Alcuni articoli

de "Il Rubino" di Marzo 2002

CARA TV, TI AMO E TI ODIO
di Bruno Barbini

Con il polo commerciale...
NUOVE OPPORTUNITA' DI ACQUISTO AD ASSISI
di Mario Cicogna

CONSEGNATE LE BORSE DI STUDIO INTITOLATE A "Tommaso Visconti"

IL SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE E’ PRESENTE ANCHE IN ASSISI
di Valentina Vallorini

"ASSISI RINNOVATA"
L‘ultimo impegno letterario di Gemma Fortini
di Pio de Giuli

"GIOVANNA DI SAVOIA"
dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio
di Cristina Siccardi
di Giovanni Zavarella

 

CARA TV, TI AMO E TI ODIO
di Bruno Barbini

 

Quando circa cinquant’anni fa nacque nel nostro paese rappresentò di sicuro un evento tanto importante da sbiadire persino la scoperta dell’America.
Pochi eletti poterono metterla in bella mostra nel salotto o in sala da pranzo; i più prendevano la via del bar i cui titolari, fiutando una nuova forma di businnes, si dotarono di apparecchi a schermo gigante finendo per annientare l’uso delle sale cinematografiche che di solito operavano nei centri più popolati.
La sera, magari affrettando la cena, tutti in fila per prendere i primi posti e godersi lo spettacolo che già durava fino a tarda ora.
Informazione, cinema, teatro, incontri culturali.
L’effetto mediatico aveva preso tutti, nessuno escluso.
Poi il progresso ha fatto il suo corso e in mezzo secolo sono state affinate le prestazioni tecniche, i designer si sono fatti una feroce concorrenza, i prezzi d’acquisto sono scesi ad un livello accettabile ed oggi, tra apparecchi vecchi e nuovi, piccoli e grandi ne abbiamo, quasi tutti, uno in ogni stanza.
Si perché ogni componente della famiglia vuole il "suo" programma e così l’isolamento aggrava sempre più la carenza di dialogo.
E poi, se prendiamo ad esempio i fatti di cronaca più interessanti di queste ultime settimane ci rendiamo conto che l’esasperazione della notizia ha raggiunto livelli troppo asfissianti.
Cogne, Bologna, i porti del sud Italia con gli approdi delle carrette del mare, gli scioperi e la feroce diaspora della politica condizionano non poco i piccoli spazi che ognuno riesce a ritagliarsi nell’arco della faticosa giornata lavorativa.
Ogni conduttore o presentatore televisivo sottolinea di dedicare soltanto lo spazio necessario alla libera e democratica informazione ma non riesce a tener conto che eguale esigenza pretendono anche le altre reti televisive pubbliche e private per cui, sommando i tempi, siamo come bersagliati e annichiliti di fatti di cronaca che via via si susseguono.
Senza contare di ciò che poi ci raccontano quotidiani e settimanali con inevitabili dovizie di particolari.
Quindi ognuno assume il proprio schieramento: pro e contro, colpevolisti e innocentisti, accusatori e difensori.
Magari portando tutto dentro perché, in realtà, manca poi il tempo per il dialogo ed il sereno confronto.
Tutto ciò quando i fatti orribili di cui si parla, o si dovrebbe parlare, non scatenano altri fatti.
E allora...?
Smettiamo di "drogarci" e freghiamocene delle percentuali di ascolto.
E poiché la primavera sta arrivando cerchiamo di privilegiare una bella passeggiata con gli amici all’aria aperta.
Se poi sette reti televisive decidessero per concordare un giorno di riposo alla settimana, io sono certo che nessuno griderebbe allo scandalo.
Intanto, per non rattristarmi la giornata, domattina lascerò spento il televisore e programmerò, per protesta con me stesso, qualcosa di diverso.

