Lettera del 6.12.2000

 

Dall' 9 novembre 2000 questa "lettera di notizie" e' inviata tramite e-mail dai cooperanti di organizzazioni non governative italiane a numerosi indirizzi .Chi non volesse piu' far parte di questa lista e' pregato di comunicarcelo . Confidiamo nella diffusione di questi nostri contributi. Il nostro sito : http://web.tiscalinet.it/intifada2000 e' aggiornato al 4/12/2000

PROTEZIONE INTERNAZIONALE PER IL POPOLO PALESTINESE

2 DICEMBRE 2000 - IO, DONNA VADO IN PALESTINA - Interposizione nonviolenta in difesa della popolazione civile

I riferimenti per informazioni, iscrizioni ed altro sono: NADIA CERVONI 0329-4159514 email - giraffan@tiscalinet.it - ANNA COTONE (ufficio Luisa Morgantini-parlamento europeo - Roma ) tel. 06-69950217 fax 06 69950200 - LUISA MORGANTINI 0348-3921465 email - lmorgantini@europarl.eu.int

fino al 2/12/2000

MORTI PALESTINESI 255 (fonte LAW - ong ) - MORTI PALESTINESI DI ISRAELE 13 (fonte CNN) - FERITI PALESTINESI OLTRE 11.300 in totale

COPRIFUOCO a HEBRON continua dal 30 settembre (fonte abitanti) - Prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane dal 29/9 : 500 (fonte LAW)

MORTI ISRAELIANI 29 - (fonte Ministero esteri Israele) - ( di cui 1 per mano degli stessi soldati)

FERITI ISRAELIANI 375 - (fonte IDF- Esercito Israele - non chiarisce se compresi arabi israeliani)

IN QUESTA LETTERA:

COSA DICE IL NORVEGESE

BETLEMME-HUSAN E LE VELINE

CIMITERI PROFANATI

SOPRUSI QUOTIDIANI

COSA DICONO GLI ISRAELIANI

Il mediatore della Nazioni Unite a Israele: togliete i blocchi o rischiate una guerra

(Brian Whitaker, The Guardian, 6/12/2000)

L'inviato speciale delle Nazioni Unite per Il Medio Oriente, Terjie Roed-Larsen, ieri ha affermato che il conflitto Israelo-Palestinese potrebbe rapidamente deteriorare in una guerra regionale. Larsen ha sollecitato Israele affinchè tolga i blocchi alle aree palestinesi. "La situazione attuale non è più contenibile," ha detto. "potrebbe continuare così per ancora poche settimane.Poi potrebbe deteriorarsi in modo tragico, diffondersi e sfociare in una guerra regionale." Israele ha imposto le chiusure in Ottobre, adducendo ragioni di sicurezza, ma i Palestinesi affermano che si tratta di una punizione collettiva, che costringe migliaia di persone alla disoccupazione. Larsen, un norvegese, è stato una figura chiave nei negoziati segreti fra l_OLP e Israele, premessa degli Accordi di Oslo del 1993, ed è un mediatore le cui opinioni sono rispettate da entrambe le parti. "Le condizioni di vita dei Palestinesi stanno peggiorando molto velocemente.Un deciso aumento del tasso di povertà sta costringendo circa la metà della popolazione Palestinese a vivere con meno di nove shekels (circa quattromila lire) al giorno", ha affermato. "C'è bisogno di un'immediata apertura di tutti i Territori Palestinesi", ha aggiunto Larsen. Dal momento che ogni singolo lavoratore Palestinese mantiene molte persone, Larsen stima che più di un milione di Palestinesi stiano soffrendo grosse perdite economiche. L_Autorità Palestinese non è più in grado di pagare gli impiegati pubblici. L_economia Palestinese ha perso più di 500 milioni di dollari nei primi sessnta giorni della crisi e le perdite continuano al ritmo di 10 milioni di dollari al giorno. I dati non includono le spese che l_Autorità Palestinese sta sostenendo per curare più di 9.000 feriti, né include la mancata riscossione delle tasse, né i danni alle infrastrutture. Il Centro per i Diritti Umani al-Mazen di Gaza, rileva che l_artiglieria pesante Israeliana, nelle prime sei settimane di conflitto, ha distrutto parzialmente o totalmente 431 case civili, 13 edifici pubblici, 10 stabilimenti industriali e 14 edifici religiosi. Inoltre, gli effetti dello sradicamento degli alberi si ripercuoteranno ancora per molti anni sulle famiglie Palestinesi. Il Ministero dell_Agricoltura Palestinese afferma che l_esercito Israeliano ha distrutto

più di 44.000 alberi, per la maggiorparte vigne e ulivi. Israele sostiene che queste misure sono necessarie per ragioni di sicurezza, oltre che per esercitare pressioni sui Palestinesi. Alcuni Israeliani reclamano misure più severe, che incrementino l’isolamento economico. L’Israel Electric Corporation, in cui vi sarebbe una

partecipazione dell’Autorità Palestinese per circa 4 milioni di dollari, sta considerando l’ipotesi di tagliare i rifornimenti di energia elettrica. Altri, incluso lo Shin Bet (Servizi Segreti Israeliani, N.d.T.), dicono che tali misure potrebbero ridurre la popolazione alla disperazione e quindi aumentare la probabilità di attacchi all’interno di Israele. Larsen, qualificando tali misure come "assolutamente contro producenti", ieri ha detto: "Questa strategia sta alimentando la rabbia ed è lo strumento migliore per la radicalizzazione delle posizioni all’interno della popolazione. Il rischio è che si produca una generazione di giovani Palestinesi che ancora per decenni odierà e proverà risentimento verso Israele.Questa, sul lungo come sul breve periodo, è la vera minaccia alla sicurezza di Israele."

