Alcuni articoli

de "Il Rubino" di Maggio 2002

LA MATTONATA E’ DISSEQUESTRATA
di Bruno Barbini

LA MARCIA STRAORDINARIA “PERUGIA-ASSISI”...
di Mario Cicogna

L’APPUNTAMENTO ANNUALE DEGLI ITALIANI DI RODI

ANCORA SULLA PRIORANZA DEL PIATTO DI S.ANTONIO

PIUME AL VENTO
E FANFARE SQUILLANTI

PROPERZIO TRA STORIA ARTE MITO

NASCE IL PALIO DI SAN VITALE A VIOLE DI ASSISI

KALENDIMAGGIO

 

 

LA MATTONATA E’ DISSEQUESTRATA
I toni forti della polemica hanno prodotto notevoli ritardi ed un’immagine dannosa
agli interessi della città

di Bruno Barbini

La Suprema Corte di Cassazione ha dato ragione al Sindaco di Assisi dott.Giorgio Bartolini e alla Giunta Municipale che da sempre hanno “ gridato “ non solo la bontà dell’iniziativa ma anche la trasparenza degli atti compiuti dalla SPA 2000.
La notizia, bella per il Centro Destra e brutta per il Centro Sinistra che, in vario modo, aveva cavalcato la polemica e la
procedere alla realizzazione del secondo tratto della mattonata che dovrebbe arrivare nei pressi dell’Hotel Gasparrini verso S.Maria degli Angeli.
A margine dell’accaduto, senza minimamente voler interferire sull’operato delle forze politiche, e men che meno, su quelle giudiziarie, ci sia consentito fare qualche riflessione ad alta voce, con l’intenzione di offrire un contributo di servizio.
La prima è che gradiremmo un confronto tra le forze politiche serrato e rigoroso, ma che il ricorso alla magistratura debba essere “ l’estrema ratio” quando questa si rendesse indispensabile dalla palese reità.
Anche perché gli uomini di maggioranza e di minoranza, fino a prova contraria, sono stati eletti dai cittadini ma anche perché la lotta politica quando scade nella lotta senza quartiere è semplicemente da respingere.
Il secondo motivo di riflessione è che, mentre tutti affermano che l’intuizione storico–culturale della Mattonata è indiscutibile, dall’altro si opina legittimamente sulla soluzione offerta.
Le regole della democrazia vogliono che le maggioranze governino e le minoranze controllino e propongano senza che questo diventi ostruzione alla realizzazione delle opere.
L’opposizione deve essere corretta e entro i limiti. Soprattutto non deve nuocere agli interessi superiori della città e non ferirne il valore dell’immagine che per Assisi non è un valore aggiunto ma un valore essenziale.
Ci auguriamo che la vicenda, mentre deve consigliare di abbassare i toni della maggioranza e della minoranza per non fare harakiri dell’immagine della città, dall’altro è auspicabile una pausa di riflessione perché un legittimo dissenso e una visione diversa non impediscano, insieme alla mattonata, la realizzazione di tutte quelle opere annesse e connesse che sono utili alla comunità locale.

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Pannella: questa marcia è di parte
LA MARCIA STRAORDINARIA “PERUGIA-ASSISI”...

