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settembre
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30.9

Diamo a loro il resto
      
Ciao,

non si tratta di una catena di sant'antonio ne' della solita leggenda metropolitana, e' un'iniziativa davvero in corso in tutta Europa alla quale chiunque puo' contribuire. Per chi non avesse ancora visto le pubblicita' in televisione, forse questa mail puo' servire da "reminder"...

Subject: "Diamo a loro il resto"


Ciao a tutti,

Il titolo di questa mail è lo slogan della campagna che la Croce Rossa sta lanciando in occasione dell'introduzione dell'euro. 
Chi di voi non possiede sacchetti di monetine come ricordo di vacanze e week end all'estero? Oltre a spiccioli italiani accumulati in barattoli, nelle tasche, nei cassetti, in macchina, che cambia periodicamente al bar o dal tabaccaio?
Tra cento giorni tutti questi spiccioli saranno ferro vecchio perchè sostituiti dalla nuova moneta europea. Per convertirli in euro bisognerebbe andare in una banca del paese di origine e cambiarli. Chi di voi lo farà? 
Nessuno.
D'accordo, il motivo per cui in passato li abbiamo conservati è per avere un ricordo, ma avete mai provato a contarli? Con questi soldi "abbandonati" noi non ci pagheremmo nemmeno una cena al ristorante, ma per un bambino dell'Africa
sub-sahariana o di ogni altra zona povera del mondo, potrebbero voler dire la sopravvivenza.
E' stato calcolato che solo in Germania l'ammontare di questi soldi "dimenticati" è di circa 360 miliardi di lire.
Insomma, il primo gennaio del 2002, data cruciale per l'Europa, può diventare anche l'occasione per la più grande donazione collettiva della storia dell'umanità.
In Italia la raccolta, per ora solo relativa alle lire, sarà fatta dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, dal WWF, da Amnesty International e dall'Unicef. Dal primo dicembre verranno posizionati in punti strategici (banche, uffici postali, supermercati, ecc.) "bidoni della beneficenza", "piccoli salvadanai" e "bustine svuota-tasche".
Quest'ultime verranno distribuite in modo capillare anche attraverso le bollette della Telecom.
Le lire andranno fuori corso il 28 febbraio ma l'operazione sarà conclusa ad aprile.
Un'ultima cosa: già da tempo in molti aeroporti, sui voli delle più importanti compagnie aeree e sui cuscini delle stanze d'albergo, si trovano delle bustine dell'Unicef che invitano a donare le monete che una volta tornati a casa comunque non utilizzeremo. La British Airways ha raccolto in sette anni ben 35 miliardi di lire. Quindi per chi di voi avrà la fortuna di
partire prima della fine di febbraio, questa è un'altra bella occasione.
E, in un questo senso, anche l'ultima, visto che con l'entrata in vigore dell'euro gli spiccioli avanzati da una vacanza a Parigi o a Madrid (appello ai romanisti che andranno a vedere Real Madrid-Roma a fine ottobre! almeno una cosa
giusta nella vita fatela!) saranno centesimi di euro e varranno anche in Italia.

Se pensate che possa essere utile girate questa mail a chi volete 

Stanzani Francesca

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29.9

Cardini: uno spettro s'aggira, ma niente abbagli 

Siamo ancora tutti sconvolti per l'orrore dell'11 settembre 2001: un giorno che - qualunque cosa accada - resterà purtroppo nella storia. E mancano ancora gli elementi obiettivi per poter individuare gli autentici responsabili del crimine: stiamo elencando solo i sospetti; ci s'interroga sulla perdurante assenza d'una rivendicazione esplicita; si valuta - non sempre serenamente - la qualità delle prese di distanza dall'accaduto da parte di personaggi che i mass media, a torto o a ragione, ritengono sospettabili se non altro di complicità e di simpatia nei confronti degli attentatori.

Un'elementare norma di prudenza e d'onestà prescriverebbe, in casi come questi, un riflessivo silenzio finché il quadro non divenga più chiaro. Conosciamo tutti il diabolico meccanismo massmediale del nostro tempo: ora l'impressione, la costernazione, l'indignazione sono grandi: ma chiodo scaccia chiodo, e non sarebbe la prima volta che, al sopravvenire magari di altre notizie o semplicemente con il passare del tempo, i sentimenti svaniscono e l'oblìo prevale. Purtroppo, uno dei difetti del nostro sistema fondato sulla sovrainformazione è la memoria corta.

È dunque grave, pur se del tutto normale, che siano in troppi a parlare: e che pareri avventati e proposte aberranti vengano, in questo eccezionale momento, non solo tollerati ma addirittura presi per buoni. Un senso di pietas nei confronti di noialtri poveri esseri umani c'impedisce di prendere anche solo in considerazione le troppe voci di sciagurati che chiedono cieche rappresaglie o addirittura guerra (ma contro chi?). Più grave sembra, anche perché proviene da fonti in apparenza più autorevoli e responsabili, l'estesa anzi quasi generalizzata accusa - non ancor sostenuta da prove certe - nei confronti di personaggi del mondo islamico. Si citano al riguardo, come se fosse una prova, alcune ripugnanti manifestazioni di giubilo colte dalla camera televisiva in certe città di qualche paese arabo, soprattutto in Palestina. Ma, francamente, tali disgustose scene provano solo quel che già sappiamo della natura umana: il livello di bassezza cui possono far giungere l'ignoranza associata alla sofferenza. Perché non bisogna dimenticare che quelle immagini ci vengono da un mondo di gente che a sua volta soffre; e che non è, spesso, meno innocente delle vittime di New York e di Washington.

Ricorrente, poi, l'accusa a Usama Bin Laden: che ormai sembra aver definitivamente impersonato il ruolo d'una sorta di versione postmoderna del mito medievale del «Veglio della Montagna» l'oscuro potentissimo signore che da un celato recesso fra i monti dell'Asia comanda un esercito di assassini fanatici. Il «Veglio della Montagna» storico era un capo musulmano sciita, considerato eretico dal resto dell'Islam. L'odierno «Veglio della Montagna» è a sua volta un rappresentante autorevole dell'Islam? Tale fede può riconoscersi in lui? Molti osservatori, ohimè accreditati, anche nel nostro Paese, giurano di sì; ed è gente che spergiura che questo è il vero Islam, una dottrina che predica l'asservimento o l'annientamento di tutti i nemici, una fede che ha inscritta la violenza e la guerra nel suo stesso libro sacro, il Corano. I giornalisti e gli opinion makers che sostengono queste vergognose sciocchezze hanno sovente accesso alla tv e ai giornali, scrivono libri, sono consiglieri di politici autorevoli.

Il Corano parla spesso di guerra: non tanto quanto ne parla la Bibbia, ma abbastanza. Muhammad era, come Mosè, un profeta armato. Vi sono nel Corano anche frasi che, distaccate dal loro contesto, suonano come truculente; e che parrebbero sconfessarne altre che, invece, parlano di carità, di pace e di misericordia. Ma non sta forse scritto anche nel Vangelo che chi non ha una spada deve procurarsela vendendo il mantello, che Gesù è venuto a portare la guerra anziché la pace, e pretende che per seguirlo si debba odiare il padre e la madre? Noi sappiamo bene che quei versetti evangelici hanno un valore allegorico e che debbono essere interpretati, soggetti a un'attenta esegesi. Per i cattolici, l'autorità ecclesiale ha anche questa funzione.