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Con il polo commerciale...
NUOVE OPPORTUNITA' DI ACQUISTO AD ASSISI
di Mario Cicogna

 

Io non so se al sindaco di Assisi è capitato di leggere il best-seller di Manfred Gerstenfeld "Lo Stato come Azienda"...
Gerstenfeld non è un politologo, ma un consulente internazionale di strategie industriali e governative, un personaggio che opera in Italia come in altri Paesi di tutto il mondo. E’ diventato celebre con una proposta semplice ma innovativa: "bisogna osservare il futuro politico anche con l’occhio del gestore di risorse aziendali".
Nella vita quotidiana, in effetti, è usando ambedue gli occhi che si riesce a conseguire una visione prospettica.
La sua proposta non prevede la sostituzione dell’uomo politico con il manager, ma la integrazione delle due prospettive con mente libera da pregiudizi e animo spassionato.
Allorché il dottor Giorgio Bartolini propone la realizzazione di un "polo commerciale" a Santa Maria degli Angeli, per recuperare almeno in parte quel 70% di acquisti che attualmente gli assisani effettuano in altri comuni, si ispira di certo - anche senza volerlo - alle sue enunciazioni, che non hanno nulla di miracoloso ma che contribuiscono a comprendere meglio come fronteggiare le continue sfide politiche ed economiche.
Guardare la politica simultaneamente con l’"occhio" dell’analisi politica e con l’"occhio" della metodologia manageriale offre sicuramente una migliore prospettiva e permette di trovare con maggior velocità e chiarezza le soluzioni potenziali.
Ma non è frequente -almeno dalle nostre parti- imbattersi in uomini politici adusi a prendere di petto le situazioni, ad affrontare i problemi, anche quelli di "tutti i giorni", cimentandosi con strumenti aziendali, come statistiche e indagini di mercato.
La politica fine a se stessa non produce che guasti, basti pensare che i partiti politici continuano a cadere a pezzi.
E allora che succede? Succede che il sindaco di Assisi -che non è un mestierante della politica, ma un uomo esperto di economia -si mette in testa di affrontare il dato allarmante secondo cui il 70% dei cittadini del territorio comunale fa acquisti fuori comune, e propone la realizzazione di un "polo commerciale" a Santa Maria degli Angeli.
Apriti cielo! Qualche commerciante, che non vede tanto più in là del proprio naso, ha cominciato a gridare allo scandalo e a farne, come al solito, una questione di campanile e di bandiera, ovvero di politica.
Ma il sindaco Bartolini -che oltre ad essere esperto di economia è anche uomo tutto d’un pezzo -sostiene che non si può più assistere passivamente ad una perdita di ricchezza tanto consistente, a scapito dell’intera comunità assisiate, e che occorre giungere presto ad una soluzione: da una parte il Comune, attraverso il nuovo "piano del commercio" porrà in atto i presupposti per creare una concentrazione di negozi, che costituiscano un polo di attrazione per i cittadini del tessuto urbano. Un sistema integrato – assicura il primo cittadino -, che avrà ricadute in tutta la rete commerciale locale. Dall’altra dovranno essere i commercianti stessi ad investire in un settore che necessita ormai di revisioni concrete non soltanto sul piano strutturale ma anche su quello "mentale", nell’interesse degli operatori stessi.
In ogni caso un confronto si impone, perché non si possono realizzare strategie e politiche se non si concorda su una linea comune che definisca gli obiettivi ricercati.

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IL NUOVO DIRETTIVO DELLA ASSOCIAZIONE PRO-LOCO DI S.MARIA DEGLI ANGELI
di Giovanni Zavarella