di Mario Cicogna

Il sindaco di Assisi, Giorgio Bartolini, questa volta ha aderito alla marcia della pace.
Dalla parte di Pannella, però, sostenendo, anzi riconfermando che l’organizzazione della marcia “Perugia-Assisi” è una organizzazione di parte.
Allo sprovveduto cronista di rai-tre che gli faceva osservare che anche i francescani avevano aderito alla manifestazione, il dottor Bartolini replicava che ad Assisi le famiglie francescane sono quattro, e che soltanto una di queste vi ha partecipato.
“In tutto il Medio Oriente – ha sottolineato Marco Pannella – gli unici arabi-palestinesi che godono di diritti civili, pur se in condizioni molto difficili, sono quelli che vivono in territorio israeliano”.
Ecco perché una “manifestazione separata”, la sua, nel Municipio di Assisi.
Pannella ha spiegato perché non ha voluto aderire alla marcia, dicendosi “fiero di dire: noi siamo tutti ebrei, siamo tutti di Israele”, rilanciando una sua proposta, quella che mira “ad evitare le tentazioni di nazionalismo israeliano attraverso una adesione all’Unione Europea”. Noi chiediamo pace e libertà – ha egli aggiunto -.
Libertà per il popolo palestinese, oppresso dalla sua stessa leadership.
E chiediamo invece l’immediato ingresso di Israele nell’Unione Europea, che è l’unica democrazia di quell’area.
La marcia del 12 maggio scorso è stata organizzata per chiedere la fine delle violenze in Medio Oriente, con messaggi di augurio del Papa e del Capo dello Stato. L’adesione più cospicua è stata ancora una volta quella del centrosinistra, con la dissociazione del Cdl.
Tra i marciatori, il leader dell’Ulivo, Francesco Rutelli, con i rappresentanti di spicco della sinistra, Massimo D’Alema, Giovanni Berlinguer, Achille Occhetto, Antonio Bassolino, il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, il segretario dei Comunisti Italiani, Oliviero Diliberto.
E ancora, Antonio Di Pietro, Sergio Cofferati, Savino Pezzotta.
Assente il centrodestra, che ha ritenuto la manifestazione una “iniziativa di parte”.
Francesco Rutelli ha dichiarato, senza polemizzare con il centrodestra, che “si è trattato di una iniziativa equilibrata, voluta per rivendicare insieme i diritti di israeliani e palestinesi”.
D’Alema ha assicurato che “da parte della maggioranza vi è stata una forma di miopia e una prova di settarismo, non partecipando alla manifestazione”.
“ I palestinesi hanno bisogno di vedere riconosciuto il diritto fondamentale di vivere nel loro stato – ha commentato Cofferati-.
Gli israeliani hanno il diritto di essere sicuri di quello che hanno da tempo”.
Maurizio Ronconi, dell’Unione di centro, ha assicurato che “la marcia non ha portato neppure un mattone alla casa della pace, anzi ha determinato un’altra frattura tra gli schieramenti proprio su un tema che imporrebbe a tutti grande unità”.

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LA BANDIERA ITALIANA NELLE CASE DEGLI ASSISANI
L’Amministrazione comunale distribuisce gratuitamente ai cittadini il Tricolore

Il Tricolore è il simbolo dell’Italia. Molti sono gli italiani che solo al vederlo si commuovono, non tanto per sentimenti di bassa retorica ma perché invece si carica il tricolore del valore essenziale dell’unità della Patria, non per sostenere il nazionalismo, ma il corretto segno di orgoglio di appartenenza.
Quindi il tricolore come portatore di valori, di storia, di storia dell’Italia, degli italiani, di Patria della gente italica, di simboli che non dispiacciono.
I colori del bianco, rosso e verde per ricondurci al nostro Risorgimento, senza nostalgia, ma neanche con un colpevole oblio. Gli uomini che non hanno memoria non hanno diritto al futuro.
I figli che non sanno rispettare il passato dei propri padri non possono aspirare ad un futuro migliore.
Quindi, quando qualche tempo fa, il Sindaco di Assisi, Dr Giorgio Bartolini, a somiglianza di qualche altro Sindaco Umbro, di segno politico diverso, decise di donare alle famiglie assisane il tricolore, manifestammo adesione e consenso, perché amare la propria storia non è un peccato.
Onorare il vessillo tricolore non esclude altri nobili sentimenti, come l’aiuto ai fratelli bisognosi, anche perché per quella bandiera molti uomini si immolarono senza porsi tanti speciosi interrogativi. Essi furono chiamati a difenderla e lo fecero a sprezzo della loro vita.
Alcuni la lasciarono nei deserti, negli abissi marini, nelle steppe, magari con sulle labbra il nome di una moglie, di un figlio, di una madre. Ricordarli per il tramite di un tricolore è cosa buona e giusta.
Ora l’iniziativa è diventata concreta.
L’Amministrazione Comunale ha iniziato la consegna della bandiera. Sicuramente nelle prossime occasioni vedremo sventolare nei balconi assisani il tricolore, magari per salutare con il bianco della solidarietà, con il verde della speranza e con il rosso della passione gli uomini di buona volontà, che tanto spesso si portano ad Assisi per impetrare l’aiuto e la protezione di San Francesco.
Ora in Assisi possono sventolare le bandiere di Assisi, dell’Italia, dell’Europa, dell’UNESCO e dell’ONU.


