Comitato politico per l'astensione ai referendum
Chi si astiene? Non solo CO.P.A.R.
 

Slai Cobas

CHE FARNE DEI REFERENDUM?

Il referendum utilizzato per abolire i diritti dei lavoratori attraverso la "democrazia di maggioranza" svela l'uso losco che si vuoI fare di questo strumento. Al 60% della popolazione si potrebbe dare il diritto di decidere che il restante 40% deve rassegnarsi a far loro da servi.

LA SCHIAVITU' NON PUO' ESSERE MESSA AI VOTI
Partecipare ai referendum vuoi dire in ogni caso accettare di scendere su questo terreno.

I diritti che si vogliono abrogare fanno parte di un progetto di civiltà e di uguaglianza per il quale si sono battuti coloro che ci hanno preceduto. Non si può abbandonarli alla semplice conta di croci su una scheda in una tranquilla domenica di maggio. Ben altro è il camo su cui essi sono stati conquistati. Ben altro è il cambio su cu dobbiamo continuare a difenderli.

Ira la totale precarizzazione di ogni rapporto di lavoro prevista dal referendum e le politiche governative e sindacali non c'è una reale soluzione di continuità. Allora non possiamo non nutrire preoccupanti sospetti sull'aggregarsi sul fronte del NO di tutti i paraculi in circolazione parlamentari, politici, sindacalisti. Coloro che a questo ci hanno portato non hanno una sola carta in regola per pretendere di essere creduti quando si ergono a difensori dei diritti dei lavoratori. Troppo forte è la sensazione che ci stiano tirando in un clamoroso trabocchetto. Nessuno può ragionevolmente pensare che una eventuale affermazione dei NO possa comportare una qualche pur blanda mutazione della sostanza degli indirizzi governativi e sindacali. Ma la vittoria dei Sì ci costringerebbe invece a subire il peso di una sconfitta su un terreno a cui ci siamo piegati "democraticamente" a partecipare.

Tra tutti i quesiti presentati, quello sul diritto di licenziare senza giusta causa era quello che aveva meno possibilità di essere accolto dal punto di vista giuridico. Stranamente però proprio questo è stato ammesso. Forse perché capace, più di altri, di raccogliere la rabbia dei lavoratori e trascinarli a partecipare al voto ? Assieme ad esso è stato ammesso il referendum che abroga la quota proporzionale alle elezioni. Un quesito che, presentato già lo scorso anno, era stato bocciato solo per non aver raggiunto il quorum. Chi allora brindò per questo risultato come fa a non capire che la chiamata a partecipare al referendum sui licenziamenti mira a raggiungere il quorum anche su questo referendum con la sicura vittoria dei Sì?.

Lanciamo una campagna che dica finalmente:
"ADESSO BASTA "

BOICOTTIAMOLI

con l'astensionismo di massa

Boicottiamo i referendum attraverso un'astensione "fortemente motivata", capace di dare una nuova identità all'esercito degli esclusi, dei delusi della politica, dei ricattati di oggi e di domani, e di intercettare l'astensionismo dilagante ma vissuto nel piccolo della propria individualità, in termini spesso confusi se non addirittura qualunquistici. Un progetto astensionista che possa innescare una voglia di uscir fuori dalle continue mediazioni al meno peggio con le quali stanno spazzando via, giorno dopo giorno, gli ultimi barlumi di diritti e di civiltà che ci siamo conquistati.

Con l'astensione si eviterebbe infine che nelle casse dei referendari (che hanno già promesso altri 30 referendum ) affluiscano 5 miliardi del rimborso elettorale pubblico, erogato dallo Stato soltanto nel caso in cui in cui un referendum raggiunga il quorum.


 
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