Riproduciamo, appena uscito, l'appello di Lutte Ouvrière, organizzazione dell'estrema sinistra francese che insieme alla LCR ha ottenuto più del 5% alle ultime europee, per la manifestazione del 16. La manifestazione è organizzata insieme, tra gli altri, dal PCF, dalla LCR e, appunto, da Lutte Ouvrière.

 

TUTTI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 16 OTTOBRE!
APPELLO DI LUTTE OUVRIERE PER LA MANIFESTAZIONE UNITARIA PCF-LCR-LUTTE OUVRIERE


15 Ottobre 1999 di Arlette Laguiller, tradotto da Lutte Ouvrière

 

 

Qualunque siano le modifiche apportate nel corso del dibattito parlamentare alla seconda legge sulle 35 ore, è evidente che questa legge non costituirà un passo avanti per i lavoratori, ma una regressione sociale a favore dei padroni.
Questa legge offre al padronato maggiori possibilità di flessibilizzare gli orari di lavoro a proprio piacimento, d'introdurre il lavoro notturno e il lavoro di sabato, di far saltare le pause, di far lavorare più di quaranta ore alla settimana senza dover pagare gli straordinari. In parecchie imprese l'applicazione della legge si traduce in un abbassamento dei salari. E l'obbligo di negoziare impresa per impresa fraziona la forza collettiva dei lavoratori e favorisce l'arbitrarietà del padronato.
Il fatto che il governo socialista presenti questa legge come una grande opera sociale della "sinistra plurale" dimostra solamente che non si può contare su questo governo per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori.
E la cosa più cinica è che questa legge prevede un regalo supplementare di 110 miliardi di franchi per i padroni, senza alcuna contropartita. Così, mentre il parlamento discute d'una falsa legge sulle 35 ore, non è previsto nulla per mettere fine ai licenziamenti e alla disoccupazione, il più grande problema per i lavoratori come per tutta la società.
I lavoratori non possono più accettare che più di cinque milioni tra loro siano condannati alla precarietà e alla disoccupazione totale né che la disoccupazione permetta al padronato di credere che tutto gli sia permesso.
E' nelle piazze, è nelle imprese che i lavoratori cambieranno i rapporti di forza. Essi sono il mezzo per costringere il padronato a cedere e al governo a cambiare politica.
La manifestazione del 16 ottobre da sola non cambierà i rapporti di forza ma può, se sarà consistente, contribuirvi decisamente dato che può essere l'inizio di una controffensiva del mondo del lavoro. Decidendo di non aderire alla manifestazione del 16 le confederazioni sindacali si situano contro gli interessi dei lavoratori. Ma se questa manifestazione sarà un successo, allora aprirà il passo alle lotte che seguiranno. Speriamo che i militanti sindacali partecipino numerosi malgrado l'assenza dell'apparato centrale.
Invocare, come hanno fatto certi dirigenti sindacali, quello che loro chiamano "il carattere politico" di questa manifestazione è una scappatoia. Impedire a Michelin e a tutti i suoi simili di sopprimere posti di lavoro quando fanno profitti succosi, è dunque "politico" o è "sindacale"?
Contestare al grande padronato di potere di chiudere un'industria e di rovinare una regione, è "politico" o "sindacale"?
Bisogna imporre quelle misure per non crepare di disoccupazione e di miseria!
E la manifestazione del MEDEF (la Confindustria francese NdT) la scorsa settimana era politica o sindacalismo padronale? I padroni non fanno queste distinzioni. Essi si sono fatti sentire, anche quando hanno ben altri mezzi che una manifestazione per far prevalere i loro interessi, a cominciare dalla forza che danno loro i soldi e la complicità dei governanti, qualunque sia la loro etichetta.
I lavoratori invece non hanno altri mezzi che il proprio numero, la forza collettiva e il ruolo indispensabile che ricoprono nell'economia. Bisognerà servirsene per non subire la dittatura della finanza.
Per farci sentire, partecipiamo numerosi sabato 16 ottobre per manifestare a Parigi.
Aggregatevi allo spezzone di Lutte Ouvrière per rivendicare:


il divieto dei licenziamenti nelle imprese che fanno profitti
il controllo della collettività sui conti delle grandi imprese

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