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L’APPUNTAMENTO ANNUALE DEGLI ITALIANI DI RODI

Giovanni Zavarella

Secondo una tradizione che si ripete da più di cinquant’anni anche quest’anno gli Italiani di Rodi si sono portati a Santa Maria degli Angeli per onorare e venerare la Sacra Icona della Madonna del Fileremo.
Nello spirito di servire correttamente la memoria storica essi si riuniscono senza risentimento ma giustamente con spirito di nostalgia di un tempo in cui Rodi era italiana. Anche per non dimenticare.
Grazie all’impegno di un ex rodioto verace, fra Francesco Quero, la tradizione viene rispettata con una processione che attraversa il sagrato della Basilica Patriarcale di Santa Maria degli e ci si avvia in solenne processione all'interno del Santuario Mariano.
Per vivere insieme la Santa Messa.
Momento di perdono cristiano.
Il raduno, quest'anno è stato un po’ rivoluzionato dal 50° raduno dei Bersaglieri, ma non ha perso minimamente il valore e i significati a cui sono particolarmente attaccati gli ex rodioti e le loro famiglie Che furono strappate dalle vicende della guerra da quella terra di adozione e rispedite in Italia. In modo non del tutto pacifico.
Non è mancata la presenza e il saluto del Sindaco dott. Giorgio Bartolini che da sempre segue la manifestazione e che conferisce con la propria presenza solennità ad un fatto che appartiene alla storia d'Italia.
A significare l'importanza c’è stata la presenza del prof. Gianfranco Costa, Presidente del Centro Internazionale per la Pace fra i popoli nonché Presidente del Consiglio Comunale di Assisi.
Grazie anche all'impegno del prof. Massimo Zubboli che aiuta fra Francesco Quero nel mantenere viva questa memoria che onora Assisi che custodisce l’Icona della Madonna del Fileremo.
Non possiamo che ringraziare questi nostri amici che si impegnano nel promuovere l'iniziativa che esalta il ruolo di Assisi.
Quindi non ci resta che inviare il nostro augurio di ben rivederci al 2003.

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Gent.mo Direttore,

 

