Il secolo di fuoco: Introduzione alla letteratura di guerra del Novecento

di Umberto Rossi

 

Bulzoni, Roma, 2008 (nella serie Quaderni di storia della critica e delle poetiche, curata dal Prof. Armando Gnisci), ISBN 978-88-7870-320-9, 357 pagine, euro 25,00.

 

Questo testo è stato concepito come strumento didattico che presenta un’ampia area letteraria, quella della letteratura di guerra, a studenti e docenti universitari, e agli insegnanti delle scuole secondarie superiori, mediante un approccio comparativo. Tale approccio privilegia non solo la dimensione transnazionale, ma anche le strategie interpretative sviluppate in ambito comparatistico, come l’imagologia, la tematologia, ecc.

 

Per letteratura di guerra vanno intesi in questo caso quei testi letterari che sono direttamente o indirettamente legati alle guerre del 20° secolo; non vengono trattati nel presente saggio i testi poetici, in quanto la discussione dei testi si focalizza sulle questioni della narrazione, che non sono necessariamente presenti in poesia (esiste ovviamente una poesia di guerra, e per quella si rimanda ad altri contributi critici). Il corpus della letteratura di guerra include una costellazione di testi alquanto differenziata: alcuni di essi adottano strategie narrative innovative, altri restano legati a forme tradizionali di narrazione. I testi appartengono a generi diversi (racconto, romanzo, memoriale, autobiografia, ecc.) e a diverse aree culturali e letterature nazionali (Americana, tedesca, inglese, francese, italiana, spagnola, indiana, siriana, ecc.). Gli autori possono essere stati coinvolti nei vari conflitti del secolo scorso come combattenti, ma anche come civili (il cui coinvolgimento è aumentato esponenzialmente negli ultimi cent’anni). Si discutono anche alcune importanti opera letterarie scritte da autori che non hanno fatto esperienza diretta delle guerre che raccontano, ma che offrono importanti intuizioni letterarie sull’argomento.

 

L’Introduzione delinea la costituzione del corpus di testi della letteratura di guerra, iniziata autonomamente in Francia negli anni Venti del Novecento, in Italia a partire dal 1970 e nelle culture di lingua inglese dalla metà degli anni Sessanta. Molti importanti studiosi si sono interessati alla letteratura di guerra, come Paul Fussell, Bernard Bergonzi, Mario Isnenghi, ma essi hanno sempre limitato la loro ricerca a testi di una singola letteratura o lingua nazionale (spesso, anche se non sempre, della propria lingua nazionale). Così facendo hanno prodotto analisi di grande finezza e interesse, ma viziate sempre dalla tendenza a estrapolare dai testi letti principi generali che si sono rivelati spesso inadeguati a cogliere l’interezza della letteratura di guerra.

 

Inoltre molti studi sono stati non solo limitati nello spazio, in quanto rivolti a testi di una sola nazione, ma anche nel tempo, limitandosi alla produzione letteraria legata a un unico conflitto. Ciò ha fatto sì che mentre le letteratura della I guerra mondiale o della Guerra del Vietnam scritte da autori di lingua inglese siano state studiate in profondità, altri conflitti siano restati in ombra, nonostante esistano testi letterari di tutto rilievo che ne parlano in modo originale e assolutamente degno di attenzione.

 

Il secolo di fuoco cerca di far tesoro dei precedenti studi settoriali, e di ricomprenderli in una prospettiva più ampia; esso inoltre cerca anche di offrire ciò che manca nei due più validi tentativi comparatistici finora pubblicati, A Muse of Fire di A.D. Harvey e Romanzi di Finisterre di Alberto Casadei, e cioè un inquadramento teorico. Con questo non si vuole indicare una proposizione di parole d’ordine e formulazioni lapidarie, o un qualche filosofeggiare fatto in casa sullo stile di certi prodotti deteriori delle varie “theories” in voga nelle università statunitensi; l’inquadramento teorico premesso al volume cerca invece di individuare i problemi concreti che si trova lo studioso o lo studente alle prese con la letteratura di guerra, di indicarne le tematiche ricorrenti, e soprattutto di proporre strumenti critici per affrontare i tanti problemi sul tappeto.

 

A seguito dell’Introduzione teorica, vengono presentati cinque capitoli di esplorazione del corpus di testi.

 

Il primo svolge una lettura comparativa di tre classici della letteratura dell’Ottocento, La certosa di Parma di Stendhal, Guerra e pace di Tolstoy e La guerra dei mondi di Wells, nei quali si incontra l’approccio caratteristico di quel secolo all’esperienza della guerra, ma anche presentimenti dei conflitti a venire (non solo nella fantascienza Wellsiana, ma anche in Stendhal). Sarebbe infatti pericoloso definire cos’abbia di specifico la letteratura di guerra del Novecento senza tener conto di cosa la precede immediatamente, e per alcuni aspetti l’anticipa.

 

Il secondo capitolo è dedicato alla vastissima produzione letteraria in prosa sulla Grande guerra. Esso è il più corposo del saggio, per il semplice motivo che dal 1966 ad oggi la letteratura scaturita dalla I guerra mondiale è stata quella più studiata, e da critici di grande levatura. L’ampio corpus viene ripartito in tre sezioni, a seconda del periodo del conflitto che in essi viene prevalentemente narrato; altre due sezioni trattano di opere “eccentriche” perché non interessate all’esperienza di combattimento, e dell’impatto della Grande guerra su alcuni autori maggiori della narrativa novecentesca, da Svevo a Döblin.

 

Il terzo capitolo copre il periodo tra le due guerre mondiali, concentrandosi soprattutto (ma non esclusivamente) sulla Guerra di Spagna.

 

Il quarto capitolo è dedicato alla II guerra mondiale, e si articola in sezioni tematiche nelle quali quest’area letteraria, ancora in gran parte da cartografare, viene letta secondo alcune promettenti linee di ricerca, indicando esempi di testi letterari nei quali i temi chiave sono più manifesti: temi come il coinvolgimento dei civili, la questione etica, le macchine protagoniste, la guerra partigiana, l’olocausto, la bomba atomica.

 

Il quinto capitolo esplora la letteratura di guerra dal 1945 in poi lungo tre assi ai quali sono dedicate le tre sezioni che lo compongono: le guerre di decolonizzazione; la guerra fredda; le guerre mediatiche.

 

Il volume si chiude con una bibliografia dei testi letterari ripartita per conflitto (nella quale si trovano anche opere non discusse nel volume), una bibliografia critica che indica i contributi critici fondamentali, e una bibliografia “di servizio” nella quale si riporta la saggistica impiegata nella trattazione. Ovunque fosse possibile sono state indicate le traduzioni italiane.

 

 

Recensioni

 

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