Di' la verità, Shimon - di Gideon Levy
Lettera aperta a Shimon Peres
Dall'inserto settimanale di Ha'aretz - venerdì 25 gennaio 2002

In 24 anni che ci conosciamo, e per 4 sono stato tuo assistente, questa è la terza volta che ti scrivo una lettera aperta. Nel 1989, quand'eri ministro delle finanze nel governo Shamir e infuriava la prima intifada, ho usato queste pagine per scrivere una "lettera a un ex capo". Allora ti dissi che: "per la prima volta nella tua vita non ti è rimasto niente da perdere - tranne la prospettiva di svanire nell'aria". Fu per il tuo silenzio di fronte al comportamento dell'IDF (ndt: l'esercito) durante l'intifada, di fronte al perdurare dell'occupazione e l'ostinato rifiuto d'Israele al riconoscimento dell'OLP come rappresentante dei palestinesi. In quel momento credevo che tu la pensassi diversamente da Yitzhak Shamir e Yitzhak Rabin ( che allora era noto come lo "spaccaossa"), ma solo che tu non fossi abbastanza audace per parlare.

Undici anni più tardi, nel 2000, ti scrissi un'altra lettera aperta. Fu dopo Oslo e l'assassinio di Rabin, e dopo che avevi perso ancora le elezioni, quella volta per la carica di Presidente. Allora dissi: "molti israeliani adesso ti vedono come una persona diversa. Per loro rappresenti la speranza di qualcos'altro". E adesso, mentre ti scrivo di nuovo, devo dire: "non rappresenti più nessuna speranza".

Il governo di cui sei un ministro di primo piano, il ministro degli esteri, non è solo un governo dell'ultima spiaggia, nella nostra storia di governi dell'ultima spiaggia; questo governo è un governo criminale. Ed essere parte di questo crimine è ben latra questione. Non è più possibile assolverti, darti credito per Oslo, capire che quel che sta accadendo fa male al tuo cuore, e sapere che potresti scoppiare di rabbia per quel che sta accadendo, ma rifiutare di parlare, di gridare e soprattutto di agire, solo per considerazioni tattiche che tu conosci meglio di chiunque altro.

No, nessuna scusa può più giustificare il tuo silenzio e la tua inazione: Shimon, sei socio in un crimine. Il fatto che tu possa saperlo nel tuo cuore e che di tanto in tanto tu emetta persino qualche flebile parola di condanna, il fatto che tu non sia primo ministro, e che proprio adesso l'America stia dando carta bianca, il fatto che la maggioranza delle persone la pensi diversamente da te e che lasciar perderee "correre dietro ad un giornalista di Ha'aretz", come hai detto tu, sarebbe inutile - tutte queste scuse non fanno differenza. Continui a lavorare in un governo che ha le mani sporche di sangue e continua ad essere impegnato ad uccidere, incarcerare e umiliare, e tu sei partner in tutte le su azioni. Proprio come il ministro degli esteri talebano è parte del regime talebano, tu sei parte del regime di Sharon. Le tue responsabilità non sono molte meno di quelle del primo ministro e sono uguali a quelle del ministro della difesa e a quelle del capo di stato maggiore, le cui azioni tu critichi così duramente in privato. Sempre e solo in conversazioni private.

Hai detto di aver saputo dalla radio dell'assassinio di Raed Karmi, dopo tre settimane di calma palestinese. Dal tuo punto di vista, ciò è sufficiente ad esonerarti dalla responsabilità del fatto e persino dal doverlo criticare. Mentre l'IDF rioccupava Tulkarem, eri con Bill Clinton. Quando ti hanno fatto una domanda su questo, hai mugugnato qualche cosa di incoerente. Dopo la demolizione della case a Rafah ti mordevi le labbra e tecevi. Si può anche presupporre che la distruzione della stazione radio non sia stata per te come bere una tazza di the. Ma tu condividi la responsabilità per tutte queste cose, per tutte queste azioni che non possono essere definite in nessun altro modo che crimini di guerra.