Gent.mo Direttore,
ti confesso che non era intenzione dell’Associazione aprire un dibattito sulle personalissime esternazioni e considerazioni del Geom. Vincenzo Cavanna da te pubblicate sul Rubino n.1 del 1 gennaio 2002, ma dopo aver letto la lettera scritta dal Rag. Marcello Piccioni, pubblicata sul Rubino n.2 del 28 febbraio 2002, si impone da parte mia e dell’Associazione che rappresento, fornire qualche dato di fatto con lo scopo di fare un po’ di chiarezza.
In particolare al Geom. Vincenzo Cavanna rispondo dicendo che il nostro Statuto, attualmente, non prevede la nomina delle “Prioresse Serventi”, ma, in caso di mancanza di Priori, la rielezione dei Priori che abbiano prestato il loro servizio da almeno 10 anni. In ogni caso l’Associazione garantisce la continuità del Piatto se dovessero mancare dei Priori. Oggi è questa la situazione accettata dai più e sancita dallo Statuto stesso.
Un particolare ringraziamento lo devo al Rag. Marcello Piccioni per tutte le attività che, secondo lui, la nostra Associazione dovrebbe svolgere. Purtroppo non tutti la pensano allo stesso modo, anzi…
Comunque è ormai assodato che il compito principale della nostra Associazione sia quello di tramandare e divulgare la tradizione del Piatto di S. Antonio Abate, mentre altre manifestazioni civili e religiose, da lui elencate, riguardino più da vicino altri Enti e/o sodalizi. In ogni caso, l'Associazione è sempre disponibile ad ogni richiesta di partecipazione, rimanendo sempre nell'ambito dei suoi scopi sociali e non si limita ad organizzare solo Fagiolate con le cotiche e sbicchierate, ma partecipa attivamente e fattivamente, insieme ai Priori Serventi di ogni anno, all'organizzazione della magnifica Festa del Piatto di S. Antonio Abate.
Più volte invitati dall'Amministrazione Comunale di Assisi, abbiamo partecipato, dando un tocco di folclore, a varie cerimonie, quali: l'inaugurazione della targa dell'UNESCO presso la Basilica di S. Maria degli Angeli, la cerimonia per la riapertura al pubblico del Palazzetto del Capitano del Perdono, l'inaugurazione della "Mattonata" ed il riposizionamento della Statua della Madonna sulla facciata della Basilica.
Nel mese di maggio del 2000, una nostra delegazione ha presenziato a Perugia alla premiazione culturale di poeti e scrittori, organizzata dall'Associazione "Futuro Insieme", facendo da "cornice" all'avvenimento.
Nello stesso mese abbiamo organizzato e accompagnato a far visita alla "Perugina" di S. Sisto, studenti della Scuola Media di S. Maria degli Angeli che avevano partecipato al Concorso indetto dalla nostra Associazione.
Ritengo opportuno anche evidenziare alcuni particolari che fanno onore al nostro Sodalizio. Per esempio, mi piace ricordare che, per ampliare la partecipazione di vari animali ed in particolare di cavalli, negli anni '80, si sono attivati i Priori Consiglieri della nostra neonata Associazione, andando a destra e a manca in cerca di cavalieri disponibili a partecipare al corteo, offrendo loro, in cambio, la consumazione del Piatto di S. Antonio ed accollandosi gli oneri per il trasporto degli animali.
I nostri amici Priori hanno avuto la fortuna di incontrare il sig. Bricca di Mantignana, una magnifica persona, che, appassionatosi alla manifestazione, ha cominciato a partecipare volontariamente con alcuni amici cavalieri, "dando il via" a quella che oggi è diventata una partecipazione numerosissima e spontanea di cavalli e cavalieri.
È da allora che ogni anno, provenienti da varie parti dell'Umbria, vengono con devozione a far benedire i loro animali, partecipando al tradizionale corteo. Per l'occasione, l'Associazione offre loro gli ormai tradizionali "fazzolettoni", il pane benedetto e medaglie ricordo.
All'inizio degli anni '80, gli Alberghi fino ad allora disponibili ad ospitare il tradizionale Piatto di S. Antonio, per varie vicissitudini non hanno potuto dare la loro disponibilità, cosicché la Tradizionale Festa del Piatto di S. Antonio ha corso il serio rischio di interrompersi.
Ed è in quel particolare momento che l'intervento determinato della nostra Associazione, ha scongiurato tale evenienza trovando la disponibilità della ex "Casa del Pellegrino", del Refettorio dei Frati ed infine del capiente Albergo "Domus Pacis".
Successivamente, dal 1993, d'accordo con i Priori Serventi di ogni anno, per far conoscere la Tradizione del Piatto, abbiamo coinvolto gli alunni della Scuola Media di S. Maria degli Angeli, creando un concorso ad hoc riguardante “La Cultura e la Tradizione del Piatto di S. Antonio Abate”, in modo che i giovani, che saranno i Priori di domani, si possano rendere conto di quanto sia importante tramandare la più bella Tradizione della nostra cittadina approfondendo, nel contempo, la conoscenza di S. Antonio Abate e del miracolo che ha donato a S. Maria degli Angeli, nel lontano 1860. Per l'occasione, la premiazione degli studenti più meritevoli viene organizzata dalla nostra Associazione, ma autogestita dagli studenti e insegnanti di tutta la scuola. Uno spettacolo in cui gli stessi ragazzi conducono e si esibiscono.