L'Islam non conosce una disciplina ecclesiale ma ha molte scuole teologiche e giuridiche. Teologia e diritto, teologia e politica, sono strettamente correlate: ma anche soggette a una continua problematica giurisprudenziale. Questa è la chiave ch'è necessario tener presente per capire come l'Islam sia una realtà religiosa e culturale estremamente sensibile e flessibile, che nei secoli è riuscita ad adattarsi a infinite situazioni e ad assorbire e metabolizzare un alto numero di culture. L'Islam ha accolto varie correnti del pensiero ebraico, ma anche platonico, neoplatonico, aristotelico; ha assorbito l'insegnamento delle scuole astronomiche persiane e di quelle matematiche indiane; ha saputo reinventare l'astronomia, la medicina, la chimica; e tutto questo sapere ce l'ha passato fra XII e XIII secolo, consentendoci di fondare la modernità.

Abbiamo convissuto con l'Islam. Abbiamo scambiato con il suo mondo non solo merci, ma anche forme di sapere. I nostri rapporti amichevoli e pacifici con esso sono stati qualitativamente e quantitativamente superiori - e di gran lunga - a tutte le crociate e a tutti i jihad del mondo. Questo non è un mio parere: è, obiettivamente, storia scritta e riscritta che solo alcuni divulgatori semicolti si ostinano a ignorare. Leggetevi Il mondo musulmano di Biancamaria Scarcia Amoretti (Carocci); vedrete l'inimmaginabile varietà di esperienze, di voci, di tradizioni, di problematiche, di situazioni che si agitano nell'Islam e nei suoi quindici secoli di storia; conoscerete la straordinaria ricchezza delle splendide culture alle quali esso ha fornito un'anima. Altro che fanatismo.

L'Islam ha molti volti e molte scuole; sta in questi anni affrontando il problema del rapporto con la modernità occidentale, e lo fa con una pluralità di voci e di atteggiamenti la stragrande maggioranza dei quali s'ispira a una volontà di solida convivenza pacifica e di franco, sereno confronto. Certo, non va dimenticato che la quasi totalità dei musulmani vive all'interno di quell'oltre 80% dei popoli della terra che subiscono la globalizzazione ma senza godere del benessere che interessa invece la maggioranza degli occidentali. La miseria, la fame, l'ingiustizia, lo sfruttamento, sono duri da tollerare. In passato, c'è stato chi è insorto e ha anche ucciso nel nome del cristianesimo: la religione di Gesù è forse responsabile diretta di questo? Non sono stati pochi gli irlandesi che si riconoscevano nel terrorismo assassino, quello che ammazzava gli innocenti nei pubs di Londra; ed erano spesso ragazzi che andavano a messa ogni domenica. Ci meraviglieremo se - su un miliardo di musulmani la stragrande maggioranza dei quali è povera, e molti sono esposti all'embargo, ai bombardamenti, alle rappresaglie - le centrali del terrorismo fondamentalista riescono a mettere insieme qualche migliaio di disgraziati che la disperazione spinge al fanatismo? È una percentuale minima. E, quei disgraziati, dovremo davvero condannarli senza cercar nemmeno di capire le ragioni di quei gesti che pure, in se stessi, non possono se non essere condannati?

È dunque essenziale non abbandonare, bensì semmai intensificare il dialogo con le comunità islamiche. È necessario conoscerle e farci conoscere: chiarire a noi stessi (e anche a loro) che nulla nella parola da Dio trasmessa ai figli di Abramo giustifica la violenza, anche se nella storia essi troppo spesso ne hanno abusato. Nulla sarebbe più ingiusto, più insensato e più criminale dell'incitamento indiscriminato a un'interpretazione dei fatti dell'11 settembre nel senso dello scontro «tribale» tra libertà, civiltà e modernità da una parte, fanatismo islamico dall'altra.

Franco Cardini

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26.9

I miti fondatori della politica israeliana di Roger Garaudy

     

Roger Garaudy

I MITI FONDATORI DELLA POLITICA ISRAELIANA

Nuova edizione integrata da

Diritto di replica

1999 - 8° - br. - 230 pp. - L. 38.000 - Euro 19,63

Nota editoriale – Introduzione – I MITI TEOLOGICI – Il mito della "promessa": terra promessa o terra conquistata? – Il mito del "popolo eletto" – Il mito di Giosuè: la purificazione etnica – I MITI DEL VENTESIMO SECOLO – Il mito dell'antifascismo sionista – Il mito della giustizia di Norimberga – Il mito dell'Olocausto – Il mito di una "terra senza popolo per un popolo senza terra" – L'UTILIZZAZIONE POLITICA DEL MITO – La lobby degli Stati Uniti – La lobby in Francia – Il mito del "miracolo israeliano": i finanziamenti esteri di Israele – Conclusioni – Nomi citati

Non bisogna confondere il mito con la storia o pretendere di mettere le conclusioni prima della ricerca, come ha voluto imporre finora un certo terrorismo intellettuale. La storia, come le scienze, non può partire da un a priori intoccabile. Per trasformare in mito il martirio reale degli ebrei, col pretesto di non banalizzarlo, è stato necessario non solo far passare in secondo piano tutti gli altri, ma anche conferire alle sofferenze reali degli ebrei un carattere sacrale (sotto il nome di Olocausto), rifiutato a tutte le altre vittime disseminate dalla violenza politica insita nel corso dei rapporti capitalistici. Questo libro fornisce gli elementi che permettono di giudicare i misfatti di una mitologia sionista che, incondizionatamente sostenuta dagli Stati Uniti, ha già causato cinque guerre e costituisce una minaccia permanente per la pace, a causa dell'influenza che la lobby sionista esercita sulla potenza americana e, attraverso questa, sull'opinione pubblica mondiale.

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25.9

L'immagine dell'Islam in Italia
 

Segnalo l'inserimento sul sito "Est Ovest" - Rivista on line di comparazione culturale www.estovest.org - di un 
articolo già apparso su "Africana", Rivista di Studi extraeuropei, V, 1999 di Enrico Galoppini, L'oggetto misterioso - L'immagine dell'Islàm nell'Italia tra le due guerre mondiali.

www.estovest.org/prospettive/immagine_islam.html

Lo scritto, in giorni in cui un intero universo culturale è guardato con forte diffidenza e, nei peggiori dei casi, viene sottoposto ai fuochi di fila del pregiudizio e dell'ostilità preconcetta da coloro che evocano un futuro da "scontro tra civiltà", vuole rappresentare un piccolo contributo sulla via di un approccio adeguato al mondo dell'Islàm. Sebbene lo studio prenda in considerazione gli anni '20-'30, non sarà difficile per qualsiasi lettore di ordinaria cultura scorgere un fil rouge che - partendo da ancor più lontano - unisce le preoccupazioni e le deformazioni diffuse all'epoca
sugli arabo-musulmani alle prese di posizione di chi oggi lavora all'"avveramento" delle tesi di Samuel Huntington.