C'e' esercito ed esercito

da Beit Jala (5/12/00): anche la notta scorsa e' stata notte di bombardamenti. Le mitragliatrici israeliane hanno aperto il fuoco senza alcun motivo sulla citta' alle 8 di sera e i colpi si sono sentiti per ore. I numerosi carriarmati dell'IDF ormai di stanza sulla collina di Ghilo (dove si trova l'insediamento israeliano) hanno cominciato a sparare intorno alle 20.30 mirando al centro della cittadina. Dopo poco sono intervenuti gli elicotteri Apache che hanno lanciato missili sulla parte superiore di Beit Jala, quella piu' colpita in quanto opposta alla collina di Ghilo e distante da essa solo qualche centinaio di metri. Oltre 450 famiglie residenti in questa zona hanno abbandonato le loro case. Buona parte di esse ha trovato rifugio all'hotel Millennium, nella stessa Beit Jala, andando ad aggiungersi a coloro che gia' si erano trasferiti li', altre hanno cercato luoghi piu' sicuri. Sono stati colpiti in particolare il club ortodosso e la chiesa di S.Nicola. Due, fino a stamane, i feriti accertati.

Bombardamenti e tiri di mitragliatrici pesanti delle forze di occupazione israeliana anche a Betlemme, che e' stata bersaglio di un lungo bombardamento anche l'altro ieri notte, e ai vicini campi profughi di Ayda e Azza. Numerosissimi i danni agli edifici e alle macchine. E' stata colpita anche la casa di un amico palestinese, con passaporto italiano, sposato con una cittadina italiana e con due bambini. Nessun ferito per fortuna. Anche da casa loro secondo gli israeliani, si sparava ?? Non sappiamo se il consolato italiano abbia protestato. Il motivo del bombardamento, cosi' come diffuso dai portavoce dell'esercito e ripresi purtroppo ancora da alcuni organi di informazione italiani, sarebbe "un attacco militare palestinese contro la Tomba di Rachele, convergente da tre lati...". Al dila' dell'esagerazione della notizia(la tomba e' fortificata e a poche centinaia di metri ci sono diversi campi militari israeliani; i palestinesi dovrebbero disporre di un arsenale ben piu' pesante) e' apparso chiaro che questa notizia e' stata diffusa per distogliere l'attenzione dall'attacco (vero) nel villaggio di Husan. Abbiamo parlato con persone che conosciamo del campo di Aida e di Azza, abbiamo avuto notizie da collaboratori di Betlemme, due dei cooperanti vivono a Beit Jala; ebbene, nessuna fonte conferma che ci sia stato qualcosa di piu' delle solite sassaiole e tiri di fucile contro le postazioni militari a difesa della Tomba di Rachele. Ma la velina dell'esercito ha cosi' giustificato il bombardamento e posto in secondo piano la notizia dell'assalto al villaggio di Husan ( a pochi chilometri a sud-ovest di Betlemme) . Un gruppo di coloni del vicino insediamento di Betar, penetrati e nascosti nel villaggio mentre tutti gli abitanti erano a cena dopo la fine del digiuno, hanno sparato poi ai fedeli all'uscita della moschea, dopo la preghiera delle 18.00. Ci sono stati 30 feriti, di cui 25 hanno lasciato oggi l'ospedale di Beit Jala. Ancora 5 sono ricoverati e 2 di essi sono in gravi condizioni.

Ancora a Beit Jala, l'altro ieri sera sono stati profanati da ignoti i cimiteri greco-ortodosso e luterano. Questa azione ha scatenato immediatamente delle polemiche. La responsabilita' del fatto e' stata attribuita ufficialmente dalle autorita' palestinesi ai collaborazionisti di Israele, mentre fonti israeliane hanno parlato ripetutamente di un attacco da parte dei residenti musulmani di Beit Jala verso i loro concittadini cristiani, colpevoli di non appoggiare dovutamente l'intifada. Questa mattina abbiamo parlato con la gente di Beit Jala, sia di fede cristiana sia musulmana, dell'accaduto e delle relative responsabilita'. Tutti hanno dato praticamente per scontata la matrice collaborazionista dell'accaduto: "Israele non e' nuova a questi fatti, basta ricordare il Libano. Stanno strumentalizzando la diversita' religiosa dei palestinesi, vogliono metterci gli uni contro gli altri. Non ci riusciranno mai" ci hanno detto.

