Favismo
Cosa é
La carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi, detta anche favismo è la più frequente delle malattie enzimatiche conosciute: riguarda circa 400 milioni di individui nel mondo. E' una malattia genetica ereditaria la cui trasmissione é legata al cromosoma X, cioé il gene responsabile della malattia é situato nel cromosoma X e più precisamente nella parte terminale del cosidetto braccio lungo. La malattia è geneticamente eterogenea: se ne conoscono almeno 400 diverse varianti, suddivise in classi in base alla gravità del quadro emolitico associato. E' più frequente in Africa, e in alcune zone del bacino del Mediterraneo. In Italia è molto frequente in Sardegna, dove colpisce un maschio ogni 4 ( naturalmente si va dai casi più gravi a quelli meno gravi ) , e in modo più limitato in Sicilia e nelle altre regioni meridionali, come in Calabria. Questa distribuzione coincide con quella, presente o passata, del Plasmodium falciparum, agente della malaria, perché i globuli rossi malati, in un individuo con favismo sono relativamente resistenti alla infezione del plasmodio. Per l'insufficiente attività enzimatica, le emazie sono incapaci di riparare il danno ossidativo e vanno incontro a lisi.
Quadro clinico
Alcune forme, caratterizzate da una grave riduzione dell'attività enzimatica, sono associate a un'anemia emolitica cronica . Queste varianti, , presentano un quadro clinico caratterizzato da anemia, ittero, splenomegalia e calcoli biliari Altre varianti, e quindi quella mediterranea, si associano ad anemia emolitica acuta e ittero neonatale, ma non a emolisi cronica. L'ittero neonatale ha grande variabilità e a volte può essere causa di morte o di danno neurologico, il cosidetto ittero nucleare. L'anemia emolitica acuta viene scatenata da numerosi farmaci, da infezioni e dall'ingestione di fave (favismo). Si ha anche emoglobinuria, determinata dell'emolisi. In alcuni casi, soprattutto nei bambini, queste manifestazioni possono essere molto gravi. Il quadro è più grave negli emizigoti maschi che nelle donne eterozigoti che hanno quadri clinici variabili, per lo più leggeri. Questo perchè, le donne hanna un altro cromosoma X ( i maschi hanno XY ) che che molto più frequentemente dei maschi, é sano, quindi il quadro clinico che ne deriva é molto più leggero. Anche le donne comunque possono ammalarsi come i maschi, in modo grave, cioé devono avere tutti e due i cromosomi X malati. La malattia si manifesta in modo improvviso, 12-48 ore dopo l'assunzione di fave fresche o di medicinali : il colorito della pelle diventa giallo intenso su fondo pallido. Nei casi gravi, circa la metà dei globuli rossi viene distrutta; la cute e le mucose diventano allora intensamente pallide, oltre che itteriche, le urine ipercolorate, e compaiono i segni di un collasso cardiocircolatorio.
Quindi ricapitolando i sintomi sono ( ricordate che alcuni possono mancare ) :
.Diagnosi
La diagnosi del difetto di glucosio 6 fosfato deidrogenasi deve essere presa in considerazione in ogni caso di emolisi cronica, e in modo particolare nell'emolisi acuta.
Come si cura
Il processo emolitico acuto è autolimitante. Molti casi hanno bisogno solo di sorveglianza; in altri invece occorre una trasfusione di sangue. Nelle forme croniche la terapia è sintomatica; in casi di ipersplenismo può essere utile la splenectomia.
L'unica terapia del favismo in crisi emolitica grave è una immediata trasfusione di sangue fresco. Al più presto possibile, il paziente dovrà essere ricoverato in ospedale ove sarà possibile, dopo la trasfusione eseguire gli indispensabili accertamenti per individuare la condizione di deficit enzimatico. In questa occasione anche la madre, le sorelle e gli altri familiari saranno sottoposti agli opportuni esami ematologici.
L'evoluzione e i rischi
Il difetto di glucosio-6-fosfato-deidrogenasi consente una vita perfettamente normale e non comporta in genere alcun disturbo, purché il soggetto colpito non ingerisca fave o determinati farmaci che possono provocare la crisi emolitica acuta. È perciò indispensabile che la condizione di carenza sia nota per prevenire questi rischi. Il favismo in fase acuta è invece una condizione piuttosto pericolosa, in quanto l'anemizzazione può essere rapida (poche ore) e drammatica, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza del bambino.
