I cunicoli di Claudio nel loro attuale stato di conservazione

Il problema dello scavo e della conservazione di reperti archeologici è particolarmente avvertito da quelli che come me, pur non essendo archeologi o storici di professione, hanno a cuore la conservazione del patrimonio storico e culturale in primo luogo della regione nella quale vivono ed operano. Molte volte abbiamo sperato che si scavasse in quel posto o in quell'altro per veder confermate (o smentite) certe nostre supposizioni. E molte volte ci è toccato vedere i reperti portati alla luce lasciati incustoditi, in balia delle ingiurie del tempo, della natura e degli uomini. Ricordo che una venticinquina di anni fa, visitando per la prima volta Alba Fucens, potei rilevare la presenza di intonaci con tracce di pittura parietale nel sacello di Ercole. Ebbene ora di quegli intonaci e di quelle pitture non c'è più traccia.
Così come nei recenti scavi di Angizia sterpi ed erbe  varie iniziano a metter radici tra gli antichi muri lasciati allo scoperto. E' perciò con molta cautela che esprimo il desiderio che vengano effettuati dei saggi nella zona della via Circonfucense in asse con la direzione dell'Emissario per cercare di recuperare quello che resta dei bacini dell'Incile di Claudio. Ho la fondata speranza che tali opere siano rimaste pressochè intatte in quanto semplicemente interrate dai prosciugatori del secolo scorso perchè oneroso e complicato era a quel tempo spallare murature dello spessore di un paio di metri. A meno che non abbiano usato la dinamite, cosa questa non del tutto credibile. Qualora non sia stato appunto fatto saltare con la dinamite il complesso fatto costruire da Claudio e poi riattato e modificato da Traiano ed Adriano potrebbe essere il nodo centrale di un parco archeologico di notevole importanza e dal forte richiamo turistico. In fondo infatti dell'Emissario romano è sicuramente andata distrutta (e non del tutto) solo la galleria principale, sostituita da quella Torlonia. A patto di conservarlo come a Roma si conserva l'area del Foro Romano o ad Ostia i resti di Ostia Antica, con un centro direzionale attrezzato, guide e laboratorio di restauro con beneficio anche per la situazione occupazionale dei giovani del circondario. Altrimenti è meglio che l'Incile di Claudio rimanga sotto terra in attesa, magari fra un altro paio di millenni, di italiani un po' più rispettosi della loro storia, delle loro origini, del loro territorio.

Per ulteriori informazioni:

Associazione Culturale Tyrrenia
Via Corradini, 174
67051 Avezzano (Aq)
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