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festa 11 novembre |
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La chiesa di S. Martino sorge su di un piccolo pianoro del costone del Bregagno, poco discosta dalle abitazioni della frazione Semnago e, si può dire, parallela al lago. E’ raggiungibile dalle frazioni a lago o percorrendo una mulattiera che si snoda tra una ricca vegetazione dominata da castagneti, oppure da Noledo con una strada carrozzabile panoramica, di recente costruzione. Si ha notizia di questo edificio fin dal ‘400: con una bolla di Pio II, promulgata il 17 marzo 1463 e un successivo breve emanato il 25 febbraio 1464, viene concessa ai Frati Domenicani di S. G. Pedemonte in Como l’amministrazione della Chiesa parrocchiale in S. Maria Rezzonico. Questa chiesa aveva sotto la sua giurisdizione, come Vicecura, due piccole Chiese: la prima chiamata di S. Martino della montagna di Rezzonico e la seconda di Breglia. A sottolineare la presenza domenicana in questa Parrocchia si ricorda quanto è scritto in un documento vaticano: “ … la prima Vicecura, “di detta montagna”, si chiama S. Martino ove sta un Vicecurato che è il Padre Fra Valentino Sottili di Como con un sacerdote suo compagno che è il Padre Fra Pietro Stopano di Como … ”. Nella seconda metà del ‘500 essa viene costruita “ex novo” dagli abitanti delle frazioni montane. Nell’agosto del 1599 il Vescovo Archinti trova la chiesa “… abbastanza ampia con tre altari …”. Successivamente con pubblico “istrumento” del 28 marzo 1600 viene conclusa una convenzione tra i Padri Domenicani e gli uomini delle terre di Rezzonico. In essa i Padri si obbligano ad eleggere un Sacerdote che risiederà a S. Martino mentre la popolazione provvederà al suo mantenimento. Così, come scrisse Don Turazza, “S. Martino cominciò la sua vita di cura d’anime indipendente dalla Parrocchia”. In
seguito la parrocchiale di S. Martino subì dei restauri tanto che il Canonico
G. B. Albrici, inviato dal Vescovo Carafino l’8 giugno 1627, scrisse che “la
chiesa è elegante nelle forme e decorata, ben capace per la popolazione …”.
Secondo un documento del 1740, S. Martino fu consacrata dal Vescovo Lazzaro
Carafino nel novembre del 1630. L’edificio presenta una navata rettangolare con due Cappelle laterali e il presbiterio con abside poligonale. La volta a botte è affrescata con motivi ornamentali geometrici e vegetali stilizzati. Presso l’ingresso principale, sulla sinistra, la nicchia del battistero accoglie il fonte battesimale con il piede marmoreo e il ciborio ligneo poligonale; sulla parete è dipinto il Battesimo di Gesù. La chiesa vanta la presenza di numerose tele; sulla controfacciata se ne trovano tre rappresentanti S. Giacomo (?), S. Luigi Gonzaga e un Santo Vescovo, forse identificabile con S. Martino, circondato da devoti. Sulla parete di sinistra, sopra l’ingresso laterale, è visibile la tela con S. Giovanni recante la scritta SANCTE JOANNES 1890 CARLO DE THOMA. Sulla parete opposta vicino alla controfacciata, è ubicata la tela con S. Martino che dona il mantello al povero, circa del ‘700, e quello con S. Bernardo accompagnata dalla scritta SANCTE BERNARDE C. D. THOMA 1893. Lungo le pareti della navata sono disposti i dipinti della Via Crucis, impreziositi da una bella cornice. Tra due di essi è collocata, su di una mensola in gesso, una statua di Sant’Agnese, datata 1901. Colpisce per la ricchezza dei suoi affreschi la cappella dedicata, fino ai primi anni del ‘900, al Crocifisso e tuttora alla Beata Vergine di Caravaggio. In essi si avverte la presenza tangibile dell’insegnamento dottrinale lasciato dai Domenicani. Sui pilastri e sul sott’arco sono raffigurate alcune Sante: Santa Cecilia, Santa Caterina (S.C. NA V. M. QUI TE LAUDANT), Sant’Agnese, Santa Maria Maddalena (CONV. S. TA M. M. NA) e Santa Caterina. Sulla parete di sinistra, è visibile, un po’ lacunosa, l’Assunta; su quella di destra il Giudizio Universale. Sulla volta appare nelle sua grandiosità Dio Padre tra Angeli. Nella lunetta della parete di fondo è raffigurata la Resurrezione di Cristo