L'ALA DOGMATICA DELLA SINISTRA E LA CRISI DI TIMOR EST
UN PUNTO DI VISTA MARXISTA SULL'INTERVENTO OCCIDENTALE A TIMOR EST


Settembre 1999 di Doug Lorimer, dell'Esecutivo del DSP, tradotto da Green Left Weekly n.376

 

Il DSP (Democratic Socialist Party) [gruppo politico alla sinistra del Labor Party australiano] ha invitato i democratici in Australia a mobilitarsi per richiedere che l'ONU e/o il governo australiano spediscano immediatamente truppe a Timor Est per aiutare la gente di Timor Est a resistere e a sconfiggere la campagna genocida di occupazione dell'esercito indonesiano.
Il DSP, ha sostenuto questa richiesta politica perchè, in primo luogo, è una risposta chiara ed immediata, alla domanda di cosa dovrebbe essere fatto per soccerrere i timoresi dell' Est.
In secondo luogo, le mobilitazioni delle masse intorno a questa richiesta aiuterà a stimolare l'opposizione dei lavoratori alla politica della classe dominante australiana riguardo a Timor Est, politica che si regge sull'alleanza con i militari indonesiani. Inoltre questa parola d'ordine indica come il DSP risolverebbe il problema di arrestare il genocidio dell'esercito indonesiano a Timor Est se il nostro partito fosse al potere.
Altri a sinistra hanno implicitamente o esplicitamente parlato contro questa richiesta. Per esempio un editoriale del Socialist Worker, nel numero del 10 settembre, il quindicinale dell'Organizzazione Internazionale Socialista, riconosce: "La popolazione di Timor Est fronteggia una circostanza disperata e cresce la richiesta per l'intervento australiano o dell'ONU. Ma il governo australiano era stato complice nell'oppressione di Timor Est sin da quando l'Indonesia invase nel 1975 Timor Est".
L' editoriale del Socialist Worker osserva correttamente che il Primo Ministro "Howard insiste sul fatto che i militari e la polizia indonesiani devono fare il loro lavoro quando sa che sono precisamente queste forze che stanno dietro agli assassini". Sottolinea "L'ipocrisia di Howard e dell'Occidente".
Socialist Workers non offre nessuna spiegazione del come e perchè non è d'accordo con la richiesta di mandare i soldati australiani a Timor Est, salvo ricordare ai suoi lettori il fatto indiscutibile che tutti governi australiani, incluso il governo Howard, sono complici nell'oppressione di Timor Est, che l'Indonesia ha invaso nel 1975.


Poniamoci delle domande su Howard
Ma attualmente, Howard pretende allo stesso tempo di essere contro l'attuale campagna di terrore a Timor Est e di sostenere l'accordo che è stato fatto da Jakarta con l'ONU per concedere a Timor Est l'indipendenza. Perchè allora i sostenitori del diritto democratico all'autodeterminazione della nazione democratica di Timor Est non possono richiedere ad Howard di utilizzare i soldati australiani per arrestare la campagna di terrore e partecipare alla liberazione di Timor Est dal dominio indonesiano?
La sola spiegazione offerta dall'editoriale è: "In ogni caso, Howard dice che non ci sarà una forza di pace senza il permesso dell'Indonesia". In altre parole gli oppositori del genocidio in Indonesia non dovrebbero disturbare chiedendo che Howard rompa la sua alleanza con i generali indonesiani ed agire immediatamente per salvare i Timoresi dell'Est dalla campagna di morte organizzata da questi generali.
L'editoriale del Socialist Workers, comunque, non è molto coerente con questa impostazione capitalizionista. Da ultimo ci dice: "Senza l'appoggio militare indonesiano, le milizie si dissolverebbero o potrebbero essere disarmate rapidamente. Ma il governo australiano rifiuta di chiedere che il governo indonesiano neghi loro ogni aiuto militare."
Correttamente chiama il movimento a lottare affinché il governo chieda l'immediato ritiro delle truppe indonesiane e la fine dei legami con i militari in Indonesia. Perchè, allora, il movimento di solidarietà con Timor Est non può chiedere che il governo Howard invii immediatamente i soldati australiani per agire direttamente al fine di arrestare il bagno di sangue?
La ragione è che l'ISO si è opposto per principio al fatto che i soldati australiani siano mandati a Timor Est. Ma questi compagni sanno chiaramente che queste loro ragioni sarebbero completamente isolate nel movimento di solidarietà con Timor Est. Perciò, si sono nascosti dietro ad una richiesta di dimissioni di Howard, perché non intraprenderebbe nessuna azione che minacci seriamente l'alleanza dell'imperialismo australiano con i generali indonesiani.