Andrea

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25.9

Mario Tarchi riflette di fronte a TV7

Ciao,
ieri sera (domenica), complice il tempo - freddo ed umido – ho trascorso alcune ore davanti alla TV. E, purtroppo per me, di zapping in zapping ho seguito anche un bel po' di TV7 su Rai Uno.
L'inevitabile piatto forte era costituito dai commenti alle dichiarazioni del segretario statunitense alla difesa  Rumsfeld a
proposito dell'"opzione nucleare". (A proposito..visto che la parola 'guerra' esiste e si trova in tutti i  vocabolari -almeno credo- perché non usarla? Perché non parlare 'tranquillamente' di "guerra nucleare"? Mi viene da pensare che certa gente non abbia nessuna remora a sganciare un'atomica su Kabul ma abbia una paura terribile ad usare l'espressione che ne definisce l'azione…ma forse sono io che non capisco...).
La cosa che mi ha colpito è stata la  dichiarazione dell'ex-generale Carlo Jean che ora insegna alla  L.U.I.S.S..una bella lezioncina 'tecnica' durante la quale ho appreso  che le atomiche che hanno distrutto Hiroshima e Nagasaki erano degli
oggetti assai artigianali.perché oggi la tecnica 'finalmente' ha prodotto delle atomiche 'intelligenti'. Degli oggettini simpatici ed utili che operano (e come potrebbe essere diversamente?) in maniera 'chirurgica', 'selezionando' i bersagli, 'limitando' i danni, addirittura esplodendo 'sotto terra', etc. Queste ultime sarebbero particolarmente gradite nella crociata contro bin Laden in quanto tutti sanno che lui ed i suoi accoliti si  nascondono in 'caverne' e 'gallerie' sotterranee e quindi potrebbero essere colpiti senza particolari 'danni collaterali' per i civili afgani che vivono in superficie. Che magari, se avessero un po' di belle antenne satellitari potrebbero continuare a seguire 'Il Grande Fratello'  in diretta TV...e che sfortuna! Purtroppo laggiù non si prende Mediaset...si sa che sono luoghi selvaggi ed incivili... 

Lo so che il mio tono è polemico ma il collegamento fra atomiche che esplodono sotto la superficie e terroristi che vivono in caverne non è mio: l'ha fatto un giornalista presente alla trasmissione e presentato come esperto di una tal rivista di studi strategici. Al termine della lezione dell'ex-generale mi aspettavo che perlomeno qualcuno dei presenti avesse la decenza di saltare sulla sedia e urlargli in faccia che siamo stanchi di sentirci prendere in giro con  la favola delle 'bombe intelligenti', che siamo stanchi di vedere in TV  i massacri in diretta di Baghdad e di Belgrado, per parlare solo dei  più recenti. Ho atteso invano che uno qualsiasi degli altri chiedesse all'ex-generale quanti altri treni stracarichi di poveri disgraziati, quanti altri ospedali e quante altre scuole si dovevano distruggere  prima di convincersi che le 'bombe intelligenti' non esistono, ed invece  nulla, un bel coro di distinguo, una serie infinita di belle parole, tutte pacate, tutte frasi 'politicamente corrette' e tutte coll'usuale cappello che prevede e giustifica 'qualsiasi' reazione statunitense, quindi anche l'"opzione nucleare". Sai  cosa penso? Lo faranno davvero, e se non lo faranno utilizzeranno quest'arma di ricatto globale per il prossimo decennio e  nessuno dei servi occidentali oserà alzare la voce.

A presto.
Fabrizio.

Caro Fabrizio,
purtroppo le cose stanno proprio così. Ma dal mio punto di vista c'è di  peggio: questa forma edulcorata di fanatismo occidentalista sta diventando  "normale" e "ragionevole" anche per persone che mi hanno per anni ammannitodiscorsi più o meno sofisticati sulla loro vocazione di "oppositori del sistema". D'accordo, c'è l'età, la famiglia, il lavoro ecc. ecc., ma c'è
soprattutto l'incapacità di sottrarsi ad una manipolazione mentale che si è  fatta davvero sottile e che usa le armi della  compassione soltanto in certi casi mirati.

Il clima di conformismo, ormai dilagante e che anche queste 'conversioni' (magari mascherate da "ritorni alle origini": xenofobia anti-araba, "difesa dell'Occidente", militarismo sempre e comunque e simili) incrementano, mi impressiona. Ma per la prima volta - più che nel 1999 con i bombardamenti Nato sulla Jugoslavia - mi dà la plastica rappresentazione di una realtà  cui, in qualche modo, un residuo della mia psiche si rifiutava di dare il  giusto credito fino in fondo: siamo ormai liberi - tutti – dai  vecchi campi di appartenenza; lo "stare dalla stessa parte" di 30, 20 o 10 anni fa non determina più le nostre convergenze e i nostri antagonismi odierni. Può sembrare un male oppure un bene, ma è un dato di fatto. E dobbiamo trarne le debite  conseguenze, se non vogliamo restare inerti di fronte alla cancellazione di ogni, anche minimo, spazio di dissenso.

Marco Tarchi

25.9

Ecco le prove!

Vi prego di leggere con attenzione il documento  che segue (tratto dal sito di Islamonline). Poi ognuno faccia le sue considerazioni.
Forse qualcuno (forse pochissimi) si sta chiedendo se prima di attaccare Bin Laden, l'Afghanistan, il Pakistan o chi preferite, non sarebbe il caso che gli USA forniscano qualche evidenza dei sospetti/accusa nei confronti dei terroristi fondamentalisti estremisti musulmani.
Se queste (vedi documento che segue) sono le prove della matrice islamica degli attentati in America, allora anche un asino può capire cosa vogliono intendere Bush e i suoi simili quando parlano di "crociata contro il “terrorismo”! 

Con preghiera di ampia e rapida diffusione (nel sito di Islamonline i non italofoni possono trovare l'originale in inglese).

 I sospettati di origine saudita nell'attacco agli U.S.A. non erano negli  U.S.A.

RIYADH, 17 settembre 2001 (IslamOnline & News Agencies) – Rappresentanti del governo americano a Riyadh hanno presentato scuse ufficiali ad Abdul Rahman Said al-Omari alla presenza di delegati del Ministero degli interni saudita per avere incluso il suo nome nella lista dei sospettati per gli attacchi  terroristici negli U.S.A., secondo quanto riportato da alcune agenzie d'informazione lunedì.

Omari, un pilota delle linee aeree saudite,  ha riferito al quotidiano saudita Al-Watan di essere rimasto sbalordito nel vedere il
proprio nome nella lista dei sospettati di aver preso parte agli attacchi al Pentagono ed al World Trade Center martedì compilata dall'FBI, secondo quanto riportato dall'agenzia France-Presse.

Omari ha riferito di aver fatto ritorno in Arabia Saudita all'inizio di  settembre, dopo aver partecipato per un anno ad un corso di aggiornamento negli Stati Uniti, ha aggiunto l'agenzia francese.

Allo stesso tempo la madre di un altro saudita, anch'egli fra i sospettati  per gli attacchi dell'11 settembre, lunedì ha affermato che suo figlio è da due anni che si è recato in Cecenia prestando servizio in un'organizzazione umanitaria che opera nella repubblica musulmana dilaniata dalla guerra.

La madre di Ahmad Ibrahim al-Ghamdi ha detto a Al-Watan che suo figlio studiava presso la facoltà di ingegneria alla Mecca prima di partire per la  Cecenia, ha riportato la France-Press.

Ibrahim, 20 anni, il più giovane fra tre figli maschi e quattro femmine, è  rimasto in costante rapporto con la sua famiglia dalla Cecenia, ha riferito sua madre.