La Pro-Loco di Santa Maria degli Angeli ha rinnovato i suoi organi statutari.
Dopo l’Assemblea, presieduta dal dr. Valerio Servili che ha discusso la relazione del Presidente uscente dr.Massimo Paggi e la conseguente discussione, si è passati alle operazione elettorali.
I 165 soci hanno votato ed hanno eletto in qualità di membro del direttivo: Baldelli Ennio, Bastianini Moreno, Guarnieri Capano Danila, Marchetti Sigfrido, Masciotti Nello, Mecatti Giuseppe, Minciarelli Paolo, Paggi Massimo, Russo Antonio, Santarelli Oliviero e Tardioli Antonio.
I revisori dei conti: Baldelli Ennio, Falcinelli Carlo e Rosati Fortunato.
Probiviri: Bastianini Fausto, Guidi Cristina e Roscini Alberto.
Nella prima riunione di insediamento sono state accettate le dimissioni di Antonio Russo che è stato sostituito dal primo dei non eletti Franco Pettinelli.
Dopo ampia discussione e assicurazioni, il Presidente uscente dr.Massimo Paggi è stato riconfermato all’unanimità.
Il direttivo ha completato gli organi sociali confermando alla vice presidenza la signora Guarnieri Capano Danila e Sigfrido Marchetti, alla segreteria della Pro-Loco il signor Giuseppe Mecatti e nella funzione di tesoriere è stato eletto il signor Oliviero Santarelli.
Considerata l’importanza dell’Associazione e il ruolo che svolge nell’ambito del territorio in termini di proposizione e di realizzazione, ci corre l’obbligo di formulare al Presidente confermato dr.Massimo Paggi e alla sua squadra i rallegramenti per l’incarico e gli auguri di buon lavoro.
Siamo sicuri che l’Associazione, che affonda le sue radici istitutive negli anni sessanta,saprà essere all’altezza del suo prestigioso passato e saprà agire per la promozione e lo sviluppo della città che vive all’ombra della bella Cupola del Vignola.


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CONSEGNATE LE BORSE DI STUDIO
INTITOLATE A "Tommaso Visconti"

 

Sabato 19 marzo nell' Auditorium della scuola Media G. Alessi di S. Maria degli Angeli, gremito in ogni ordine di posti, ha avuto luogo la cerimonia della consegna delle Borse di Studio intitolate allo scomparso Tommaso Visconti.
L'iniziativa nata dalla rinuncia della indennità di amministratore spettante al Sindaco Giorgio Bartolini, al quale si è unito in questa occasione anche l'assessore Rossano Valorosi, ha visto premiati gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori del nostro territorio.
Dopo l'introduzione della prof.ssa Viviana Droppo ha preso la parola il Sindaco che ha ricordato la figura di Tommaso Visconti quale marito e padre esemplare, stimato professionista e, soprattutto, uomo particolarmente attento e sensibile ai problemi del sociale.
Ringraziamenti sono stati rivolti dal primo cittadino alle insegnanti ed a tutte le componenti della scuola per l'impegno profuso nella realizzazione della manifestazione.
Gli studenti si sono esibiti in cori e musica, in proiezione di diapositive, riscuotendo dalla platea consensi e applausi.
Presenti autorità civili, religiose e militari che hanno coadiuvato il Sindaco nella consegna della Borse di Studio.
Questi gli studenti che sono stati prescelti dalla commissione giudicante:

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IL SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE E’ PRESENTE ANCHE IN ASSISI
di Valentina Vallorini

Il servizio di Protezione Civile Nazionale è stato istituito dalla legge 225 del 1992, al fine di salvaguardare le integrità della vita, di beni e dell’ambiente dai danni o dal pericolo derivanti da calamità naturali, catastrofi e da altri eventi di vario genere.
A seguito dei tragici eventi sismici, che hanno colpito il nostro territorio, si è sentita l’esigenza di istituire anche ad Assisi un Gruppo Comunale di Protezione Civile.
Successivamente alla richiesta presentata dall’assessore Eraldo Martelli al Sindaco, nei primi mesi dello scorso anno, si è concretizzato il progetto che è stato poi presentato ufficialmente al pubblico dal Direttore dell’Agenzia Nazionale della Protezione Civile prof. Barberi.
L’iniziativa è stata subito ben accolta dai cittadini del Comune che hanno favorevolmente aderito con un considerevole numero d’iscrizioni, circa 70; tra gli iscritti vi è una cospicua presenza femminile, persone di tutte le età e senza particolari requisiti.
A questo proposito la Prefettura di Perugia, in collaborazione con il Comune di Assisi, ha istituito dei corsi di preparazione di base sia teorici sia pratici.
In occasione dei grandi eventi nazionali ed internazionali che coinvolgono la città di Assisi ed il suo territorio, come ad esempio la giornata di pace del 24 gennaio scorso, la Marcia della pace, il Calendimaggio ecc., il gruppo comunale della protezione civile da il suo contributo e collaborazione al corpo dei Vigili Urbani e tutte le Forze dell’Ordine pubblico per una buona riuscita delle varie manifestazioni.
Per poter far parte di questo gruppo è necessario solo avere la maggiore età; non sussistono obblighi di partecipazione alle iniziative.
Per chiunque fosse interessato ad iscriversi è possibile rivolgersi al numero 075/8138422.

