Comitato politico per l'astensione ai referendum
 
Comunicati e Volantini

Partecipazione all'Assemblea Nazionale di Firenze

   Come si poteva facilmente prevedere, a livello di media il dibattito sulle questioni referendarie sta velocemente evolvendo verso l’adesione alle ragioni che sottendono ai quesiti abrogativi. Le maggiori testate giornalistiche e televisive, direttamente o indirettamente, si stanno adoperando per portare acqua al "mulino liberista". In alcuni casi, è vero, la scelta di campo non è così apertamente schierata, ma il massimo che si arriva a sostenere è in ogni caso funzionale agli obiettivi dei referendum, sottolineando l’opportunità di arrivare ad ottenere i medesimi risultati evitando "inutili" e laceranti contrapposizioni frontali.
   Di fronte ad un simile quadro, è decisamente inutile sorprendersi del silenzio che ha circondato le iniziative e l’impegno politico che in questi mesi si sono sviluppati per combattere questi referendum attraverso la proposta di astensione. Piuttosto, la constatazione dovrebbe servire per far capire l’importanza della posta in gioco e la necessità di arrivare a costituire un fronte di lotta il più ampio possibile per riuscire a contenere quella che può essere definita un vera e propria macchina da guerra per la manipolazione delle coscienze.

   Ciò che non può destare perplessità, però, è l’atteggiamento assunto dalle forze politiche e dagli organi d’informazione politica che lo scorso anno si ritrovarono a festeggiare il mancato raggiungimento del quorum che permise di non far approvare il quesito elettorale antiproporzionale.
   Chi è stato presente al seminario di studi organizzato dal Cred e da Rifondazione, ad esempio, ha avuto modo di ascoltare illustri giuristi che hanno sottolineato l’importanza di un’immediata discussione sul come portare avanti la battaglia contro i referendum, chiedendosi e chiedendo ai presenti se la soluzione migliore non fosse quella di tentare la strada che lo scorso anno impedì l’approvazione del referendum elettorale, tanto più che è divenuto urgente dare una risposta politica forte alla Corte Costituzionale visto che continua ad ammettere quesiti chiaramente lesivi dei principi costituzionali.
Cosa è emerso di tutto questo?
Nulla! Sia in sala che il giorno dopo dai giornali non è arrivata alcuna risposta: i "politici" hanno fatto finta di niente, come se non avessero ricevuto alcuna sollecitazione, e con loro giornali come Liberazione e il manifesto.
   Né più e né meno del silenzio che aveva già circondato iniziative di denuncia, contro l’incostituzionalità dei referendum radicali, come il sit-in davanti al Parlamento organizzato nei giorni nei quali la Consulta decideva dell’ammissione; o della mancanza d’informazione di fronte ai tanti inviti che sono arrivati dal mondo del sindacalismo di base per tentare di costituire comitati per l’astensione.

   È allora evidente che la battaglia per l’astensione si vince in questi giorni.
C’è la necessità d’impedire che motivi di cosiddetto "realismo politico" possano di fatto spostare la discussione su altri obiettivi che non siano la difesa integrale dei diritti e dei principi a tutela delle minoranze e la contestazione dell’intero impianto liberista che sottende ai referendum portati avanti dai radicali e sostenuti dalla Confindustria.
  Riteniamo quindi importante che alla scadenza indetta da CUB-Slai Cobas, sabato 18 marzo a Firenze presso il dopolavoro stazione S. Maria Novella ore 9:30, per la costruzione di un Comitato Nazionale per l’astensione ai referendum del 21 maggio, vi sia la più ampia partecipazione di tutte le realtà politiche che non intendono rimanere schiacciate in una logica di mera difesa dell’esistente.

Roma, 13 marzo 2000

CO.P.A.R. – Comitato Politico per l’Astensione ai Referendum

http://web.tiscalinet.it/astensione  astensione@tiscalinet.it


 

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