Il nostro sito http://www.web.tiscalinet.it/intifada2000/ e' aggiornato
al 12.05.2001. In esso troverete: - l'Appello per la Protezione
Internazionale del Popolo Palestinese, pubblicato anche da Il Manifesto
e da inviare alle autorita' italiane e israeliane (raccomandiamo
viva partecipazione!!) - l'adesione all'appello da parte degli/lle
ebrei/e italiani/e - foto delle ultime distruzioni nei campi profughi
di Brazil (Rafah) e Khan Yunis e degli ingressi all'area di Mawasi
in questa lettera: - rapporto della giornata di mobilitazione dell'11
maggio a Deir Ishtya - Un dramma senza fine: una durissima settimana
a Gaza - A proposito di liberta': lettera dal carcere di Regina
Coeli
Pubblichiamo questo rapporto del Movimento di Solidarieta' Internazionale
i= n quanto delucidativo della maniera normale con cui l'esercito
israeliano ha sempre trattato le manifestazioni in sostegno della
causa palestinese, che trova generalmente uno spazio piu' nullo
che esiguo nei nostri (ma non solo= ) notiziari. MOVIMENTO DI SOLIDARIETA'
INTERNAZIONALE Centinaia di persone si sono riunite per protestare
contro la costruzione degli insediamenti. Israeliani e internazionali
si uniscono ai palestinesi per chiedere la fine dell'occupazione.
Deir Ishtya, venerdi' 11 maggio: decine di Israelian@ e internazionali
si sono unite a piu' di 200 abitanti della citta' di Deir Ishtya
in Cisgiordania in una marcia non-violenta per protestare contro
la continua confisca delle terre per la costruzione di insediamenti
illegali. Le roulottes degli insediamenti sono state recentemente
portate sul posto e piazzate su proprieta' appartenenti a cittadini/e
di Deir Ishtya, circondando ulteriormente la citta' palestinese
e impedendo la libera circolazione dei palestinesi. Deir Ishtya
e' circondata da ogni lato dagli insediamenti di Yakir, Emanuel,
Nofim e Barqan. l'allevamento e l'agricoltura sono i principali
sistemi di sussistenza per i/le residenti, ma la presenza di questi
insediamenti impedisce ai/alle cittadini/e di accedere alla propria
terra e di coltivarla. I/le residenti si sono raggruppati/e nella
piazza della citta' e da li' hanno iniziato la marcia di 3 km verso
il luogo in cui sono posizionate le roulottes. Il sindaco di Deir
Ishtya, Nafez Mansour, ha portato due messagg= i che i/le dimostranti
hanno pensato di consegnare all'Esercito Israeliano e ai coloni:
"Non c'e' pace con gli insediamenti" e "Uguaglianza e giustizia
per tutti". A circa due km di marcia i/le dimostranti si sono trovati/e
davanti ad uno sbarramento di gas lacrimogeno dell'esercito israeliano,
che ha impedito loro di procedere verso il sito delle roulottes.
Malgrado le dichiarazioni de/lle dimostranti di essere disarmati/e
e di venire in pace, l'esercito israeliano ha scelto di bombardarli
con gas lacrimogeno. Le richieste dei/lle dimostranti in inglese
e in ebraico per il dialogo hanno ricevuto in cambio ripetuti colpi
di lacrimogeni che hanno causato molti fuochi nell'area circostante.
Anche bombe suono e proiettili di gomma sono stati usati dai militari
israeliani. Un giornalista colpito al piede, ha riportato leggere
ferite. Questo modo di trattare i dimostranti e' in netto contrasto
con il modo in cui l'esercito israeliano si occupa delle dimostrazioni
di coloni. I coloni israeliani attaccano frequentemente i villaggi
palestinesi, terrrorizzando i/le residenti e sapendo di essere protetti
dai militari israeliani. E' superfluo dire che loro non sono mai
stati colpiti da gas lacrimogeno. Per quanto riguarda i/le residenti
di Dei= r Ishtya, la manifestazione e' stata del tutto non violenta.
Quando e' stato evidente che i soldati rifiutavano ogni tipo di
dialogo, i/le cittadini/e hanno fatto la loro preghiera del venerdi'
sul luogo dove la manifestazion= e e' stata fermata, prima di ritornare
al loro villaggio. Gli insediamenti costituiscono una diretta violazione
del diritto internazionale e sono contraddittori allo spirito di
pacifica coesistenza tra Israeliani e palestinesi. Secondo la 4^
Convenzione di Ginevra e' illegale per le forze occupanti trasferire
qualsiasi porzione della propria popolazione in aree sotto ocupazione.