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"ASSISI RINNOVATA"
L‘ultimo impegno letterario di Gemma Fortini
di Pio de Giuli

 

Esce postumo questo ultimo testo di Gemma Fortini che l’Autrice non ha avuto il tempo di pubblicare. Bene ha fatto la figlia Donatella a curarne l’edizione che ha poi diffuso tra gli amici che erano abituati a ricevere gli scritti di una persona che ha amato Assisi, senza clamori, costantemente, come traspare anche dal capitolo introduttivo, ispirato dai profondi mutamenti indotti dalla drammatica esperienza del terremoto del 1997.
Nello sguardo retrospettivo che indugia su Assisi, sulla "sua" Assisi, è palese il presentimento della fine imminente: sembra quasi che, da sensitiva quale era, Gemma voglia accomiatarsi dal mondo in cui ha vissuto, sofferto e gioito, comunque intensamente.
Ne registra i mutamenti quando (da pag. 1 a pag. 12 ) ci ricorda che "Usi e costumi mutarono. Non passavano più per le vie le squadre degli alunni del Convitto per gli orfani dei maestri, in perfetta divisa blu, che suscitavano l’ammirazione delle ragazze; non ci fu più la banda musicale locale... Non c’era più niente che facesse vibrare gli animi...Sembrava essere tornata la famosa leggenda medievale secondo la quale ogni tanto il demonio si impadroniva del cielo di Assisi e doveva essere allontanato da una voce angelica (quella di Francesco).
Da questo preambolo intriso di sensazioni intense scaturiscono i due capitoli centrali della pubblicazione: i compagni assisani di Francesco e le seguaci assisane di Chiara. Dei primi l’Autrice ricorda che furono dodici, come gli apostoli di Cristo. E furono tutti di Assisi.
Lo afferma compiaciuta, con un a punta di orgoglio, fiera della comune identità.
Il primo rimane anonimo (un ragazzo di Assisi che viveva puro e semplice), malgrado lo sforzo di identificazione di molti studiosi che si sono cimentati con la Leggenda Prima di Tommaso da Celano edita dai Bollandisti. Accanto a lui si staglia, poi, possente e gagliarda la figura di Bernardo da Quintavalle che lascia le insegne nobili della sua stirpe ("cinque monti verdi in campo di sole") per seguire, con Francesco, Madonna Povertà. Non è da meno, quanto a scelta radicale, Pietro di Catanio "iuris peritus et dominus legum", di famiglia ricca e influente: sarà molto stimato dal Serafico Padre che lo porrà a capo dell’Ordine.
Commuove la conversione di Silvestro, "voraci cupiditate succensus", che viene riscattato dal demone dell’avarizia grazie agli esempi di carità di Francesco e degli altri compagni. E’accomunato dai versi di Dante (Paradiso XI v.83 ...scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro...) al giovane Egidio, pieno di vita, di forza, di energia, intelligente, sognatore e poeta: raccoglierà nei "Detti" ("Verba aurea") i dialoghi avuti con Francesco divenendone, forse suo malgrado, il più ricercato apologeta, al punto che persino un Re di Francia - Luigi IX, il Santo - salirà al convento di Monteripido per sentirsi raccontare Francesco.
Dalla "Leggenda dei Tre Compagni" e dall’ "Anonimo Perugino" ci vengono segnalati altri tre personaggi "uomini penitenti nati nella città di Assisi": sono Angelo, figlio di Tancredi, console di Assisi nel 1198 (anno di nascita del libero Comune), Masseo di Marignano, dimenticato toponimo del contado di Assisi e Illuminato da Arce, località della pianura dove sorgeva l’ospedale dei lebbrosi. Dalla montagna di Assisi ha origine Giovanni da Nottiano, poi proclamato beato, che ci stupisce con il dono del bue, l’unico bene della sua modesta famiglia: lo fa di slancio, gettando nella costernazione i genitori già anziani che, però, vengono confortati da Francesco che ne comprende il dramma umano e trasforma in letizia la loro angoscia.