tra i Santi Pietro e Paolo. Fino ai primi anni del ‘900 la pala dell’altare rappresentava la Crocifissione, attualmente è sostituita da una nicchia con il gruppo della Madonna di Caravaggio. Ai lati di essa sono dipinti due Santi, uno dei quali raffigura Sant’Antonio. L’altare è di legno, senza tabernacolo; una balaustra di marmo chiude la Cappella. Sulla parete opposta della navata si trova quella della Beata Vergine del Rosario. L’altare, il tabernacolo e la balaustra sono di marmo come la soprastante cornice che inquadra la nicchia con la statua della Beata Vergine del Rosario. Alla sommità di essa si legge l’iscrizione: “ RECTOR ANGELUS PANZERI FECIT FIERI ANNO 1900 ”. La volta della Cappella è affrescata con motivi floreali stilizzati. Dalla sommità dell’arco pende una lampada di metallo. Presso l’ingresso principale si trovano: un’acquasantiera sorretta da una colonna su di un piedistallo e un’altra incassata nel muro; un’altra, simile a quest’ultima, è ubicata presso l’ingresso laterale. Tra gli arredi si segnalano: due confessionali nella navata, datati 1719 – 1697, e un catafalco (1956) posto in un ripostiglio vicino alla controfacciata. Un elegante balaustra marmorea racchiude il presbiterio. Inserita nel pavimento della navata una lapide triangolare scura reca incisa un’epigrafe un po’ lacunosa, in ricordo forse di un sacerdote che rimase per diversi anni in questa parrocchia: PTER SOPH BEROGIIS AQUASERIA SACET (E) TLANS STI MARTINI PARUS FUIT AN 32‑33 PARI ... EL INCIPIT SEDDIS(R?) 27 MENSIS AUGTI 1782 (1762?) SVE ETANS ANNOR 68 . . . . Il sottarco e l’arco sono affrescati con motivi ornamentali. Due candelieri a muro onorano i pilastri. La trave dell’arcone regge un grande crocifisso e reca sul fronte la scritta: SI VIS REGNUM PORTA CRUCEM TECUM. Sulla volta del presbiterio si trova un affresco con S. Martino che dona il mantello al povero, mentre negli spicchi della parete di fondo appaiono: il simbolo dei Santissimo Sacramento e due Angeli oranti. La
mensa, di recente costruzione, è di marmo. Il presbiterio ospita l’altare
maggiore in marmi policromi, è impreziosito da un tabernacolo architettonico
sormontato da una croce astile e da sei candelieri argentati. Due antiche
cassapanche lignee sono addossate alle pareti. Sopra l’Altare Maggiore,
scostato dalla parete di fondo, una cornice marmorea inquadra la statua di San
Martino, di epoca recente. Una finestra a lago illumina il presbiterio. In un
armadio a muro, ricavato nella parete di fondo, sono raccolte, in artistici
reliquiari, le teche dei Santi: Da un’entrata laterale si accede alla sacrestia nella quale sono raccolti, in un’armadio, gli arredi sacri e inoltre si trovano: una cassapanca in cattive condizioni di conservazione, un quadro e una statua di Sant'Apollonia (contitolare di San Martino in questa chiesa), due crocifissi di cui uno processionale. Dalla parte opposta si notano: l’ingresso all’aula dell’oratorio e quello alla torre campanaria sormontata da un tetto conico, con tre campane benedette di proprietà della chiesa. Secondo una lettera della Fabbriceria del 20 ottobre 1865 “Con la generose offerte del popolo nel 1858 fu acquistato un nuovo concerto di campane e nel 1864 avvenne la costruzione del pavimento della chiesa”. Addossata al presbiterio si vede la Casa Canonica di appartenenza del Beneficio parrocchiale. Sopra l’entrata laterale a lago della chiesa è visibile l’affresco lacunoso di Madonna con Bambino, mentre è ormai illeggibile l’immagine sacra dipinta sopra portale. Verso la fine dell’800 la “Parrocchia” di San Martino raccoglieva 810 abitanti e circa 300 di essi migrava in Francia da aprile ad ottobre. Questa chiesa venne dedicata a S. Martino, protettore dei viandanti, perché forse, in questo luogo, già esisteva, in tempi antichi, un ospizio per l’assistenza ai viandanti. Questo Santo è ricordato di frequente lungo il percorso di antiche vie come, in questo caso, quella che attraverso le frazioni alte, conduceva a Breglia e a Plesio. |
per visitare la chiesa
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