LE CAUSE DELLE MAFIE E L’ORIGINE DELLA MAFIA CON
RIFERIMENTI AGLI ARTICOLI PROPOSTI, AL FILM "IL PADRINO”
La mafia
comprende varie organizzazioni criminali (Cosa nostra, la Camorra, la
ndrangheta, la sacra corona unita) ma sono paradossalmente tutte le
espressioni del bisogno di uno Stato più efficiente.
Fra
le organizzazioni criminali attualmente operanti in Italia, la
mafia siciliana è tradizionalmente quella più potente e ramificata ed è
ormai presente su territorio nazionale.
La
sua struttura piramidale, caratterizzata da una rigidissima gerarchia e da
un’articolazione in numerose cosche territoriali, la sua enorme capacità
di penetrazione nei gangli vitali della società civile, sia a livello
centrale che periferico, la spietatezza delle sue “esecuzioni” e la
ferocia con cui controlla tutte le attività lecite e illecite, ne fanno
da sempre il più temibile nemico dello Stato di diritto.
Il
termine “mafia” è voce siciliana di etimologia incerta ma, secondo
alcuni, è di origine araba e ha il significato di “protezione,
garanzia”.
Come
tutte le organizzazioni criminali anche la mafia attecchisce dove lo Stato
è assente o latitante.
Le
origini della mafia sono riconducibili alla diffidenza delle popolazioni
siciliane verso una struttura di potere statale essenzialmente vessatoria.
La
prima metà dell’800 la Sicilia subì una profonda trasformazione di
carattere politico ed economico: l’antica struttura di natura feudale
iniziò a sgretolarsi, travolta da straordinari avvenimenti storici (siamo
nella fase terminale del dominio borbonico).
La
società rurale formata da contadini poveri ed analfabeti, vessati dai
potentissimi proprietari terrieri (i “baroni”) ed dai loro gabellieri
(riscossori di tributi), in assenza di leggi chiare ed univoche, continuò
a regolarsi sulla base della consuetudine (cioè di norme non scritte
accettate e rispettate da tutti da un lunghissimo lasso di tempo).
Il
compito di regolare nel bene e nel male i rapporti sociali, attuando una
“garanzia” immediata in assenza dello Stato o contro di esso, fu
assunto dai cosiddetti “uomini di rispetto” o “uomini d’onore”,
personaggi che per il loro carisma e, soprattutto per spavalderia e
violenza, erano in grado di garantire il rispetto delle “regole”.
Su questa base di consenso sociale si
organizzò la mafia che,secondo gli storici, seguì, almeno all’inizio e
per molto tempo, due distinte ramificazioni: la “mafia del latifondo”
e la “mafia dei giardini”.
La prima si interessò dei pascoli, del
bestiame, nonché del controllo del fitto e sulla vendita di territori,
suddivisi in latifondi dai proprietari terrieri, influenti “grandi
elettori”.
La mafia dei giardini controllò, invece, la
distribuzione dell’acqua (da sempre la mancanza d’approvvigionamento
idrico è uno dei più grandi problemi siciliani) e il commercio della
frutta, specialmente della frutta, specialmente degli agrumi.
Dopo la conquista garibaldina, con
l’avvento del Regno d’Italia e la conseguente riforma agraria,a
seguito della vendita forzata dei beni ecclesiastici e demaniali, la mafia
si diffuse ancora più capillarmente divenendo ben presto una potente
organizzazione con la quale “fare i conti” per intraprendere o
continuare qualsiasi riforma politica o economica. Infatti, le
infiltrazioni di personaggi mafiosi nelle amministrazioni locali e
addirittura a livello di potere centrale, consentirono
all’organizzazione di assumere i connotati di una vera e propria piovra
tentacolare, condizionando tutta la vita siciliana.
Già alla fine dell’800 quando la mafia
aveva allargato la sua influenza nelle città della Sicilia occidentale,
aveva ampliato i suoi interessi economici con il controllo degli appalti e
delle attività commerciali.
Tra la fine dell’800 e gli inizi
dell’900, a causa della grave crisi agricola che investì tutta
l’Europa, particolarmente l’area mediterranea, un’imponente massa di
contadini siciliani emigrò nel “Nuovo Mondo”, soprattutto negli Stati
Uniti, verso la “terra promessa”.
A seguito di questo esodo di portata biblica,
la mafia fu trapiantata negli Stati Uniti dove assunse peculiari
caratteristiche (si chiamò “Mano Nera” od anche “Cosa Nostra”) ma
non rinunciò ad intrattenere strettissimi rapporti con la mafia
siciliana.
Per comprendere fino a qual punto la mafia
avesse affondato le radici nel tessuto culturale siciliano, basta pensare
che molto spesso il viaggio delle famiglie contadine verso il Nuovo Mondo
era pagato dalla mafia stessa, che poi pretendeva tangenti al momento
della sistemazione in America.
Negli Stati Uniti la nuova organizzazione
mafiosa assunse ben presto caratteristiche gangsteristiche e, sfruttando
il periodo cosiddetto del “proibizionismo”, incrementò i suoi
proventi illeciti con il contrabbando degli alcolici.
Durante il regime fascista la mafia siciliana
fu sottoposta a severissime misure repressive.
Con il termine della II guerra mondiale, e
con la venuta delle truppe alleate d’occupazione e popolazioni locali, a
cui furono chiamati i mafiosi delle due sponde, ancor prima dello sbarco
degli stessi americani.
L’agitato periodo post bellico,
caratterizzato dalla nascita di un movimento siciliano separatista, e da
torbidi intrecci tra mafie, risorgente banditismo e determinati centri
poteri politici, offrì alla mafia l’occasione di rinforzarsi e di
allargare i suoi interessi fino ad occuparsi dello spaccio di droga e del
racket nel commercio, nei mercati generali, nell’industria e
nell’edilizia.
Negli anni ’60, definiti gli anni del
“boom” economico, una nuova mafia, trasferitasi dalle campagne in città
per il controllo diretto dell’edilizia e degli appalti pubblici, più
spietata e sbrigativa di quella tradizionale, cominciò a contendere alla
mafia “storica” il controllo del territorio, prima a colpi di lupara
(il fucile tradizionalmente usato dai “picciotti”) e poi a raffiche di
mitra e utilizzando automobili cariche di tritolo.
Le numerose cosche mafiose entrarono in
guerra tra loro in un’impressionante crescendo di violenza,
contraddistinta da numerosi delitti “trasversali”, che colpivano cioè
i familiari delle persone da punire o da eliminare.
L’origine e il processo che ha portato alla
nascita della mafia risulta evidente nel film “Il Padrino”.
Nelle prime scene del film, durante il
matrimonio della figlia, alcune persone si recano dal Padrino per
chiedergli favori o per ringraziarlo per aiuti già ricevuti. E in questa
occasione il Padrino gli ricorda che gli sono debitori.
Nelle scene seguenti, si osserva come la
mafia diventa internazionale, (si ramifica quindi in America), come
iniziano le lotte tra famiglie per contendersi il potere e come si
comincia ad introdurre nel loro commercio lo spaccio di droga per
aumentare i loro affari.
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