CHI SONO ALBIN KURTI E FLORA BROVINA


settembre 1999 materiale del Comitato di Solidarietà con il Kosova

 

ALBIN KURTI

Albin Kurti è nato a Prishtina il 24 Marzo del 1975. Già studente di informatica e telecomunicazioni presso l'università di Prishtina. I suoi genitori sono entrambi insegnanti, il padre è attivo in politica e la madre insegna cultura albanese, inoltre ha due fratelli di 22 e 15 anni (Ariannit e Tailant).
Al suo terzo anno di studi presso l'università parallela di Prishtina, Albin e 11 altri studenti organizzano l'Unione degli Studenti Indipendenti dell'Università di Prishtina (UPSUP). Questa organizzazione sfida la politica di resistenza passiva della LDK (Lega Democratica del Kosova), avviando una serie di proteste nonviolente per riconquistare il diritto all'uso delle aule dell'università di Prishtina, interdette agli studenti e ai docenti albanesi a partire dal 1991. Albin, il presidente della UPSUP Bujar Dugolli, il vicepresidente Driton Lacaj e altri studenti sono brutalmente picchiati e arrestati a seguito della manifestazione del 1 Ottobre del 1997. Alla stazione di polizia di Prishtina vengono interrogati per diverse ore e ulteriormente picchiati, tutto questo nonostante la manifestazione fosse regolarmente autorizzata dalle autorità serbe.
In questi anni, grazie alla sua perfetta conoscenza della lingua Inglese, Albin è stato tra gli artefici della creazione di una rete internazionale a sostegno della causa degli studenti kosovari, inoltre ha collaborato con diversi gruppi di difesa dei diritti umani e organizzazioni pacifiste europee e statunitensi. Quando esplode la guerra in Kosova Albin Kurti diviene il segretario del portavoce politico dell'UCK, Adem Demaci (in seguito dimessosi da tale carica in dissenso con la firma da parte albanese degli accordi di Rambouillet).
Albin lascia la UPSUP nel Febbraio, 1999, e riprende gli studi.
Il 28 Aprile 1999, Albin, suo padre e i fratelli vengono incarcerati e duramente picchiati durante l'arresto.
Dopo un breve periodo di detenzione a Prishtina e, successivamente, a Lipjan, Albin è stato trasferito in Serbia nel carcere di Pozarevac (nei pressi di Belgrado) mentre il padre ed il fratello sono stati scarcerati.
I parenti di Albin, fino ad ora, non sono riusciti a far visita al loro congiunto; difatti per timore che in territorio serbo possano subire ulteriori violenze, si sono rivolti (come decine di parenti di altri detenuti politici) alla Croce Rossa Internazionale per essere "scortati" a Pozarevac. Purtroppo fino ad oggi la CRI non si è dimostrata disponibile a soddisfare nessuna richiesta in tal senso.

 

FLORA BROVINA

Appello delle Donne in nero di Belgrado
APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI FLORA BROVINA medico e presidente della Lega delle donne albanesi in Kosovo:

Chiediamo al mondo di dare particolare attenzione al caso della nostra compagna, l'attivista Dr.ssa Flora Brovina, che e' stata portata dal Kosovo alla prigione ospedale di Pozarevac. Le sue condizioni di salute sono assai gravi e le e' stato negato qualsiasi contatto con un avvocato. Arrestata il 22 aprile scorso, e' stata inizialmente detenuta nella prigione di Lipljan e poi nell'ospedale di Pristina. Non le e' stata mossa alcuna accusa formale e non si conoscono le ragioni della sua detenzione.
La Dr.ssa Brovina e' una dei molti prigionieri politici albanesi che sono stati trasferiti dal Kosovo in Serbia in contemporanea al ritiro delle truppe serbe. Vi chiediamo di aiutarci a prevenire ulteriori folli atrocita' ed uccisioni.
Vi chiediamo di fare pressione sulle autorita' politiche serbe al fine di esigere l'immediato rilascio della attivista per i diritti umani Flora Brovina e di tutti gli altri prigionieri politici che sono stati trasferiti dal Kosovo alle prigioni in Serbia.

Donne in nero, Belgrado

Come il leader studentesco Albin Kurti, Flora Briovina attualmente è detenuta nel carcere di Pozarevac. L'attuale situazione di Flora è drammatica: durante la detenzione Flora ha avuto due attacchi cardiaci a causa delle ripetute violenze fisiche e psicologiche a cui è sottoposta da diversi mesi. Il marito nelle scorse settimane è riuscito a far visita a Flora per trenta minuti ma con il divieto di qualsiasi contatto fisico e l'obbligo di parlare in serbo.

 

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