Per evitare la confusione, molto diffusa, tra S. Antonio Abate e S. Antonio da Padova, il Consiglio dell'Associazione (1998 - 2001) ha redatto e diffuso un opuscolo (pubblicato anche dal Rubino n.1 del 1 gennaio 2002) in cui viene trattata brevemente la vita del Santo, le motivazioni per cui è nata l’Associazione, nonché alcuni elementi Tradizionali della Festa, da mantenere ed osservare.
L'Associazione, ritenendo doveroso individuare dove fossero custodite le Reliquie di S. Antonio Abate, dopo varie informazioni, ha definitivamente individuato la Chiesa di S. Trophime in Arles (Francia) dove nei giorni 5-6-7-8- ottobre 2000, ci siamo recati per rendere omaggio, per la prima volta nella storia di S. Maria degli Angeli, alle Reliquie del Santo. Emozioni, cordialità e serenità hanno pervaso tutti i partecipanti. Per l'occasione abbiamo sfilato per la via principale di Arles indossando i nostri policromi mantelli, siamo stati ricevuti da una rappresentante del Comune di Arles e, per sottolineare l'incontro, abbiamo donato un piatto di ceramica dipinto a mano, raffigurante S. Antonio Abate, sia alla Chiesa che all'Assessore alla Cultura del Comune di Arles.
Da almeno 10 anni l'Associazione, per esaltare anche altri valori spirituali della manifestazione, provvede a recapitare il Piatto di S. Antonio al domicilio dei Priori impossibilitati ad intervenire alla manifestazione per vari impedimenti di salute o di età. Personalmente è dall'inizio di questa tradizione che partecipo con entusiasmo alla consegna di questi particolari "Piatti di S. Antonio" e vi posso assicurare che si provano delle profonde emozioni perché questi nostri amici Priori, in quel giorno, sentono e vivono la vicinanza della nostra Associazione con commozione.
Siamo noi a ringraziare loro per questi particolari momenti che ci sanno donare.
Perseguendo sempre l'intento di diffondere e far conoscere la Festa del Piatto, nel 1996 su invito di RaiUno una delegazione dell'Associazione ha partecipato, a Roma, alla trasmissione televisiva "Il Paese delle Meraviglie" condotta da Pippo Franco e Melba Ruffo. In quell'occasione, anche se si è trattato di una presenza scenografica, ho avuto la possibilità di illustrare brevemente in TV il contenuto del nostro straordinario Piatto di S. Antonio. In seguito a questa partecipazione sono stato successivamente e personalmente raggiunto telefonicamente dal Presidente della Federazione Italiana Circoli Enogastronomici (F.I.C.E.), Dott. Francesco Mazzoli, che si è dimostrato particolarmente interessato a tutte le manifestazioni della Festa del Piatto.
Oggi facciamo parte, come Associazione, della F.I.C.E.
Quest'ultima, nel mese di ottobre del 2001, ci ha invitato a sfilare per le vie di Torgiano dove aveva programmato il raduno nazionale.
In primavera 2001, una nostra rappresentanza è stata ospite della trasmissione "Il Sabato del Villaggio" in Assisi, condotto da Mengacci su Rete 4 (Mediaset).
In ogni circostanza abbiamo sempre partecipato indossando i nostri policromi mantelli con in testa il Labaro della nostra Associazione.
Più volte abbiamo presenziato alla Festa del Perdono; collaboriamo da anni con la Pro Loco nell'ormai famoso "Corteo dei Fiori e dei Mostaccioli" che si svolge il 3 ottobre di ogni anno, volendo ricordare la visita di Frate Jacopa de Sette Soli in visita a S. Francesco morente.
Nel mese di giugno c'è l'annuale Pranzo Sociale a cui vengono invitati i Priori Serventi dell'anno successivo (Priori Entranti), Autorità Civili e Religiose ed alla loro presenza vengono premiati con targhe ricordo i Priori Decani.
A questo punto, mi sembra che si possa concludere il discorso facendo presente che l'annuale ricorrenza "magnereccia…" è limitata al giorno della "FAGIOLATA" in cui i Priori e non, Simpatizzanti e non, insomma tutti, possono gustare un Piatto di fagioli con le cotiche, una bella bruschetta ed un bicchiere di vino, il tutto offerto dall'Associazione che in quello stesso giorno propone il tesseramento per l'anno successivo.
È diventato anche questo un bel momento di socializzazione e di incontro che non merita certo di essere deriso o quasi.
Visto e considerato che non fa parte né dello Statuto né del nostro modo di essere, avere una bella dose di autorevolezza ed imporre le nostre decisioni (la PRIORANZA SERVENTE è autonoma), cerchiamo sempre l'incontro e il colloquio con le varie Prioranze Serventi, con l'intento di collaborare, indicando loro le linee principali entro cui deve svolgersi la Festa.
Ringraziando ancora per l'ospitalità concessa dal Rubino; saluto tutti molto cordialmente.
Pace e bene.
Gabriele Del Piccolo