 Il padre di Fayez Mohammad al-Shehri, un altro saudita indicato fra i  sospettati, ha riferito al quotidiano che anche suo figlio è
partito per la  Cecenia due anni or sono con l'organizzazione umanitaria. "E' partito con l'organizzazione umanitaria" ha affermato il padre di  Shehri, un preside di scuola.

Degno di rilievo è poi il fatto che le prime liste dei passeggeri deceduti dell'American Airlines  nei voli n° 11 e n° 77 e del volo della United n° 175, pubblicate il 13 settembre dal quotidiano inglese The Guardian, non  includevano alcun nome arabo o medio-orientale. Secondo The Guardian, 81 passeggeri e 11 membri dell'equipaggio si trovavano a bordo del velivolo dell'American Airlines n° 11, in rotta da Boston a Los Angeles, mandato a sbattere contro la torre nord del World Trade
Center.

Questa è la prima, parziale lista dei passeggeri a bordo del volo.

 Equipaggio
 Capitano John Ogonowski
 Primo ufficiale Thomas McGuinness
 Barbara Arestegui
 Jeffrey Collman
 Sara Low
 Karen Martin
 Kathleen Nicosia
 Betty Ong
 Jean Roger
 Dianne Snyder
 Madeline Sweeney

 Passeggeri
 Anna Allison
 David Angell
 Lynn Angell
 Seima Aoyama
 Myra Aronson
 Christine Barbuto
 Carol Bouchard
 Neilie Casey
 Jeffrey Coombs
 Tara Creamer
 Thelma Cuccinello
 Patrick Currivan
 Andrew Currygreen
 Brian Dale
 David Dimeglio
 Donald Ditullio
 Albert Dominguez
 Al Filipov
 Carol Flyzik
 Paul Friedman
 Karleton Fyfe
 Peter Gay
 Linda George
 Edmund Glazer
 Page Hackel Farley
 Peter Hashem
 Robert Hayes
 Edward Hennessy
 John Hofer
 Cora Holland
 Nicholas Humber
 John Jenkins
 Charles Jones
 Robin Kaplan
 Barbara Keating
 David Kovalcin
 N Janis Lasden
 Danny Lee
 Daniel Lewin
 Jeff Mladenik
 Antonio Montoya
 Laura Morabito
 Mildred Naiman
 Laurie Neira
 Renee Newell
 Jacqueline Norton
 Robert Norton
 Jane Orth
 Thomas Pecorelli
 Bernthia Perkins
 Sonia Puopolo
 David Retik
 Philip Rosenweig
 Richard Ross
 Heath Smith
 Douglas Stone
 Xavier Suarez
 James Trentini
 Mary Trentini
 Mary Wahlstrom
 Kenneth Waldie
 John Wenckus
 Candace Williams
 Christopher Zarba

Circa 58 passeggeri e sei membri dell'equipaggio si trovavano a bordo quando  il volo n° 77 dell'American Airlines, in viaggio da Washington Dulles a Los  Angeles, ha colpito il Pentagono, secondo quanto riportato da The Guardian. Anche per questo volo, non appare nella lista alcun nome arabo o medio-orientale.

 Equipaggio
 Capitano Charles Burlingame
 Primo ufficiale David Charlebois
 Michele Heidenberger
 Jennifer Lewis
 Kenneth Lewis
 Renee May

 Passengers
 Paul Ambrose
 Yemen Betru
 MJ Booth
 Bernard Brown
 Suzanne Calley
 William Caswell
 Sarah Clark
 Asia Cottom
 James Debeuneure
 Rodney Dickens
 Eddie Dillard
 Charles Droz
 Barbara Edwards
 Charles Falkenberg
 Zoe Falkenberg
 Dana Falkenberg
 James Ferguson
 Budd Flagg
 Dee Flagg
 Richard Gabriel
 Ian Gray
 Stanley Hall
 Bryan Jack
 Steve Jacoby
 Ann Judge
 Chandler Keller
 Yvonne Kennedy
 Norma Khan
 Karen Kincaid
 Norma Langsteuerle
 Dong Lee
 Dora Menchaca
 Chris Newton
 Barbara Olson
 Ruben Ornedo
 Lisa Raines
 Todd Reuben
 John Sammartino
 Diane Simmons
 George Simmons
 Mari Rae Sopper
 Robert Speisman
 Leonard Taylor
 Sandra Teague
 Leslie Whittington
 John Yamnicky
 Vicki Yancey
 Shuyin Yang
 Yuguag Zheng

Circa 56 passeggeri e 9 membri dell'equipaggio si trovavano a bordo quando il volo n° 175 della United, in viaggio da Boston a Los Angeles, ha sbattuto  contro la torre sud del World Trade Center, secondo quanto riportato da The  Guardian. Anche per questo volo, non appare nella lista alcun nome arabo o  medio-orientale.

 Equipaggio
 Capitano Victor Saracini
 Primo ufficiale Michael Horrocks
 Robert J Fangman
 Amy N Jarret
 Amy R King
 Kathryn L Laborie
 Alfred G Marchand
 Michael C Tarrou
 Alicia N Titus

 Passeggeri
 Alona Avraham
 Garnet Bailey
 Mark Bavis
 Graham Berkeley
 Klaus Bothe
 David Brandhorst
 Daniel Brandhorst
 John Cahill
 Christoffer Carstanjen
 John Corcoran
 Dorothy Dearaujo
 Gloria Debarrera
 Lisa Frost
 Lynn Goodchild
 Francis Grogan
 Carl Hammond
 Gerald Hardacre
 Eric Hartono
 James Hayden
 Roberta Jalbert
 Ralph Kershaw
 Heinrich Kimmig
 Brian Kinney
 Maclovia Lopez
 Marianne Macfarlane
 Juliana Mccourt
 Ruth Mccourt
 Wolfgang Menzel
 Shawn Nassaney
 Marie Pappalardo
 Patrick Quigley
 Jesus Sanchez
 Kathleen Shearer
 Robert Shearer
 Jane Simpkin
 Brian Sweeney
 Tim Ward
 William Weems

 Contemporaneamente, una fonte ufficiale della Saudi Airlines ha annunciato che Amer Kenfer, un ingegnere aeronautico  saudita il cui nome era apparso  nella lista dei passeggeri a bordo del volo della United Airlines, in  viaggio da Boston a Los Angeles, risiede attualmente in Arabia Saudita.

 Kenfer ha chiamato la Saudi Airlines da casa sua alla Mecca non appena ha  sentito il suo nome annunciato fra quelli dei passeggeri del volo della  United, indicando che un altro passeggero può aver fatto uso del suo nome dal momento che agli stranieri negli U.S.A. non viene chiesto di esibire il  passaporto nei voli interni.

Una fonte saudita ufficiale ha aggiunto che un altro sospettato saudita il  cui nome era stato ugualmente incluso nella lista dei passeggeri a bordo del  volo della United, Amir Bokhari - un pilota della Saudi Airlines – è  deceduto due anni fa nel corso di addestramenti aeronautici.

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25.9

Lettera al Giornale

Enzo Viscuoso

Ho scritto questa lettera al vice direttore del Giornale, e gliela spedisco per conoscenza.