Chiedi a tuo cognato, prof. Rafi Walden, primario chirurgo allo Sheba Medical Center, che ogni tanto va nei territori come volontario di Physicians for Human Rights, e ti racconterà di che cosa sei complice. Ti racconterà delle partorienti, non solo una o due, non una rara eccezione, che non possono arrivare in ospedale per la crudeltà dell'esercito di cui una volta eri così fiero, e i cui bambini muoiono appena venuti al mondo. Ti racconterà dei malati di cancro a cui viene impedito di andare in Giordania per le cure. No, non possono nemmeno andare in Giordania, per "ragioni di sicurezza".

Ti parlerà degli ospedali di Betlemme bombardati dall'esercito. Ti parlerà dei medici e degli infermieri che dormono in ospedale perché non possono andare a casa. Ti dirà dei pazienti in dialisi sbatacchiati su strade di fortuna tre volte alla settimana, nel disperato tentativo di raggiungere le macchine da cui dipende la loro vita. Ti parlerà dei malati a cui sono state negate cure indispensabili a causa del blocco e delle ambulanze a cui è vietato passare i check point persino quando portano pazienti gravi. Ti parlerà della gente che è morta ai check point e di quelli che sono morti a casa, perchè non osavano avvicinarsi ai check point - che adesso sono fatti con minacciosi carri armati in mezzo alla strada o cumuli di terra e blocchi di cemento che non possono essere spostati neanche per chi sta per morire.

Avete imprigionato un intero popolo per oltre un anno con un livello di crudeltà senza precedenti nella storia dell'occupazione israeliana. Il tuo governo sta calpestando tre milioni di persone, lasciandole senza una minima parvenza di vita normale. Non si va al mercato, non si va al lavoro, non si va a scuola, non a trovare uno zio malato. Niente. Non si va da nessuna parte e non si torna da nessuna parte. Né di giorno né di notte. Il pericolo è ovunque e ovunque c'è un altro check point, a soffocare la vita.

Un'intera nazione aveva già in parte teso la mano in segno di pace, non meno di quanto abbiamo fatto noi, lo sai bene. Ha avuto la sua dose di sofferenza dalla Nakba nel 1948, all'occupazione del 1967 e l'assedio del 2002, e vuole esattamente le stesse cose che gli israeliani vogliono per loro stessi - un po' di calma, un po' di sicurezza e una goccia di orgoglio nazionale.
Ogni uomo può vcdere che questo intero popolo adesso si sveglia ogni mattina in un abisso spalancato di disperazione, disoccupazione e deprivazione - adesso anche con i carri armati parcheggiati in fondo alla via.

Sei stato sempre perdonato per questo, ma adesso basta. Chi è parte di un governo che sabota deliberatamente ogni sforzo palestinese di ottenere la calma, che umilia completamente i loro leaders, per il quale la vendetta è l'unica forza motivante, che sfrutta cinicamente la cecità e l'ottusità del mondo dopo l'11 settembre per fare quello che gli pare, non può essere perdonato oltre. E' vero tu non sei d'accordo con tutto quello che questo governo vuole fare, ma che importanza ha? Ci sei dentro. Sei un accessorio come in ogni altro crimine. A volte ti vedo rispondere alle domande di qualche giornalista su l'ultima operazione spregevole del tuo governo. La tua faccia ( e dopo tutti questi anni le tue espressioni mi sono piuttosto familiari) esprime disagio, persino disgusto. E poi dai una delle tue risposte evasive, allusive e poco dirette. Borbotti qualche cosa e cerchi di cavartela con qualche goffo gioco di parole. Come quello che che è successo questa settimana quand'eri di fianco a Clinton e ti hanno chiesto dell'occupazione di Tulkarem e tu non hai detto niente - niente - hai solo aspettato che la domanda passasse, di essere lasciato solo e riprendere a parlare di pace e grandi scenari.

Quando ti hanno chiesto degli assassinii, delle demolizioni, dell'umiliazione di Arafat e del suo scandaloso confino, della distruzione dell'aeroporto di Dahaniya o della sceneggiata del ritrovamento delle armi ad Eilat - hai aggrottato la fronte e dato solo una mezza risposta. Ma non basta più.

Adesso è il momento di una risposta diretta, onesta e veritiera - o niente - adesso è il momento di dire che l'occupazione di tulkarem è stata una decisione folle, che l'assassinio di Raed Karmi è stato fatto apposta per far riesplodere la violenza e che la distruzione della case a Rafah è stato un crimine di guerra. O essere Ariel Sharon. Questo non è il momento delle sottigliezze, dei significati nascosti, di velate critiche in privato - perché, qui fuori, è in corso un terribile disastro e un gran vento malato soffia e copre tutto di polvere.

