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in località Rezzonico

festa

13 giugno

Rezzonico, frazione a lago di S. Maria Rezzonico, borgo medioevale ricco di storia, raccolto attorno al castello ed alla chiesina, descritto dagli studiosi come «un agglomerato di vecchie case in pietra scura, per lo più grezza, congiunte tra loro da pittoreschi archi che imprimono una nota particolare alle strette viuzze dalle ripide gradinate in ciotoli ed ai vetusti portici affacciantisi sul lago», ricorda le tranquille callette e i porticcioli dei borghi liguri.

La frazione, raggiungibile sia percorrendo la strada statale sia dalla riva con imbarcazioni, è legato al nobile casato dei Della Torre, i quali, pare, abbiano aggiunto il nome di “Rezzonico” allorquando si trasferirono qui dalla Valsassina.

Attraversata una stretta via acciottolata, si giunge nella piazzetta sulla quale s’affaccia l’oratorio dei SS. Re Magi. Secondo la tradizione questo edificio fu “una stazione di sosta” delle spoglie dei SS. Re Magi durante il trasporto da Milano a Colonia, in Germania, nel periodo del Barbarossa. Tuttavia, Don Turazza sostiene che nel 1342 il Vicario Generale del Vescovo Bonifacio, dopo aver «udita la relazione verbale, vedute le disposizioni per la dote», autorizzò la fondazione della chiesetta da parte del nobile Consolo Da La Torre di Rezzonico e dei fratelli Giovanni e Martirolo, figli del fu Prevosto Da La Torre. Nel 1637, durante la Visita pastorale, il Vescovo Carafino, ordina di restaurarla, avendola trovata ridotta in non buone condizioni. Successivamente subì altri restauri. Nel 1893, nella visita del Vescovo Ferrari si legge che l’oratorio era distante venti minuti dalla Parrocchiale e il borgo era popolato da 338 abitanti.

Attualmente, l’edificio presenta un’unica navata con volta a botte lunettata. Nelle quattro lunette si leggono le invocazioni: a sinistra – SI QUAERIS MIRACULA INVOCA S. ANTONIUM – SICUT CEDRUS LIBANI MULTIPLICABITUR; a destra – IUSTUS UT PALMA FLOREBIT – OS IUSTI MEDITABUR SAPIENTIAM (Ps XXXVI, 30).

Sulle pareti dell’aula, divise da un arco a disegni floreali su sfondo rosso, sono dipinti vasi con fiori. Uno di essi, a sinistra, è in parte coperto da un affresco, raffigurante la Crocifissione, con il suo supporto incorniciato, staccato forse dalle pareti di un altro oratorio.

Nei riquadri della volta sono raffigurati una croce e una colomba con ali spiegate. Dalla sommità pende un lampadario in ferro battuto. Lungo l’arco trionfale si sviluppa un’elegante decorazione su sfondo rosso. Sui pilastri sono collocati due medaglioni di ceramica con Sacro Cuore di Gesù e Vergine con Bambino, e due appliques in ferro battuto; vicino al pilastro di destra scende la corda della campana. Sulla trave si legge l’invocazione: SANCTE ANTONI ORA PRO NOBIS.

La volta del presbiterio è decorata con i simboli del sacrificio eucaristico: un messale con Agnello, una croce con il calice e le spighe di grano, e al centro tre teste di cherubini. Sulla parete di fondo del presbiterio, lateralmente, sono dipinti un messale e dei gigli.

Una finestra, con drappo rosso, illumina il presbiterio e una porticina, sulla parete opposta, conduce alla sacrestia.

La balaustra e l’altare, addossato alla parete di fondo del presbiterio, sono di marmo. Sul paliotto in marmo nero dell’altare, nel medaglione tondeggiante è dipinta a olio la rappresentazione dell’Adorazione dei SS. Re Magi, già nota fin dalla Visita pastorale del Vescovo Bonesana nel 1707. In una nicchia, sopra il tabernacolo, è collocata la statua di S. Antonio con Gesù Bambino e libro tra le braccia. Al centro dell’altare appaiono il tabernacolo sovrastato da una croce d’ottone e sei candelieri.

La mensa, realizzata secondo la nuova riforma conciliare, è di legno. Vicino all’entrata, a destra, si trova un’acquasantiera marmorea, sorretta da una colonnina su piedistallo. Ai lati dell’entrata, sulla facciata appaiono due finestre che, secondo un’antica usanza, consentivano ai contadini di soffermarsi ad “osservare” il sacerdote mentre celebrava la Messa quando, al mattino, si recavano nei campi a lavorare. Il tetto a spioventi, presenta, sotto il cornicione un motivo decorativo geometrico, contrassegnato da una serie di croci.

La festa del titolare Sant’Antonio Abate si celebra, attualmente, con la S. Messa e il tradizionale incanto dei canestri il 13 giugno, anziché il 17 gennaio come avveniva un tempo.

Secondo la ricerca toponomastica del Pensa, il toponimo “Rezzonico”, dialettale “Risciunek”, che si trova nelle scritte latine dell’inizio del secolo XII quali “Rezonego”, può essere derivato del gentilizio “RAETIUS” o “RESIUS”, oppure dal nome dei Reti, oppure dal vegetale “ravizzone”.

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esterno chiesa

l'altare e la statua del Santo

vaso con fiori

crocifissione

si quaeris miracula invoca S. Antonio

acquasantiera