FIABE PERSIANE

Il principe Calaf e la principessa Turandot.

C'era una volta il principe Calaf, figlio del re della terra di Persia. Calaf era un bellissimo giovane, ma era anche astuto, intelligente, generoso ed amato da tutti. Un giorno un sultano di un regno vicino chiese un pedaggio altissimo ai carovanieri che andavano nel Paese del padre di Calaf: il padre di Calaf e Calaf presero le difese dei loro mercanti e vennero attaccati dal sultano.

Il sultano aveva alle sue dipendenze un mago che gli aumentò il numero di soldati con un incantesimo: per cui riuscirono a sconfiggere l'esercito del padre di Calaf e a cacciare via la famiglia reale dalla Persia.

Calaf, con suo padre e sua madre, vagarono a lungo nel deserto finché non giunsero in un altro regno d'Oriente. Lì Calaf iniziò a lavorare come sellaio. In quel regno vivevano un re con la figlia, la principessa Turandot; un giorno in cui Calaf era nella sua bottega sentì i banditori che annunciavano che tutti dovevano nascondersi perché usciva la principessa Turandot.

Curioso, rimase a guardarla e fu colpito dalla sua bellezza. Aveva sentito dire che Turandot doveva ancora sposarsi, e si informò da una vecchia fattucchiera al mercato su cosa succedeva.

La principessa Turandot non fa distinzioni di ceto. Vuole sposare solo chi risponderà a determinate sue risposte. In tanti ci hanno provato, e tutti quelli che hanno fallito sono morti!

Calaf decise di tentare: Turandot era troppo bella per non rischiare. Così si presentò al suo cospetto. Turandot gli disse: Ti pongo il primo quesito: qual è la creatura che abita in tutti i Paesi, che è amica di tutti e non tollera nessuno uguale a sé? E' il sole, rispose Calaf, vive ovunque, ama tutti e nessuno può essere simile a lui!

Allora Turandot continuò dicendo: Chi è la madre che mette al mondo tutti i suoi figli e poi li divora quando sono cresciuti? E' il mare, rispose Calaf, madre di tutte le onde che poi ritornano in lui!

E per finire Turandot gli chiese: Qual è quell' albero le cui foglie sono bianche da un lato e nere dall'altro? L'anno, disse Calaf, che alterna giorno e notte.

Allora Turandot gli disse: Hai vinto tu! Poco tempo dopo furono celebrate le nozze di Calaf e di Turandot: grazie all'esercito del suocero, Calaf poté riconquistare il regno di suo padre... Ma questa è un'altra storia e la racconteremo la prossima volta.

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Il principe serpente.

C'erano una volta un re ed un visir che erano amici da lunga data: entrambe le loro mogli aspettavano un bambino e decisero che se fossero nati un bambino e una bambina li avrebbero poi fidanzati e fatti sposare. Ma quando nacquero, la moglie del re ebbe un serpente, mentre la moglie del vizir una bellissima bambina.

La bambina e il serpente crebbero insieme, malgrado tutto: la bambina era contenta del suo amico, per lei non era un animale ripugnante. Un giorno, erano ormai grandi, i due stavano giocando insieme quando di colpo la pelle del serpente cadde e venne fuori un bellissimo giovane. Poco dopo il ragazzo riprese le sembianze del serpente. Non visto, il re aveva assistito a tutto e chiese alla giovane di fare in modo che il figlio non diventasse più serpente. Quando il principe riprese la forma umano la ragazza gli bruciò la pelle di serpente. Lui allora la guardò e scomparve.

Disperata, la ragazza non sapeva più a chi rivolgersi. Un giorno incontrò una vecchia maga, che le disse: Il tuo amato è lontano da qui: dovrai consumare sette paia di scarpe per trovarlo!

