FILIPPINE. LA QUESTIONE NAZIONALE A MINDANAO


ottobre 1999 il punto di vista del Partito Rivoluzionario dei Lavoratori delle Filippine da International Viewpoint

 

Introduzione
Le lotte nazionali nell'isola meridionale di Mindanao hanno una progressione dinamica. I marxisti rivoluzionari devono lavorare tra quei movimenti nazionali, ponendo un'attenzione particolare agli elementi progressivi della cultura nazionale.
Questo documento riflette la strategia generale del Partito Rivoluzionario dei Lavoratori delle Filippine (RPM-P), che è associato alla Quarta Internazionale.

ORIENTAMENTO GENERALE SULLA QUESTIONE NAZIONALE

I postulati

1. Lo sviluppo del capitalismo nelle Filippine è ineguale. La comparsa delle Filippine come stato nazionale fu il risultato di un'imposizione esterna del colonialismo spagnolo e dell'imperialismo degli Stati Uniti. Ma nell'isola di Mindanao, formazioni statali esistevano già prima dell'invasione colonialista. La popolazione Moro (filippini di religione islamica n.d.t.) aveva un Sultanato, mentre la popolazione animista aveva il Governo di Timuay. Il nazionalismo filippino moderno è iniziato con la rivolta di Andres Bonifacios Katipunan contro gli spagnoli e fu inizialmente concentrata solo nell'isola settentrionale di Luzon; poi la sua direzione fu presa dalla borghesia emergente locale. Da qui prese avvio il nazionalismo filippino e la costruzione della repubblica. Dopo la sconfitta della Spagna, la Repubblica delle Filippine si è formata sotto le leggi degli imperialisti americani che hanno istituito politiche e programmi basati sulla cultura e l'identità nazionale della maggioranza dei filippini.

2. Il sistema socio-culturale ed economico-politico delle minoranze nazionali è stato distrutto dall'insediamento forzato del sistema politico occidentale e dallo sfruttamento delle loro risorse e ricchezze naturali. Lo stato reazionario filippino e l'imperialismo hanno compromesso il livello di sviluppo significativo raggiunto dalla minoranza nazionale.

3. Il Partito Comunista delle Filippine (CPP) ha una politica del tipo: "una nazionalità un paese." Questa impostazione nega la legittimità della popolazione Moro e delle altre nazionalità (Lumad, Cordillera) a lottare per un'identità nazionale, e non é in grado di riconoscere la capacità delle minoranze nazionali di promuovere una rivoluzione. Il CPP giustifica la propria posizione appoggiandosi teoricamente alla rivoluzione culturale cinese, la quale declassò le minoranze nazionali a gruppi puramente culturali.

4. Lo Stato ed il CPP negano l'oppressione delle minoranze, e il diritto a costruire il proprio stato e la propria nazione. Ambedue sostengono la politica di "un Partito, uno Stato, una popolazione." Lo stato filippino è però in realtà composto da molte nazionalità, con specifici sistemi politici, economici e culturali. Hanno la loro storia e il loro livello di sviluppo. L'azione dei comunisti se vuole essere corretta deve non dovrebbe basare i propri programmi e la propria politica prescindendo dalle minoranze nazionali, senza la dovuta considerazione della loro etnicità, e delle loro peculiari differenze socio-culturali e politiche.

La questione nazionale

5. La base della questione nazionale è l'oppressione continuata e lo sfruttamento della gente. Questa oppressione si intensifica dentro al sistema capitalista. Fino a che l'oppressione del popolo continuerà ad esistere, non ci sarà nessuna risposta alla questione nazionale, la lotta delle minoranze nazionali per raggiungere la libertà continuerà. Così è essenziale per i comunisti abolire e smantellare tutte le forme di oppressione e sfruttamento, e rispondere alla questione nazionale dei popoli oppressi.
Karl Marx considerò che la comparsa dello stato nazionale fosse causata dallo sviluppo del sistema capitalista. Pensò che l'abolizione dell'oppressione e dello sfruttamento avrebbe condotto all'indebolimento dello stato e delle classi sociali, e così all'abolizione della questione nazionale.

6. Ma nel contesto filippino, particolarmente nelle società Moro e Lumad (indigeni animisti), lo sviluppo della società e la sua trasformazione da uno scenario all'altro è stato incompleto. Lo sviluppo nelle Filippine ha l'impronta ispano-americana. Prima che il sistema feudale venisse pienamente introdotto, è stato interrotto dall'avvento di un capitalismo frutto dell'intrusione dei colonizzatori americani. Come risultato, elementi comunitari, schiavitù e sistemi feudali ancora persistono e coesistono fra le minoranze nazionali. Queste società hanno modi multiformi di produzione, sebbene con una forte influenza del capitalismo. E la dominazione del capitalismo diverrà sempre più intensa in questo periodo di globalizzazione neo-liberale.