Io sono uno di "quelli". Quelli che in questi giorni hanno detto "ma", ne ho detti molti, e accalorato; uno di quelli che "dovrebbe vergognarsi". Beh, siamo in guerra del resto, no? Scrivo a lei, poi, che ha perso degli amici; ma anch'io ho un amico newyorchese che ora abita nella mia città, che è stato molto indaffarato a verificare che suoi vecchi amici fossero ancora vivi. Anche lui però dice incazzato "ma". Non tutti gli islamici sono uguali, e neppure gli americani, per fortuna. Non tutti sono fondamentalisti, intendo, non tutti pensano di voler combattere per un Bene Assoluto contro il Male Assoluto per perseguire la Giustizia Infinita.

Altrettanti però, da ambo le parti, purtroppo sì. Mi sembra inevitabile che ciò comporti una notevole perdità di equilibrio critico. Ad esempio, sui palestinesi che hanno festeggiato è caduta inappellabile la condanna di barbarie. Che quelle scene non fossero belle è fuori di dubbio; ma non mi sembrerebbe sciocco cercare di capire cosa significa convivere con la morte e la violenza da quando si è nati. Sarebbe stato come chiedere agli italiani allo stremo del '45 con il loro territorio occupato, bombardati, razziati, con le famiglie dimezzate, di piangere per l'orrore di Dresda (agghiacciante paragone durbanese, vero?).

Intanto, tanti americani civili, colti e misericordiosi nel tempo libero si danno alla caccia all'islamico, bambini compresi, o praticano scherzetti quale il lancio di sangue di maiale contro le loro abitazioni. Certo, atti condannati da tutti. Ma qui cominciano gli altri "ma", i vostri. Perché l'America è "esasperata"... ma Lei sa cosa significa esasperazione? «L'odio chiama odio, la gente chiede verità e giustizia..», in queste parole, e in tante altre, ecco distinguo altrettanto sconcertanti, vi si capisce che in fondo quegli americani sì, sbagliano, certo, "ma".. sono giustificabili. Perché la Giustizia Infinita è la loro. «La sopraffazione chiama l'odio», Lei lo dice e sembra non mostrare dubbi che mai gli Americani hanno sopraffatto qualcuno. E allora, ecco atteggiamenti inquietanti da imbonitori di questo Bene. Gandola mostra infatti di aver letto il comunicato di Chomsky, ma ne cita una frase generica liquidandolo come veteromarxista, col che non c'è più bisogno di sapere cosa altro abbia affermato, ovvero quali siano state le sopraffazioni che hanno mosso l'odio, chi ha voluto davvero iniziare questo gioco orribile sulla pelle di tanti innocenti. Non le ripeterò, tanto lei le conosce benissimo.

Allora anche i "silenzi assordanti" non sono tutti uguali. Su questa via, può diventare un «sacrificio di un nuovo martire» anche ostinarsi a non annullare la riunione di lavoro mentre migliaia di persone ti stanno bruciando vive davanti alla finestra (e sarei io, vero, il cinico?).

 Spiegare perché Dio abbia raso al suolo Sodoma e Gomorra è affare da teologi; giustificare oggi chi fa bombardamenti a tappeto in nome di una strategia geopolitica che chiama Bene Assoluto, tacendoli perché non si indaga sul modo di perseguirlo, mi sembra da teocratici impazziti, più che da giornalisti amanti della libertà.

 Sappia infine che ho scoperto con piacere che siamo in tanti, più di quel che i mass media lasciano pensare, a dire
"ma". Persone intelligenti, colte, che ragionano pacatamente, che fanno una vita normale, di lavoro, che non devono sfogare odi repressi, che hanno valori civili. Sono rimaste sconcertate, si augurano che la spirale di morte si fermi, ma hanno tanti "ma" da dire, senza scrivere frasi con improbabili kappa. E ora  hanno ancora più voglia di alzare la voce.
Daniele De Luigi





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23.9

L'indiano buono

L'indiano buono esiste anche in Italia. Si chiama Massimo Palazzi, ma è meglio noto come Shaykh Abdul Hadi Palazzi. E' con questo titolo che il TG3 del 15 settembre ha presentato quello che il giornalista ha definito "il leader dei musulmani italiani". Lo shaykh, con voce acuta e accento
romano, ha denunciato "terroristi" e "complici dei terroristi" in tutto il mondo islamico.
Nel febbraio del 2001, il presidente d'Israele, Moshe Katsav, ha ricevuto il Palazzi, definito segretario dell'Associazione dei musulmani italiani e anche condirettore dell'Islam-Israel Fellowship of the Root and Branch Association," un'associazione che - come chiarisce il nome - sostiene che
gli ebrei sono la radice, gli altri tutt'al più rami. Palazzi era il principale relatore a un convegno organizzato in pieno Intifada per sostenere la proprietà ebraica di Gerusalemme.
Non era la prima volta. Già nel luglio del 1996 il ministero di giustizia d'Israele aveva organizzato un convegno sul tema 'Gerusalemme: Città di legge e giustizia.' Tra i relatori, informa il Jerusalem Post, "il Prof. Abdul Hadi Palazzi, direttore dell'Istituto Islamico di Roma," che sostenne che l'islam non ha alcuna obiezione alla sovranità ebraica sui luoghi santi della città di Gerusalemme, e affermò che la maggioranza dei "chierici" musulmani in Italia era d'accordo con lui. La notizia ha subito fatto il giro del circuito dei fanatici protestanti americani, per cui il trionfo militare dello Stato d'Israele è il segno che permetterà a Gesù di sbaragliare i nemici di Dio (e dell'America) ad Armageddon. Su Twentieth Century Watch (sett.-ott. 1996), il discorso di Palazzi (diventato un
"chierico islamico altamente rispettato") si è trasformato infatti in segno apocalittico.
Se poi apriamo il sito dei coloni religiosi di Hebron - fanatici armati, quasi tutti provenienti dagli Stati Uniti, che hanno spesso e volentieri fatto strage dei loro vicini palestinesi - scopriamo che il nostro indiano buono frequenta alcuni dei peggiori cacciatori d'indiani del West: infatti si fa fotografare fieramente a fianco dei terroristi di destra (http://www.hebron.org.il/pics/shechpalazzi.htm).
Palazzi ne ha fatta davvero di strada da quando lavorava presso l'ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran a Roma. In realtà, Massimo Palazzi ha sempre fatto strada. A quindici anni era un
'anziano' dei mormoni. Passò a frequentare ambienti dell'estrema destra evoliana, per poi entrare nel culto dei Bambini di Dio e nel gruppo di Rajneesh, prima di diventare musulmano.

In ambito islamico, Palazzi è stato criticato anche per la sua adesione alla Massoneria, dove però non ha mai superato il grado di "Maestro Perfetto" e dove era addetto semplicemente alla riscossione delle quote in una piccola loggia romana.

Palazzi raggiunse una certa notorietà quando alcuni militanti di Rifondazione Comunista scovarono su una sua fanzine un articolo che sosteneva la falsità dei Diari di Anna Frank. Durante la campagna
elettorale che agli inizi degli anni Novanta contrappose Rutelli a sinistra e Fini e a destra per il posto di sindaco di Roma, Palazzi ha partecipato fino alle ultime settimane alla campagna per Rutelli, per poi lanciarsi nel sostegno al suo avversario, dopo aver scoperto che la destra aveva qualche possibilità di vincere ma nessuno che si occupasse della questione
dell'immigrazione.

