Contratto Nazionale di Lavoro
dei Lavoratori dei Quotidiani e Agenzie di Stampa
La chiusura del CCNL dei poligrafici rappresenta, per i suoi contenuti, lo sviluppo coerente delle logiche che hanno portato alla firma del contratto precedente. Mentre nelle discussioni che lo hanno preceduto si indicava come obiettivo di questo contratto il contenimento e l'inversione dei processi che hanno determinato la caduta secca dei livelli occupazionali, bloccando l'utilizzo indiscriminato della 416, la proliferazione dei service, la terziarizzazione, i risultati ottenuti vanno nella direzione opposta. Nella sostanza, di fronte ad un aumento della quota dall'8,50% al 10,75% a carico delle aziende per il Fondo Casella, si aprono varchi enormi, dal lato della flessibilità del lavoro e del salario, con pesanti penalizzazioni per i nuovi assunti, scaricando i costi contrattuali su tutti i lavoratori attraverso:
1. La riduzione del monte salari: le 86.500 lire in due anni
null'altro sono se non la copertura dell'inflazione programmata
e non rappresentano in termini reali alcun aumento di reddito,
mentre il taglio di 2 festività, la riduzione dei costi
dello straordinario dopo la 2^ ora e la soppressione dell'EDR
costituiscono un taglio secco;
2. L'introduzione del salario d'ingresso per i nuovi assunti,
anche se mascherato da "percorso tecnico professionale"
o "iter professionale", con la riduzione (40% primo
anno, 30% secondo, 20% terzo, 10% quarto) del salario contrattuale
e senza nessuna garanzia di percepire salari aziendali preesistenti.
Gli "specifici percorsi di formazione" sono lasciati
alla discrezione delle Direzioni aziendali;
3. L'introduzione di larghi margini di ricorso a tutte le forme
di lavoro flessibile e precario (temporaneo, tempo determinato,
part time, c.f.l.) che le aziende utilizzeranno a man bassa, magari
dopo aver prepensionato i lavoratori a tempo indeterminato.
La contropartita, il finanziamento del Fondo Casella (attraverso
il quale sono state gestite le ristrutturazioni di questi anni)
diventa, così, lo strumento con cui non solo si garantiscono
le future riduzioni occupazionali, ma anche il grimaldello con
il quale introdurre forti divisioni tra i lavoratori e l'oggetto
di uno scambio iniquo, tutto a favore delle aziende, che apre
la strada ad ulteriori processi di precarizzazione del lavoro
poligrafico.
Si riconfermano scelte sindacali che in questi anni, nel nome
della concertazione e della competitività delle imprese,
hanno favorito aumenti dei profitti, cali occupazionali e riduzione
dei redditi da lavoro.
La nuova organizzazione del lavoro del contratto poligrafico,
indebolendo la difesa contrattuale dei lavoratori, incide anche
sulla qualità del contenuto comunicativo dei giornali.
L'esternalizzazione e la precarizzazione del lavoro poligrafico
accelerano, infatti, i processi di omologazione dei modelli e
dei contenuti informativi del nostro paese, portando verso la
standardizzazione dei prodotti, coniugando riduzione dei contenuti
professionali e riproduzione del pensiero unico.
La verifica con la FIEG su alcuni degli aspetti più negativi
dell'ipotesi di accordo, avvenuta grazie alla spinta di alcune
RSU, non ha prodotto modifiche significative e tali da cambiare
il senso complessivo del contratto. Anche perché si è
di fronte ad un Settore Nazionale molto diversificato, poco solidale,
con scarsa sensibilità verso i problemi complessivi della
categoria più propenso a utilizzare i prepensionamenti
che a tener conto dei problemi delle nuove generazioni.
QUESTA IPOTESI DI CONTRATTO VA RESPINTA,
proponendo ai lavoratori il rilancio degli obiettivi iniziali, ma anche la necessità di aprire una vertenza, finalmente, sulla rimodulazione e riduzione degli orari di lavoro, contro la fatica del lavoro notturno, unica strada per mantenere ed ampliare l'occupazione anche nel nostro settore, tutelando tutti i lavoratori in egual misura.
Chiediamo che in tutti i luoghi di lavoro vengano svolte assemblee e che i lavoratori esprimano il loro consenso o dissenso sull'accordo attraverso un referendum.
PADOVA 30/10/99
RSU Corriere della Sera Padova
Enrico Toffanello
Lorenzin Claudio