Il movimmento di solidarieta' Internazionale chiede ad Israele di
aderire alla legge internazionale e all= e risoluzioni dell'ONU
e alla comunita' internazionale di intraprendere azion= i che portino
al rispetto di queste leggi da parte di Israele.
Un dramma senza fine Un'altra settimana e' passata, e' il caso
di dirlo, sul suolo palestinese di Gaza, lasciandosi ancora dietro
distruzione e morte. Gli attacchi israeliani sono stati come al
solito violentissimi. La loro dinamica e' sempre molto contorta
e lascia ora spazio a leciti dubbi. Con la dichiarazione del ministro
della difesa israeliano, Benyamin Ben Eliezer, della scorsa settimana,
di aver dato il via libera agli attacchi in territorio palestinese
a tutti i suoi ufficiali che fossero pronti a farlo, si e' aperta
un'altra fase del conflitto, assoggettata completamente al libero
arbitrio dell'esercito israeliano ai danni della popolazione palestinese.
Non sara' sfuggito ai/lle piu' attenti/e come sia stata trattata
la notizia del presunto attentato ad una base militare in territorio
occupato a Gaza che ha causato la morte di due persone. Scontata=
, per la maggior parte dei media, la responsabilita' palestinese
dell'attentato, ma cio' che ci ha colpite/i e' stata la dinamica
dell'accaduto. Le due vittime erano infatti due immigrati rumeni,
non militari, che pare siano stati mandati a controllare e sistemare
una recinzione di filo spinato, sotto cui pero' hanno trovato una
bomba. Trattandosi di immigrati e non militari avrete poi notato
che non hanno ricevuto dai media tutta l'attenzione che invece hanno
avuto le vittime israeliane del conflitto, coloni, militari e riservisti,
sono stati trattati alla pari delle centinaia di morti/e palestinesi:
i primi meritavano foto e lunghi servizi (e citiamo come esempio
quello della BBC nel settimanale di ieri), i secondi no. Non ci
appelliamo a nessuna par condicio in questo senso: siamo coscienti
che la spettacolarizzazione della morte e della sofferenza sono
in molti casi assolutamente strumentali alle lobby politiche che
inevitabilmente e tristemente controllano e influenzano certa informazione.
Fatto sta che missili terra terra israeliani sono stati lanciati
ancora in pieno centro abitato a Gaza, sparati dal valico di Karni
(a est), ed hanno quasi distrutto una postazione della sicurezza
palestinese (tra l'altro gia= ' colpita e riparata solo un mese
fa) e un base dell'intelligence. Si sa che Israele detiene un altro
triste primato: quello che ne fa uno degli stati produttori di tecnologia
di guerra piu' avanzati al mondo, eppure speriamo sempre che non
si sbaglino, come qualche volta e' successo, con i loro aere= i
guida telecomandati, o che avvertano, come spesso non accade (vedi
la maggior parte degli attacchi ai campi profughi di Khan Yunis
e Rafah), prim= a di colpire per non fare ulteriori vittime sicure.
Sulla stessa scia attacch= i di vario genere si sono registrati
negli ultimi due giorni lungo tutta la striscia di Gaza. Ieri notte
sono state colpite Beit Lahiya e Beit Hanoun al nord e Rafah e Khan
Yunis a sud. Gli scontri con la popolazione continuano a fare morti.
Mentre scriviamo un altro giovane e' stato ucciso = e ci sono una
decina di feriti a Deir al-Balah, dove venerdi alle prime luci dell'alba
i carriarmati israeliani sono penetrati per circa un km in area
A palestinese all'altezza di Deir al-Balah/al-Qarara, hanno circondato
un gruppo di 6 case e una postazione della polizia palestinese (impegnata
negl= i ultimi mesi soprattutto a dirigere l'intensissimo traffico
in quella zona per la quale le macchine devono passare una per volta
e di cui si e' gia' parlato), e le hanno completamente rase al suolo.
Ritirandosi e per finire la loro opera hanno danneggiato parecchi
metri di strada, che ora diventa ancora piu' impraticabile. Quando
siamo arrivati sul posto la mattina, c'erano ancora i segni dei
carriarmati che sono passati nei campi. La gente si aggirava tra
le macerie e si cominciavano a montare le tende. 7 famiglie, 27
persone (di cui 19 sono bambini) hanno visto distruggersi in pochi
minuti tutto cio' che avevano. Il motivo?? Non c'e', rientra nel
pian= o di punizione collettiva, pulizia etnica e distruzione di
massa in cui lo Stato di Israele si e' sempre impegnato. Non c'e'
stato nessun ferito, la gente era stata fatta uscire di casa a suon
di colpi di mitragliatrice, prima di procedere alla distruzione
con cannonate bulldozer. Le famiglie colpite non erano profughe,
ma residenti dell'area da tempo immemorabile, avevano i loro 3000
m2 di terra, resti delle confische subite, coltivata a mais, grano
e verdure. I carriarmati israeliani hanno distrutto anche quelli.
