L’Eco di Bergamo

Mercoledi 24 novembre 1982

 

Ponte Nossa dedica un museo agli antichi magli del ferro

 

Iniziativa del comune per conservare e documentare la più antica attività del paese. Restaurata un'officina lungo il torrente Nossana: sarà rimesso in funzione il maglio e verranno presentati tutti gli arnesi e le attrezzature. Contributo della regione per poter salvare un patrimonio storico e culturale. La collaborazione dell'ultimo fabbro.

 

Fino a non molti anni fa si poteva leggere lungo la Valle Seriana un cartello che invitava a percorrere l’Itinerario romantico" della sorgente Nossana. E romantico era davvero il paesaggio che si apriva al visitatore quando, lasciata la strada provinciale all'altezza del vecchio ponte di Ponte Nossa, si avviava a piedi lungo la valletta in fondo alla quale nasce il torrente Nossana. Immersi nel verde intenso si incontravano antichi edifici abbandonati o quasi: un maglio, un lavatoio, una segheria, un mulino.

 

Ovunque uno zampillare e uno scorrere di acque limpidissime.

 

Adesso è tutto cambiato. L'azienda Acquedotti di Bergamo ha utilizzato le sorgenti per rifornire la città introducendo profonde modifiche al luogo. Al posto delle ricche polle d'acqua sono sorti gli impianti di presa; l'acqua, anziché defluire verso la valle, viene convogliata in una grossa condotta: il torrente c'è ancora ma è molto più povero. Anche il viottolo d'accesso non è più quello: non c'è più quell'atmosfera di un tempo di sapore ottocentesco. Nonostante ciò qualche elemento dell' "Itinerario romantico" è rimasto.

 

All’inzio della strada, a sinistra, sopravvive l'edificio del piccolo maglio. La ruota è scomparsa ma il fabbricato presenta i segni di un recente restauro. Il merito è del comune di Ponte Nossa che ha deciso di salvare la costruzione in rovina, e di restaurarla per crearvi un museo dell'antica lavorazione del ferro, un tempo tipica della zona. Un salvataggio e un recupero possibili grazie alla sensibilità degli amministratori e alla collaborazione dei cittadini. Tra questi il signor Luigi Valoti, ultimo rimasto di una lunga tradizione famigliare il quale continua a far funzionare il maglio nella grande officina che ancora sopravvive in Ponte Nossa (e l'unica in tutta la valle). Fabbro abile ed ingegnoso è pronto, assieme al giovane figlio, Ernesto, ad aiutare la rinascita dell'officina - museo perché resti testimonianza preziosissima di un'attività che affonda le radici nei secoli.

 

"La precedente amministrazione - osserva il sindaco professor Giuseppe Pinetti - aveva già preso una decisione in tal senso. Stiamo ora sviluppando e realizzando quel processo iniziale per creare un museo dedicato alla più tipica e antica industria di Ponte Nossa. La Regione, alla quale avevamo chiesto un contributo sulla base della legge numero 43 del 1980, ci ha garantito un contributo di 26 milioni di fronte ad una spesa prevista di 36 milioni. Questa cifra iniziale è andata aumentando ed ora il progetto tecnico - esecutivo prevede un costo di 68 milioni circa. Ma alla fine avremo un caratteristico museo, con l'officina e il maglio ricostruiti così com'erano, e che renderà possibili varie attività culturali."

 

L'incarico di predisporre il progetto per il recupero dell'edificio e la sua trasformazione in museo venne affidato all'architetto Sandro Angelini sotto la cui direzione si è proceduto ai primi necessari interventi di restauro statico e architettonico.

 

Coadiuvato dal figlio Leonardo, l'architetto Angelini ha portato a compimento questa prima fase. L'edificio si sviluppa su due piani ma il settore più interessante è quello al piano terra, dove un ampio locale ospitava l'officina; altri due vani sul lato sinistro erano adibiti uno a magazzino e l'altro, provvisto di camino, a luogo per consumarvi il pranzo del mezzogiorno.

La seconda fase prevista dall'arch. Angelini comprenderà il ripristino dell'officina e del suo arredo e la realizzazione di un'esposizione permanente con cui documentare, da una parte la storia della lavorazione del ferro nella Bergamasca, dall'altra la storia della lavorazione del ferro e dell'uso dell'acqua.

 

A questo punto sarà importante la collaborazione degli abitanti del posto e, in particolare del fabbro Valoti, per predisporre una raccolta di strumenti in ferro nelle varie fasi della lavorazione di prodotti finiti lavorati al maglio e di strumenti di lavoro impegnati quali accessori del maglio. Il fabbro, tra l'altro, ha assicurato l'aiuto e il contributo della sua esperienza allorchè arriverà il momento di ricostruire tutto il meccanismo al maglio.

 

Un bel giorno, e speriamo presto, l'acqua riprenderà a far girare la ruota e il maglio tornerà a battere con forza.

 

Si ripristinerà il passato non per una vuota nostalgia, ma come la più efficace lezione di storia.

 

Una storia viva.