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Cose quotidiane che non vengono sempre raccontate.

Sempre piu' spesso vediamo i soldati che tagliano le gomme dei taxi palestinesi che cercano di aggirare i blocchi per poter lavorare e far muovere le persone. I blocchi dei villaggi significano anche : 1) maggiori spese per i trasporti in quanto i taxi hanno aumentato le tariffe dovendo fare molti piu' chilometri per entrare e uscire dai villaggi e citta' per aggirare i posti di blocco; 2) perdite di tempo notevoli e fatica per spostarsi da un luogo ad un altro. Oltre al rallentamento e/o blocco di attivita' lavorative e scolastiche. Ad esempio dal villaggio di Kufr Name a Ramallah normalmente si impiegano 20 minuti. Ora ci vogliono due ore e mezza.

Ieri altri due morti , uno al campo profughi di Dheisheh, a Betlemme e un altro a Ramallah. Quest'ultimo era un carpentiere e stava andando al lavoro. I soldati gli hanno sparato, secondo la dichiarazione dell'esercito, perche' si era avvicinato troppo ad una postazione militare brandendo un arma. Che tipo di arma? un trapano elettrico.

December 04, 2000, 12:47 PM - GAZA CITY (AFP English) -

L'esercito israeliano apre una nuova strada per i coloni ebrei su un area agricola palestinese in violazione degli accordi di pace. La strada, a meta' della striscia di Gaza, e lunga 4 chilometri,congiunge il punto di confine di Israele all'insediamento di Netzarim. La costruzione ha distrutto olivi e coltivazioni palestinesi, senza prevedere compenso e senza il permesso della ANP. L'esercito ha dichiarato che la strada e' necessaria per motivi di sicurezza. (ndt:ora la striscia di Gaza e' divisa in tre cantoni non comunicanti tra loro). Israele ha imposto altre misure di sicurezza al confine di Rafah con l'Egitto, escludendo di fatto gli agenti palestinesi da ogni controllo.-----

L'ALTRO CAMPO

----Si e' fatto vivo il movimento israeliano laburista Peace Now, comunicando che le unita' abitative per i coloni sono aumentate del 52,49% dalla firma degli accordi di Oslo ad oggi. E affermano: ".. guardando all'espansione degli insediamenti e all'aumento della presenza israeliana (ndt:nei Territori), non e' difficile capire l'attuale crisi."- Meno male! (Traduzione letterale , ve lo assicuriamo!) E poi aggiungono :"e' tempo per il nostro governo di dimostrare concretamente che cerca la pace, congelando l'espansione degli insediamenti e dichiarando la buona volonta' di negoziare il ritorno ai confini del 1967 con minimi scambi territoriali." SI, proprio cosi' dicono. Ovvero teniamoci gli insediamenti gia' fatti e altro che ci serve, pero' senza esagerare! Peccato che non dicano cio' le risoluzioni dell'ONU.

Da un rapporto di B'Tselem (organizzazione israeliana per i diritti umani) - L'intero rapporto puo' essere visionato sul sito : www.btselem.org.

Dall'inizio della rivolta il 29 settembre fino al 2 dicembre, 264 persone sono state uccise nei territori Occupati e oltre 10.000 feriti: 204 civili palestinesi uccisi dall'esercito di cui 73 minori di 17 anni.

24 poliziotti palestinesi uccisi dall'esercito.

4 stranieri uccisi dall'esercito.

3 civili palestinesi uccisi dai coloni.

Uccisi 13 civili israeliani e 16 tra poliziotti e soldati israeliani .

Le principali conclusioni del lavoro di B'tselem sono:

Israele usa una forza eccessiva e sproporzionata per disperdere manifestazioni di palestinesi disarmati;

Israele non cerca metodi non letali per disperdere le manifestazioni o non addestra i soldati a controllare in modo diverso le stesse. I soldati hanno a disposizione solo proiettili mortali.

Punizioni collettive, come le severe restrizioni ai movimenti dei palestinesi,rendono la vita insopportabile per centinaia di migliaia di persone senza motivo. Queste restrizioni sono imposte anche alle squadre mediche e alle ambulanze.

Il coprifuoco e' imposto a decine di migliaia di persone palestinesi a vantaggio dei soli coloni (in Hebron, Hawara e Silat a-Daher), costituendo una flagrante discriminazione e una grave violazione dei diritti umani. Nelle settimane scorse si sono avuti molti attacchi di coloni armati verso i palestinesi. Diverse volte i soldati erano presenti ma non hanno fatto nulla per difendere i palestinesi disarmati anche essendovi obbligati come forza di occupazioneIsraele e Autorita' palestinese impediscono ai giornalisti di svolgere liberamente il proprio lavoro, usando anche attacchi fisici e danneggiamento di proprieta'.

Alla luce di cio' B'Tselem chiede che sia formata una commissione di inchiesta internazionale, indipendente e professionale, per indagare su questi eventi.

 

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