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PIUME AL VENTO
E FANFARE SQUILLANTI

 

Il 50° raduno nazionale dei bersaglieri ha privilegiato l’Umbria ed in particolare Assisi e Perugia.
Intensi i preparativi per una degna e festosa accoglienza che è stata ripagata da tanto calore umano che i fanti piumati hanno portato domenica 26 maggio nelle nostre strade e nelle nostre piazze.
Uno sventolio di bandiere tricolori, tantissima gente ad applaudire la sfilata della fanfara, le bici d’epoca, i giovani di ieri sempre e comunque di corsa.
Un’emozione sempre forte quella regalata alla nostra regione da decine e decine di migliaia di soldati piumati e i tanti associati che hanno fatto da cornice alle festose e toccanti cerimonie in programma.
Tante le autorità presenti: per il Governo il Ministro Tremaglia, il Sottosegretario alla difesa Baselli, i Capi di Stato Maggiore della Difesa e dell’Esercito, Autorità regionali, provinciali, i Sindaci Locchi e Bartolini, Autorità religiose.
Un grazie particolare al Generale Franco Stella, Comandante la Zona Militare, per aver scelto ancora una volta la nostra terra per le “nozze d’oro” di questo incantevole e suggestivo 50° raduno dei Bersaglieri d’Italia.

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PROPERZIO TRA STORIA ARTE MITO
Convegno internzionale organizzato dalla Accademia Properziana del Subasio

Nei giorni 24/26 maggio si è svolto in Assisi il Convegno programmato dall’Accademia Properziana del Subasio: “Properzio tra storia, arte,mito”.
E’ stato inaugurato nella Sala della Conciliazione alla presenza di molte autorità ed un folto pubblico di studiosi provenienti per lo più da università italiane e straniere.
Va sottolineata la presenza di molti giovani ricercatori tra cui venti invitati dall’Accademia Assisana, vincitori di concorso per borsa di studio.
La seduta si è aperta con il saluto dell’assessore alla cultura prof. Mario Romagnoli in rappresentanza del Sindaco dott. Giorgio Bartolini impegnato nella stessa ora in un’altra manifestazione.
Erano presenti anche alcuni assessori del Comune di Assisi.
E’ seguito il saluto del prof. Giorgio Bonamente a nome del Rettore Magnifico dell’Università di Perugia.
Il prof. Giuseppe Catanzaro, presidente dell’Accademia, nel rivolgere il saluto alle Autorità ed ai convegnisti ha tracciato brevemente le linee del Convegno.
Sono seguite quindi due relazioni. Una del prof. Giorgio Bonamente “Properzio, un esponente dell’aristocrazia municipale di Asisium nella Roma di Augusto” alla quale è seguita la relazione del prof. Francis Cairns dell’Università statale della Florida su “Variations on Hylas in Propertius I, 20”. La seduta è stata presieduta dal prof. Nino Scivoletto.
Nel pomeriggio la sede del Convegno si è spostata nella sala francescana della Chiesa Nuova. Ci sono state due relazioni: del prof.Augusto Fraschetti su “La Tarpeia di Properzio”; del prof. Filippo Coarelli su “Assisi, Roma, Tivoli: I luoghi di Properzio”; del prof. Carlo Pellegrino su “Immagini del rituale funebre nelle Elegie di Properzio”.
Ha presieduto il prof. Giorgio Bonamente.
Sabato 25 maggio sono state tenute le seguenti relazioni:
dal prof. Carlo Santini “Properzio e i Fasti di Ovidio-intersezioni litografiche”; dal prof. Dario Del Corno “Properzio e il mito come realtà poetica”; dalla dott.ssa Irma Ciccarelli “Motivo della tempesta in Properzio e Ovidio”.
Ha presieduto il prof. Paolo Fedeli.
Nel pomeriggio i convegnisti si sono spostati a Gubbio dove il prof. Augusto Ancillotti ha tenuto una splendida lezione illustrativa della “Tabale giovinae”.
Domenica 26 hanno tenuto relazioni il prof. Maurizio Bettini “Tarpeae turpe sepulchrum fabor-discorso autorevole e discorso screditato”.
Ha proseguito il prof. Paolo Fedeli con “La retorica dell’esempio mitico”. Ha tratto la conclusioni il prof. Loriano Zurli.
Ha presieduto ill prof. Carlo Santini.
E’ stata quindi presentata l’opera. “Properzio, elegie”. Traduzione in lingua portoghese, con testo latino a fronte, curata dai professori Aires Augusto Nascimento, Cristina Pimentel, Pauolo F.Alberto, J.A. Segurado Campos della università di Lisbona .
Il prof. Aires Augusto Nascimento ha letto infine le elegie 20 e 21 del libro I dalla traduzione portoghese.
Ha chiuso i lavori il presidente dell’Accademia prof. Giuseppe Catanzaro complimentandosi con i partecipanti per l’attenzione ai temi trattati e per aver seguito costantemente i lavori sino alla fine.
Ha dato un arrivederci al maggio 2004 per un nuovo Convegno Internazionale durante il quale sarà presentata la traduzione di Properzio nella lingua di un grande paese.
La soddisfazione per i risultati è stata generale e da tutti condivisa e partecipata.