Gli argomenti reali
Gli argomenti reali di ISO a sostegno del rifiuto a sostenere l'immediato invio di soldati australiani a Timor Est è stato articolato in un messaggio su Internet da David Camfield. Camfield ha scritto: "I socialisti non dovrebbero richiedere l'intervento delle forze armate imperialiste (sia sotto le bandiere dell'ONU o no) a Timor Est non più di quanto non lo abbiano fatto per il Kosova. Benchè abbiamo sostenuto gli albanesi kosovari contro la violenza dell'esercito e dei paramilitari serbi, abbiamo dichiarato che il coinvolgimento della NATO o dell'ONU nell'intervento imperialista nei Balcani non avrebbe fatto avanzare la pace, la democrazia e la giustizia sociale nella regione. Lo stesso dovrebbe essere fatto nel caso delle truppe australiane e/o dell'ONU a Timor Est."
Il presupposto che sta dietro a questa impostazione sembra essere il seguente: dato che le forze armate australiane sono forze armate imperialiste, e ogni intervento militare per loro - malgrado tutte le circostanze concrete e malgrado tutti gli obiettivi che le forze politiche si sono prefisse di raggiungere - sarebbe un'interferenza dell'imperialismo che non farebbe avanzare la pace, la democrazia e la giustizia sociale.
Si tratta di una posizione dogmatica che rifiuta di tenere in considerazione le circostanze attuali, e si limita invece a ripetere formule vecchie valide per condizioni diverse.

L'approccio marxista
L'approccio marxista riguardo agli interventi militari stranieri e alle guerre sono stati spiegati da Lenin nei suoi scritti, durante la prima guerra mondiale. In un suo articolo del 1916 "Caricatura del marxismo ed imperialismo economicista", Lenin ha spiegato che serve un'analisi storica di ciascuna guerra per determinare se ha un carattere progressista, se serve gli interessi della democrazia e del proletariato, ecc.
Gli interventi militari stranieri e le guerre, spiega Lenin, sono la continuazione con mezzi violenti della politica di uno stato straniero. Di conseguenza, Lenin dice, si deve esaminare la politica seguita prima della guerra, la politica che ha condotto alla guerra.
Se si tratta di una politica dell'imperialismo, per esempio, volta a salvaguardare gli interessi del capitale e della finanza e a rapinare ed opprimere colonie e paesi stranieri, allora la guerra è imperialista. Se é una politica di liberazione nazionale, espressione del movimento di massa contro l'oppressione nazionale, allora la guerra è una guerra di liberazione nazionale.
Le forze armate australiane e della NATO sono certamente forze armate imperialiste, il loro scopo primario è salvaguardare gli interessi generali delle oligarchie finanziarie che dominano l'economia e la vita politica di ciascuno dei paesi capitalisti sviluppati. Ma questa caratteristica, da sola, non dà una risposta alla questione: tutti gli interventi di queste potenze sono la continuazione della politica imperialista di oppressione delle altre nazioni?
"Per i marxisti", spiega Lenin, "la cosa importante è capire qual è la posta in gioco in ciascuna guerra".
Così Lenin, al momento dell'analisi della prima guerra mondiale caratterizzata come una guerra imperialista volta alla spartizione delle colonie, non esclude la possibilità per i socialisti di sostenere una guerra di uno stato imperialista, se fosse mirata solamente alla liberazione di altri stati imperialisti da un'invasione attuata da una terzo stato imperialista .
Nel suo opuscolo del 1915 Socialismo e Guerra, Lenin citava l'esempio ipotetico di un'invasione tedesca del Belgio, in cui questa invasione non era semplicemente subordinata alla lotta tra le grandi potenze per la spartizione delle colonie:
"Supponiamo che tutti gli stati interessati al rispetto dei trattati internazionali dovessero dichiarare guerra alla Germania con la richiesta che il Belgio sia liberato e indennizzato. In quel caso le simpatie dei socialisti, certo, starebbero con i nemici della Germania."
Il DSP per esempio si è opposto all'intervento militare della NATO nei Balcani, alla sua campagna di bombardamenti contro la Serbia e all'occupazione militare del Kosova, non perchè gli eserciti della NATO sono imperialisti, ma perchè la loro guerra contro la Serbia era la continuazione della politica della NATO contro il diritto democratico dei kosovari albanesi alla autodeterminazione nazionale.
Quando il 90% degli abitanti del Kosova ha votato a favore dell'indipendenza del Kosova dalla Serbia nel referendum del 1991, la NATO ha ignorato i desideri dei kosovari ed ha sostenuto la repressione dello stato serbo contro il movimento indipendentista.
Solo quando i Kosovari albanesi hanno lanciato una resistenza armata contro la repressione serba nel 1998, e il governo degli Stati Uniti ha perso la fiducia nell'abilità della forza di occupazione serba di schiacciare l'Esercito di Liberazione del Kosovo, la NATO ha deciso di intervenire militarmente sotto la copertura della richiesta dei kosovari albanesi.
Il rifiuto di Belgrado di consentire la presenza delle forze armate NATO nel Kosova ha condotto alla campagna di bombardamenti NATO contro la Serbia. L'obiettivo di questa campagna di bombardamenti era di forzare la Serbia ad accettare l'occupazione militare del Kosova da parte della NATO, così che la NATO potesse contenere l'UCK e bloccare i kosovari albanesi nel loro obiettivo indipendentista.