Di che cosa sarebbe docente il "Prof. Palazzi"? Da un articolo carico di elogi pubblicato sul Jerusalem Post (il peggiore quotidiano dell'altrimenti vivace e intelligente stampa israeliana, ma
l'unico in lingua inglese e quindi la sola fonte della maggior parte dei giornalisti in Medio Oriente), apprendiamo che Palazzi "insegna all'Istituto di studi antropologici di Roma, ed è stato docente di storia delle religioni all'università di Velletri". Stranamente, da una ricerca su Internet per il primo, compare solo una scuola di danza, mentre a Velletri si trova unicamente il corso di Enologia dell'Università della Tuscia, una specializzazione quantomeno curiosa per un musulmano.
In un certo senso, possiamo dire che Palazzi rappresenta solo se stesso e la propria faccia tosta. In un altro, più profondo, possiamo dire che Palazzi rappresenta i valori fondanti del Terzo Millennio.


Miguel Martinez
http://www.kelebekler.com

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22.9

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Petizione:
Gli Stati Uniti sono sul punto di dichiarare guerra.
Dopo la distruzione delle due torri gemelle e di parte del
pentagono, il Presidente degli Stati Uniti assicura che si tratta di un
attacco non solo contro gli USA, ma contro la civilta intera. Lo stato
di allerta negli USA e molto forte, la popolazione e sconvolta e
indignata e chiede giustizia e un contrattacco in nome dei fratelli
morti.
Ci troviamo cosi oggi in un momento di forte disequilibrio
mondiale che potrebbe portare ad una TERZA GUERRA MONDIALE. Se tu sei
contro questa ipotesi , l'ONU sta raccogliendo firme per evitare questo
tragica eventualita. PER FAVORE COPIA questa e-mail in un nuovo
messaggio, firmalo alla fine della lista e mandalo a tutte le persone
che conosci. Se riceverai questa lista con piu di 500 firme, per favore
inviane una copia a:
mailto:unicwash@unicwash.org>unicwash@unicwash.org
Anche se non vuoi firmare, per favore non eliminare questa
petizione.
 1) Suzanne Dathe, Grenoble, France
 2) Laurence COMPARAT, Grenoble,France
 3) Philippe MOTTE, Grenoble, France
 4) Jok FERRAND, Mont St Martin, France
 5) Emmanuelle PIGNOL, St Martin d'Heres,FRANCE
 6) Marie GAUTHIER, Grenoble, FRANCE
 7) Laurent VESCALO, Grenoble, FRANCE
 8) Mathieu MOY, St Egreve, FRANCE
 9) Bernard BLANCHET, Mont St Martin,FRANCE
10) Tassadite FAVRIE, Grenoble, FRANCE
11) Loic GODARD, St Ismier, FRANCE
12) Benedicte PASCAL, Grenoble, FRANCE
13) Khedaidja BENATIA, Grenoble, FRANCE
14) Marie-Therese LLORET, Grenoble,FRANCE
15) Benoit THEAU, Poitiers, FRANCE
16) Bruno CONSTANTIN, Poitiers, FRANCE
17) Christian COGNARD, Poitiers, FRANCE
18) Robert GARDETTE, Paris, FRANCE
19) Claude CHEVILLARD, Montpellier, FRANCE
20) gilles FREISS, Montpellier, FRANCE
21) Patrick AUGEREAU, Montpellier, FRANCE.
22) Jean IMBERT, Marseille, FRANCE
23) Jean-Claude MURAT, Toulouse,France
24) Anna BASSOLS, Barcelona, Catalonia
25) Mireia DUNACH, Barcelona, Catalonia
26) Michel VILLAZ, Grenoble, France
27) Pages Frederique, Dijon, France
28) Rodolphe FISCHMEISTER,Chatenay-Malabry, France
29) Francois BOUTEAU, Paris, France
30) Patrick PETER, Paris, France
31) Lorenza RADICI, Paris, France
32) Monika Siegenthaler, Bern,switzerland
33) Mark Philp, Glasgow, Scotland
34) Tomas Andersson, Stockholm, Sweden
35) Jonas Eriksson, Stockholm, Sweden
36) Karin Eriksson, Stockholm, Sweden
37) Ake Ljung, Stockholm, Sweden
38) Carina Sedlmayer, Stockholm,Sweden
39) Rebecca Uddman, Stockholm, Sweden
40) Lena Skog, Stockholm, Sweden
41) Micael Folke, Stockholm, Sweden
42) Britt-Marie Folke, Stockholm,Sweden
43) Birgitta Schuberth, Stockholm,Sweden
44) Lena Dahl, Stockholm, Sweden
45) Ebba Karlsson, Stockholm, Sweden
46) Jessica Carlsson, Vaxjo, Sweden
47) Sara Blomquist, Vaxjo, Sweden
48) Magdalena Fosseus, Vaxjo, Sweden
49) Charlotta Langner, Goteborg,Sweden
50) Andrea Egedal, Goteborg, Sweden
51) Lena Persson, Stockholm, Sweden
52) Magnus Linder, Umea ,Sweden
53) Petra Olofsson, Umea, Sweden
54) Caroline Evenbom, Vaxjo, Sweden
55) Asa Pettersson, Grimsas, Sweden
56) Jessica Bjork, Grimsas, Sweden
57) Linda Ahlbom Goteborg, Sweden
58) Jenny Forsman, Boras, Sweden
59) Nina Gunnarson, Kinna, Sweden
60) Andrew Harrison, New Zealand
61) Bryre Murphy, New Zealand
62) Claire Lugton, New Zealand
63) Sarah Thornton, New Zealand
64) Rachel Eade, New Zealand
65) Magnus Hjert, London, UK
67) Madeleine Stamvik, Hurley, UK
68) Susanne Nowlan, Vermont, USA
69) Lotta Svenby, Malmoe, Sweden
70) Adina Giselsson, Malmoe, Sweden
71) Anders Kullman, Stockholm, Sweden
72) Rebecka Swane, Stockholm, Sweden
73) Jens Venge, Stockholm, Sweden
74) Catharina Ekdahl, Stockholm,Sweden
75) Nina Fylkegard, Stockholm, Sweden
76) Therese Stedman, Malmoe, Sweden
77) Jannica Lund, Stockholm, Sweden
78) Douglas Bratt
79) Mats Lofstrom, Stockholm, Sweden
80) Li Lindstrom, Sweden
81) Ursula Mueller, Sweden
82) Marianne Komstadius, Stockholm,Sweden
83) Peter Thyselius, Stockholm, Sweden
84) Gonzalo Oviedo, Quito, Ecuador
85) Amalia Romeo, Gland, Switzerland
86) Margarita Restrepo, Gland,Switzerland
87) Eliane Ruster, Crans p.C.,Switzerland
88) Jennifer Bischoff-Elder, Hong Kong
89) Azita Lashgari, Beirut, Lebanon
90) Khashayar Ostovany, New York, USA
91) Lisa L Miller, Reno NV
92) Danielle Avazian, Los Angeles, CA
93) Sara Risher,Los Angeles,Ca.
94) Melanie London, New York, NY
95) Susan Brownstein , Los Angeles, CA
96) Steven Raspa, San Francisco, CA
97) Margot Duane, Ross, CA
98) Natasha Darnall, Los Angeles, CA
99) Candace Brower, Evanston, IL
100) James Kjelland, Evanston, IL
101) Michael Jampole, Beach Park, IL,USA
102) Diane Willis, Wilmette, IL, USA
103) Sharri Russell, Roanoke, VA, USA
104) Faye Cooley, Roanoke, VA, USA
105) Celeste Thompson, Round Rock, TX,USA
106) Sherry Stang, Pflugerville, TX,USA
107) Amy J. Singer, Pflugerville, TX, USA
108) Milissa Bowen, Austin, TX USA
109) Michelle Jozwiak, Brenham, TX USA
110) Mary Orsted, College Station, TX USA
111) Janet Gardner, Dallas, TX USA
112) Marilyn Hollingsworth, Dallas, TX USA
113) Nancy Shamblin, Garland. TX USA
114) K. M. Mullen, Houston, TX - USA
115) Noreen Tolman, Houston, Texas -USA
116) Laurie Sobolewski, Warren, MI
117) Kellie Sisson Snider, Irving Texas
118) Carol Currie, Garland, Garland Texas
119) John Snyder, Garland, TX USA
120) Elaine Hannan, South Africa
121) Jayne Howes, South Africa
122) Diane Barnes, Akron, Ohio
123) Melanie Dass Moodley, Durban, SouthAfrica
124) Imma Merino, Barcelona, Catalonia
125) Toni Vinas, Barcelona, Catalonia
126) Marc Alfaro, Barcelona, Catalonia
127) Manel Saperas, Barcelona,Catalonia
128) Jordi Ribas Izquierdo, Catalonia
129) Naiana Lacorte Rodes, Catalonia
130) Joan Vitoria i Codina,Barcelona,Catalonia
131) Jordi Paris i Romia, Barcelona,Catalonia
131) Marta Truno i Salvado,Barcelona,Catalonia