7. Nella società della popolazione Moro e delle altre minoranze, la consapevolezza e le contraddizioni del clan sono più forti di quelle di classe. I marxisti rivoluzionari nella regione hanno sviluppato un approccio etnico ai clan in grado di svegliare, organizzare e mobilitare la loro classe sociale. L'intensificazione della dominazione capitalista a Mindanao ha incoraggiato lo sviluppo della coscienza di classe, specialmente fra la popolazione Moro dove un certo numero di persone sono diventate locatori capitalisti, commercianti e membri della borghesia compradora. Questo sviluppo è molto meno diffuso nella comunità Lumad. I marxisti sono sempre più convinti che la contraddizione del clan è una estensione della contraddizione di classe tra oppressori ed oppressi nelle Filippine. Questo vuol dire che una solida combinazione tra clan e classe é la sola via per organizzare e mobilitare le popolazioni Moro e Lumad contro il capitalismo.

8. La questione nazionale non è limitata alla lotta delle minoranze nazionali contro l'oppressione nazionale dello stato reazionario ed imperialista. Fra le società Lumad e Moro, ci sono elementi di oppressione e sfruttamento della tribù dominante contro le tribù minori, un gruppo etnico contro un altro, e clan grandi contro clan piccoli. Questo significa che la questione nazionale non finirà persino se i Moro o i Lumad vinceranno la loro lotta contro lo stato reazionario ed imperialista. C'è ancora una questione nazionale a cui devono rispondere all'interno delle proprie società.

9. La popolazione Moro e le altre nazionalità hanno vissuto molte lotte e molti scontri dopo l'uscita di scena del colonialismo spagnolo ed americano nelle Filippine. Questa lotta continua attualmente contro le società multinazionali e le società transnazionali. Questa lotta permette alla popolazione Moro e Lumad di capire che l'oppressione nazionale peggiore è causata dal sistema capitalista. La loro ricca esperienza di lotta ha prodotto facilmente e diffusamente la coscienza della relazione dialettica tra l'oppressione nazionale ed i mali del capitalismo. I Moro e i Lumad possono facilmente collegare il capitalismo con la sparizione e la distruzione del loro ambiente ancestrale. I marxisti rivoluzionari trovano relativamente facile spiegare loro chi e quali forze distruggono la loro vita e il loro futuro. In questo contesto il ruolo dell'intervento marxista organizzato è di aiutare a sistematizzare e radicalizzare le forme di lotta delle minoranze nazionali ed aumentare il livello della loro organizzazione per indirizzarle efficacemente contro il sistema capitalista.

DOVE PORTA LA QUESTIONE NAZIONALE DELLEPOPOLAZIONI OPPRESSE

1. La lotta delle minoranze nazionali non è solo diretta contro la borghesia locale e nazionale. E' anche indirizzata contro capitalisti ed imperialisti stranieri. La lotta delle minoranze nazionali direttamente ed indirettamente indebolisce la borghesia nazionale ed internazionale. Il popolo Moro e le altre nazionalità minoritarie non sono chiamate solo alla lotta per la liberazione nazionale. Più importante ancora, sono chiamate per la libertà nel mondo e la pace. Questo dà un contenuto internazionale alla loro lotta. I marxisti capiscono la relazione tra la lotta nazionale e la lotta del proletariato per l'internazionalismo.

2. Evidentemente, il problema fondamentale del confronto tra i lavoratori filippini e le altre classi della società è molto simile al problema di base che devono affrontare i Moro e i Lumad. La lotta democratica delle minoranze nazionali è collegata alla lotta socialista del proletariato. La rivoluzione delle minoranze nazionali ha un elemento progressivo e socialista. Lenin ha chiarito la relazione dialettica tra l'internazionalismo ed il diritto all'autodeterminazione.

3. I marxisti rivoluzionari organizzano e riconoscono la cultura ed il sistema della giustizia delle minoranze nazionali. L'elemento democratico e socialista della loro cultura è tale che lavorando collettivamente, instancabilmente, lotta contro l'oppressione.

4. Nella pratica delle minoranze nazionali la terra è proprietà collettiva. Hanno una lunga e ricca esperienza di produzione sulle proprietà comuni. Gli agitatori rivoluzionari aiuteranno ad arricchire queste pratiche approfondendone il carattere scientifico e rivoluzionario.

