Ricerca del Bir Zeit Community Health Dpt sulle ferite dell'intifada

 

Estratto dal secondo rapporto (28 settembre- 5 novembre) per la Cisgiordania

 

Estratto dal 2° rapporto sui feriti dell'Intifada, dr Rita Giacaman, BZCHD

 

  1. Questo rapporto basato su dati ricevuti da Ministry of Health (MoH) riguarda solo la WB; e solo casi ospedalizzati in 31 ospedali. Si tratta in totale di 3343 casi riportati tra il 28 settembre e il 4 novembre 2000, che sono certamente una sottostima del numero reale di ferite, perché molte, forse le più leggere, sono state trattate in ambulatori o altre sedi.

In questa serie il

2 %

aveva

9

anni o meno

 

9 %

 

10 - 15

 

 

14 %

 

16 - 18

 

 

48 %

 

19 - 24

 

 

14 %

 

25 - 29

 

 

13 %

 

30 - 71

anni

.

I maschi erano il 96 %, le femmine il 4 %.

 

Nonostante il picco intorno ai 20 anni, va notato che tutte le altre fasce di età sono state colpite, e quindi non solo ai check-points, posti di blocco (obiettivo scelto dei giovani che tiravano pietre), ma in casa, nelle vicinanze, nel posto di lavoro, nei campi coltivati e nelle strade ordinarie.

Il

17 %

dei feriti vive nel distretto di

Ramallah

13 %

Gerusalemme

14 %

Nablus

13 %

Tulkarm

9 %

Jenin

1 %

Qalqilia

12 %

Bethlehem

21 %

Hebron

 

 

il 31 % in città, 12 % nei campi rifugiati, ben 57 % in villaggi (dato analogo a quello del primo rapporto).

 

Ciò dà un quadro diverso da quello diffuso dai media che segnalano soprattutto le città. In realtà città e campi sono meno esposti dei villaggi al contatto con soldati o coloni armati. La maggior parte delle violenze sono avvenute nel pomeriggio, la sera o anche la notte. Alcuni ritengono che il bombardamento o il mitragliamento notturno colpisca la popolazione anche sul piano psicologico generando paure notturne e carenza di sonno: ciò vale specialmente per i bambini.

 

Nel periodo studiato il 49 % delle ferite erano state inflitte nella prima settimana, con un calo al 20 % nella seconda , al 13 % nella terza, al 7 % nella quarta, all'8 % nella quinta. A questo calo corrisponde però un probabile cambiamento di strategia, verso una "guerra a bassa intensità" da parte israeliana, con documentato aumento di attacchi con missili o l'uso di armi pesanti contro edifici e infrastrutture, che implicano costi elevati in termini di capitale e di servizi da fornire alla popolazione, oltre agli effetti psichici sopra accennati.

La diminuzione di dati potrebbe derivare anche da affaticamento degli operatori, oberati di richieste di intervento e perciò meno attenti alle registrazioni, e anche logorati dal lungo vissuto di tragedie umane e di emergenza nazionale.

Quanto agli strumenti di lesione: si trova un picco di 32 % di casi colpiti da live ammunition, cioè proiettili metallici, e di 37 % colpiti da proiettili di gomma; poi 11 % da gas lacrimogeni inalati, il rimanente 13 % da cause varie (urto da vetture militari, ustioni, sassi, percosse dei soldati e cause non specificate. Rispetto al primo rapporto c'è un aumento di "live ammunition" (bisogna però considerare le affermazioni di varie fonti, per cui le pallottole di gomma piena o di metallo rivestito di gomma si comportano come proiettili letali se sparate singolarmente e non a grappolo, da distanza ravvicinata, con armi ad alta velocità.

La parte di corpo più colpita era testa e collo (25%), arti superiori (15 %), arti inferiori (19) il resto al tronco. Nel 6 % dei casi le ferite erano multiple. L'obiettivo preferito erano dunque le parti alte per l'81 %: ciò indica la intenzione di "sparare per uccidere", e lo stesso suggerisce la qualità di arma. (Il fatto è confermato dalla nota intervista di Amira Hass, pubblicata da Herald Tribune International , nell'inserto "Haaretz in inglese") a un soldato tiratore scelto, che ammette di avere ricevuto ordine di sparare e uccidere anche minori, purche' di almeno 12 anni. Va notato che fin dall'occupazione Israele ritiene responsbili e punibili come gli adulti i ragazzi dai 12 anni in su NdR)

La valutazione di gravità si basa su due dati presi insieme: sede di lesione più tipo di arma. Con questo criterio circa 6 % di casi erano di lieve gravità , il 37 % di media o seria gravità. Nel 3 % dei casi segnati seguì la segnalazione della morte, ma il numero dei morti è ben più alto. I dati raccolti finora fanno pensare che ci sarà un fabbisogno di riabilitazione per almeno 2000 persone nei tempi a venire.

 

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