Meraviglia ancora maggiore suscita in noi Rufino, il cugino di santa Chiara, che non esita ad obbedire al comando di Francesco e si presenta senza abiti, nudo, in cattedrale per parlare alla folla dei fedeli.
Ampio spazio è dedicato a frate Leone, affettuosamente chiamato dal Patriarca "pecorella di Dio" e a frate Elia.
Di quest’ultimo, originario di Castelbritto sui monti di Assisi, l’Autrice ricorda che fu "magnus inter coeteros", al punto tale da divenire nel 1233 Ministro Generale dell’Ordine.
E’ ricordato soprattutto per essere stato il propugnatore e l’ideatore della grande Basilica francescana, forse l’architetto stesso dello splendido monumento edificato fuori le mura della città, nel luogo chiamato Colle delll’Inferno, su un terreno donato da Simone di Pucciarello il 29 marzo 1228.
Fu però anche, come sottolinea correttamente Arnaldo Fortini nella sua "Assisi nel medioevo", il legislatore dell’Ordine, colui che seppe accordare l’eroismo del Santo con la Sapienza della Curia. Con lui si chiude il secondo capitolo, quasi a suggellare l’affermazione di Gemma Fortini che definisce la gente di Assisi "particolare ed unica", depositaria di una grandezza segreta che attende soltanto di essere riportata alla luce.
A questo punto la singolare capacità di sintesi dell’Autrice si dispiega nel proporci, secondo il suo inconfondibile stile, tutta una serie di figure femminili "le seguaci assisane di Chiara" attratte dal carisma irresistibile della Santa. Dapprima le sorelle Agnese e Beatrice la seguono a San Damiano, poi le nipoti Amata e Balvina, figlie di Martino del Castello di Correggiano (nei pressi del più noto Biagiano, in comune di Assisi): la fragile conformazione fisica e la malferma salute non ne frenano l’entusiasmo e la vocazione forte e sincera. Anche la madre di Chiara, Ortolana, sopraggiunta la vedovanza, raggiunge le figlie a San Damiano condividendone le sublimi esperienze.
Poco dopo è la volta di due nobildonne: Filippa di Leonardo Gislerio, conte di Sassorosso, e Francesca, di stirpe longobarda, figlia di Capitaneo, conte di Collemezzo. Entrambe verranno ascoltate come testimoni al processo di canonizzazione di Chiara e rievocheranno quel giorno di settembre del 1249 quando la Santa salvò la città di Assisi dal saccheggio dei mercenari di Vitale di Aversa.
Nelle ultime pagine incontriamo anche Balvina di Porziano, Agnese di Assisi ( figlia del podestà Oportolo di Bernardo ), Benvenuta di Madonna di Ambra ( miracolata da Santa Chiara dopo il suo ingresso nella comunità delle Povere Dame ), Cristiana di Assisi, figlia di Bernardo di Suppo, esponente di spicco della consorteria longobarda.
Poi il testo si interrompe e forse nel progetto originale avrebbe dovuto saldare i tempi della santità autoctona con quelli più recenti, per chiudere la circolarità iniziata con l’accenno al "rinnovo" della civiltà contadina. Ma il tempo è mancato perché la clessidra di Gemma era esaurita.
Ci ha offerto comunque un frutto evidente di quella consuetudine di approccio alle fonti francescane, sicuramente ereditata dal padre Arnaldo che tenne per anni la cattedra di studi francescani presso l’Università di Perugia.
Tuttavia l’interpretazione di Gemma è molto più agile degli scritti accademici tradizionali; ha, infatti, un’impostazione giornalistica che focalizza i particolari trasformandoli in "notizia" in grado di catturare l’attenzione dei lettori, anche di quelli che non sono addetti ai lavori.
Non rinuncia a divenire profetica nelle ultime quattro righe:..."restano le voci di coloro che seguirono la luminosità di Francesco e Chiara; e sono esse a dire alla nuova umanità: Siamo in attesa del mondo che verrà e che troverà nell’Assisi rinnovata lo splendore del cielo".
Non c’è retorica né utopia in queste parole, ma piuttosto l’espressione sincera di un amore profondo: quello che Gemma lascia in eredità a tutti noi che abbiamo la fortuna di vivere in questa terra più volte benedetta.