5. I rivoluzionari devono affrontare anche l'ampia gamma di forme di governo.nella società Moro: ci sono 13 raggruppamenti etnico-linguistici, con livelli diversi di governo politico. I tre più grandi sono il Sultanato di Maguindanaw, il Sultanato di Sulu, ed il Pat Un Pangampong Ko Ranaw. Essi hanno un carattere feudale. Le popolazioni Lumad hanno 18 grossi raggruppamenti etno-linguistici; come il popolo Moro, anch'essi hanno una propria struttura. La più importante è il Governo Timuay, il quale ha un carattere comunitario. I marxisti stanno aiutando a sviluppare questo genere di governo in modo progressista e rivoluzionario.
Ma i marxisti rivoluzionari riconoscono ed accettano anche il desiderio del Fronte di Liberazione Islamica Moro (MILF) di costruire il proprio stato a Mindanao. Nei fatti sostengono tutti i governi progressisti e rivoluzionari del popolo Moro, delle altre minoranze nazionali e dei filippini oppressi.
Molti marxisti rivoluzionari preferirebbero vedere una federazione o confederazione di governi delle tre popolazioni che vivono a Mindanao: i Moro, i Lumad e i coloni Filippini. Ma sono questi popoli che devono decidere.

L'OBIETTIVO PRINCIPALE DELLE LOTTE NAZIONALI DEI POPOLI

L'obiettivo principale della lotta rivoluzionaria di Moro, Lumad, Cordillera e Filippini oppressi è la fine di tutte le oppressioni nazionali e dello sfruttamento. I popoli oppressi raggiungeranno un'autentica libertà e la democrazia solo con la realizzazione del loro diritto all'autodeterminazione. Ma la questione nazionale sarà risolta solo quando stato, classe, e clan cesseranno di esistere nelle società Moro, Lumad, Cordillera e Filippino.
Anche se il proletariato intraprendesse una rivoluzione e una edificazione di tipo socialista, il Partito dovrebbe continuare a sostenere la lotta per il conseguimento del diritto all'autodeterminazione delle nazioni e dei popoli. Perchè perfino se si affermasse la rivoluzione democratica e socialista, il problema dell'oppressione nazionale e dello sfruttamento non sparirebbero automaticamente.

Carattere politico della Lotta Nazionale

Il carattere politico del movimento di liberazione nazionale è la lotta democratica ed antimperialista. Ma questa è strettamente in relazione con le lotte del proletariato ed è indirizzata verso il socialismo. La lotta nazionale e quella socialista sono collegate. Il successo della lotta nazionale dei popoli oppressi è il successo della lotta del proletariato e viceversa.
Il proletariato non può separare la propria lotta dalla lotta nazionale.
I marxisti rivoluzionari non possono ignorare la lotta nazionale dei popoli oppressi. Non possono abbandonare questa lotta alla borghesia. La battaglia tra il proletariato e la borghesia non può aver luogo solo sul piano della rivoluzione socialista. Essa ha luogo anche nella lotta nazionale democratica ed antimperialista delle minoranze nazionali oppresse dalla maggioranza.
Queste due lotte sono ugualmente importanti.

La democrazia immediata e la richiesta di socialismo delle Minoranze Nazionali

I popoli oppressi hanno due richieste, collegate, democratiche e socialiste. Queste sono il problema della terra e la socializzazione dei mezzi di produzione.
Il problema della riforma agraria non è limitato alla distribuzione della terra. Deve includere lo sviluppo agricolo nella direzione di una industrializzazione sana e rispettosa della gente. In questo modo, lo sviluppo dell'agricoltura è lo sviluppo dell'industria e viceversa, in una strategia non distruttiva per la natura.
Una delle richieste democratiche e socialiste più importanti é la socializzazione delle proprietà e lo sviluppo dei mezzi e delle forze produttive. Il problema riguarda anche la trasformazione delle fattorie individuali in fattorie collettive.
Questo programma non può avanzare attraverso l'imposizione, ma attraverso la persuasione dei contadini, convincendoli che la proprietà collettiva è più avanzata dell'agricoltura individuale e della proprietà privata. Bisogna persuadere con le realizzazioni e non con le dichiarazioni. Ma ciò non sarà mai pienamente realizzato fino a che i mezzi di produzione saranno controllati della classe dominante.
Le minoranze nazionali devono essere liberate completamente dal controllo e dall'oppressione della borghesia e dei capitalisti, stranieri e locali. È solo attraverso questa libertà che le minoranze nazionali potranno soddisfare la loro richiesta di democrazia e socialismo.
Il diritto all'autodeterminazione non è solo un problema di economia e cultura. È sopratutto un problema politico. I marxisti devono riconoscere alle minoranze il loro diritto a formare uno stato, o una federazione, arrivando dunque sino alla secessione. A tal proposito Lenin aveva già chiarito che è loro diritto formare o non formare il proprio stato nazionale. Questo problema è unicamente nelle loro mani. Il compito dei marxisti rivoluzionari è quello di aiutarle a far avanzare la lotta per l'autodeterminazione verso il conseguimento della libertà e della democrazia.

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