ELEZIONI POLITICHE PORTOGHESI. DUE DEPUTATI ELETTI PER IL BLOCO DE ESQUERDA


Ottobre 1999 intervista di Marine Gérard a Francisco Louçã, tradotto da Rouge

 

Due deputati eletti per il Bloco de Esquerda alle elezioni legislative in Portogallo del 10 di ottobre. Il compagno Franscisco Louçã, membro del Partito Socialista Rivoluzionario (PSR) e del Bloco, candidato a Lisbona, è uno dei due eletti e commenta con Rouge la campagna e i risultati delle elezioni politiche.

Domanda. Ci puoi raccontare come si è costituito il Bloco de Esquerda?

Francisco Louçã. Un anno fa sono cominciate le discussioni tra l'Unione per la Democrazia Popolare (UDP, ex-maoista), il PSR (sezione portoghese della Quarta Internazionale) e Politica XXI (una piccola organizzazione che raggruppa militanti che hanno rotto con il PC), con la partecipazione di militanti non organizzati. Queste discussioni hanno mostrato un accordo generale sull'analisi della situazione e soprattutto sugli assi d'intervento. Così è stato lanciato il Bloco de Esquerda (da aprile esiste come partito politico) e si è presentato alle europee. Il risultato del 1,9% e soprattutto l'impatto nelle grandi città (tra il 3% e il 4% a Lisbona) hanno confermato che esiste uno spazio reale per la formazione di un'alternativa di sinistra.

Domanda. Come si è sviluppata la campagna per le politiche?

Francisco Louçã La campagna è cominciata praticamente all'indomani delle europee. Si è sviluppata su alcuni grandi temi: l'occupazione, la costruzione dell'Europa, la critica ai trattati di Maastricht e di Amsterdam con un rapporto stretto con le lotte antirazziste, delle donne, ecc. Ma il grosso cambiamento c'è stato con il movimento di solidarietà contro l'aggressione indonesiana a Timor, al quale noi abbiamo partecipato con forza. Non avevamo mai visto delle mobilitazioni così forti da per lo meno vent'anni. C'è la comprensione che esiste una maniera nuova di far politica, e c'è soprattutto la comprensione dell'importanza della mobilitazione, delle idee, del coordinamento delle iniziative. Ciò ha in qualche maniera dominato la scena politica nel periodo pre-elettorale. La lezione più importante è stata che una nuova politica può esistere grazie alla mobilitazione. La nostra campagna s'è sviluppata su quattro temi. Prima di tutto una proposta di riforma fiscale, con proposte di cambiamento molto dettagliate, questo tema è legato anche alla decisiva lotta sulla previdenza. Abbiamo poi sviluppato proposte sull'occupazione, sui diritti delle donne (soprattutto il diritto all'aborto, dato che abbiamo perso un referendum su questa questione) e sui servizi pubblici, soprattutto sanità ed educazione. Ci sono stati alcuni importanti incontri durante la campagna: 3 000 persone a Lisbona, 2000 a Porto, con il concorso di gente che ha un radicamento nella società, come alcuni sindacalisti. Il Bloco deve ancora organizzarsi, dato che è molto più vasto delle organizzazioni d'origine e s'ingrandirà ancor più dopo la vittoria elettorale. C'è stato un allargamento enorme a livello delle facoltà, dei sindacati, dei movimenti sociali.

Domanda. Che analisi fai dei risultati del Bloco de Esquerda?

Francisco Louçã. Il Bloco ha avuto un risultato tra 2,5 e il 3%, abbiamo eletto due deputati a Lisbona, è ancora presto per dire se ne avremo altri due. L'ascesa nelle città è molto forte: in molti posti superiamo il PC, anche a Lisbona in alcuni quartieri; sono numerosi quelli dove arriviamo fino al 6-7%. Il risultato è il frutto della combinazione di un voto giovane di massa, determinante, e il voto di parecchi di quegli elettori che avevano in precedenza aiutato il Partito Socialista a battere le destre dopo 12 anni di maggioranza assoluta, e sono oggi delusi, critici. Il PS avrebbe potuto raggiungere la maggioranza assoluta in queste elezioni e parecchi l'hanno percepito come un pericolo "alla spagnola", nel senso della concentrazione del potere e del rischio di abusi e corruzione generalizzata.

Domanda. Le elezioni hanno modificato la situazione politica?

Francisco Louçã. Il grande perdente è la destra. La sconfitta era prevedibile: la destra è molto divisa e, soprattutto, il PS ha adottato la sua politica: la politica europea determina la politica economica e sociale, la politica americana determina la politica estera. Il PS è in un certo senso battuto dato che non raggiunge la maggioranza assoluta, ma guadagna un deputato: tiene. Il governo ha beneficiato di una situazione economica favorevole, ed ha sempre un appoggio molto forte con il 43%. Il PC s'è rafforzato un pochino, e soprattutto, il che è psicologicamente molto più importante, ha arrestato il terribile declino che lo affliggeva da diversi anni. Globalmente la situazione è molto aperta: per quel che riguarda il governo, dato che ci sarà una vita parlamentare attiva, e spero, delle mobilitazioni sociali, e anche per quanto riguarda il PC che è oggi molto diviso, e soprattutto s'era mai trovato negli ultimi vent'anni un'alternativa politica credibile a sinistra sul piano nazionale. Questo pesa parecchio sui loro dibattiti.

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