Molte erano gia' disoccupate, tra queste perone. Un uomo seduto
sulle macerie della sua casa ci ha detto: "Ho lavorato per 10 anni
in Israele, in una fabbrica di patatine fritte. Ero riuscito a farmi
una casa, ma non l'avevo ancora finita. Ora me l'hanno distrutta.
Israele ci da' la vita cosi' come ci da' la morte". Piu' in la'
un giovane ha cominciato a cantare :"Uccideteci tutti,israeliani,
uccideteci tutti europei, uccideteci tutti americani, uccideteci
tutti arabi e Nazioni Unite" ed aveva un beffardo sorriso sulle
labbra e occhi di rabbia, al punto che non si capiv= a se scherzasse
o se la disperazione si stesse impadronendo di lui. Un altro ragazzo
ha cominciato a fargli eco, e poi un altro ancora... Nel silenzio
istituzionale internazionale, dietro le cortine di ferro e i muri
di gomma, mentre la popolazione chiede invano aiuto e protezione,
cio' che accade in Palestina sta tratteggiando in maniera sempre
piu' definita l= e sue tremende conseguenze psicologiche sulla popolazione
locale.
A proposito di liberta' e di diritti umani...in Palestina come
ovunque nel mondo, anche nella nostra bella e "sviluppata" terra,
pubblichiamo la lettera di un prigioniero politico dello Stato Italiano
29/04/2001 ........DAL CARCERE 12 mq di cui 7 occupati dai letti
2 dal tavolino e l'armadietto con le cose da mangiare, sei persone
x 3 mq, 3 passi per muoversi, anzi non muoversi, l= a cucina =E8
nel bagno usato anche per stendere i panni, un'ora d'aria ... 23
ore di ansia di attesa passate a confortarsi a leggere e rileggere
a scrivere e riscrivere istanze. La quotidianit=E0 =E8 stare sdraiati
sul letto alienati dalla televisione dalle 7,30 fino a che gli psicofarmaci
non ci fanno dormire ... le poche ore di libert=E0 ... o quasi.
Ogni volta che un secondino apre la porta della cella i rumori dei
nostri cuori diventano un frenetico rullare di tamburi, si spera
nelle lettere degli amici, dei familiari un'istanza andata a buon
fine, a volte sono sorrisi ... ma soprattutto lacrime. L'eliminazione
sistematica delle coscienze, del libero pensiero vorrebbero tanti
automi privi di bisogni, affetti, sogni di libert=E0. La maggior
parte di noi aspetta da mesi il processo, consumandosi poco a poco,
il rischio di lasciarsi andare =E8 forte, ma ancora pi=F9 forte
=E8 la solidariet=E0 che nasce tra uomini (e donne) che ci permette
di alzare barricate contro questo sistema carcerario medioevale.
Ma c'=E8 chi soffre ancora di pi=F9, parlo dei tossicodipendenti
e dei malati di HIV costretti a questa lercia vita come se il loro
fardello non fosse sufficiente, ed alle loro richieste di aiuto
la risposta =E8 ... prendetevi 3= 0 gocce in pi=F9 di Tavor o non
so quali altri farmaci trasformandoli in fantasmi vaganti persi
nelle loro angosce cos=EC come i detenuti con problemi psicologici
o psichiatrici alle domande seguono le solite risposte: aumentate
le dosi di tranquillanti. Cos=EC giorno dopo giorno ci trasformano
nei lebbrosi del 2000, reietti della societ=E0 che vanno lobotomizzati
in modo che non rompano i coglioni al personale penitenziario. La
notte gli urli di chi sta male squarciano il silenzio assordante
del braccio, aspettarsi una risposta dai secondini o dal personale
medico (sempre assente la notte e spesso anche di giorno) =E8 un
miraggio nel deserto della nostra solitudine. Il giorno che sono
entrato un detenuto ha tentato di impiccarsi ... la risposta degli
agenti =E8 stata rapida ... botte su botte con gli asciugamani bagnati
per non lasciare i segni! C'=E8 ancora molto da raccontare e lo
far=F2 ... ma ora scusatemi le lacrime di rabbia e dolore mi impediscono
di continuare ... Un saluto a pugno chiuso Un fratello prigioniero
=20