Notte fra il 17 e 18 novembre 1999: sfidando le terrificanti
condizioni meteo un manipolo di coraggiosi osservatori del cielo si ritrova a Punta
Falcone nella speranza di osservare un evento atteso da 33 anni: il massimo dello sciame
meteorico delle "Leonidi".
Già l'anno scorso si era verificata una prima
"tempesta" di stelle cadenti, ma gli esperti avevano sbagliato le previsioni di
alcune ore: invece che nella parte centrale della notte il massimo ebbe luogo con diverse
ore di anticipo, poco prima dell'alba, lasciandoci tutti a bocca asciutta.
Il fenomeno ha luogo a causa del passaggio nelle zone
interne del sistema solare di una cometa, la Temple - Tuttle, il cui periodo orbitale è
per l'appunto di 33 anni.
La cometa rilascia lungo la propria traiettoria una
"nuvola" di detriti che la Terra attraversa nel periodo tra il 17 e il 18
novembre, generando lo sciame di meteore.
Questa miriade di minuscoli frammenti di cometa - la
maggior parte ha una massa inferiore a 1 grammo - cade in atmosfera a velocità altissime
(oltre 50 km al secondo !): l'attrito con l'atmosfera genera la scia luminosa che noi
comunemente chiamiamo "stella cadente".
Ma torniamo ai nostri eroi a Punta Falcone.
Il vento fortissimo trascina via anche le sedie: non è
proprio il caso di restare fuori ad aspettare invano le meteore, il cui massimo è
comunque previsto dopo la mezzanotte.
Decidiamo quindi di rifugiarci all'interno
dell'osservatorio astronomico, al riparo della furia degli elementi.
Sono circa una dozzina le persone che hanno deciso di
sfidare la notte: di questi 4 o 5 sono astrofili alle prime esperienze, che con
l'entusiasmo dei neofiti hanno rinunciato al tepore della casa per iniziare alla grande la
loro carriera di "astronomi non professionisti".
Il primo impatto ricevuto da queste pimpanti matricole non
è stato però esattamente quello che si aspettavano. Gli smaliziati veterani si erano
infatti attrezzati a dovere sapendo di dover affrontare una dura notte di osservazioni.
Qualche amante della scienza penserà: sicuramente c'era
uno schieramento di telescopi, binocoli, macchine fotografiche, carte stellari, ecc.
Entrando nelle stanze dell'osservatorio, senza avere visto
nemmeno una stella a causa della impenetrabile coltre di nuvole, sono stati invece
avvistati nell'ordine:
- n° 6 bottiglie di vino e una di spumante brut
- n° 1 pentolone e n° 1 fornello da campo per cottura di
dosi massicce di pastasciutta.
- quantità imprecisate di generi alimentari sparsi
ovunque, tanto che sembrava di aver aperto un container della missione Arcobaleno in
Kossovo.
- macchina per caffè espresso inaugurata per l'occasione.
L'astrofilo, noto animale notturno che necessita di
elevati apporti calorici per sopportare i rigori del gelo dopo il tramonto, si nutre
abitualmente di alimenti non proprio consigliati dal dietologo; per l'occasione era
previsto un menù incentrato su quantità illimitate di penne aglio, olio e peperoncino,
seguito da formaggio, mortadella, salcicce, castagnaccio, corollo, tiramisù .....
Il condimento preparato per le penne emanava delle
esalazioni talmente intense - con un dominante odore di aglio - che per un po' abbiamo
temuto di provocare l'allarme alle centrali di rilevazione dell'ARPAT impegnate a
identificare la sorgente delle nubi tossiche che talora stazionano sulla nostra città.
Nel frattempo le nubi non lasciano scampo e l'astronomia
lascia sempre più spazio alla ...gastronomia.
A sorpresa arriva il fotografo inviato dal Tirreno,
allertato nei giorni precedenti da comunicati stampa che preannunciavano mirabolanti
eventi celesti. Tempo due secondi e il fotografo si ritrova con in mano un enorme piatto
di penne con il mefistofelico condimento.
Registriamo il suo commento a caldo: "Se tutti i miei
servizi fossero così peserei 150 kg.!"
L'aneddotica della serata non finisce qui: ancora con le
penne fumanti in mano veniamo sorpresi da una pattuglia di carabinieri che fa
"irruzione" nell'osservatorio, insospettiti dall'insolito assembramento notturno
delle nostre automobili lungo il sentiero del Falcone.
