da "Il tirreno" 

del 19 - 01 - 2002

 

ARTIGIANO RISCOPRE L’ENERGIA A COSTO ZERO

di Alvaro Carlotti

Realizzato un modellino in scala dalla antica "tromba del vento"

BAGNI DI LUCCA. Un modello in scala di una "tromba del vento", il dispositivo che veniva usato per produrre l’aria da soffiare nelle forge, necessaria per la combustione del carbone, è stato fedelmente costruito con utili accorgimenti didattici da Graziano Serafini di Ponte a Diana, consigliere dell’Associazione amici dell’archeologia industriale di Lucca. Per la fedele riproduzione e la perfetta funzionalità, il modellino andrà certamente ad arricchire qualche esposizione o museo relativo alle antiche attività che utilizzavano la forza idraulica.

Serafini, dipendente dell’Icl di Fornoli, ha recentemente concluso una interessante ricerca sul territorio di Bagni di Lucca che lo ha portato alla individuazione di ben 80 mulini ad acqua, tutti ancora più o meno distintamente presenti, 9 frantoi, 7 ferriere o distendini , 15 cartiere, 11 centraline elettriche comprese quelle ad uso domestico, 5 seghe a nastro e a disco per la realizzazione di travi e travicelli, 4 macine che venivano impiegate per la macinazione dello zolfo che arrivava nella zona in grossi blocchi. Oltre queste a questi opifici, Serafini ha individuato anche "trombe del vento". Fonti letterarie in lingua tedesca segnalano la presenza di questo dispositivo, che sostituiva il mantice azionato dall’uomo e dagli animali, già prima del 1500 nell’alto Tirolo, dove esemplari costruiti interamente in legno venivano impiegati per l’areazione di piccole gallerie minerarie.

< < La prima notizia sicura sull’impiego di una "tromba del vento" nelle nostre zone – spiega Serafini – risale al 1794 a Pescaglia, nella ferreria Galgani di Piegaio. Robabilmente esisteva già da molto prima, importata da fabbri bergamaschi e bresciani stabilitisi in Lucchesia intorno al 1500 > > .

Di semplice costruzione, questo dispositivo è rimasto a tutt’oggi un mezzo efficace per produrre l’aria da soffiare nelle forge; produce infatti, un flusso continuo di aria a costo zero e non necesita di alcuna manutenzione, Le ferrerie, o distendini, venivano solitamente costruite nei pressi di un corso d’acqua che utilizzavano per l’azionamento del maglio. Avendo la disponibilità dell’acqua, tutte si erano dotate nel tempo della "tromba del vento", sostituendo i più vecchi mantici di cuoio meno efficaci e spesso ancora azionati manualmente.

Il suo funzionamento è molto semplice. L’acqua proveniente dal gorile di alimentazione viene fatta precipitare per alcuni metri, tramite un grosso tubo verticale, in un manufatto in muratura consistente in un pozzo di circa 170 cm di diametro per altrettanti di altezza. Qui, l’acqua battendo violentemente su un masso di pietra posto al centro del pozzo, libera l’aria che l’acqua cadendo risucchia dall’esterno. Dal fondo del pozzo, attraverso un apposito sifone, viene fatta uscire solo l’acqua e l’aria viene invece convogliata, attraverso un secondo tubo, verso la forgia, spinta dalla pressione dell’acqua che continuamente viene fatta cadere nel pozzo. Nel solo Comune di Bagni di Lucca ne erano in funzione in passato almeno sei, già individuate. Perfino una piccola bottega da fabbro situata a Ponte a Serraglio, in via Letizia, ne aveva una ed utilizzava l’acqua del gorile proveniente dal torrente Buliesima.

L’idea di costruire un modello in scala è venuta a Serafini durante la visita a Fabbriche di Casabasciana in località Cevoli, di una ferreria che aveva due di questi dispositivi, uno dei quali si presenta ancora in ottimo stato di conservazione.