Devo farti un esempio? Qualche giorno fa sembra che tu abbia detto (in privato ancora) che è difficile per te criticare le azioni del governo, quando gli Stati Uniti non lo stanno facendo. Che scusa patetica è questa? Cosa c'entra il fatto che negli Stati Uniti ci sia un'amministrazione predatoria che non ha al mondo un potere a controbilanciarla, che fa quel che vuole e lascia che Israele faccia quello che vuole, con i tuoi principi morali? Cosa c'entra con il bene d'Israele? Cosa c'entra con i valori basilari di giustizia e moralità?

Forse potresti prendere un giorno di vacanza, cosa che fai così di rado, e andare nei territori occupati. Hai mai visto il check point di Qalandiyah almeno una volta? Hai mai visto quel che succede lì? Pensi di poter fare il tuo lavoro senza vedere il check point di Qalandiyah? Capisci che sei responsabile per quel che succede lì? Capisci che ogni ministro degli esteri di uno Stato che crea questo check point ha la responsabilità della loro esistenza?

Poi potresti andare nel villaggio di Yamoun ad incontrare Heira Abu Hassan e Amiya Zakin che hanno perso i loro neonati tre settimane fa quando i soldati dell'esercito non hanno lasciato passare le loro auto dal check point mentre stavano per partorire e sanguinavano. Ascolta le loro storie tremende. E che cosa dirai loro? Che ti dispiace? Che non doveva succedere? Che è parte della guerra del terrore? Che è "scioccante"? Che forse è colpa di Shaul Mofaz e non tua? Il portavoce dell'IDF non ha mai espresso rammarico per questi due casi, non ha avviato un'indagine criminale. Ha solo confermato che uno è accaduto e che dell'altro non sa niente.

E altrettanto importante, cosa dici dei nostri soldati che si comportano in questo modo? E' per la sicurezza nazionale? E' che la colpa è dei palestinesi? O di Arafat? La verità, Shimon, è che tu hai la responsabilità della morte di quei due bambini. Perché sei stato zitto. Perché siedi in questo governo.

Sono tempi terribili. Ma il peggio deve ancora venire. Il ciclo della violenxa e dell'odio è ben lontano da aver raggiunto la sua punta massima. Tutte le ingiustizie e il male perpetrati a danno dei palestinesi ci potrebbero esplodere in faccia. Un popolo violentato in questo modo per anni esploderà un giorno con una furia terribile, persino peggio di quello che stiamo vedendo adesso, e intanto ci sono i soldati che vanno alla stazione radio, piazzano l'esplosivo e fanno saltare tutto in aria - senza fermarsi a chiedere perché.

Questi soldati sono postini di cattive notizie. Non solo per le loro vittime, anche per i mittenti. Soldati che distruggono dozzine di case di profughi, con tutte le loro povere cose dentro, senza un momento di esitazione - e certo senza rifiutarsi di eseguire ordini così chiaramente illegali - non sono buoni soldati neanche per il loro paese. Piloti che bombardano obbiettivi nel cuore di città popolate, i carristi che puntano le loro armi contro donne che cercano di arrivare in ospedale per partorire in piena note e gli ufficiali della polizia di confine che contro le donne e i ragazzini commettono violenze, non sono un buon presagio per le cose a venire.Tutti loro sono la prova della perdita di ogni senso della misura che deriva da una totale mancanza di direzione.

Si, quest'anno abbiamo perso la nostra via. Tu hai unito le forze a quelle di un primo ministro che è il veterano dei guerrafondai d'Israele, e nessuno può dire con certezza quali siano le tue intenzioni. E con un'opinione pubblica che ha subito il lavaggio del cervello e parla con inquietante uniformità per te è facile. Da quando un altro membro del tuo partito, Ehud Barak ha fatto intenzionalmente a pezzi il campo della pace, tu hai potuto fare praticamente come hai voluto. L'esercito non indaga più sui crimini di guerra e il sistema legale approva ogni ingiustizia purchè coperta dal mantello della sicurezza. Il mondo intero è impegnato a combattere contro il terrorismo, la stampa nasconde la faccia e il pubblico non vuole sentire, non vuole vedere, non vuol sapere. Vuole solo vendetta. E con la scusa di questo buio, e con l'appoggio di una persona della tua statura, l'occupazione è diventata una macchina infernale e criminale.