Pare che il sopralluogo delle forze dell'ordine dipendesse
anche dalla possibile presenza di un mitomane che per telefono ha preannunciato di voler
compiere un gesto insano proprio a Punta Falcone. Sospettiamo che possa trattarsi di uno
di noi che, deluso per l'impossibilità di osservare le meteore a causa del maltempo,
potrebbe aver deciso di suicidarsi ingerendo quantità letali di aglio! Al momento siamo
però tutti vivi e vegeti e le quantità di aglio assorbite saranno letali solo per chi ci
starà intorno ad un raggio inferiore ai 10 metri ....
Comunque i rappresentanti della "Benemerita",
come nei migliori telefilm americani (della serie "non posso bere, sono in
servizio" ) ignorano il banchetto e gentilmente salutano e ci lasciano soli a
proseguire le libagioni.
Il fotografo del Tirreno deve intanto fare il suo lavoro,
prende tre "volontari" trascinandoli via dalla tavola per metterci in posa
davanti al telescopio e farci un po' di foto.
Per inciso le meteore non si osservano mai al telescopio -
sono troppo veloci e non c'è tempo di inquadrarle - ma fuori stava per venire giù il
finimondo, quindi abbiamo preferito la comodità della cupola dell'osservatorio dove, in
piena fase digestiva, abbiamo simulato una concentrazione intorno agli strumenti che
sembrava di essere alla NASA al momento del decollo dello Shuttle.
Salutato il fotografo, mentre ai piani bassi aveva luogo
la distribuzione dei caffè e si cominciava a sparecchiare, qualche temerario cominciava a
mettere il naso fuori.
La migliore tecnica di osservazione per vedere il maggior
numero possibile di meteore è quello di mettersi a sedere comodamente (l'ideale sarebbe
una sedia a sdraio) con lo sguardo rivolto in su per abbracciare con lo sguardo la maggior
porzione possibile della volta celeste.
Immaginate di fare questo dopo mezzanotte e mezza in una
notte di fine novembre freddissima e battuta dal vento : il torcicollo fulminante è
assicurato!
Tuttavia i nostri prodi non passano del tutto invano
l'attesa. Tra le nuvole si apre qualche varco che mostra sprazzi di cielo stellato.
Dalle 00.45 alle 01.10 avvistiamo 6 meteore ! Era un magro
bottino ma la serata non era comunque stata del tutto inutile.
Intanto cominciavamo a fare dei ragionamenti: avevamo
visto 6 stelle cadenti nonostante il cielo quasi del tutto coperto e oltre un'ora prima
del massimo! Cosa avremmo visto se il cielo fosse stato del tutto sereno?
Alle 1.15 smettiamo di farci domande: un temporale si
abbatte improvviso su di noi, spingendoci a rifugiarci mestamente nell'osservatorio.
Nessuno parla più di organizzare l'osservazione;
aspettiamo semplicemente che spiova per poter portare le nostre cose in auto senza
inzupparci.
Verso le due le intemperie si placano un po' e iniziano le
prime defezioni.
Ci salutiamo, ci diamo appuntamento per la riunione del
venerdì, carichiamo le macchine.
Gli ultimi ritardatari danno un'occhiata al cielo, ci sono
delle piccole schiarite come quelle che c'erano verso l'una. Un'occhiata d'intesa e la
decisione appare naturale; aspettiamo 5 minuti, magari vediamo altre 2 o 3 meteore.
Siamo rimasti in sei.
Quello che accadrà nei successivi minuti rimarrà a lungo
nell'elenco delle migliori nottate della nostra esperienza di astrofili.
Cominciamo a contare ..... eravamo fermi a quota sei
....... ecco la settima meteora, la numero 8, la 9, poi la 10 ..... da quel momento non ci
fermiamo più.
Ne arrivano a decine, nonostante la porzione di cielo
visibile tra la copertura nuvolosa resti tra il 10% e il 40% al massimo !
Arrivano quasi tutte dalla stessa direzione: queste
meteore si chiamano Leonidi proprio perchè la loro direzione di provenienza è allineata
verso la costellazione del Leone, che è appena sorta a est. Da lì si diramano in tute le
direzioni a raggiera.
