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Il Referendum costituzionale confermativo
del 25-26 giugno 2006 sulle modifiche alla Costituzione non è soggetto
a quorum per la validità del risultato.
Quando astenersi non era legittimo (lettera aperta) Cari parlamentari dell'Ulivo, premesso che non è certamente mia intenzione contestare la vostra scelta di "sabotare", attraverso l'astensione, il referendum che chiede l'estensione dell'art. 18 anche ai lavoratori delle imprese sino a 15 dipendenti, vorrei permettermi di richiamarvi ad un minimo di coerenza. Durante la campagna referendaria del 2000, nonostante una lunga trattativa,
il Comitato del quale ero presidente si vide negare, dalla Commissione
di Vigilanza Rai, gli spazi di comunicazione politica previsti dalla legge
sulla par condicio.
A distanza di soli tre anni, quindi, le stesse forze politiche che impedirono
ai comitati per l'astensione di poter spiegare, attraverso il servizio
pubblico, i motivi di tale scelta (il centro-sinistra aveva la maggioranza
parlamentare), ritenuta allora illegittima, si sono improvvisamente convertite
alla causa astensionista.
Franco Ragusa
Comunicato-denuncia del CO.P.A.R contro l'accorpamento "referendum consultivo lombardo - elezioni politiche nazionali" Il Comitato politico per l'astensione ai
referendum denuncia, oltre agli ovvi rilievi d'incostituzionalità
già sanciti dalla Corte Costituzionale per analoghe iniziative referendarie,
l'ulteriore tentativo, da parte del Presidente Formigoni, di aggirare i
meccanismi di tutela a difesa dei diritti dei cittadini.
Si rivolge l'invito, pertanto, a tutte le forze democratiche e agli Organi istituzionali competenti, a vigilare su comportamenti chiaramente lesivi dei diritti politici dei cittadini sanciti in Costituzione. Roma 12 marzo 2001
Roma 5 febbraio 2001 Paradossalmente, dopo essersi tanto battuti contro i referendum che
volevano in qualche modo abrogare la residua quota del 25% di assegnazione
dei seggi attraverso la ripartizione proporzionale, le possibilità,
per gli elettori di Rifondazione Comunista o di un eventuale fronte allargato
della sinistra alternativa, di riuscire ad eleggere dei rappresentanti
parlamentari attraverso la quota proporzionale alla Camera ed il recupero
proporzionale al Senato, sono molto scarse
ed in ogni caso non in grado di garantire un'efficace opposizione "alla
politica" dei due poli.
Romano Nobile, Franco Ragusa, Arturo Salerni
Per un’ipotesi di "resistenza" contro la logica bipolare.
Pensare, però, che sia sufficiente costituire una sorta di terzo polo alternativo per riconquistare alla partecipazione politica gli esclusi dalla logica bipolare, senza anche offrire, per l’oggi, la prospettiva di un traguardo elettorale dai risultati concreti, riteniamo sia una pura illusione. Una necessità di obiettivi concreti che s’impone anche per rispondere alle attese di chi oggi si sente costretto a dover subire il ricatto elettorale, un voto a scatola chiusa all’Ulivo, per non sentirsi responsabile della vittoria di Berlusconi. Senza mezzi termini, visti i meccanismi della legge elettorale ed il
conseguente potere di condizionamento che questi meccanismi sono in grado
di esercitare su ampi settori sociali, è forte il rischio, per le
forze politiche della sinistra antagonista, tanto più se separate,
di non riuscire ad ottenere l’elezione di un solo candidato. Paradossalmente,
infatti, dopo essersi battuti contro i referendum che volevano in qualche
modo abrogare la residua quota del 25% di assegnazione dei seggi attraverso
la ripartizione proporzionale, le possibilità, per gli elettori
di Rifondazione o di un eventuale fronte allargato della sinistra alternativa,
di riuscire a garantirsi dei rappresentanti parlamentari attraverso la
quota proporzionale alla Camera ed il recupero proporzionale al Senato,
sono prossime allo zero.
Invitiamo quindi Rifondazione e tutti i compagni che oggi pensano sia
indispensabile garantire la presenza di un’opposizione parlamentare della
sinistra alternativa, in tutte le sue molteplici espressioni, a riflettere
sulla necessità di darsi dei traguardi concreti, facilmente comprensibili
anche da parte dell’elettorato oggi più preoccupato della vittoria
di Berlusconi che dell’incessante deriva a destra dell’Ulivo, ed in grado
di ridare voce, a dispetto dei restrittivi meccanismi del sistema maggioritario,
agli esclusi dalla logica bipolare.
Romano Nobile, Franco Ragusa, Arturo Salerni Per contatti: mail@riforme.net - fax: 1782269470
Appello per un’ipotesi di "resistenza" contro la logica bipolare. Di fronte ai diversi modi proposti per affrontare le prossime elezioni,
fuori dallo schema bipolare e con la prospettiva di realizzare l’alternativa
al centro-sinistra, riteniamo sia doveroso chiedersi se e come potrebbe
essere possibile riunire tutte queste proposte in un’iniziativa in grado
di restituire, soprattutto in questa fase di forti e facili lacerazioni
politiche, il diritto di rappresentanza agli esclusi dalla logica bipolare.
Dare voce, oggi, all’astensione, significa anche prendere atto che molto
spesso questa nasce dall’impossibilità, per i soggetti esterni alla
logica bipolare, di vedere riconosciuto il diritto alla rappresentanza.
Negazione di un diritto che, per altri versi, è in grado di provocare
il fenomeno esattamente opposto. Di fronte all’inutilità pratica
di un voto per l’alternativa, a causa della "ghigliottina maggioritaria",
è forte il rischio che un’ampia fascia del popolo della sinistra
finisca per cedere al ricatto del voto bipolare, e questo perché
più preoccupata della vittoria della destra berlusconiana che dell’incessante
deriva a destra dell’Ulivo.
Si pone quindi, in primo luogo, quale che sarà la coalizione
vincente, la questione del come impedire che si realizzi il disegno perseguito
dai "beneficiari" del maggioritario: la cancellazione del conflitto sociale
dai luoghi istituzionali; nonché l’ulteriore divisione, anche e
soprattutto al di fuori dei luoghi istituzionali, dei soggetti sociali
che "non debbono" essere rappresentati nei loro interessi unitari perché
inevitabilmente ed insanabilmente conflittuali con la realtà del
modello liberista.
Paradossalmente, infatti, dopo essersi battuti contro i referendum che volevano in qualche modo abrogare la residua quota del 25% di assegnazione dei seggi attraverso la ripartizione proporzionale, le possibilità, per gli elettori di Rifondazione o di un eventuale fronte allargato della sinistra alternativa, di riuscire a garantirsi dei rappresentanti parlamentari attraverso il recupero proporzionale al Senato sono prossime allo zero: per la quota proporzionale alla Camera, invece, sempre che si superi lo sbarramento del 4%, si tratterebbe, nella migliore delle ipotesi, di un misero drappello di deputati. La desistenza con l’Ulivo, quindi, non tanto per non apparire come gli
alleati indiretti della destra più becera in campo, quanto per scongiurare
il pericolo di un Parlamento privo di una seria e reale opposizione di
sinistra.
E’ soltanto in questa prospettiva, di "resistenza" ai meccanismi della
legge elettorale, che riteniamo potrebbero prendere corpo forme di desistenza
tecnica con l’Ulivo.
Roma 20 febbraio 2001 Romano Nobile, Franco Ragusa, Arturo Salerni Per contatti: mail@riforme.net
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