Ovviamente dirai: cosa posso farci? Non sono stato eletto primo ministro. Non sono stato eletto presidente del partito laburista. Non sono nemmeno ministro della difesa. Hai ragione: in questo governo non puoi fare niente, non stai facendo niente. Che è esattamente il motivo per cui non avresti mai dovuto diventarne membro. Dirai: ho influenza, controllo le cose, sono una forza che porta moderazione, ci provo. Sciocchezze. Non potrebbe essere peggio di così, quindi dove esattamente hai esercitato la tua influenza e cosa hai impedito che accadesse? Avresti mai immaginato di sedere in un governo che avrebbe rioccupato parti dell'area "A", completamente senza ostacoli?

Pensa solo cosa sarebbe potuto accadere se ti fossi alzato e ti fossi dimesso da questo governo a voce alta dicendo le parole che (forse) sono nel tuo cuore. Il premio nobel per la pace contro i crimini del governo Sharon. Immagina se tu fossi andato a Ramallah, da Yasser Arafat assediato, e foste usciti insieme per strada ad affrontare i carri armati israeliani, a chiedere la loro rimozione e il cessate il fuoco. Davvero, non sarebbe caduto il cielo, l'occupazione non sarebbe finita e il blocco di Jenin non sarebbe stato tolto ma si sarebbero aperte vere crepe nella base morale, politica e internazionale di questo governo che adesso ha le mani completamente libere. Immagini se avessi detto :"si, la demolizione di case è un crimine di guerra. Si, uno stato che ha liste di bersagli da assassinare non è uno stato di diritto. Si, istituire posti di blocco che provocano la morte di persone è un atto di terrorismo. No, i palestinesi non sono gli unici responsabili di quest'orgia di sangue. Si, abbiamo un capo di stato maggiore che è un pericolo per la democrazia. Si, abbiamo un ministro della difesa e presidente del partito laburista che è impresario del governo per assassinii e demolizioni. Si, abbiamo un primo ministro che vuole solo occupare, vendicare, uccidere, espellere, demolire, estirpare e in testa non ha nessun altro piano.

E' quello che pensi, vero? Se lo è, allora dillo, per l'amor di Dio. E se no, allora il tuo posto è davvero in questo governo e noi che abbiamo creduto in te, abbiamo commesso un terribile errore. E non dire, per favore, che ancora una volta si fa di te un sacco da boxe. Non lo sei. Fin da Oslo sei stato l'incarnazione delle nostre speranze che sono state deluse.

Il tempo stringe, Shimon. Non solo per te, per tutti noi. Siamo sull'orlo dell'abisso. Se aspetti che Benjamin Ben Eliezer, Ephraim Sneh, Ra'anan Cohen, Dalia Itzik e quelli come loro se ne escano con un altro accordo vigliacco : dimissioni-dal-governo-a-scopo-elettorale, potresti solo trovarti gettato da loro in un dimenticatoio. Sai quante volte sono morti dalla voglia di sbarazzarsi di te.
E se anche ora tu prendessi l'iniziativa potrebbe essere troppo tardi. Molti potrebbero essere troppo scontenti di te e potrebbe non esserci più modo per ricostruire le rovine fatte da Sharon.

La possibilità che ti resta per aggiungere un gesto di valore alla tua ricca biografia è non solo di alzarti subito e dimetterti da questo governo, cosa che potresti essere costretto a fare comunque ad un certo punto, ma di farlo con voce forte e chiara per dire agli israeliani tutto quello che pensi su ciò che sta accadendo, soprattutto sull'inferno che stiamo costruendo con le nostre stesse mani. Una volta in più nella tua vita cerca di costruire qualche cosa di nuovo - non un reattore atomico o un'industria aeronautica, che ne abbiamo già più che abbastanza. Ora, ribaltando ogni pronostico cerca di costruire un campo pacifista radicale, di tirare fuori qualche cosa dal niente. E' troppo credere che tu veda ancora le cose in modo diverso dai tuoi colleghi nel governo? Di' la verità, Shimon.