Lettera del I marzo 2001

Ci scusiamo per l'assenza ma una serie di circostanze ci impediscono di mantenere il ritmo quotidiano delle lettere. Non siamo mai stati in numero elevato ma ultimamente il numero si e' ulteriormente ridotto, per fine del progetto o per maggiori impegni di progetto o comunque anche per un non grande interesse da parte di alcuni nel dare una mano a inviare le lettere. Pertanto si fa quel che si puo'. Una cosa e' certa: la situazione quotidiana dei palestinesi peggiora. La situazione economica delle famiglie sta collassando e la prossima non sara' una felice festa di Eid el Kebir .

Dalle associazioni israeliane : Appello perche' si fermi la vendita di elicotteri Apache a Israele da parte degli Stati Uniti Non c'e' bisogno di altre armi. Altri Apache sono gia' stati usati contro le citta' palestinesi e per assassinare palestinesi. L'ultima cosa di cui si ha bisogno in Israele e in Palestina sono altri modi di ammazzarsi. E-mail: President Bush president@whitehouse.gov Vice-president Cheney Vice.President@whitehouse.gov Sec'y of State Powell secretary@state.gov and your local Congresspeople. basta anche solo una frase del tipo : "Stop weapons sales to Israel". e' il numero di messaggi che conta. Lettera del patriarca latino Michel Sabbah ai fedeli in occasione della Quaresima- riportiamo alcuni brani- ........Negli ultimi giorni ho visitato diverse parrocchie in Palestina e ho ascoltato i fedeli. Ho anche ascoltato le autorita' civili. Il loro linguaggio e' quello delle nostre parrocchie, le loro preoccupazioni sono quelle di tutti voi. La prima preoccupazione che comprende tutte le altre e' la difficile situazione politica di questi giorni: le strade chiuse, il blocco imposto ai villaggi e citta', la perdita del lavoro, il continuo bombardamento israeliano, la distruzione delle case e inoltre le difficolta' nella societa' palestinese e infine l'idea dell'emigrazione.Nonostante cio', io ho visto, malgrado le sofferenze, le ansie e l'idea dell'emigrazione,la volonta' di resistere e aspettare pazientemente il ritorno della nostra liberta' e finche' l'immagine di Dio si manifesti in noi e anche in coloro che ci opprimono. Riguardo alll'emigrazione noi aggiungiamo la nostra voce alla voce di coloro che sono pazienti e diciamo : fratelli e sorelle non lasciate la vostra terra.Siate pazienti. E' qui che Dio vi vuole, come credenti e testimoni di Gesu' nella sua terra. Resistete attorno ai luoghi santi. In questa terra voi siete parte del mistero di Dio. Cercate di riflettere su cio' affinche' possiate vedere Dio e avvicinarsi a Lui e capire il significato della nostra presenza qui. Siete stati chiamati ad una vita difficile: avete il coraggio di accettare questa difficle vita a cui Dio vi ha chiamato? Qualcuno dice: il futuro non e' chiaro. Il futuro dipende da cio' che fate oggi e da cio' che avete paura di fare.Perche' lasciare che altri decidano del vostro futuro? Questo e' il tempo che i credenti dicano, con la liberta' di figli di Dio, cosa vogliono esprimere e cosi' contribuire effettivamente alla costruzione del futuro, fondato su solide basi di pace, giustizia e amore.Riguardo alle case continuamente sotto bombardamenti israeliani, noi diciamo agli israeliani: distruggete le nostre chiese ma risparmiate le case dei nostri fedeli. Se dovete imporre, ad ogni costo, punizioni collettive e se cio' significasse dare tranquillita' alle famiglie e ai bambini innocenti, noi offriamo le nostre chiese: distruggete queste; noi troveremo altri luoghi dove pregare e continueremo a pregare per noi e per voi. E ai militanti palestinesi che pensano sia necessario puntare i loro fucili contro gli israeliani dalle case abitate, anche se gli ordini sono chiari: Non trasformare pacifiche case in una zona di fuoco - anche a loro diciamo: Obbedite agli ordini, mantenete l'unita' della societa' palestinese e risparmiate le case degli innocenti.Noi offriamo le nostre chiese come riscatto per ogni casa che vogliono demolire. ma non possiamo accettare la demolizione delle case dei nostri figli per costringerli ad abbandonare la loro terra.Questi sono i giorni della contrizione al fine di incontrare Dio. Noi diciamo a tutti i palestinesi e a tutti gli israeliani che amano la pace e chiedono sicurezza:cercate di incontrare Dio con noi.Agli israeliani diciamo: in nome di Dio cercate di vedere come i cristiani o mussulmani palestinesi non sono quelli che avete deciso di vedere: non sono ne' terroristi ne' un popolo che vuole odiare ed uccidere. Cercate di vedere che la vostra occupazione della loro terra dal 1967, la privazione della loro liberta' e , oggi, il blocco delle citta' e villaggi, con tutte le sofferenze che ne seguono, portano a cio' che chiamate terrorismo. In verita' questo e' il pianto dei poveri e degli oppressi che stanno chiedendo la loro liberta' e la loro dignita'. Ricordate cio' e siate giusti. Perche' cio' che chiamate misure di sicurezza sono semplicemente un invito a maggior violenza. Ridate la terra ai legittimi proprietari, ridate la loro liberta', ascoltate la voce degli oppressi e dei poveri che si alza a Dio e un giorno Dio ascoltera' e rispondera' a questa invocazione. A tutti quelli che soffrono tra i nostri figli diciamo: Siate pazienti. Chiediamo giustizia e pace perche' Dio e' giustizia e pace. ..... Jerusalem, 1 March, 2001