Il nostro itinerario
comincia da questo film che penso possa dare una a prospettiva storica
della mafia, aiutare comprenderne le origini, le tradizioni, i
cambiamenti.
LA
TRAMA
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La
scena si apre con una gran festa a Long Beach nella villa dei Corleone. Si
sposa la figlia di Don Vito, Conie, e la famiglia italo-americana si
riunisce attorno al suo gran patriarca: Conie e suo marito Carlo Rizzi,
poi i tre figli maschi, Santino, detto Sonny, il focoso primogenito,
fortunato con le donne e attaccabrighe con gli uomini, Fredo, il
secondogenito, pavido e nevrotico, emarginato dalla questione della cosa
di familiare, Michael, introverso e gentile, eroe di guerra e defilato
rispetto agli "affari" della famiglia. Con Mìke c'è Kay, la
sua ragazza, immersa in un mondo che non conosce per niente. Poi c'è Mama
Corleone, con la sua presenza discreta e sicura; i fedelissimi gorilla di
Don Vito, Clemenza, Tessio, Luca Brasi; e soprattutto Tom Hagen, l'unico
non italo-americano, un trovatello portato in casa da Sonny e cresciuto
come un fratello nella gran famiglia. Tom, ora avvocato e
"consigliere" di Don Vito, (il "padrino") è l'uomo di
fiducia del clan, e assiste dunque alle varie raccomandazioni e suppliche
rivolte al" padrino" durante il matrimonio della figlia, secondo
l'uso siciliano.Tra i primi compiti da svolgere c'è quello di far
lavorare Johnny Fontane, un cantante attore che deve alla mafia il suo
successo, a dispetto del produttore Jack Woltz, che per motivi personali
non vuole affidargli una parte in un film di sicuro successo. Tom vola a
Los Angeles e sistema con efficienza la faccenda: Woltz, che rifiuta di
cedere ai ricatti sottili dell'avvocato, trova un mattino nel suo letto la
testa mozzata di un cavallo, il suo purosangue preferito. "Gli farò
un'offerta che non potrà rifiutare ", è lo slogan della famiglia
Corleone, coinvolta nella lotta per la supremazia.
L'elemento
di novità rispetto al vecchio assetto mafioso è l'ingresso della droga:
Virgil Sollazzo, legato alla famiglia Tattaglia e (si scoprirà poi) al
potente Barbini, propone a Don Vito Corleone di allearsi per controllarne
lo spaccio, ma il vecchio respinge l'offerta, legato com'è all'immagine
di una vecchia mafia che sta per essere superata dai tempi. Sollazzo, però
capisce che c'è un anello debole nella catena della famiglia Corleone,
Sonny, il quale sarebbe disponibile ad un certo rinnovamento dei metodi
della
Famiglia (com'è chiamato il dan mafioso). Così Don Vito è vittima di un
attentato, per la strada; mentre Tom Hagen è rapito e convinto a mediare
con la sua famiglia in direzione di un compromesso coi Tattaglia. Nel
frattempo è stato eliminato Luca Brasi, uomo fidato del
"padrino", che aveva tentato di infiltrarsi nelle file della
famiglia avversaria. Mike, bravo ragazzo americano, con le mani pulite
rispetto alla delittuosa attività dei suoi, apprende dell'attentato
mentre esce dal cinema con la sua ragazza. Da questo momento inizia un
lento ma deciso avvicinamento alla Famiglia e alla sua logica.E' lui che
salva il padre da un altro attentato all'ospedale dov'è ricoverato; ed è
lui che, giocando sulla sua estraneità alla Famiglia, uccide Sollazzo
"il turco" e il disonesto capitano della polizia McCluskey.
Ormai coinvolto nella guerra tra le bande, Mike ripara in Sicilia, dove ha
una breve stagione di spensieratezza e d'amore: si sposa con una giovane
bellezza locale, Apollonia, la quale muore però in un attentato destinato
a Mike. Dall'altra parte dell'oceano, Sonny è caduto ingenuamente vittima
di un'imboscata (tradito, come si saprà poi, dal cognato Carlo), e il
"padrino", ormai stanco di sangue, si fa promotore di un
incontro tra le varie bande mafiose, in cui è sancita la tregua: Don Vito
e Philip Tattaglia si abbracciano simbolicamente. Così Mike può tornare
in America, sposare Kay Adams, la ragazza di un tempo, e prendere in mano
le sorti della Famiglia.
