lettera del 21 gennaio 2001

Comunicato sulle esecuzioni e gli assassinii

dal dr Eyad el Sarray del Centro comunitario per l'igiene mentale di Gaza

Durante le ultime settimane del confronto tra palestinesi e israeliani, un andamento preoccupante ha preso piede. Israele ha adottato la politica di eliminazione dei palestinesi accusati di dirigere l'intifada.Questa politica conta su un'estesa attivita' di raccolta d'informazioni e sorveglianza appoggiata dai collaborazionisti palestinesi. A questa politica, la PNA ha risposto facendo partire iniziative piu' severe verso i collaborazionisti che informano Israele mandando a morte gli attivisti palestinesi. La PNA ha processato e mandato a morte alcuni di questi collaborazionisti in pochi giorni. In aggiunta il direttore della TV palestinese e' stato assassinato e un altro palestinese ucciso in una disputa familiare. In considerazione di questi eventi vogliamo sottolineare : la politica di eliminazione e' una chiara e flagrante violazione delle norme nternazionali sui diritti umani. Al di la' di chi attua questa misura e la ragione che c'e' dietro, nessuno puo' essere giudicato se non con un onesto e imparziale giudizio, assicurando un giusto processo che garantisca i diritti dell'imputato. L'aumento della violenza interna tra i palestinesi e' una tendenza preoccupante che indica l'aumento della frustrazione nel confronto con Israele, indirizzando all'interno le forze. Cio' e' evidente anche per le esecuzioni dei collaborazionisti dopo un affrettato processo. La PNA dovrebbe tener conto di questi segnali pericolosi e trovare adeguate soluzioni. La politica di assassinio o esecuzione va respinta in qualsiasi circostanza. Se un individuo e' accusato di qualsiasi crimine, lui o lei, ha diritto ad un processo giusto e imparziale. Se la colpevolezza e' stabilita senza alcun ragionevole dubbio, la punizione non deve violare il diritto alla vita. Pertanto la pena di morte non deve essere usata in alcuna circostanza. Il centro lancia un appello perche' Israele fermi l'ennesima violazione dei diritti umani rappresentata dalla sua politica di eliminazione. Inoltre il Centro chiede che la PNA metta fine all'uso della pena di morte per punire i collaborazionisti.

Dr. Eyad El-Sarraj Gaza Community Mental Health Programme <http://www.gcmhp.net>


Abbiamo letto queste poche righe sul Corriere della sera del 19 gennaio:

"ROMA - «Assolutamente il signor Riccardo Cristiano non deve tornare in Israele. E ci aspettiamo che la Rai eviti qualsiasi passo in questo senso». E' stato nettissimo ieri sera l'ambasciatore israeliano a Roma, Yehuda Millo: il giornalista Rai, espulso lo scorso ottobre dopo aver scritto una controversa lettera pubblicata su di un giornale palestinese, «per nessun motivo» potrà tornare a lavorare in Israele... " A parte che non ci risulta "espulso", e a parte che lo stesso Corriere parla di "controversa" lettera, come si puo' vedere la "democratica" Israele e' a favore della stampa "libera" solo se i/le gionalisti/e italiani/e scrivono vestendo la divisa con la bandiera biancoblu e la stella. I nomi sono superflui, si possono capire leggendo i loro articoli o ascoltando i loro telegiornali.


DCI/PS (Defence for children International/Palestine Section) due giorni fa ha inviato un rapporto di aggiornamento sugli arresti di bambini palestinesi da parte dell'esercito israeliano, in contravvenzione dell'art. 37 della Convenzione sui diritti del Bambino (CRC), ratificata da Israele il 2/11/1991 (lo si può trovare nella sua forma completa sul sito http://www.dci-pal.org/000101.htm). Anche se non ci sono dati molto aggiornati rispetto ai precedenti rapporti, il documento ci ricorda che dalla fine di settembre 2000 ad oggi sono stati arrestati più di 250 ragazzi sotto ai 18 anni, spesso tenuti in isolamento dalle proprie famiglie e senza alcuna certezza rispetto ai tempi di procedura processuale, alcune volte perfino torturati durante gli interrogatori. I legali di DCI/PS hanno inoltre verificato che in tempi recenti le pene inflitte ai minori palestinesi per lancio di pietre sono notevolmente aumentate. Dai 'canonici' sei mesi che venivano inflitti prima dello scoppio dell'Intifada, in questi giorni si è arrivati a chiedere la reclusione anche fino a 18 mesi. DCI/PS ci ricorda poi che per effetto dell'ordine militare #132, approvato da Barak nel maggio 1999 non appena eletto a Primo Ministro, si contano numerosi casi di arresti di quattordicenni. =====================================================================

Dal 9 novembre 2000 questa "lettera di notizie" e' inviata tramite e-mail da alcuni cooperanti di organizzazioni non governative italiane presenti in Palestina a centinaia di indirizzi. Chi non volesse piu' far parte di questa lista e' pregato di comunicarcelo . Confidiamo nella diffusione di questi nostri contributi. Il nostro sito: http://web.tiscalinet.it/intifada2000 e' aggiornato al 21/12/2000 ( il PC dal quale gestivamo il nostro sito ha subito un danno irreparabile. Stiamo cercando di trovare soluzioni alternative.) - Alla lettera non alleghiamo mai files. Se trovate files allegati cancellateli subito, potrebbero contenere virus. PROTEZIONE E SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE PER IL POPOLO PALESTINESE IO, DONNA VADO IN PALESTINA - LUISA MORGANTINI TEL. 0348-3921465- SEGRETERIA 06-69950217-FAX 06-69950200-EMAIL morgantini@europarl.eu.int GUSH SHALOM INVITA A FIRMARE LA PETIZIONE PER LA FORZA INTERNAZIONALE DI PROTEZIONE AI PALESTINESI http://www.petitiononline.com/palpet/petition.html VOGLIAMO COMINCIARE A CHIEDERE AI PARLAMENTARI ITALIANI (almeno quelli di sinistra) PERCHE' NON ORGANIZZANO UNA DELEGAZIONE NEI TERRITORI PALESTINESI ? si', iniziamo a farlo !!

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