Un riflessione, frutto di
anni di letture eterogenee: nella vita non si può leggere solo Proust, né si
può leggere solo Alan Ford. Nella vita bisogna alternare i libri
ponderosi e quelli spassosi, altrimenti si perdono le prospettive, e non si
apprezzano né i primi né i secondi. Quindi se per Natale vi siete sciroppati
Richard Powers o Michele Mari (cosa buona e giusta, nostro dovere, ecc.), o
addirittura la Recherche o l’Ulisse, potete ora rilassarvi con
questo romanzo scozzese il quale, come altri prodotti dell’immaginario
provenienti dalla patria di Sean Connery, abbonda di brio, ironia, ritmo ed
effetti speciali.
La storia è così improbabile da risultare
irresistibile: un signor Nessuno arricchito col turismo dei minus habens (per
intenderci, quelli che vogliono mangiare la pastasciutta al dente a Marrakech)
fa trasformare un’enorme piattaforma petrolifera in un villaggio turistico
galleggiante da ormeggiare davanti alle coste dell’Africa, a distanza di
sicurezza dagli indigeni e dai cattivi odori. Il Nessuno, il cui stereotipo
nome britannico è Gavin Hutchison, decide poi di invitare tutti i suoi
ex-compagni di scuola sulla piattaforma per mostrare loro quanti soldi ha fatto
e che uomo importante è adesso. Tra questi ex-liceali scozzesi c’è però qualche
ospite indesiderato, come il celebre comico Matt Black (in crisi esistenziale),
o l’ex-picchiatore Davie Murdoch, riconvertitosi a padre di famiglia e
stimatissimo artista d’avanguardia. Sul più bello irrompe un gruppo di
terroristi assolutamente incapaci, portando così al culmine una catastrofica
serie di imprevisti, motore di questo parodico e divertentissimo Die Hard col
kilt.
E se leggendo il libro non
si trascureranno le numerose citazioni cinematografiche, offerte dal
personaggio di Ally McQuade, il simpaticissimo filosofo dell’action movie,
si capirà che questo romanzo velocissimo, grondante sangue e rimbombante di
spari, è la demolizione di ogni futuro film con Bruce Willis,
sofisticati ordigni da disinnescare, ostaggi innocenti da liberare e pericolosi
terroristi da eliminare. Il che, con l’aria che tira, non è poco.
(Concludo con una noticina
pignola: qualcun dovrà avvertire Brookmyre che l’Uzi, vanto delle industrie
israeliane, non è un fucile automatico ma una mitraglietta… ce n’est
pas la même chose!)
(Pulp Libri, n. 47, p. 47)