CORSICA. LA RIPRESA DEL CONFLITTO SOCIALE


Ottobre 1999 di S.Vandepoorte, da Rouge

 

Nel bel mezzo della partita di ping pong tra il governo e taluni nazionalisti, molti salariati e disoccupati si dibattono nelle difficoltà di una quotidianità segnata dall'accelerazione della precarietà e dal peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.

Ogni campo si attesta sulle sue posizioni. Il governo tenta di rimettere a lucido il blasone un po' sbiadito di uno Stato messo in difficoltà dalle tresche ancora molto oscure di un ex super prefetto, e la maggioranza dei movimenti nazionalisti pubblici sono al rimorchio di una clandestinità frazionata ma onnipresente. All'Assemblea regionale, nessuna maggioranza si è impegnata sulla questione finanziaria e tocca ormai alla prefettura tracciare le linee di orientamento. Ci sarà di che disperare per questi imbrogli, e pertanto le mobilitazioni dei salariati si moltiplicano, avendo alla testa i lavoratori della funzione pubblica.
Da tre settimane si sono fermate le poste e l'onda ha raggiunto i settori della distribuzione e della riscossione dei pagamenti, con una partecipazione media agli scioperi del 60%. Le rivendicazioni si incentrano sulle 35 ore, sull'assunzione di nuovo personale e su problemi locali. Da mesi i sindacati si sono incontrati regolarmente e procedono con una relativa unità. I lavoratori delle telecomunicazioni hanno votato per lo sciopero avanzando le stesse rivendicazioni e i sindacati dei trasporti urbani di Ajaccio hanno dato il preavviso. Minacciati dalla deregulation e dall'apertura alla libera concorrenza, i marittimi della SNCM (la compagnia statale di navigazione) si mobilitano opponendosi strenuamente a qualsiasi tentativo di privatizzazione. Nel settore privato, i lavoratori di una società elettrica generale lottano per ottenere la reintegrazione di 70 loro colleghi licenziati per aver creato un'organizzazione che li sostenesse nelle rivendicazioni salariali e di rappresentanza sindacale.
Nel settore del trasporto aereo ci sono più di 467 lavoratori il cui impiego è in pericolo, poiché la Compagnia Corsa, finanziata per oltre l'80% da fondi pubblici, rischia di perdere le concessioni a vantaggio di una filiale della Swissair.
Questo rigurgito di opposizione sociale dimostra che tutte le questioni sollevate dal mondo del lavoro sono state sempre ben presenti, benché celate. Fino ad oggi i sindacati tentano di limitare il movimento alle sole rivendicazioni sociali. È troppo presto per affermare che i lavoratori corsi riprenderanno l'iniziativa. Presenti sul terreno lavorano in questa direzione alcuni militanti di "A Manca Naziunale" (Sinistra Nazionale) e i primi segni sono incoraggianti.

P.S. Non cercate sulla stampa informazioni sui conflitti in corso; i lavoratori in sciopero non fanno audience, e poi quella Corsa è anzitutto una questione di terroristi e gangsters.
 

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