132) Jordi Lagares Roset,Barcelona,Catalonia
133) Josep Puig Vidal,Barcelona,Catalonia
134) Marta Juanola i Codina,Barcelona,Catalonia
135) Manel de la Fuente i Colino,Barcelona,Catalonia
136) Gemma Belluda i Ventura,Barcelona,Catalonia
137) Victor Belluda i Ventur,Barcelona,Catalonia
138) MaAntonia Balletbo, barcelona, Spain
139) Mireia Masdevall Llorens,Barcelona,Spain
140) Clara Planas, Barcelona, Spain
141) Fernando Labastida Gual,Barcelona,Spain
142) Cristina Vacarisas, Barcelona, Spain
143) Enric Llarch i Poyo,Barcelona,CATALONIA
144) Rosa Escoriza Valencia,Barcelona,Catalonia
145) Silvia Jimenez, Barcelona,Catalonia
146) Maria Clarella, Barcelona, Catalonia
147) Angels Guimera, Barcelona, Catalonia
148) M.Carmen Ruiz Fernandez,Barcelona,Catalonia
149) Rufi Cerdan Heredia,Barcelona,Catalonia
150) M. Teresa Vilajeliu Roig, Barcelona,Catalonia
151) Rafel LLussa, Girona,Catalonia,Spain
152) Mariangels Gallego Ribo,Gelida,Catalonia
153) Jordi Cortadella, Gelida, Catalonia
154) Pere Botella, Barcelona,Catalonia(Spain)
155) Josefina Auladell Baulenas,Catalunya(Spain)
156) Empar Escoin Carceller,Catalunya(Spain)
157) Elisa Pla Soler, Catalunya(Spain)
158) Paz Morillo Bosch, catalunya(Spain)
159) Cristina Bosch Moreno, Madrid(Spain)
160) Marta Puertolas, Barcelona(Spain)
161) Elisa del Pino (Madrid) Spain
162) Joaquin Rivera (Madrid) Spain
163) Carmen Barral (Madrid) Spain
164) Carmen del Pino (Madrid) Spain
165) Asuncion del Pino (Madrid) Spain
166) Asuncion Cuesta (Madrid) Spain)
167) Ana Polo Mediavilla (Burgos)Spain
168) Mercedes Romero Laredo(Burgos)Espana
169) Oliva Mertinez Fernandez(Burgos)Espana
170) Silvia Leal Aparicio (Burgos)Espana
171) Claudia Elizabeth Larrauri(BahiaBlanca),Argentina
172) Federico G. Pietrokovsky(C.F.)Argentina
173) Naschel Prina (CapitalFederal)Argentina
174) Daniela Gozzi (Capital Federal)Argentina
175) Paula Elisa Kvedaras(CapitalFederal)Argentina
176) Antonio Izquierdo (Valencia)Espana
177) Ana Belen Perez Solsona (Valencia)Espana
178) Paula Folques Diago (Valencia)Espana
179) Nestor Alis Pozo (Valencia)Espana
180) Rafael Alis Pozo (valencia) Spain
181) Isabel Maria Martinez(Valencia)Espana
182) Cristina Bernad Guerrero(Valencia)Espana
183) Iria Barcia Sanchez
184) Elena Barrios Barcia. Uppsala.Suecia
185) Illana Ortiz Martin.Munchen.Alemania
186) Santiago Rodriguez Rasero.Munchen.Alemania
187) David Agos Diaz. Pamplona. Espana
188) Juan Luis Ibarretxe. Galdakao.E.H.
189) Ruben Diez Ealo. Galdakao. E.H.
190) Marcial Rodriguez Garcia. Ermua.
191) Imanol Echave Calvo. San Sebastian.Spain.
192) Begona Ortiz de ZarateLazcano.Vitoria-Gasteiz.Spain
193) David Sanchez Agirregomezkorta.Gasteiz.Euskadi.
194)Alberto Ruiz De Alda.Gasteiz.Euzkadi
195) Juan Carlos Garcia Obregon.Vitoria-Gasteiz.Espana
196) Jon Aiarza Lotina. Santander.Spain
197)teresa del Hoyo Rojo. Santander.
198) Celia Nespral Gaztelumendi.Santander. Espana
199) Pedro Martin Villamor, Valladolid.Espana.
200) Victoria Arratia Martin, Valladolid,Espana
201) Javi Tajadura Martin, Portugalete,Euskadi.Spain
202)Lourdes Palacios Martin, Bilbao, Spain
203) Jesus Avila de Grado, Madrid,Espana
204) Eva Maria Cano Lopez. Madrid. Spain
205) Emilio Ruiz Olivar, Londres, UK
206) Maru Ortega Garcia del Moral,CALAHORRA, ESPANA
207) Juan Carlos Ayala Calvo, Logrono, Spain
208) Rocio Munoz Pino, Logrono, Espana
209) Ximena Pino Burgos, Santiago,Chile
210) Roberto Saldivia Quezada, Santiago,Chile
211) Paola Gonzalez Valderrama, Santiago,Chile
212) Cesar Morales Pena y Lillo, Santiago
213) Denisse Labarca Abdala ,Santiago,Chile
214) Maria Paz Gonzalez Garay
215) Daniela Millar Kaiser, Santiago,Chile
216) Alvaro Wigand Perales, Valdivia,Chile
217) Gladys Bustos Carrasco,Quilicura,Chile
218) Patricio Criado Rivera,Quilicura,Chile
219) Carolina Aguilar Monsalve,Valdivia,Chile
220) Carmen Silva Utrilla, Madrid, Espana
221) Martha Yolanda RodriguezAviles,Queretaro,Mexico
222) LAURA RODRIGUEZAVILES,COZUMEL,QUINTANA ROO,MEXICO
223)KATIA HAHN , MERIDA, YUCATAN
224) [Sofia Gallego] Mexicali, B.C.
225) BEATRIZ CASTANEDA DE CLARIOND,Monterrey, Mexic
226) VICTOR KERBER PALMA, Monterrey, Mexico
227) Rocio Sanchez Losada, Mexico D.F.
228) Lorenza Estandia Gonzalez Luna,Mexico D.F.
229) Gabriel Gallardo D'Aiuto,Mexico
230) Jose Antonio Salinas, Monterrey, N.L., Mex.
231) Laura Cantu, Mty N.L., Mex
232) Jossie Garcia, Mty N.L Mex
233) Martha Vazquez Gonzalez, Mty, N.L.; Mex.
234) Olga Moreno, Monterrey, NL, Mex
235) Mariana Camargo, Pto. Vallarta,Jal; Mex.
236) Alfonso Villa, Toluca, Mexico
237) Arturo Rodriguez Reyes, Toluca, Edo Mexico, MEXICO
238) Fernanda Villela, Mexico D.F., MEXICO
239) Pilar Jimenez, Caracas, VENEZUELA
240) Erika Rovelo, Mexico D.F., MEXICO
241) ALEJANDRO LECANDA, CIUDAD DE MEXICO, MEXICO
242) Gabriela Diaz de Sandi, Cd. Mexico, Mexico
243) Jorge Bustamante Orgaz, Ciudad de Mexico,
244) Andrea Santos Morales, Cuidad de Mexico,
245) Nuria Flores-Conticello, New York, USA
246) Alexandra Haas Paciuc, NY, USA
247) Ana Reyes-Retana Lasa, Mexico DF
248) Arturo Santillana Andraca, Mexico, D.F.
249) Julieta Marcone Vega, Mexico,
250) David Valenzuela Galvan, Cuernavaca, Morelos, Mexico
251) Ana Claudia Nepote, Ensenada, B.C. Mexico
252) Martha Lopez Forment, Stuttgart, Alemania
253) Ana Luisa Carreno, D.F. Mexico
254) Ana Bertha Villasenor, D. F. Mexico
255) Federico Oloriz, Espana
256) Carlo Sarti, Italia
257) Rosa Elisa Giangoia, Genova, Italia
258)Giuseppe Coscione
259)Maria Caterina Cifatte
260) Carla Galetto, Pinerolo (To) Italia
261) Beppe Pavan, Pinerolo (To) Italia
262) Simone Pavan, Pinerolo (To) Italia
263) Silvia Balocco, Pinerolo (To) Italia
264) Luca Fasolis, Torino, Italia
265) Alessandra Corrias, Torino, Italia
266) Anna Buscemi, torino. italia
267) Tiziana Figuccio, Torino, Italia
268) Ivan Borsello, Torino, Italia
269) Alberto Magliano, Torino Italia
270) Benedetto Tancredi Torino Italia
271) Susanna Bosso, Torino Italia
272) Manuela Haberling, Torino Italia
273) Antonella Conte, Torino Italia
274) Apra' Elena, Torino Italia
275) Coggiola Desiree, Torino Italia
276) Susanna Bella, Torino, Italia
277) Chiaraviglio elisa, Torino, Italia
278) Max Bartoli, Rome Italy
279) Mia Lecomte, Rome Italy
280) Peter Boutourline, Rome Italy
281)Zaid Sahlemariam Abrha, Rome Italy
282)Mariana Leyva Camones, Rome Italy
283) Gabriella Francescato, Rome Italy
284) Corrado Dell'Arciprete, Rome Italy
285) Paolo Dell'Arciprete, Rome Italy
286)Yves Lecomte, Lugano Svizzera
287) Adriana Moratti, Lugano Svizzera
288) Fabrice Lecomte, Lugano Svizzera
289) Diana Ceci, Lugano Svizzera
290) Samar Doumett, Damasco Siria
291) Lorenzo Trombetta, Damasco Siria
292) Maria Rosaria Rotondo, Damasco Siria
293) Saer Doumett, Damasco Siria
294) Sarah Doumett, Damasco Siria
295) Issa Doumett, Damasco Siria
296) Rosetta Messori, Rome Italy


