).
Altro intervento significativo , quello del dott. Massimo Paggi, Presidente della Pro Loco e del nostro Parroco Padre Francesco De Lazzari.
In questa panoramica d’interventi il Premio all’Educatore si delinea come uno spazio aperto alle varie esperienze culturali, educative, sociali. Hanno fatto da cornice testimonianze di due ex alunni Fauto Trubbianelli e Daniele Fiorelli.
Il maestro Adriano è quello del libro “Cuore”, come il maestro Severini, dove i valori: RELIGIONE, PATRIA E FAMIGLIA venivano esaltati, vissuti nella concretezza quotidiana e trasmessi alle loro generazioni.
Segue poi la premiazione dei maestri vincitori: il presidente Bruno Barbini consegna al maestro Adriano Bartolini una medaglia d’oro coniata con l’effige di Barbara Micarelli e "alla memoria" per il maestro Natale Severini; riceve la stessa medaglia la figlia maggiore Ornella e le viene consegnata dal presidente dell’associazione Giovanna Centomini.
Seguono momenti di forte commozione, durante le parole espresse dalla nipote Teresa, che ricorda il nonno, "maestro tutto d’un pezzo" e che ringrazia per l’affetto dimostrato dalle autorità, amici e parenti presenti in sala che hanno testimoniato un ricordo così vivo.
Ai maestri premiati viene consegnato da parte del sindaco della città di Assisi, un prezioso volume, come ricordo di questa significativa manifestazione.
Interviene anche il rettore Nicola Suppa, che si congratula con il maestro Bartolini per il riconoscimento ottenuto e per l’impegno svolto come educatore durante gli anni d’insegnamento presso il convitto nazionale di Assisi.
Un saluto per tutti ed un ringraziamento di vero cuore viene espresso dalla consigliera generale suor Pia Celeste Quiroga, che si congratula per il lavoro svolto dall'Associazione e per quello che si prepara a fare, per il progetto delle adozioni di tanti bambini bisognosi di aiuto e di affetto.
La serata si conclude all’ insegna del successo che sta a significare un momento di crescita umana e spirituale.

 

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LA POLITICA IN ASSISI:
Maggioranza e Opposizione a confronto

La conferenza stampa del Centrodestra
Il 4 gennaio scorso nella nuova Sala della Conciliazione del Comune di Assisi il Sindaco della città Giorgio Bartolini, assistito dagli assessori Ricci, Martelli, Zibetti, Centomini ed alcuni consiglieri di maggioranza, ha tenuto la consueta conferenza stampa di fine anno. Il primo cittadino, con il piglio di sempre, ha snocciolato le tantissime opere realizzate soffermandosi, in particolare, sull’avvenuta ricostruzione leggera affermando che è intanto in atto quella pesante. Ha comunicato di aver riportato la maggior parte degli uffici nella sede storica e che sono stati riaperti alla fruizione il Palazzo del Capitano del Popolo, Palazzo San Nicolò, Palazzo Giampè e Palazzo Capitano del Perdono di Santa Maria degli Angeli. Il Sindaco, con evidente soddisfazione, ha rivendicato la crescita del territorio sul versante industriale e sulle infrastrutture di cui il Comune ha da sempre lamentato la insufficienza.
Con orgoglio ha sottolineato il riconoscimento della città da parte dell’ Unesco e la scelta da parte dell’ ONU di aprire l’ufficio documentale.
Non si è sottratto dal trattare la complessa "storia" della mattonata e ha comunicato agli operatori della stampa che il teatro Lyrick è tornato nel pieno possesso dell’ Amministrazione Comunale.
Sono in corso iniziative, ha aggiunto il primo cittadino, per concertare insieme a soggetti privati una gestione capace di utilizzare al meglio e al massimo un contenitore artistico che ci viene invidiato dalle grandi città.
Altra qualificata realizzazione, fiore all’occhiello del centro-destra, è l’apertura della nuova piscina coperta a Santa Maria degli Angeli con risultati che soddisfano gli utenti e incrementano l’occupazione. Soddisfazione è stata espressa in ordine ai parcheggi e ai prossimi lavori che verranno realizzati per l’adeguamento dei servizi fognari, pubblica illuminazione, acquedotto, metano e viabilità nel centro storico e per i lavori che verranno eseguiti dall’Anas per l’attraversamento della ferrovia all’altezza della ditta Tacconi. Giorgio Bartolini ha rivendicato all’amministrazione da lui guidata non solo la salvezza della Università ma ha anche registrato un notevole incremento delle iscrizioni che hanno oggi raggiunto 1300 studenti.
Dulcis in fundo ha parlato di un nuovo rinascimento della città al termine del suo mandato. Sono intervenuti i giornalisti Baglioni, De Giuli, Aristei, Gubbiotti, Calzolari, Zavarella, Barbini.

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La conferenza stampa del Centrosinistra
Nel Palazzo Comunale il giorno 11 gennaio le forze di minoranza del centro-sinistra di Assisi formate da DS-PP-RC hanno tenuto una conferenza stampa per accusare duramente l’Amministrazione comunale a guida Giorgio Bartolini giudicata inadempiente e insufficiente.
I protagonisti della conferenza stampa hanno contestato su tutta la linea la progettualità del centro-destra rilevando che le opere realizzate sono il frutto di finanziamenti regionali.
Per altro, gli interlocutori di centro-sinistra hanno messo a nudo il problema della mattonata e hanno anche ironizzato sul Lyrick di recente tornato in proprietà al comune paventando che trattasi di una "nuova mattonata".
Gli interventi di Borgognoni, di Rigetti, di Biagetti, di Marini, di Balani e del vice-presidente Brozzo si sono distinti per durezza, severità risultando persino un pochino velenosi.
Hanno contestato tutto e tutti, stigmatizzando la caduta di stile delle sedute del consiglio comunale che non sono più una palestra di democrazia in quanto i provvedimenti di giunta arrivano sempre blindati e non consentono una dialettica propositiva.
La constatazione di una insufficiente democrazia nel consiglio comunale non ha risparmiato il presidente del consiglio stesso professor Gianfranco Costa che ad opinione delle minoranze non tutelerebbe a sufficienza l’espressione democratica dei consiglieri.
Per quanto attiene il ventilato rinascimento di Assisi, con una punta di sarcasmo lo hanno definito, al contrario, un periodo di decadenza. È stato anche detto che la polemica sull’allargamento della comunità montana a Bastia e Torgiano è normale e quindi la polemica di Bartolini è ingiusta e ingenerosa.
La critica ha interessato i parcheggi che non funzionano, che il servizio nettezza urbana è carente, che è carente anche la manutenzione delle strade specie quelle di montagna e che il contenzioso è allucinante.
La critica non ha risparmiato neanche il Bingo! In conclusione la conferenza stampa ha evidenziato un giudizio da parte delle tre forze di minoranza di totale fallimento dell’Amministrazione di Giorgio Bartolini. Sono intervenuti i giornalisti Baglioni e Gubbiotti.

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