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NASCE IL PALIO DI SAN VITALE A VIOLE DI ASSISI

 

Nasce un nuovo Palio. Viole di Assisi ha il suo palio, in onore del suo Santo Patrono Vitale.
Il Comitato Pozzolo di “San Vitale” che è presieduto da Mario Settimi ( Presidente ),da Mauro Baglioni (Vicepresidente),da Moreno Cosimetti (Segretario) da Aldo Sorbelli (Tesoriere), da Giuseppe Dionigi (Consigliere) e dai Sindaci Revisori Carlo Buzi, Piero Stefanetti e Mario Guzzoni è stato presentato alla stampa da Monica Rosatì che con linguaggio forbito e fluente ha illustrato le ragioni della iniziativa. Mentre l'Ing. Baglioni ha offerto le derive storiche e le motivazioni che sono alla base della bella ed originale iniziativa.
In sintesi il Comitato è autonomo e pluralista ed opera nel campo della cultura della socialità , della solidarietà dei diritti della formazione, per la promozione umana e civile attraverso la vita associativa. Non ha finalità di lucro. E i campi prioritari di intervento del Comitato “Pozzolo” (dalla fonte del Santo) sono la tutela dei diritti del cittadino in rapporto alla produzione ed al consumo culturale.
La gara del Palio che vedrà rivaleggiare le Pro Loco dì Capodacqua, Rivotorto e delle Viole, consiste nel realizzare la “Croce” forgiata, il “Bastone”del Santo e la “Sfida del canestro”.
In particolare per aggiudicarsi il palio che si avvarrà di una giuria, emanazione della Pro Loco di Assisi, si dovrà realizzare una Croce in ferro, partendo da due barre di ferro delle dimensioni di 600x25x10 mm e 400x25x10 del peso di circa due kilogrammi; il bastone del Santo consiste nella costruzione di una mazza fiorita, realizzata con verdura e fiori forniti dal Comitato organizzatore in modo da risultare di peso uguale per ogni Balia.
Le tre Madonne dovranno realizzarle facendo riferimento al modello messo a disposizione dalla Giuria; la sfida del canestro consiste nel riempire con l'acqua della Fonte di Pozzolo attinta con un canestro, la tinozza posta sul braccio inferiore della macchina a contrappesi fini all’innalzamento del piatto superiore dove saranno posizionati simboli del Palio e cioè la Croce forgiata, il bastone del Santo e, lo stendardo della Balia.
E’ una bella manifestazione che mentre rimanda a memorie storiche del territorio dall’altro esprime una profonda esigenza di stare insieme. In amicizia e senza vieti campanilismi se non quelli che fanno crescere insieme. E allora non ci resta che rallegrarci e augurare al Palio di San Vitale lunga e felice vita.