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22.9

Indice di Diario della settimana

Diario della settimana è in edicola.
Il numero è intitolato "La fine del mondo", in copertina ci sono ancora le Torri Gemelle.
Settanta pagine sono dedicate a quanto è successo martedì 11 settembre 2001.

Come sempre,

buona lettura

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Caro Diario

La mossa della Torre di Enrico Deaglio

Cronaca dell'ultimo giorno di Alessandro Marzo Magno e Mario Portanova

"Manhattan sembra Pompei" in diretta dalla chat di Diario

Il presidente che non c'era di Bruno Marolo

La Cia non li spia di Gianni Barbacetto

Martiri, o forse no a cura di Marina Morpurgo

La festa dello sconforto di Francesco Piccolo

Noi, popolo americano di Francesco Dragosei

Vidal e l'entropia dell'impero di Pietro Cheli


"È l'ultimo avvertimento per noi" di Goffredo De Pascale

"Caro Diario, quanti innocenti moriranno ancora?" I lettori scrivono

Il giorno prima

Come eravamo di Assunta Sarlo

La scuola di cui si parla di Mario Portanova

Paul e Art a Central Park di Alberto Campo

Sabra e Chatila, 19 anni dopo di Stefano Liberti

Il Paese del surreal socialismo di Francesco Bruscoli

The end di Elfo

www.diario.it

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22.9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EgyptAir 990 Reconsidered

(articolo apparso su The Jerusalem Post del 22 settembre 2001)

I believe Egypt covered up the truth about EgyptAir 990, which was, if you think about it, a 1999 dress rehearsal for what happened on Sept 11, 2001. That was the debut of the terrorist commercial airline pilot, and included an unauthorized takeover of the cockpit controls. That was also the first time the aim of a hijacking changed from a method of getting hostages to a way to kill all the passengers using the jumbo jet itself rather than an on-board bomb. Sound familiar?

Yet the Egyptian government sat on their suspicions and stuck to the ABSURD contention that EgyptAir 990 couldn't be a suicide attack or even a case of pilot suicide because that would violate Islam. Even after the FAA recovered the black box and handed them the report of their investigation the Egyptians refused to own up to its findings - which point to infiltration of the Egyptian pilot corps by a jihad organization. But the voice recorder does not lie. The pilot said in Arabic, "I have made my decision. I put my faith in Allah," before putting the 767 into a steep dive and manually shutting down all of its engines.

Today we have Amr Moussa, the former Egyptian foreign minister and now Arab League Secretary-General saying, "It is inconceivable that any Arab country would attack Afghanistan or that any Arab country would be attacked in America's war against terrorism." He also says that no Arab country would participate in the coalition against terrorism being organized by the United States if such a coalition includes Israel.

So do the Arabs really expect America to oust allies like Israel and India that are willing to FIGHT with us in exchange for half-hearted allies that have NOTHING, ZERO to offer us on the battlefield? The message is clear: America has NO allies among the Arabs in this war! Egypt will not help us other than with lip service in English.

Perhaps because of Amr Moussa's comments today Saudi Arabia now says they WON'T help us using their considerable forces. And within the past hour I heard on FOX news that the Saudis have said that they won't even permit us to use OUR OWN pre-positioned forces in the Kingdom. Well we'll see about THAT!

This is tantamount to a betrayal of America, who so ably defended them from Iraq a decade ago - it's the classic Muslim double cross. In my opinion the West's oil supply is already at risk. It is time for American and Israeli military planners to prepare for the coming conquest of Arabia and seizure of the strategic oilfields.

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