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"GIOVANNA DI SAVOIA"
dagli splendori della reggia alle amarezze dell’esilio di Cristina Siccardi
di Giovanni Zavarella


Nella splendida Sala Papale, gremita di un pubblico d’eccezione, il giorno 2 marzo 2002, è stato presentato il volume delle Paoline Editoriale libri “Giovanni di Savoia”-Dagli splendori della reggia alle amarezze dell’ Esilio di Cristina Siccardi.
Tra il pubblico abbiamo notato, non ultimo il Vescovo della Città Mons. Sergio Goretti, la principessa Maria Luisa di Bulgaria, il Principe Kardam e Miriam di Bulgaria, gli ambasciatori di Bulgaria accreditati in Italia e al Vaticano, alcuni aristocratici umbri ed italiani.
E soprattutto tanta gente che ha amato la principessa Giovanna di Savoia che la storia rese regina dei Bulgari.
Gli onori di casa sono stati fatti da P. Vincenzo Coli e il saluto alle autorità di Italia e Bulgaria è stato rivolto dal prof. Massimo Zubboli che da sempre si adopera per mantenere viva la memoria di Giovanna di Bulgaria che si sposò ad Assisi nel lontano 1930 e che ha voluto riposare il suo sonno eterno nel cimitero francescano di Assisi, non lontano dal Santo serafico, a cui era legata per esserne terziaria francescana.
Massimo Zubboli ha offerto uno spaccato umano e spirituale della principessa di particolare fascino, non tanto per la sua storicità, quanto per il taglio umano che ha attraversato tutti gli intervenuti.
Soprattutto quando ha associato l’amicizia e la cordialità di Giovanna con Arnaldo e Gemma Fortini, suscitando uno spontaneo e caloroso applauso.
Ha portato il saluto riconoscente il Sindaco della città dr. Giorgio Bartolini che ha comunicato, con un certo effetto, di aver deciso di intitolare il viale che conduce ad Assisi alla Regina da poco scomparsa.
L’immagine tutta bulgare della Regina è stato offerto dall’archimandrita prof. Giorgio Eldarov, direttore del giornale cattolico bulgaro Abagar che ha “pescato” nella sua memoria di quando ragazzo ebbe l’onore di incontrare la nostra Principessa, rimanendone, insieme a tantissimi bulgari, affascinato.
Perché seppe farsi amare dal popolo per la sua umanità, la generosità e il suo affetto.
Poi è stata la volta del Presidente Nazionale dell’ U. M. I., Avv. Gian Nicola Amoretti che si è soffermato sulla figura storica.
E sulle ricadute dell’amicizia tra Italia e Bulgaria.
Le ultime parole sono state quelle della scrittrice che ha spiegato le ragioni e le motivazioni che l’hanno spinta a cimentarsi con una bella e toccante figura femminile che la storia volle chiamare ad assumere un ruolo di protagonista.
Lei che era per indole e per vocazione francescana.
Ha ringraziato con parole sobrie e dirette la Principessa Maria Luisa di Bulgaria, a nome suo personale, dei figli e di suo fratello, il re bambino, ora Primo Ministro della Repubblica di Bulgaria, Simeone II.
La presentazione del libro si è conclusa con la dichiarazione di P. Vincenzo Coli che ha comunicato che il crocifisso, donato da Simeone II a S. S. Giovanni Paolo II, è stato regalato alla Basilica Patriarcale di San Francesco di Assisi.

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