La frequenza aumenta vertiginosamente; arriviamo a 100
meteore! Numerosi sono i cosiddetti "bolidi" (le meteore più luminose) che
rischiarano il cielo con bagliori dalle diverse tonalità colorate, dal verde al rosso.
L'ambiente è quanto di più suggestivo si possa
immaginare; il temporale è ancora vicino a noi, l'orizzonte è spesso rischiarato da
lampi abbaglianti, i nostri volti vengono talora bagnati da gocce di pioggia portate dal
vento incessante, eppure attraverso i "buchi" di sereno continuiamo ad avvistare
decine di meteore.
Improvvisamente alle 02.57 un bagliore incredibile ci fa
voltare verso l'Isola d'Elba: tutti stiamo per esclamare "accidenti che
fulmine!", ma l'esclamazione rimane repressa in gola quando ci rendiamo conto di
quello che abbiamo visto: addirittura attraverso le nubi è ancora visibile una scia
perfettamente rettilinea che rimane evidente per diversi secondi: si è trattato di un
bolide di eccezionale luminosità che ha illuminato l'intero cielo !
L'entusiasmo - è proprio il caso di dirlo - è alle
stelle.
Saltiamo come bambini scandendo il conteggio! 200 meteore!
A 300 scatta l'applauso!
Ormai nessuno sente più il freddo. Per vederne il maggior
numero possibile ci disponiamo in cerchio in modo che ognuno possa tenere d'occhio una
diversa porzione di cielo.
Ormai vogliamo fare cifra tonda e arrivare a 400:
l'obiettivo viene raggiunto poco prima delle 4 del mattino.
Siamo tutti felici ed entusiasti: certo, c'è il rammarico
del cielo nuvoloso e ricominciamo a chiederci cosa avremmo visto se il cielo fosse stato
sereno!
Comunque abbiamo strabattuto il nostro record di meteore
osservate in una sola notte e non possiamo non essere soddisfatti!
Non è stato possibile fare fotografie, il forte vento e
la pioggia intermittente hanno impedito di montare gli strumenti, ma le stelle cadenti
erano così numerose che tutto il nostro tempo è stato impegnato per vederle e contarle.
Nessuno aveva voglia di armeggiare intorno agli strumenti: era troppo bello godersi lo
spettacolo dal vivo per imprimere bene nella memoria una nottata che non sarà facile
rivivere in altre occasioni.
Per la cronaca gli ultimi due ritardatari si trattengono
fino a quasi le 4.15, portando il conteggio definitivo a 431 meteore !
La mattina dopo è d'obbligo un'appendice alla nottata: un
collegamento ad Internet ci consente di conoscere l'esperienza degli altri astrofili.
Il sito della NASA, segnala un massimo osservato in Spagna
con un tasso di 1800 meteore all'ora. Alcuni fortunati astrofili italiani affermano di
averne viste anche di più.
Qua e là, specialmente al nord, ci sono state delle ampie
schiarite che hanno consentito di vedere in pieno lo spettacolo delle Leonidi.
Se pensate che noi siamo stati dei pazzi a fare le 4 del
mattino a vedere le stelle, sappiate che gli astrofili in provincia di Como hanno
affrontato la notte alla temperatura di 5 sotto zero!
Un ultima notizia importante: ricordate il
"bolide" delle 2.57 ? Ebbene, questi bolidi si sviluppano a quote così alte
(circa 80 - 90 km.) che sono visibili da località anche molto lontane tra loro. Così
grazie ad Internet veniamo a sapere che il bolide è stato visto anche in provincia di
Alessandria (Casale Monferrato), presso Viareggio, a Montalto di Castro.
E' un'esperienza unica poter condividere l'osservazione
dei fenomeni del cielo con tanti appassionati sparsi per tutta Italia e nel mondo e
poterli contattare quasi in tempo reale grazie ad Internet. Peccato solo che un evento
così indimenticabile sia stato vissuto solo da quegli appassionati così pazzi da passare
all'aperto una notte come questa.
Essere astrofili talvolta è un sacrificio, ripagato però
da grandi soddisfazioni: dopo lo spettacolo dell'eclisse di Sole dell'11 agosto scorso
possiamo dire senza dubbio che il 1999 resterà a lungo nei nostri ricordi come una delle
più felici annate astronomiche! |