Il
vecchio don Vito, ormai in pensione, delega il brillante Mike in tutte le
attività familiari, poi muore giocando col nipotino. Mike gestisce ormai
la Famiglia come un'azienda, aspira a farla diventare, un giorno,
un'impresa legale, progetta di trasferirne il centro dell'attività a Las
Vegas e porta il dan ai vertici del potere. Elimina, infatti, in un solo
colpo, tutti gli avversari: il giorno del battesimo di suo nipote (di cui
è il " padrino") fa uccidere simultaneamente Barbini, Tattaglia
e il potente Moe Greene; boss di Las Vegas. Poi si vendica di Carlo Rizzi
e di Tessio. Insomma, Mike, il bravo ragazzo americano è diventato il
nuovo "padrino" dal taglio più moderno e imprenditoriale.
QUALCHE
SPUNTO DI RIFLESSIONE
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Coppola
sradica la mafia e l'Italia dal loro situazione storico e le tuffa in un
bagno di folklore e d'iconografia d'appendice, di mitologia popolare.
Certo che la Sicilia può apparire fasulla, la mafia stereotipata e
convenzionale; perché Coppola gioca la carta di un Mito delle origini (le
sue ma anche le origini dell'umanità), in cui possono trionfare le
sensazioni e le emozioni primordiali, l'odio, l'amore, la violenza, il
desiderio di potenza. M Pacino, espropria man mano il padre dal
potere, n'assimila l'etica e ne succhia la carica
vitale (la mascella rotta di Pacino assomiglia sempre più a quella,
famosa per il make up particolare, di Brando), lo sostituisce al
comando e ne decreta, per questo, la fine. Un'uccisione del padre che
rappresenta anche l'ascesa di una generazione contro l'altra:
vecchia-nuova America, vecchia-nuova Hollywood.Il nostro regista fa i
conti con il suo background culturale (la mediterraneità), e attinge dal
gran magma della tradizione meridionale un atteggiamento antimachineo il
bene e il male si mescolano e si confondano. La mafia non rappresenta del
resto, tradizionalmente, questa presenza simultanea di bene e di male? La
violenza e l'onore, il sangue e il rispetto, la vendetta e la morale
alternativa a quell'istituzionale e statuale. Vito Corleone o Salvatore
Giuliano, Nell'opinione popolare, non contengono forse questa doppia anima
d'eroe paladino e di strumento reazionario?
Da
qui anche la chiave stilistica del film, il chiaroscuro, la
contrapposizione tra interno ed esterno, tra giorno e notte. Le varie
sequenze sono montate, con una calcolata alternanza, in un continuo
contrasto tra interni ed esterni. Ad esempio, L'esterno tragico e muto
dell'attimo successivo alla morte di Santino, poi l'oscuro interno di casa
Corleone; la cupa camera del "padrino" convalescente e la luce
abbacinante della Sicilia; la tetra camera mortuaria di Buonasera e di
nuovo la stridente luminosità dell'episodio siciliano. in questo
simmetrico contrasto di luci e ombre, si svolge tutta la lunga serie di
sequenze che va dal matrimonio siciliano di Mike all'agguato mortale a
Sonny, sino alla morte d'Apollina. Un altro esempio: l'esterno
"borghese" in cui 5 incontrano, all'uscita di una scuola, kay e
Mike è montato, per contrapposizione, ad un interno in cui si discute il
nuovo assetto della Famiglia; subito dopo; di nuovo in esterni con una
camera cara Las Vegas. infine, è costruito tutto sui contrasti
dentro-fuori il famoso episodio finale: l'interno della chiesa,
convenzionale e rituale, è montato alternativamente con l'esterno (in
senso più lato, come realtà esterna, anche se qualche omicidio avviene
magari in una stanza), ritualizzato anch'esso della morte.
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