Le Donne in nero, insieme ad altri, arriveranno venerdi 13 in
Palestina e sabato alle 16 parteciperanno alla manifestazione al
check point di Betlemme, la prima di una serie di iniziative che
si svolgeranno nella prossima settimana.
In questa lettera:
Una corrispondenza
Brevi su la Pasqua-attacco alla zona A e case abbattute
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Ritorno dalla Palestina
Nel corso di un mio recente viaggio nei territori occupati ho visto
che il processo di espropriazione dei territori palestinesi da parte
degli israeliani prosegue senza soste, anzi ha subito un'accelerazione.
Ho visto come la potenza occupante pratica l'esproprio della terra,
la distruzione della case palestinesi, l'apertura delle bypass-road
(che aggirano i villaggi arabi e collegano tra loro gli insediamenti
dei coloni, gli accampamenti dell'esercito), la chiusura delle strade
che collegano i villaggi e le citt arabe (con blocchi di cemento,
con tonnellate di detriti e terra, con la distruzione del manto
stradale e della massicciata oppure, ancora, con i posti di blocco).
Questi quattro strumenti combinati insieme stanno trasformando i
cosiddetti Territori Autonomi Palestinesi in una serie infinita
di campi di concentramento a cielo aperto in cui la popolazione
viene tenuta prigioniera, senza lavoro, senza commerci, senza servizi
essenziali. Ad essa viene concessa una sola via d'accesso, soggetta
alla volont inappellabile dell'autorit d'occupazione, che apre
e chiude l'accesso a persone e mezzi a seconda del capriccio e della
volont di effettuare una rappresaglia. I coloni e i soldati israeliani,
invece, grazie ad una meticolosa e ragionata opera di costruzione
di svincoli, circonvallazioni e tunnels, possono raggiungere i "loro"
accampamenti e le "loro" case aggirando l'ostacolo rappresentato
dai palestinesi e dalle loro povere pietre. Che dire poi dei check
points dove tutti i palestinesi devono sottostare quotidianamente
all'umiliazione del controllo dei lasciapassare da parte di soldati
israeliani. Chi visita la Palestina passando liberamente (grazie
al passaporto straniero) da una parte all'altra, scavalcando i check
points nota l'enorme quantit di soldati, soldatesse, poliziotti,
poliziotte, carri armati, blindati e jeeps telecamere e altri strumenti
dispiegati ogni giorno dallo stato di Israele per angariare il popolo
palestinese, per rubargli la terra centimetro dopo centimetro e
per modificare la composizione etnica della popolazione residente
sul terreno. Non si pu fare a meno di notare la scissione degli
israeliani tra il loro mondo ricco pulito bello e raffinato e le
incursioni nei Territori dove - con carri armati, bombe, giubbotto
antiproiettile, fucile e manganello tengono a bada gli "arabi" i
"selvaggi" e tentano di annientarli, umiliarli, espellerli, impoverirli,
convincerli a scappare altrove: via da Gerusalemme, via dalla West
Bank, via da Gaza, andate altrove, in Giordania, in Europa, negli
USA, ma non qui, nella terra che Dio ha promesso agli ebrei. Rifletto
sul fatto che questi soldati e poliziotti sono quasi sempre giovani
(rigorosamente ambisessi: in Israele c' la parit uomo/donna!).
Giovani che di giorno si comportano da bastardi con gli arabi e
che di sera, tolta la divisa, vanno allegramente a divertirsi a
Yehuda Street, ascoltano la musica rock (persino Sting!), in discoteca
o alla Cineteque come se fossero persone normali. C' una schizofrenia
totale e pericolosa tra lo stile di vita "civile" della sera, quando
sono "entre nous" e la sincera adesione ad una politica quotidiana
razzista e coloniale finalizzata alla espulsione degli arabi dalla
Palestina e da Gerusalemme. Che cosa permette questa scissione impressionante
tra un "noi, civili, colti, raffinati" e un "loro, arabi sporchi
e terroristi senza giustificazione"? Chi educa questi ragazzi a
tale scissione? Purtroppo in Italia lo stato israeliano e l'impresa
coloniale sionista trovano buona accoglienza presso i giornalisti
"laici" e "di sinistra" i quali - pronti a indignarsi per la mancata
separazione tra Stato e Religione che si registra nella cultura
e nei paesi islamici - fanno finta di non vedere l'impasto mortifero
che collega (anche a livello di spiegazione aperta, formale, dichiarata)
la politica coloniale di Israele alla Terra che Dio promise al popolo
di Israele. Questo fa s che gli stessi mass media pronti a gridare
"guerra per i diritti umani!" quando la CNN gli d l'imbeccata,
utilizzino poi tutti gli artifici della retorica e della manipolazione
per indirizzare insensibilmente, ma fermamente l'opinione pubblica
a favore degli israeliani, spiegando il conflitto in termini di
"convivenza difficile" tra due popoli e due religioni e tacendo
tutti gli aspetti della "conquista" coloniale che un pezzetto di
Occidente, animato da un folle disegno di rivincita e auto affermazione
contro 2000 anni di storia, sta scaricando su un popolo privo di
alcuna responsabilit storica circa la diaspora e la strage degli
ebrei del XX secolo, privo degli strumenti, delle armi, delle alleanze
internazionali necessarie per reagire all'aggressione. Le ragioni
dei palestinesi hanno poco ascolto in Italia e i palestinesi hanno
pochi amici. necessario fare di pi per chiarire le vere ragioni
del conflitto e le sue implicazioni internazionali. Non infatti
cosa di poco conto avere nel Medio Oriente uno stato aggressivo
e militarista (armato anche della bomba H!), organicamente vincolato
agli USA e alla Turchia assieme a cui costituisce il braccio armato
meridionale della tenaglia USA (l'altro braccio essendo l'Inghilterra
) pensata per limitare e controllare l'UE e i paesi arabi. Quei
pochi ambienti che ancora appoggiano apertamente i palestinesi dovrebbero
fare qualcosa per portare dinanzi al pubblico italiano le ragioni
dei palestinesi ed hanno il dovere di farlo presto, con intelligenza
e fantasia organizzativa. Poich il conflitto destinato a durare
ancora a lungo e ad assumere toni sempre pi drammatici, importante
che si costituisca un fronte, una lobby palestinese in Italia che
difenda le ragioni di questo popolo infelice e apra gli occhi agli
italiani.
Corradino Agnello
Sono migliaia i palestinesi cristiani (cattolici ed ortodossi)
di Cisgiordania ai quali sara' impedito di celebrare la ricorrenza
pasquale nel luoghi santi di Gerusalemme. Tutti i permessi sono
stati revocati da mesi e chi viene scoperto in citta' e' passibile
di una multa di oltre 1 milione e qualche mese di galera. A Khan
Younis sono entrati i carri armati e i buldozer israeliani. I mezzi
militari hanno violato l'area sotto completo controllo palestinese,
l'area A definita dagli accordi di Oslo. Un fatto gravissimo. La
conseguenza e' stata altri 4 morti e 31 feriti, tutti palestinesi.
Inoltre sono state distrutte 31 case. Altre 25 case palestinese
erano state distrutte nei giorni scorsi a Issawiya, alla periferia
di Gerusalemme e vicino Hebron. A Hebron il motivo era che "disturbavano"
il collegamento tra due insediamenti di coloni israeliani.
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