Che cosa fare in attesa del pediatra
- La comparsa improvvisa di ittero e di anemia in un bambino è sempre una situazione di emergenza che richiede l'immediato intervento del pediatra e il ricovero in ospedale. La mamma deve astenersi da qualsiasi iniziativa(soprattutto non somministrare farmaci di nessun tipo).
- Sforzarsi di ricordare tutti gli alimenti o i farmaci che il bambino ha assunto nelle ultime 24-48 ore e riferirli al pediatra.
I consigli per la mamma
Il ragazzo affetto da favismo dovrà essere avvertito della sua condizione, in modo da potere essere in grado di "proteggersi" ed evitare l'ingestione di fave (anche i piselli talvolta sono mal tollerati) e dei farmaci proibiti. La condizione di carenza dovrà essere notificata anche alla direzione della scuola se il bambino vi consuma i pasti e a qualsiasi medico che già non conosca il bambino e che debba prescrivergli una terapia. La mamma dovrà inoltre essere munita dell'elenco dei farmaci potenzialmente "tossici" e, come tali, da evitare. Questo elenco potrà esserle fornito dall'ospedale o dai pediatra stesso che ha in cura il ragazzo.
Farmaci e sostanze che provocano crisi emolitiche clinicamente significative nei soggetti con favismo
Acetanilide
Acido nalidixico
Blu di metilene
Blu di toluidina
Dapsone
Doxorubicina
Fenazopiridina
Fenilidrazina
Furazolidone
Isobutil - nitrito
Naftalene
Niridazolo
Nitrofurantoina
Noraminodopiridina metan solfato sodico (novalgina)
Pamachina
Pentachina
Primachina
Sulfacetamide
Sulfametossazolo
Sulfanilamide
Sulfapiridina
Tiazosulfone
Trinitrotoluene
Urato - ossidasi
Farmaci che con ogni probabilità possono essere dati senza rischio a dosi terapeutiche in soggetti con favismo
Acetaminofenolo
Acetofenitidina
Acido acetilsalicilico ( aspirina e altri farmaci che la contengono)
Acido ascorbico ( vitamina C )
Acido paraminobenzoico
Actazolina
Aminopirina
Antazolina
Antipirina
Benzexol
Chinacrina
Chinidina
Chinino
Cloramfenicolo
Clorguanide
Clorochina
Colchicina
Difenilidramina
Dimercaprolo
Fenacetina
Fenilbutazone
Fenitoina
Isoniazide
L-dopa
Menadione sodio bisolfito
Menaftone
Paracetamolo ( tachipirina , efferalgan)
Pas
Piribenzamina
Pirimetamina
Probenecid
Procainamide idrocloruro
Proguanile
Streptomicina
Sulfadiazina
Sulfaguanidina
Sulfamerazina
Sulfametossipiridazina
Sulfisossazolo
Sulfoxone
Triesifenidile
Trimetoprim
Tripelenamina
Vitamina K
Consulenza genetica
Nelle regioni ad alta incidenza può essere utile l'identificazione con programmi di screening dei portatori del difetto. Ciò permette sia di fornire appropriate informazioni in merito ai farmaci rischiosi e al consumo di legumi (fave), sia di attuare un'accurata sorveglianza dei neonati a rischio.
Centri di diagnosi
I laboratori sottoelencati eseguono analisi molecolare.
E.O. Ospedali Galliera Centro di Genetica Umana
Via Volta 10 - 16128 - GENOVA
Tel. 010/5632394-351-362
Fax 010/5632628
Osp. Maggiore - Ist. Medicina Interna e Fisiopatologia Medica Pad. Litta
Via Sforza 35 20122 - MILANO
Tel. 02/5465571
Fax 02/55180241
CNR - Ist. Internazionale di Genetica e Biofisica
Viale Marconi 12 - 80125 - NAPOLI
Tel. 081/7257247-48
Fax 081/7257247
Presidio Ospedaliero Multizonale Serv. Aut. Regionale Talassemie
Piazza Giulio Cesare 11 70100 - BARI
Tel. 080/5473908
Fax 080/5473908
Osp. Regionale per le Microcitemie - Ist. Clinica e Biologia dell' Età Evolutiva
Via Jenner s/n - 09121 - CAGLIARI
Tel. 070/503341-5294655
Fax 070/503696-5294509
a cura del dott. Marrosu PietroAngelo