Gli interessi del capitale australiano
Qual è la posta in gioco nella crisi di Timor Est? Per 24 anni, i governi australiani hanno sostenuto l'occupazione militare indonesiana di Timor Est contro la lotta per l'indipendenza della nazione di Timor Est . Hanno fatto questo perché, come hanno ammesso recentemente esponenti governativi, Timor Est indipendente sarebbe stata "non conveniente".
Hanno considerato che lo sfruttamento dei lavoratori nell'arcipelago indonesiano da parte del capitale finanziario australiano, fosse più agevole in una situazione politica nella quale tutta la popolazione fosse sottomessa alle leggi di un potere statuale singolo - un potere esercitato dai generali indonesiani.
Questo è il motivo per cui lo stato imperialista australiano ha sostenuto l'esercito indonesiano nell'invasione di Timor Est nel 1975, e perchè ha dato il riconoscimento legale all'annessione di Timor Est da parte di Jakarta nel 1976.
Comunque, l'incapacità dell'esercito indonesiano a sconfiggere completamente la lotta per indipendenza dei timoresi è stata una nota politica dolente nella gestione nelle relazioni di Canberra con Jakarta. Perchè la grande maggioranza dei lavoratori australiani è d'accordo con il desiderio di autodeterminazione nazionale della popolazione di Timor Est.
Nel dicembre scorso, Howard ha proposto al Presidente Indonesiano B.J. Habibie una soluzione per questo problema: l'Indonesia avrebbe dovuto dare il suo consenso ad un referendum organizzato dall'ONU nel quale il popolo di Timor avrebbe potuto votare se rimanere o no sotto Jakarta.
Howard ha aspettato che Jakarta fosse stata in grado di persuadere i timoresi dell'Est a votare per l'integrazione con Indonesia: aspettando il voto del 30 agosto, il governo australiano ha espresso la sua opposizione al voto per l'indipendenza.
Nel luglio di quest'anno, i militari indonesiani, che non avevano alcuna intenzione di abbandonare il loro controllo su Timor Est, hanno ideato un piano per persuadere i votanti di Timor Est ad esprimenrsi contro l'indipendenza. Hanno creato, organizzato e armato le milizie pro integrazione per costringere i votanti a rigettare l'indipendenza.
E se questo non avesse funzionato, allora c'era pronto il progetto per il varo di una campagna genocida per distruggere Timor Est, deportare la maggioranza delle sua gente e ripopolare Timor Est con persone provenienti da altre parti dell'Indonesia. Il 4 settembre questa campagna è iniziata.
Questo è un problema politico, che tormenta il governo Howard: la maggioranza schiacciante di australiani crede che il loro governo dovrebbe agire per assicurare che Jakarta rispetti l'espressione dei Timoresi dell'Est per l'indipendenza nazionale. Ma il governo Howard non vuole prendere misure che minerebbero la sua fattiva alleanza con i militari indonesiani.
Per tentare di legittimarsi agli occhi dei lavoratori australiani il governo Howard presenta se stesso come difensore della democrazia a Timor Est. Allo stesso tempo, per servire gli interessi dei suoi padroni reali, l'oligarchia finanziaria australiana, non deve fare nulla che ossa mettere in pericolo il potere politico dei militari indonesiani.
Questo perchè Howard deve placare l'opinione pubblica in Australia dicendo che è per l'invio di truppe australiane a Timor Est, e allo allo stesso tempo, proteggere il potere politico dell'esercito dei generali indonesiani, insistendo che l'intervendo può esserci solo se il governo dei generali lo accetterà.
Esigere che Howard invii i soldati australiani a Timor Est per aiutare la resistenza dei Timoresi dell'Est contro la campagna genocida che li sta annientando, e avversare nello stesso tempo la continuazione della politica imperialista dell'Australia verso Timor Est, è la richiesta più concreta da fare nelle attuali condizioni, per opporsi a questa politica.
Per contro, opponendosi a questa richiesta, i dogmatici, malgrado la loro sincera intenzione anti-imperialista, aiutano in pratica il governo australiano, nei suoi sforzi per conservare la propria politica imperialista verso l'Indonesia e Timor Est.

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