La ragazza allora partì, attraverso strade, boschi, deserti e il giorno in cui finì di consumare il settimo paio di scarpe arrivò vicino ad un castello cupo, incastrato su una montagna. Fuori c'era un leone malconcio, che le chiese qualcosa da mangiare: lei gli diede l'ultimo pezzo di carne che le era rimasto. Poi trovò delle formiche, che le chiesero di aiutarle a ricostruire il proprio formicaio: lei fece come le era stato detto. Infine, sulla porta del castello c'era la porta che scricchiolava e lei usò l'ultimo olio che aveva per oliarla. Entrò nel castello, in cui viveva un genio malefico, che aveva imprigionato il suo principe. Lo trovò incatenato e lo liberò. Ma il genio si buttò al loro inseguimento. Urlò alla porta: Chiuditi e non lasciarli uscire! Ma la porta gli rispose: Lei mi ha unto ed ha avuto cura di me, non posso non lasciarla uscire! Allora disse alle formiche: Pungeteli e fermateli! Ma le formiche risposero: Non possiamo: lei ci ha aiutato! Per finire il genio urlò al leone: Sbranali! No, non posso, lei mi ha dato da mangiare!

Il genio non poteva allontanarsi troppo dal castello e si disintegrò nell'aria. La ragazza e il principe tornarono al loro Paese dove si sposarono e vissero felici e contenti.

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La festa in giardino.

C'era una volta un mercante che aveva un figlio molto bello ed intelligente, amatissimo anche dai suoi colleghi per la sua simpatia e la sua arguzia. Un giorno il ragazzo era nel giardino di un amico del padre, ad una festa durante la quale aveva mangiato e bevuto tantissimo, quando si sentì chiamare: c'era un uomo misterioso in un angolo del giardino, che gli disse: Ho bisogno di parlarti, vieni con me, è importante, riguarda il lavoro di tuo padre! Il ragazzo lo seguì, sempre più lontano dal villaggio, finché non arrivò nel deserto, in un'oasi dove cadde stremato. Poco dopo arrivarono un beduino con la moglie e gli chiesero perché fosse lì e lui raccontò la sua storia. Il beduino gli disse: Era un demone, che voleva farti del male! Rimani con noi! Ma il ragazzo voleva tornare da suo padre, ed iniziò a vagare nel deserto.

Ad un certo punto arrivò in una valle piena di mostri: dovette fuggire via a fatica e si trovò di colpo in un giardino bellissimo. Salì su un albero e vide arrivare delle bellissime ragazze, soprattutto una, di cui si innamorò immediatamente.

Scese dall'albero per parlarle, ma di colpo vide le ragazze che si trasformavano in mostri... Cercò di arrampicarsi.... e di colpo si svegliò nel giardino dell'amico del padre: aveva sognato tutto! Da quel giorno lì evitò di mangiare e bere troppo!

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L'anello fatato.

C'era una volta un ragazzo di nome Ebrahim, che viveva con la sua vecchia madre in una piccola città. Erano poveri, avevano solo un gatto che faceva loro compagnia. Un giorno Ebrahim andò a fare un giro al mercato e trovò un vecchio che vendeva una cassapanca. Era molto bella e decise di comprarla. Giunto a casa, aprì la cassapanca di fronte alla madre. Subito uscì un serpente enorme, da cui uscì una bellissima ragazza. Ti ringrazio, tu mi hai salvato, riportami da mio padre che è il principe di un regno qui vicino!

Ebrahim partì alla volta del regno: la principessa gli disse, ad un tratto: Devi chiedere a mio padre che ti dia il narghilé che vicino al trono: quel narghilé ha poteri fantastici!

Il ragazzo fece come gli era stato consigliato e grazie al narghilé poté diventare ricco. Inoltre il re gli promise in moglie la figlia.

Ma un brutto giorno il vecchio che gli aveva venduto la cassapanca, che era un orco, scoprì cosa era successo, e si precipitò nel palazzo del giovane, travestito da mercante. Con una scusa, si fece dare da una serva il narghilé e si impossessò del castello.

Ebrahim era disperato: ma il suo gatto gli disse: Non temere, ti aiuterò io! Vai da lui e sfidalo a diventare qualsiasi cosa!

Ebrahim andò dall'orco e gli disse: Scommetto che non ti riesci a trasformare in niente!

L'orco diventò un enorme drago, ma Ebrahim gli disse: Niente di più piccolo? Allora l'orco diventò un topo e il gatto lo mangiò!

Ebrahim sposò la principessa e visse felice e contento con la sua mamma, il papà di lei e ovviamente il gatto.

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