(dichiarazioni del dr Mustafa Barghuti, direttore del "Palestinian monitor", un coordinamento di 80 associazioni e Ong palestinesi: da Michele Giorgio, La Palestina è strangolata Il Manifesto 14 marzo 2001)

 

Il quadro fatto da Barghuti della situazione in Cisgiordania e Gaza è drammatico. "Israele ha diviso la Cisgiordania in 16 blocchi chiusi e la striscia di Gaza in tre parti - ha riferito durante una conferenza stampa a Gerusalemme - dozzine di posti di blocco e postazioni militari hanno isolato i villaggi palestinesi". Secondo Barghuti la strategia israeliana mira proprio a separare i villaggi dalle città costringendo i palestinesi che vivono delle aree rurali (il 68% della popolazione) a rinunciare ai servizi più essenziali. "Il sistema sanitario è paralizzato. Da oltre cinque mesi è fermo il programma di vaccinazioni ed i rischi di epidemie sono alti - ha insistito - i malati cronici e terminali che vivono nelle aree isolate non stanno ricevendo alcun tipo di assistenza sanitaria. La situazione è gravissima". Non sta meglio il settore dell'istruzione. "Attualmente 41 scuole sono chiuse - ha aggiunto Barghuti - quattro istituti scolastici sono stati trasformati in postazioni militari e 30 scuole sono state danneggiate dai bombardamenti dell'esercito. Sono stati uccisi 45 studenti". A tutto ciò si aggiungono 395 palestinesi (e 69 israeliani) uccisi dall'inizio dell'Intifada. Il 34% delle vittime palestinesi aveva meno di 18 anni e il 46% è rimasto ucciso non durante manifestazioni. Dei 12 mila feriti il 75% è stato colpito da proiettili alle parti superiori del corpo. Infine i danni subiti dall'economia (almeno 2 miliardi di dollari, il 51% del Pil perduto, un milione di palestinesi oggi vive in povertà) e i danni subiti da 2760 abitazioni, 29 moschee, 12 chiese, 44 pozzi e alcuni cimiteri colpiti dai bombardamenti israeliani; 1.100 ettari di terra (110 km quadrati) sono stati spianati (distrutti 25mila ulivi, alberi da frutta e vigneti).

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