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KALENDIMAGGIO


Alcune riflessioni a bassa voce

Ringrazio Bruno Barbini, Direttore editoriale di questo giornale, per lo spazio concessomi – oltre la consueta rubrica – per parlare del Calendimaggio di Assisi.
Ho scritto “Kalendimaggio di Assisi” perché di feste, grandi e piccole che celebrano il ritorno della Primavera ( e parlo solamente dell’Italia!) ce ne sono a josa; basta guardare nei giorni topici delle calende di maggio un qualsiasi telegiornale regionale – a volte anche nazionale – per vedere figuranti in costume (medievale o medievaleggiante) sfilare in cortei in cui si inseriscono mangiatori di fuoco, fantasmi sui trampoli, acrobati rotolanti appesi all’interno di sfere in traliccio metallico, giullari e (quasi sempre) graziose figuranti in pallide imitazioni di “filles de joie!”
Ed allora perché Kalendimaggio di Assisi se “dall’Alpi al Lilibeo” troviamo così tante clonazioni?
Risposta lapalissiana: perché Assisi è Assisi che offre anzi, che può offrire un supporto psicologico a questa festa che sa essere sfida e danza, liuti e porchetta, tamburi e voli di colombi, il bianco ed il nero (per noi il rosso e l’azzurro!).
La città divisa in parte de Sopra e parte de Sotto…non è un’invenzione promozionale e folcloristica, basta dare un’occhiatina alle ricerche di Arnaldo Fortini (Assisi nel Medioevo) e per noi vecchi ricordare le furibonde sassaiole tra le oramai sparite vallette della Rocca tra i monelli (discoli ci battezzavano impietosamente i vecchi d’allora) di Borgo San Pietro e di Piazza Nuova: ed allora?
Siamo rimasti alla sassaiola, ad un fatto personale tra San Pietro e Piazza Nuova anche se ribattezzate con il loro antico nome: Parte de Sopra e Parte de Sotto.
Le sfilate, la tribune, il canto in Piazza è una concessione per giustificare l’essere della festa (o della sfida?) perché la parte più bella, quella che farebbe uscire definitivamente la nostra festa da una mentalità grettamente locale e privata (anche se i soldi sono della collettività), le scene di parte rimangono un fatto arcano, come i misteri eleusini.
E’ da anni, da sempre praticamente, che cerchiamo di convincere i portatoli più retrivi ed intransigenti ad uscire dal chiuso dei vicoli e portare in spazi aperti le magnifiche invenzioni, le sapide trascrizioni, le poetiche intuizioni, le sboccate ricostruzioni, le inverosimili fantasie frutto di una cultura, di un DNA trasmesso nei secoli a questi nostri concittadini che vi assicuro – anche se sono un mezzo sangue – la sera del giudizio finale farebbero, per un abbondante 60% a sassate come prova d’appello al verdetto della giuria!
Naturalmente la mia, più che un apologo è una esagerazione, ma quello che occorre è di portare nel mondo della cultura la conoscenza di un teatro popolare, medievale per istinto ed ispirazione, non per pedissequa imitazione, che tante belle intelligenze sanno e possono produrre e che si esauriscono in una solitaria masturbazione.
Le scene debbono uscire dal chiuso dei vicoli e debbono essere portate all’aperto come fu fatto tanti anni or sono non solamente per un fatto culturale aperto a tutti, ma anche e soprattutto come un eventuale trampolino di lancio agli autori ed agli attori degni di altro successo che non sia il bravo, simpatici, efficaci di tre giurati che in ultimo tra trasferta, cene e conviviali pensano più ad una scampagnata che al lavoro dei partaioli (compresi i retrivi e gli intransigenti!) di un sofferto Kalendimaggio (credetemi, una sconfitta fa più male di una sassata!)
Ci si avvicina al cinquantesimo anniversario di questa nostra festa nella sua nuova formulazione: sarebbe l’occasione buona per sperimentare, nel corso di quest’anno giubilare, fuori dalle date topiche della festa qualche nuova sperimentazione, qualche modifica – nessuno auspica delle curve ad U – che porti il nostro Kalendimaggio ad essere quello che merita di essere: il Kalendimaggio di Assisi.
Ci si è preoccupati di creare un gruppo di figuranti da esibire in particolari occasioni; perché non diamo vita ad una compagnia di attori (e ce ne sono di bravi!) del Calendimaggio che possano rappresentare, con sforzo ed intelligenza comuni, spettacoli, o parti di essi, a rassegne teatrali amatoriali a livello nazionale ed europeo?
Non è già stato fatto per i Cantori di Assisi che per le calende di primavera cingono il “loro” fazzoletto blu o rosso?
Ed ancora perché non coltivare un affiatato gruppo di suonatori di strumenti medievali (ci siamo scordati del M°Cipriani?) da affiancare ai recitatori e da far viaggiare per l’Europa ed oltre?
Termino con una proposta finale che avanzo ad uomini di cultura (ad uomini che non permetterebbero mai lo svolgersi di una cena (rococò) in P.zza del Comune a meno che non si tratti di porchetta, vino rosso e pane fatto in casa…al lume di sanguigni torcioni e non di esangui doppieri).
Una edizione straordinaria della Lauda della scavigliazione davanti al tempio di Minerva, con la partecipazione delle due parti come folla e come protagonisti: vestiti come oggi, con il cuore di ieri.


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